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Il divieto di circolazione delle auto diesel Euro 5 previsto per quattro regioni sarà posticipato di un anno

...beh, qui no....

...ha detto anche come? magari riducendo i salari degli operai e aumentando l'orario di lavoro per portarci in pareggio?

ha detto che il mondo del trasporto è l'unico a non essersi adeguato alla transizione green, e dovrà farlo. Il come sò cavoli nostri. A stò punto piuttosto che andare con un'auto elettrica imparo ad andare a cavallo.
 
Eppure
Ci sono
bei 10.000.000.000 di euri
DA PNRR
a disposzione
della mobilita' sostenibile
e
-------------------------------------------del trasporto pubblico locale-------------------------------------------------

:emoji_wink: :emoji_wink:
Ma guarda a quello che pubblicano i giornali qui da me sono stati spesi , in nuovi mezzi, progettazione di stazioni e fermate, costruzioni ect....
Poi naturalmente altro discorso nell'utilizzo...o lasciarle in piazzale..? O far terminare i lavori da qui 5 anni....
 
Al netto di considerazioni di merito, il dato di realtà ci dice che alla fine questo blocco rimandato sposta in la anche il blocco dei vari diesel euro 6.

Mi chiedo inoltre non tanto quante siano, ma quanti km all'anno alla fine percorrano queste auto che ormai hanno tutte più di 10 anni sul groppone.
 
(....) tutta questa buffonata, e' messa in piedi per ideali, da chi fa le leggi, ma non probabilmente non le legge :D
No no, le leggono, le leggono : solo che si tratta di gente dalla mentalità ideologica, utopistica, che per piccoli, spesso meschini o inesistenti proprio, vantaggi di tipo ambientalista è disposta a mandare all'aria l'economia, a causare problemi colossali ad un sacco di gente (non protetta dai privilegi del sistema come è invece per loro, che hanno stipendi ed indennità d'oro, pensioni assicurate, privilegi sui mezzi di trasporto, abitano di solito in zone centrali e possono andare tranquillamente anche a piedi o in bicicletta a "lavorare"),
Alcuni di loro, poi, sono assolutamente contenti se l'odiato "sistema" va a catafascio : e qui ovviamente mi fermo, visto che si entrerebbe nelle considerazioni politiche.
 
non c'e' bisogno di essere un esperto, i limiti delle emissioni delle euro 5 o 6 sono disponibili, non sono un segreto militare.
basta aprire wikipedia, e leggere 4 numerini.
per scoprire che, le polveri sottili, non cambiano tra euro 5 e 6.
tutta questa buffonata, e' messa in piedi per ideali, da chi fa le leggi, ma non probabilmente non le legge :D

l'unico minimo vantaggio tra euro 5 e 6 diesel, e' sulle emissioni di nox.
ma non ricordo blocchi dovuti agli sforamenti di nox.

Pensavo la discussione potesse restare strettamente centrata sull'oggetto del titolo per non divagare nel più ampio tema della transizione e quindi in un nulla di fatto.

Per valutare questa specifica norma io farei un rapporto "costi"/"benefici".

A mio parere i costi sono relativamente pochi ed i benefici ancora meno, se ci riferiamo strettamente al "delta" di inquinamento tra E5 ed E6. In tal senso sono d'accordo con te ed i numeri li avevo letti :)
 
ha detto che il mondo del trasporto è l'unico a non essersi adeguato alla transizione green, e dovrà farlo. Il come sò cavoli nostri.
E siccome l'ha detto lui, vediamo di adeguarci alla svelta......

- fa niente se la potenza elettrica disponibile fa già fatica, in estate con i condizionatori, ad alimentare quello che c'è adesso, vedi black-out a Bergamo, a Firenze....
- fa niente se la rete di distribuzione elettrica, nel dettaglio, è un pasticcio assurdo, gestisce potenze limitate e non sarebbe assolutamente in grado di gestire (anche ad avercela, quella potenza) l'enorme potenza elettrica necessaria a tener cariche una quantità CONSISTENTE di automobili, ognuna delle quali, in carica, assorbe quanto un intero condominio.....
- fa niente se la gente, spesso per ottime e pesanti ragioni (vedi sopra) ha una certa reticenza all'acquisto delle elettriche, oltretutto ancora costose e soggette ad un'evoluzione tecnica che può farle rapidamente diventare obsolete......
- fa niente se questo NON risolverebbe la questione di fondo, emissione di CO², se tutta quell'energia dovesse essere comunque derivata da combustioni.....

Eh, ma "Ipse Dixit", l'ha detto lui : adeguiamoci e zitti.

Io non so chi sia costui ; so però che, in generale, da certi intellettuali ho sentito quantità incredibili di castronerie e di ragionamenti utopistici, al punto da non stupirmi dei tanti problemi da cui siamo afflitti, sentendo certe "soluzioni" ancorché proposte da quelli che dovrebbero essere gli "illuminati".
 
Ok, ma comunque la situazione del trasporto pubblico è tale (ben descritta nelle sue linee generali da Omniae) che anche un incremento apprezzabile del servizio non avrebbe grandi effetti su cose come quella di cui si discute.
Concordo.
Se fosse possibile risolvere il cronico problema del sottofinanziamento del trasporto pubblico locale mettendo a disposizione i 10 miliardi di € del PNRR per la mobilità sostenibile, tale problema secondo me non si risolverebbe in maniera fruttuosa e senza sprechi di denaro e tempo.
Basti considerare la pletora di enti interessati ed aventi voce in capitolo, tra comuni, provincie, regioni, enti di trasporto, consorzi, e chi più ne ha più ne metta, tutti litigiosi e col complesso di essere la prima donna, e a oggi è una chimera trovare la soluzione. Impossibile metterli tutti d' accordo, ed in ogni caso servirebbero tempi lunghissimi.
Ormai la frittata è fatta: la pianificazione urbanistica si è sviluppata in modo poco orientato alla mobilità.
Non siamo in Germania dove molte città e zone dense da punto di vista abitativo ed industriale sono state costruite attorno a nodi stradali o ferroviari già presenti, integrandoli assieme. O costruendo prima i nodi di trasporto e poi urbanizzando.
Da noi esattamente il contrario, a volte per pressapochismo dei decisori pubblici , a volte per puro calcolo speculativo e vantaggio: non è il segreto di Pulcinella che spesso aree rurali periurbane acquistate a basso prezzo poi sono "magicamente " diventate aree di espansione abitativa o produttiva....con prezzi al mq ben diversi, e mi fermo qui.
Ricordo un servizio tv di qualche anno fa, dove veniva fatto un confronto proprio tra sviluppo urbanistico e integrazione dei trasporti proprio tra Italia e Germania, mettendo in evidenza un abisso in termini di pianificazione della mobilità, talmente efficiente che diversi intervistati raccontavano di non avere nessun bisogno dell' auto privata, sia per gli spostamenti di lavoro che personali, e che il relativo costo lo investivano nell' istruzione personale, dei figli, nello svago e nella cultura.
Da noi chi può permetterselo? Qualche radical chic da ZTL forse.
Con questo non voglio accusare gli italiani di essere tutti pressapochisti o speculatori, non sarebbe giusto, ma il ritardo accumulato ha origini storiche e culturali talmente sclerotizzate che la vedo dura che oggi i decisori pubblici abbiano il coraggio di intraprendere scelte politiche coraggiose, perché secondo me, a loro manca una visione di lungo periodo.
Stavolta non possiamo dire "mancò la fortuna non il coraggio": manca proprio il coraggio.
 
(....) L'eminente prof ha anche detto che in Cina le targhe delle auto elettriche sono verdi, e stà diventando uno stigma sociale non guidare ''green''.
A buon intenditor poche parole.....
Io direi a buon intenditor poche cazzate.
Venire a portare come esempio la Cina, splendido lager a cielo aperto con sistema a partito unico dove una ristrettissima elite decide e gli altri eseguono (e se non eseguono "spariscono") ai miei occhi è da bestie.
Che se ne vada a vivere in Cina, l'esimio professore ; io ringrazio Dio di vivere qui, pur con tutti i nostri difetti.
 
(....) non è il segreto di Pulcinella che spesso aree rurali periurbane acquistate a basso prezzo poi sono "magicamente " diventate aree di espansione abitativa o produttiva....con prezzi al mq ben diversi, e mi fermo qui.
E' esattamente così : alla già disastrata situazione dei trasporti pubblici si è sommata, e si somma, una gestione da parte di tante aziende che guarda solo al risparmio di costi d'acquisto o affitto, andando a mettere le loro filiali produttive in posti isolati, anche dal trasporto pubblico naturalmente, e quindi economici.
E' già molto se, qualche volta, sono state previste "navette" per collegamenti, ad es. col più vicino snodo ferroviario ; una soluzione utile solo per alcuni, molto limitata e parziale, ma spesso non c'è neanche quella.
Dopodiché, come arrivare sul posto di lavoro sono cavoli del dipendente : o mezzo privato, o spesso si rinuncia.
Per molti anni anch'io sono dovuto andare in posti simili, sempre ovviamente con la mia auto.
E poi vengono a parlare di trasporto pubblico, di soluzioni sociali........ ma *************** :emoji_angry::emoji_angry:
 
E' esattamente così : alla già disastrata situazione dei trasporti pubblici si è sommata, e si somma, una gestione da parte di tante aziende che guarda solo al risparmio di costi d'acquisto o affitto, andando a mettere le loro filiali produttive in posti isolati, anche dal trasporto pubblico naturalmente, e quindi economici.
E' già molto se, qualche volta, sono state previste "navette" per collegamenti, ad es. col più vicino snodo ferroviario ; una soluzione utile solo per alcuni, molto limitata e parziale, ma spesso non c'è neanche quella.
Dopodiché, come arrivare sul posto di lavoro sono cavoli del dipendente : o mezzo privato, o spesso si rinuncia.
Per molti anni anch'io sono dovuto andare in posti simili, sempre ovviamente con la mia auto.
E poi vengono a parlare di trasporto pubblico, di soluzioni sociali........ ma *************** :emoji_angry::emoji_angry:

Non ho capito la colpa di chi però.. Dei trasporti pubblici?
La colpa è delle generazioni che negli anni 50 e 60 hanno deciso che la mobilità Italiana doveva essere privata, ed in parte di tutti gli italiani che del auto hanno apprezzato solo i benefici senza minimamente pensare alle controindicazioni, il tutto replicato con la rete o con gli smartphone
 
Non ho capito la colpa di chi però.. Dei trasporti pubblici?
La colpa è delle generazioni che negli anni 50 e 60 hanno deciso che la mobilità Italiana doveva essere privata, ed in parte di tutti gli italiani che del auto hanno apprezzato solo i benefici senza minimamente pensare alle controindicazioni, il tutto replicato con la rete o con gli smartphone
Io non ho detto "di chi è la colpa", che ha una sfilza di ragioni diverse ed ormai è storia.
Ho solo detto, nell'ultimo intervento, che tante aziende hanno dato il loro bel contributo ad aggravare il problema, andando a piazzare le loro filiali produttive in zone isolate, poco o nulla servite dai mezzi pubblici, dato che in siti del genere il terreno costa molto meno ; e si sono, spesso e volentieri, strafregate delle difficoltà (e dei costi) della gente per arrivare in loco a lavorare.
Una realtà che ho toccato per anni, in prima persona ; o avevi l'auto, o eri fottuto.
Questa è la realtà reale, non i ragionamenti degli intellettuali che insegnano nelle Università. Purtroppo.
 
Io non ho detto "di chi è la colpa", che ha una sfilza di ragioni diverse ed ormai è storia.
Ho solo detto, nell'ultimo intervento, che tante aziende hanno dato il loro bel contributo ad aggravare il problema, andando a piazzare le loro filiali produttive in zone isolate, poco o nulla servite dai mezzi pubblici, dato che in siti del genere il terreno costa molto meno ; e si sono, spesso e volentieri, strafregate delle difficoltà (e dei costi) della gente per arrivare in loco a lavorare.
Una realtà che ho toccato per anni, in prima persona ; o avevi l'auto, o eri fottuto.
Questa è la realtà reale, non i ragionamenti degli intellettuali che insegnano nelle Università. Purtroppo.

Ma hai perfettamente ragione, l'ho vissuta anche io come temo la vivano tanti, ma secondo me è figlia della cultura autocentrica del nostro paese che si sviluppo decenni fa che ci è sfuggita di controllo. È un poco come con l'aereo, da turista è bello che il settore si è sviluppato e con poche ore me ne vado dal altra parte del mondo, ma allo stesso tempo quel aereo ti porta a basso costo merci o animali alieni, la stessa cosa è stata l'auto, è un gran mezzo che ci permette tanto, ma non si erano considerati gli aspetti negativi.
Per me ancora c'è tempo per cambiare le cose, ma ci vuole la volonta di farlo
 
tante aziende hanno dato il loro bel contributo ad aggravare il problema, andando a piazzare le loro filiali produttive in zone isolate, poco o nulla servite dai mezzi pubblici, dato che in siti del genere il terreno costa molto meno ; e si sono, spesso e volentieri, strafregate delle difficoltà (e dei costi) della gente per arrivare in loco
Va detto che tale "piazzamento" non era spontaneo, nel senso che una azienda non puó fabbricare dove vuole (meno male): le aree a destinazione urbanistica produttiva vengono pianificate nei piani regolatori dei comuni. Qui sta l'inghippo: questi piani regolatori soni stati progettati sulla base di corrette politiche pianificatrici del territorio prendendo in considerazione le infrastrutture presenti e quelle da sviluppare, oppure è intervenuta qualche "manina"? E non necessariamente si deve pensare male (anche se c'era chi diceva che a farlo si fa peccato ma ci si indovina sempre....), a volte le scelte erano influenzate da fattori molto particolari. Ad esempio si scatenarono battaglie tra comuni limitrofi per favorire l'insediamento di attivitá produttive a tutti i costi in certe aree (=guadagno per le amministrazioni in tasse, ecc.). Ricordo ad esempio le critiche accese di tante amministrazioni comunali alla classificazione sismica nazionale: finire classificati in aree più sismiche veniva visto come un disincentivo ed ostacolo agli investimenti edilizi, per i maggiori costi di realizzazione di strutture resistenti ai terremoti. Intanto incassiamo (in termini economici e di consenso politico), al terremoto ci penseremo dopo, come ai trasporti, all' impatto ambientale, ai rischi e così via.
 
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