La guida nella nebbia vera (di fatto sconosciuta a moltissimi guidatori, che infatti chiamano "nebbia" la leggera foschia) è una delle situazioni stradali più brutte che possano capitare.
La cosa più saggia ed intelligente sarebbe evitare meticolosamente di trovarcisi oppure, nel caso in cui per qualche ragione ci si capiti, cercare di uscirne il più presto possibile, anche ricorrendo a soluzioni drastiche come quella di interrompere il viaggio per riprenderlo in un momento migliore.
Nessuno di noi però, purtroppo, riesce a comportarsi sempre nel modo più saggio e intelligente; qualcuno, inoltre, "viaggia" su frequenze particolarmente lontane da ciò. Il che rende quanto sopra ancora più valido.
Ricordo due o tre episodi. Un paio di volte mi ritrovai in autostrada con una visibilità ridottissima. In una delle due occasioni, nulla vedendo assolutamente, mi ridussi a procedere a 40 all'ora con il costante terrore, tutt'altro che infondato, di essere mortalmente tamponato da un momento all'altro. L'altra volta adottai una strategia diversa, decisamente opportunista: dopo essere stato sorpassato da un veicolo che camminava parecchio allegro (forse il guidatore era superdotato) decisi di seguirlo mantenendomi a costante e debita distanza, confidando nel fatto che fintanto che io vedevo il suo faro retronebbia la strada tra me e lui (sufficientemente lunga da permettermi un'eventuale rallentamento in caso di sua frenata improvvisa) doveva essere libera. In entrambi i casi, comunque, una volta uscito dalla nebbia mi sentii decisamente molto meglio e sempre più convinto a cercare in futuro di evitare con cura il ripetersi dell'esperienza. Cosa che ho fatto.
La cosa più saggia ed intelligente sarebbe evitare meticolosamente di trovarcisi oppure, nel caso in cui per qualche ragione ci si capiti, cercare di uscirne il più presto possibile, anche ricorrendo a soluzioni drastiche come quella di interrompere il viaggio per riprenderlo in un momento migliore.
Nessuno di noi però, purtroppo, riesce a comportarsi sempre nel modo più saggio e intelligente; qualcuno, inoltre, "viaggia" su frequenze particolarmente lontane da ciò. Il che rende quanto sopra ancora più valido.
Ricordo due o tre episodi. Un paio di volte mi ritrovai in autostrada con una visibilità ridottissima. In una delle due occasioni, nulla vedendo assolutamente, mi ridussi a procedere a 40 all'ora con il costante terrore, tutt'altro che infondato, di essere mortalmente tamponato da un momento all'altro. L'altra volta adottai una strategia diversa, decisamente opportunista: dopo essere stato sorpassato da un veicolo che camminava parecchio allegro (forse il guidatore era superdotato) decisi di seguirlo mantenendomi a costante e debita distanza, confidando nel fatto che fintanto che io vedevo il suo faro retronebbia la strada tra me e lui (sufficientemente lunga da permettermi un'eventuale rallentamento in caso di sua frenata improvvisa) doveva essere libera. In entrambi i casi, comunque, una volta uscito dalla nebbia mi sentii decisamente molto meglio e sempre più convinto a cercare in futuro di evitare con cura il ripetersi dell'esperienza. Cosa che ho fatto.