<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> floppone delle tanto attese auto elettriche | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

floppone delle tanto attese auto elettriche

laurent15 ha scritto:
Jambana ha scritto:
A me la possibilità - già attuale- di poter produrre l'energia per i propri spostamenti quotidiani (che per la maggior parte della gente rientrano nell'autonomia di un'auto elettrica) con il proprio impianto fotovoltaico pare una cosa bellissima!
Spostarsi quotidianamente senza dover dipendere dal petrolio.
Per i viaggi più lunghi, basterà un motore d'appoggio per poter ricaricare le batterie in marcia.
E' così fantascientifico?

Soprattutto caro ed illusorio.
Quando ricarichi la macchina è la rete che lavora, sopratutto la sera e di notte...
E poi caro. Al 30/11/2010 è stato installato in italia 1,6 GW di fotovoltaico. Ci costeranno 1 MILIARDO di Euro per i prossimi 20 anni e produrranno circa lo 0,6 % dell'energia elettrica di cui abbiamo bisogno.
Buttare i soldi dalla finestra in questo periodo di chiari di luna non è esattamente un lampo di genio.
Chi installa i pannelli FV ha ragione, perchè ci gudagna, ma pagano tutti gli altri.
La ION con una carica mette via 16 kWh, cioè l'equivalente di 4 litri di benzina (sarebbero 40 kWh ma c'è di mezzo il rendimento del motore).
Una macchina equivalente costa oggi 10000 Euro.
Il prezzo è però un mistero. Su un listino ho visto un prezzo di almeno 36500 Euro.
Con 26500 Euro, se ne compra di benzina...

Con

Guarda che gli impianti fotovoltaici moderni sono praticamente tutti connessi alla rete, a cui cedono corrente (con una tariffa conveniente per il proprietario dell'impianto visto che è diurna). Solo gli impianti per utenze isolate (che sono stati quelli pioneristici nella tecnologia fotovoltaica), non raggiunte dalla distribuzione dell'energia elettrica, utilizzano l'energia prodotta direttamente dalle celle fotovoltaiche, comunque immagazzinata in batterie, che possono essere di capienza molto elevata visto che devono garantire il fabbisogno elettrico di utenze civili o apparati tecnoogici per giorni. Ma sono una infima minoranza.

Quindi ciò che dicevo, produrre l'energia per i propri spostamenti quotidiani, avviene naturalmente - salvo i rari casi in cui sono presenti accumulatori- in modo indiretto, cedendo energia alla rete di giorno, per poi consumarla sempre dalla rete in fase di ricarica, e non ha niente d'illusorio !!

Quello che conta è il bilancio energetico finale, non il fatto che gli elettroni per la mia ricarica provengano , eventualmente, direttamente dalla produzione dei miei pannelli, o dalla rete, alla quale avrò in un altro momento ceduto la mia produzione!

Per me è molto più "geniale" (visto che di questo parli) investire in innovazione e sostenibilità, piuttosto che sostenere l'immobilismo con strampalate teorie "complottistiche" (come il "miliardo di euro" che riporti sopra, mi piacerebbe sapere da dove proviene e com'è fatto questo calcolo...), senza neanche sapere come funziona un impianto fotovoltaico e che è connesso alla rete!
 
key-one ha scritto:
Ti ringrazio ,caro Jambana, di avermi -e a tutti i forumisti di questo thread-evidenziato l'interessante documento di Lega ambiente.
Detto questo e premesso che non sono un tecnico dell'energia , nè di quella alternativa , nè di quella fossile o nucleare , vi sono alcuni aspetti della relazione che ritengo utile sottolineare.
1) E' certamente affascinante la prospettiva di poter uscire dalle fonti tradizionali e raggiungere il 100% di energia elettrica prodotto da rinnovabili entro il 2050. Ma anche accantonando per un attimo il problema da me sollevato dell'impatto visivo sul paesaggio e in specie su quello dolce e delicato dell'Italia , resta quello delle risorse necessarie a produrre i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche che , in quanto prodotti industriali , abbisognano di molta energia , materie prime anche rare e costose ,e hanno un ciclo di vita abbastanza limitato , credo intorno ai 25 anni e poi vanno smaltiti con aggravio di costi e di impatto sull'ambiente.Credo poi che una buona parte del fotovoltaico sia prodotto in Cina -e da quella nazione esportato- la quale come è noto ha un bassissimo impiego di rinnovabile e tuttora marcia a carbone -non quello di ultima generazione, ma quello pesantemente inquinante- e combustibili fossili. Tant'è che la pollution nell'Impero di mezzo è incredibilmente più pesante che da noi e aggrava l'impatto ambientale globale giustamente citato da Lega Ambiente.

Grazie a te per la discussione costruttiva. Preciso alcune cose:
1) per quanto riguarda la durata dei pannelli fotovoltaici, il problema si pone eventualmente per i pannelli in silicio amorfo, che effettivamente hanno un lento decadimento progressivo della loro produzione di energia (si ha un decadimento iniziale elevato, che è variabile ma può arrivare anche intorno al 20% nei primi mesi di utilizzo -e previsto in fase di progetto- e poi un limitato decadimento progressivo, che può arrivare all'1% annuo). L'amorfo ha altri vantaggi, tra i quali quello più significativo è il fatto di poter realizzare pannelli pieghevoli e molto sottili, infatti è una tecnologia molto usata nella nautica e nelle applicazioni su veicoli in genere, o per camping, sport estremi, etc.
I pannelli in silicio mono e policristallino invece hanno un decadimento delle prestazioni molto limitato: infatti i costruttori danno per questi delle garanzie molto estese in termini temporali, e gli impianti possono restare funzionali ben oltre i 25 anni.
Un docente in progettazione fotovoltaica mi raccontava che ha progettato un impianto fotovoltaico in silicio monocristallino nei primi anni '80, a servizio di una diga situata in zona isolata; tale impianto (che aveva ancora le celle vecchia maniera, di forma circolare) è stato verificato recentemente e ha avuto una diminuzione di potenza praticamente trascurabile, infatti garantisce ancora piena funzionalità nella produzione di energia elettrica per le installazioni della diga.
La durata degli impianti semmai è limitata dalla durata economica: gli incentivi sono erogati per vent'anni, e qualche operatore potrebbe essere tentato di smantellare l'impianto alla fine del periodo d'incentivo: soprattutto chi ha costruito l'impianto a fini speculativi e non per il proprio fabbisogno energetico. Anche in questo caso il distinguo fatto da Legambiente tra piccoli impianti e grandi centrali si rivela fondato.

La durata degli impanti eolici invece è quella tipica di una macchina con parti in movimento e soggette ad usura: sono impianti che richiedono, a differenza del solare fisso (ma come il solare a inseguimento) una manutenzione costante, ma grazie a questa e alle sostituzioni possono prolungare di molto la loro vita utile. Le tecnologie usate sono molto simili a quelle aeronautiche.
I piloni di sostegno, con fondazioni in genere in C.A., possono naturalmente avere durate molto elevate, e prestarsi alla eventuale sostituzione della macchina eolica con una di caratteristiche e dimensioni simili.

La Cina inquina molto attualmente, ma ci sono segnali molto tangibili di una virata verso la sostenibilità; data, naturalmente, anche e soprattutto da ragioni basate su opportunità economiche.
 
key-one ha scritto:
2) Anche se sull'eolico non è stata tutta speculazione , questa è avvenuta eccome. Soprattutto al sud dove le mafie hanno intascato contributi e fatto business, incuranti dell'impatto terribilmente negativo dato dalla colpevole applicazione dell'enormi pale (e pali) eoliche su zone di altissimo pregio paesaggistico ,artistico e turistico. Inoltre si sono convertiti alle energie alternative terreni di alta e pregiata produzione agricola con evidente danno all'economia e alle famiglie di quelle zone e vantaggio per gli speculatori.
Stesso rischio si corre con il fotovoltaico a terra, soprattutto se di grandi dimensioni, che può fare letteralmente "terra bruciata" là dove viene installato ,sottraendo per di più terreno fertile alle coltivazioni ,dove queste siano qualificate e produttive , e alterando pure l'equilibrio del bio-sistema con la sparizione di alcune specie di insetti e l'alterazione dei cicli riproduttivi di altri animali.
Resta poi un altro dubbio fondamentale : senza gli incentivi statali e comunitari , l'eolico e fotovoltaico sono produttivi , economici e forniscono in maniera sufficiente energia e utili ? Oppure il costo per fabbricarli, la loro vita media piuttosto ridotta ,l'impiego dele materie prime di cui sono fatti, la non stabilità della loro produzione , legata ovviamente al sole e al vento rendono tali sistemi limitati ad ausilio dei sistemi tradizionali ?

2) Sono d'accordo sulla prima parte al capitolo "mafie" e "speculazioni", ma non su alcuni punti: sull'equilibrio del biosistema, sparizione di insetti, alterazione dei cicli riproduttivi non mi sembra che ci siano affermazioni veritiere a supporto; tutto ciò mi sembra molto trascurabile, vista la limitatissima superficie in termini generali; ragionevolmente trovo immensamente più impattante in termini ambientali la semplice urbanizzazione e cementificazione, questa sì che altera gli equilibri naturali, non un campo coperto parzialmente da pannelli.
Certo, è meglio posizionarli in aree agricole marginali, non occupare terreni agricoli di pregio.

Per quanto riguarda la produttività in termini economici e la quantità di energia fornita:
-i costi si stanno abbassando costantemente (ecettuati gli inverter per i quali c'è stata un'impennata della domanda, ma tale aumento non inficia la riduzione generale dei costi di costruzione);
-della durata abbiamo già parlato, e non è un problema;
-per le materie prime aggiungerei che si sta già pensando al "dopo", e si stanno avviando programmi di censimento e riciclaggio, tra i quali è all'avanguardia (come al solito nel campo della sostenibilità) la Germania, che sta varando per esempio un programma che permetterà di riciclare almeno l'80% delle componenti dei moduli fotovoltaici.
-per quanto riguarda il loro apporto, in alcune realtà è già piuttosto significativo, soprattutto in presenza di grandi centrali, tanto da mettere in evidenza i limiti dell'attuale rete di distribuzione di energia che in qualche caso risulta sottodimensionata. La non stabilità della produzione invece è un problema, sia per la rete elettrica (che "mal digerisce" una produzione intermittente) sia per garantire la produzione in caso di tempo nuvoloso e cali di vento. Nelle ipotesi più futuribili di diffusione generalizzata della produzione di energia elettrica da rinnovabili, si parla addirittura di generazione di idrogeno nei periodi favorevoli, come riserva di energia.
 
...intendo dire che il singolo che installa FV ci guadagna perchè con il vecchio conto energia (scadeva a fine 2010) in 20 anni, attualizzando i pagamenti (cioè tenendo conto della dilazione del rimborso), ti pagano il 130 % :shock: :shock: :shock: del valore dei pannelli. Ecco spiegato il boom di installazioni a fine 2010..
Pagano però molto salato tutti gli altri utenti della rete :twisted: :twisted:con il componente A3 della tariffa: circa 1,2 centesimi a kWh. Sembra poco ma è un'enormità rispetto al costo reale dell'energia elettrica che è attualmente di circa 9 centesimi a kWh. Poi chiediamoci perchè l'energia elettrica è cara in italia e le aziende scappano all'estero.
E' come le catene di Sant'Antonio: i pochi primi che entrano ci guadagnano, tutti gli altri ci perdono.
Roba da Striscia la Notizia .
E noi paghiamo... :twisted: :twisted: :twisted:

Resta il fatto che la barzelletta era che la panda elettrica costava 10 milioni e 20 milioni era il costo del cavo. Adesso è la batteria il fattore limitante, come tecnica e come costi.
Le batterie sono migliorate molto ma sono ancora ben lontane dal dare l'autonomia di un pieno di carburante ordinario. 50 litri di gasolio sono 200 kWh utili caricati in 5 minuti. E il prezzo di una tanica di plastica è ben diverso da quello di un pacco batterie della ION che accumula 16 kWh.
40 anni fa in Svizzera i postini in città andavano a piedi e guidavano con la barra un carretto elettrico a batterie per la consegna dei pacchi.
Aiutini. Ma fare viaggi fuori dall'ambito locale è un'altra storia, almeno per ora.
 
key-one ha scritto:
3) I piccoli impianti fotovoltaici per uso famigliare ,soprattutto se installati sui tetti potrebbero essere un buon sistema per risparmiare combustibili tradizionali e nello stesso tempo migliorare il bilancio economico delle famiglie. Pure il micro-eolico a basso impatto visivo da installare nei pressi delle abitazioni potrebbe andare nella stessa direzione. Anche qui però occorrerebbe studiare bene il bilancio costi/benefici depurato dai contributi europei che , come riconosce anche Lega-ambiente, rischiano di aumentare il costo delle bollette anche a chi non usufruisce dei vantaggi offerti dalle energie rinnovabili .
Resta il problema in caso di diffusione su larga scala del fotovoltaico sui tetti di un cambiamento/peggioramento estetico , rispetto alle coperture in cotto dei nostri meravigliosi centri storici. Se nei condomini e nelle villette moderme i pannelli solari non possono danneggiare alcunchè , anzi in certi casi contribuiscono al miglioramento di architetture non sempre di buon gusto con un tocco di razionalismo tecnologico ,per i tetti rossi in coppo che rappresentano una caratteristica inconfondibile del paesaggio rurale e dei piccoli centri italiani il discorso si fa più complesso. Sostituire tale caratteristica plurimillenaria, anche solo parzialmente con il vetro - acciaio dei pannelli , si pensi a tanti paesini dell'appennino centrale e alle città d'arte, non rappresenta certo una tutela valida del nostro patrimonio storico-artistico.
Mi si dirà che anche le antenne satellitari non hanno un buon impatto visivo , ma questa non è una buona ragione per peggiorare ulteriormente le cose.
Occorrerebbe quindi molta attenzione pure sotto questo aspetto , anche se la cosa può scontentare le nuove lobbies dell'eco.business. Saluti
Saluti

3- il rapporto costi-benefici sarebbe positivo anche senza gli incentivi, per un impianto dimensionato in base al fabbisogno di corrente per i consumi, anche se il punto di pareggio economico si sposterebbe sensibilmente. Attenzione a non confondere il contributo nazionale erogato dal GSE con i contributi europei (disponibili per esempio per bonifiche, edifici pubblici, etc).

Per quanto riguarda l'impatto estetico e paesaggistico, gli impianti sono soggetti a procedure autorizzative che possono essere anche molto complesse, e devono essere costruiti in armonia con eventuali vincoli di carattere paesistico, urbanistico, etc.

Nella maggior parte dei nostri centri storici esistono regolamenti, contenuti negli strumenti urbanistici, che disciplinano gli interventi che possono essere eseguiti oppure no; per quanto riguarda il territorio aperto, alcune regioni come la Toscana stanno già predisponendo una classificazione del territorio regionale che individuerà i vincoli nei confronti dell'installazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, tenendo conto delle peculiarità del territorio.

Naturalmente, queste sono tutte decisioni che dipendono dalla sensibilità (a volte ben poca) delle autorità chiamate in causa: un impianto fotovoltaico in una zona storica e di pregio paeseggistico può essere fuori luogo così come un distributore di benzina, una fabbrica, una lottizzazione di villette, etc..
 
Jambana ha scritto:
laurent15 ha scritto:
Jambana ha scritto:
A me la possibilità - già attuale- di poter produrre l'energia per i propri spostamenti quotidiani (che per la maggior parte della gente rientrano nell'autonomia di un'auto elettrica) con il proprio impianto fotovoltaico pare una cosa bellissima!...

Soprattutto caro ed illusorio.
....

...
Per me è molto più "geniale" (visto che di questo parli) investire in innovazione e sostenibilità, piuttosto che sostenere l'immobilismo con strampalate teorie "complottistiche" (come il "miliardo di euro" che riporti sopra, mi piacerebbe sapere da dove proviene e com'è fatto questo calcolo...), senza neanche sapere come funziona un impianto fotovoltaico e che è connesso alla rete!

Non è necessario tirare in ballo nessun complotto. Basta l'aritmetica che si usa alle scuole elementari ed un minimo di conoscenza dei dati.
1600 MW di picco x 1300 ore di utilizzazione = 2.080.000 MWh / anno prodotti da fonte FV = 2.080.000.000 kWh / anno
Moltiplica per il contributo di 0,42 centesimi per kWh ed ottieni 873 milioni di euro all'anno, che se non è un miliardo di Euro ci manca poco e poi ce l'hanno detto Legambiente che siamo oltre 2 GWh installati e poi qualcuno prende anche di più, fino a 55 centesimi a kWh (sitemi integrati con prestazioni particolari).
E questi soldini sono garantiti per 20 anni.
Se fossi Tremonti saprei benissimo dove andare a tagliare.
Se fossi Striscia saprei dove mandare qualcuno a fare qualche domandina.

Questa invece è dietrologia: se fossi un petroliere sarei molto contento che la gente sprecasse soldi in una tecnologia così costosa che produce così poco. Lo ripeto, tutta questa spesa, con 1600 MW di picco installati, produrrà solo lo 0,6% dell'energia elettrica prodotta in Italia. Anche questo è banale aritmetica. Sempre dietrologia: che sia per questo che fra i sostenitori del FV ci sono anche molti pertrolieri (vedi pubblicità ENI)?

Sarei molto contento se chi parla di questi argomenti mettesse ogni tanto anche quelche numero invece di dire solo "è bello" (?), "è sostenibile" (economicamente sicuramente non lo è), "risolve qualche prolema" (quale?).
In realtà il FV prosciuga risorse (oggi non è un onore) ed impedisce di precorrere altre strade molto più utili e sostenibili.
 
laurent15 ha scritto:
Jambana ha scritto:
laurent15 ha scritto:
Jambana ha scritto:
A me la possibilità - già attuale- di poter produrre l'energia per i propri spostamenti quotidiani (che per la maggior parte della gente rientrano nell'autonomia di un'auto elettrica) con il proprio impianto fotovoltaico pare una cosa bellissima!...

Soprattutto caro ed illusorio.
....

...
Per me è molto più "geniale" (visto che di questo parli) investire in innovazione e sostenibilità, piuttosto che sostenere l'immobilismo con strampalate teorie "complottistiche" (come il "miliardo di euro" che riporti sopra, mi piacerebbe sapere da dove proviene e com'è fatto questo calcolo...), senza neanche sapere come funziona un impianto fotovoltaico e che è connesso alla rete!

Non è necessario tirare in ballo nessun complotto. Basta l'aritmetica che si usa alle scuole elementari ed un minimo di conoscenza dei dati.
1600 MW di picco x 1300 ore di utilizzazione = 2.080.000 MWh / anno prodotti da fonte FV = 2.080.000.000 kWh / anno
Moltiplica per il contributo di 0,42 centesimi per kWh ed ottieni 873 milioni di euro all'anno, che se non è un miliardo di Euro ci manca poco e poi ce l'hanno detto Legambiente che siamo oltre 2 GWh installati e poi qualcuno prende anche di più, fino a 55 centesimi a kWh (sitemi integrati con prestazioni particolari).
E questi soldini sono garantiti per 20 anni.
Se fossi Tremonti saprei benissimo dove andare a tagliare.
Se fossi Striscia saprei dove mandare qualcuno a fare qualche domandina.

Questa invece è dietrologia: se fossi un petroliere sarei molto contento che la gente sprecasse soldi in una tecnologia così costosa che produce così poco. Lo ripeto, tutta questa spesa, con 1600 MW di picco installati, produrrà solo lo 0,6% dell'energia elettrica prodotta in Italia. Anche questo è banale aritmetica. Sempre dietrologia: che sia per questo che fra i sostenitori del FV ci sono anche molti pertrolieri (vedi pubblicità ENI)?

Sarei molto contento se chi parla di questi argomenti mettesse ogni tanto anche quelche numero invece di dire solo "è bello" (?), "è sostenibile" (economicamente sicuramente non lo è), "risolve qualche prolema" (quale?).
In realtà il FV prosciuga risorse (oggi non è un onore) ed impedisce di precorrere altre strade molto più utili e sostenibili.

Non mi soffermo sul calcoletto delle scuole elementari, ma su una parola che contiene l'ultima frase che hai scritto: "oggi".

Secondo me la tua opinione manca completamente di una visione futura.

Probabilmente la microgenerazione diffusa di energia dà fastidio a molti. Da fastidio poter ritornare ad essere autosufficienti, ritornare ad accendere il proprio "falò" (elettrico) come avveniva nell'era preindustriale.

Ma tanto è inevitabile, nel futuro sarà obbligatorio raggiungere l'autosufficienza energetica dei nuclei abitativi (non solo con il fotovoltaico, ma con tutte le tecnologie disponibili a partire da quelle per il risparmio energetico), e costruire edifici ad energia positiva: sarà una questione di sopravvivenza.
 
... continuo a non vedere alcun numero ma solo giochi di parole.

A ben guardare la storia ci mostra che il progresso è disponibiltà di energia a abbondante ed a basso costo.
Le reti sono state un passo avanti notevole.
Provate ad immaginare di non avere la connesione alla rete elettrica.
Anche i pannelli FV in isola hanno bisogno di una bella batteria...
 
laurent15 ha scritto:
... continuo a non vedere alcun numero ma solo giochi di parole.

A ben guardare la storia ci mostra che il progresso è disponibiltà di energia a abbondante ed a basso costo.
Le reti sono state un passo avanti notevole.
Provate ad immaginare di non avere la connesione alla rete elettrica.
Anche i pannelli FV in isola hanno bisogno di una bella batteria...

Non è un gioco di parole costruire un edificio che durante il suo funzionamento produca energia invece di consumarla, è una sfida tecnologica che oggi è possibile.
Il progresso non è disponibilità di energia abbondante a basso costo, questo è semplicemente spreco, ed è una concezione molto superata, ottocentesca.
Il progresso è sfruttare le risorse nel modo più razionale e intelligente possibile, e anche questo non è un gioco di parole, ma un tema molto impegnativo dal punto di vista tecnico.

Dare numeri su temi così complessi, sul forum di Quattroruote, con tutto il rispetto per il forum, è improponibile e anche un po' ridicolo, a mio avviso.
 
Jambana ha scritto:
GheddoStella ha scritto:
Le auto elettriche van giusto bene per i vecchi rincoglioniti che è meglio che appendano le chiavi al chiodo piuttosto che guidare.

Si, come no! :D

http://www.youtube.com/watch?v=EXxOtgn8iGU&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=zTgMW_aYGQA&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=p0mU6DIZWlQ&feature=related

Che sfizio! la Tesla ha le luci di posizione sui parafanghi esattamente come ho proposto io qualche nota fa sulla nota dedicata alle mie "pensate" qui sul forum!

Regards,
The frig
 
Se dobbiamo giocare con le parole, "tornare all'era preindustriale" non mi sembra una gran trovata e un po' più arcaico della mia idea "ottocentesca".

I numeri sono tutt'altro che "ridicoli". La scienza, la tecnica e l'economia sono fatte di numeri.
Prima o dopo il conto delle cavolate si pagano inesorabilmente. In italia ne abbiamo fatte tante, dimenticandoci i "numeri", ed adesso il conto è servito.

Su FV e microcogenerazione, ne riparleremo fra qualche anno.
Le buone idee si impongono facilmente e rapidamente, senza bisogno di tanti aiuti a spese di Pantalone.
 
Il problema dell'auto elettrica è un problema immenso, che va oltre il mondo dei trasporti.
Mancano gli investimenti, e sapete perchè? Semplice, perchè chi conta davvero non vuole investire!
Se ci fosse qualcuno di potente a capo di questa campagna, avremmo sotto i nostri sedili batterie migliori, che si ricaricano più in fretta, con autonomie da auto "normale". E di conseguenza vedremmo nascere i primi distributori di elettricità, dove noi, con le nostre FIAT ELECTRIC PUNTO SUPER EVO FLASH, ci fermeremmo a "fare corrente".
Ma questo non avviene perchè i grandi della terra stanno ancora puntando tutto sui combustibili fossili, e quello che sentiamo nei telegiornali o quelle auto spaziali che vediamo nei saloni delle novità sono tutta propaganda, inventata per ritardare sempre di più l'avvento concreto dell'auto elettrica.
Perchè di petrolio ce n'è ancora tanto, tantissimo, e i prezzi stanno salendo perchè fra 30/40 anni le auto non useranno più benzina o gasolio, ma DURACELL! E i cari vecchi combustibili andranno a rifornire solo barche e aereoplani. In sostanza: si stanno preparando il tesoretto per il futuro.
 
laurent15 ha scritto:
...il singolo che installa FV ci guadagna perché ... in 20 anni ... ti pagano il 130 % del valore dei pannelli...
A patto che in questi venti anni non si verifichino costi "imprevisti", come ad esempio interventi di manutenzione straordinaria (i pannelli durano 20 anni e oltre ma l'inverter no di certo), grandinate potenti, trombe d'aria, incidenti di qualche genere e via dicendo.
A patto che per tutti i suddetti vent'anni lo stato continui a pagare gli incentivi, senza inventarsi neanche una sola leggina che, per il bene delle pubbliche finanze, li riduca o elimini. Ipotesi alquanto ottimistica, direi.

Capirai che guadagno... uno caccia 20mila euro e forse, tra vent'anni, se sarà ancora vivo, potrà vantarsi di averne "guadagnati" 6mila.
Qualcosa come 300? all'anno. Un affarone.
 
marimasse ha scritto:
laurent15 ha scritto:
...il singolo che installa FV ci guadagna perché ... in 20 anni ... ti pagano il 130 % del valore dei pannelli...
A patto che in questi venti anni non si verifichino costi "imprevisti", come ad esempio interventi di manutenzione straordinaria (i pannelli durano 20 anni e oltre ma l'inverter no di certo), grandinate potenti, trombe d'aria, incidenti di qualche genere e via dicendo.
A patto che per tutti i suddetti vent'anni lo stato continui a pagare gli incentivi, senza inventarsi neanche una sola leggina che, per il bene delle pubbliche finanze, li riduca o elimini. Ipotesi alquanto ottimistica, direi.

Capirai che guadagno... uno caccia 20mila euro e forse, tra vent'anni, se sarà ancora vivo, potrà vantarsi di averne "guadagnati" 6mila.
Qualcosa come 300? all'anno. Un affarone.

Per chi vende e installa pannelli di sicuro ... :D
 
BeeProd ha scritto:
...questo non avviene perché i grandi della terra stanno ancora puntando tutto sui combustibili fossili...
...e anche perché i piccoli della terra (ovvero noialtri), molto più numerosi, non smettono affatto di comprare (ovvero chiedere) le automobili dai consumi più elevati e prive di qualsivoglia concreta innovazione in termini di semplificazione, affidabilità, economia complessiva di esercizio, durata.

Se partiamo dal presupposto (magari tristo ma corretto) che la molla primaria sia il quattrino, allora dobbiamo convenire che se i cosiddetti "grandi" spingono in una certa direzione piuttosto che in un'altra lo fanno non per chissà quale convincimento ideologico o etico o religioso, ma solo ed esclusivamente perché ciò permette loro di guadagnare più soldi.
Fintanto che i piccoli non "chiederanno" auto diverse e continueranno a comprare quelle... "uguali", anche in assenza di stretto bisogno, quei grandi non avranno il benché minimo motivo di investire denaro altrove.
Un po' come accade, ad esempio, con i prezzi dei carburanti; finché tutti brontolano ma continuano a comprare le stesse quantità di carburante (anche per spostamenti non necessari) e a frequentare, pagando, anche i distributori con i prezzi più alti, perché mai lo speculatore dovrebbe preoccuparsi?
Qualsivoglia venditore (di merci o di lavoro), in fondo, non si preoccupa affatto dello spirito più o meno allegro di chi lo paga; se però il pagamento non arriva o arriva ridotto del 40% allora il discorso cambia immediatamente.
 
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