<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Figli | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Figli

TatyRS ha scritto:
Leggere questa discussione iniziata dal messaggio di Miranda, e le vostre risposte con le vostre testimonianze e opinioni, dà l'idea delle brave persone di cuore che stanno dietro ad ognuna delle nostre tastiere.

Io vi posso portare solo una testimonianza, quella di figlia.
I miei genitori non mi hanno fatto mancare mai niente in termini di affetto, mi hanno cresciuto con umiltà, con amore, con genuinità, in un contesto familiare (litigi con i nonni paterni) che non era dei più sereni.
A casa ha sempre lavorato solo mio padre, non sono mai stata abituata a vivere nel lusso, anzi...anche se in molti nella vita mi hanno rinfacciato di essere viziata. Avrei voluto tante cose, ma consapevole di quanto avevo intorno, non le ho chieste o le ho chieste con umiltà. Per avere un motorino ho dovuto battagliare per 3 anni, nonostante la mia manifesta passione per i motori, nonostante le mie amiche lo avessero già dall'età di 14 anni, io l'ho ricevuto solo a 17 anni, un F10 usato. Per me era la cosa più bella del mondo.
E come questo tante altre cose.
Nella mia infanzia ritengo di aver avuto un rapporto un po' più unito con mia mamma, piuttosto che con mio padre, probabilmente anche per il fatto che mia madre era sempre a casa (casalinga), mentre mio papà lo vedevo solo la sera.
Dal mio conto, penso di aver soddisfatto al pieno le loro aspettative. Sono sempre stata brava a scuola, ho proseguito gli studi (uno studio universitario, e poi uno cercato, voluto, conquistato per una mia passione, e sarebbe lo studio musicale), mai frequentato brutte compagnie, mai fumato, mai preso droghe, mai ubriacata. Niente di niente, nessun motivo per dubitare di me, la vita di una santa. Perché tante, troppe volte ho messo da parte me, per fare contenti loro.

E poi succede ad un certo momento che gli equilibri si capovolgono e ti trovi in uno stato di squilibrio che non capisci.
Complici i casi e i drammi della vita, ti ritrovi con equilibri spostati: se hai costruito la tua giovane vita anche sulla certezza di una fiducia che sapevi di esserti conquistata e meritata, non è così.
Ti ritrovi a pensare che l'unica persona con cui puoi confidarti (fino ad un certo punto) non è più il genitore che hai sentito più vicino, ma è l'altro, il papà, mentre la mamma inizia a vederti come un'estranea. A giudicare i tuoi errori. A pensare che la propria figlia è negativamente cambiata, e non ti devi più fidare di lei.
Perché questi sono realmente i discorsi che ho dovuto ascoltare ultimamente, che mi hanno colto di sorpresa, e che mi hanno fatto tanto male.
Nonostante io sia ormai indipendente, potrei anche chiudermi la loro porta alle spalle e rifugiarmi a casa mia passandoci semplicemente sopra, ma questi discorsi fanno sempre male.

E quindi tutto questo mio ragionamento per dire: che le sofferenze di Faust, le sofferenze di Giorgio, le sofferenze di tanti altri, enunciate anche grazie a questo topic, sono relative ad un periodo della vita. Che il passare del tempo, la maturità che guadagnerà la testa dei vostri figlioli, la vecchiaia, li porterà a riconsiderare gli equilibri. Cambieranno loro, cambierete voi, e ad un certo punto vi ritroverete.
Quelli che vi paiono ora squilibri, e che probabilmente lo sono, diventeranno equilibri, questo è il mio più grande augurio per voi.
Voi dite che non è facile essere genitori, ma anche essere figli non è altrettanto facile.

Ti sembrerà strano, ma mi ricordo che era difficile :thumbup:
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Miranda....ci conosciamo poco... ma te lo dirò a costo di sembrare brutale.

Fatti da parte e stai in silenzio, mantieni il guinzaglio saldo in mano solo per quelle cose su cui ritieni che tuo figlio possa seriamente farsi del male ( e ce ne sono ), ma su tutto il resto stai muto, non opporre resistenza e non ti sarà fatto del male. ;)

Quando si arriva all'adolescenza, si devono in qualche modo scavalcare, in un certo senso abbattere i propri esempi genitoriali, per poterli superare ed affrancarsene e diventare indipendenti. E quanto più il modello paterno ( o materno ) è stato presente, saggio, riflessivo, comunicativo, sensibile come te.....in una parola sola "ingombrante" - ma se vogliamo anche "rompicoglioni" - vista dal punto di vista del figlio :lol: , tantopiù la guerra di indipendenza del figlio adolescente sarà cruenta e senza quartiere, fatta di mutismo, critica feroce associata ad un eccesso ostentato di privacy ed istinto di fuga. Tuo figlio ti ama e ti apprezza, ed il rifiuto che ti ostenta è proprio conseguenza di questo apprezzamento implicito, gli è necessario per dichiarare a sè stesso che lui non è te, anche se tuo sei stato il suo punto di riferimento principale per tutta l'infanzia, anche se non ha ancora trovato chi sarà lui, veramente.

Ripeto, mettiti in disparte, a sua disposizione, ma in silenzio. Ti accorgerai che quanto più riuscirai a confonderti con la carta da parati, quantomeno riuscirai a risultare ingombrante, ( salvo sulle cose davvero importanti, dove devi continuare a tenere il controllo ) tantomeno lui sentirà il bisogno di scappare lontano da te, per sentirsi libero, e prima tornerà a cercarti per raccontarti qualcosa, o addirittura, chiedere qualche consiglio. Ma devi avere la pazienza che l'adolescenza finisca, che lui abbia trovato sè stesso e si senta abbastanza indipendente e forte da confrontarsi con te senza temere di essere assimilato, fagocitato, identificato. Tornerà da te solo quando sarà sicuro di poterti insegnare qualcosa che tu non sapevi, dimostrando che l'allievo ha superato il maestro. Stai al gioco.

Questo processo adolescenziale è così conosciuto da avere un nome in psicologia. "L'uccisione del padre", per i figli maschi, o della madre, per le figlie femmine. Ed io sto giustappunto assistendo alla seconda variante, con la moglie che si fa forza per resistere ai ripetuti attacchi. E' un processo così fondamentale per la crescita di un ragazzo che, se viene troppo osteggiato, ed il ragazzo finisce per "perdere" questa lotta per l'indipendenza e l'identificazione di sè, ne risultano disturbi psicologici e di autostima gravissimi che durano per il resto della vita.

Mettiti comodo e goditi lo spettacolo dei figli che crescono. Il diario riprenditelo, vedrai che verso i 20 - 25 anni gli interesserà di più.

Coraggio, e ridici sopra. Se l'argomento ti stuzzica, comprati un bel libro sulla psicologia dello sviluppo, ti spiega tutto per filo e per segno. E poi fattici una risata sopra.

E ricorda, alza le mani, non fare resistenza, e non ti sarà fatto del male. O, per dirla col pesce Nemo, "zitto e nuota". :D

Interessante questo punto di vista, me lo studio ;)
 
Giorgio, sono le stesse cose che ci ha detto la dottoressa che ci sta aiutando per superare i problemi che il nostro ha a scuola. Anzi ti posso consigliare una chiacchierata con uno psicoterapeuta (voi, non il figlio ribelle). Vi sapra' dare dei consigli o seguire strade che al momento neanche immaginate ;)
 
Grazie Giovanni per la segnalazione, ma personalmente ho avuto pessime esperienze con la psichiatria e la psicoterapia....

Il vero aiuto l'ho ricevuto col cuore e non con la ragione.... ;)
 
gasato70 ha scritto:
Grazie Giovanni per la segnalazione, ma personalmente ho avuto pessime esperienze con la psichiatria e la psicoterapia....

Il vero aiuto l'ho ricevuto col cuore e non con la ragione.... ;)

....non era mia intenzione spingere alcuno a rivolgersi a questi professionisti...tanto e' vero che io mi limito a visualizzare i video (GRATIS) che ci sono su YOUTUBE e , personalmente, ho ammirazione per il Sig.Morelli............ciao Sergio! :D
 
GIOGOTTI1967 ha scritto:
gasato70 ha scritto:
Grazie Giovanni per la segnalazione, ma personalmente ho avuto pessime esperienze con la psichiatria e la psicoterapia....

Il vero aiuto l'ho ricevuto col cuore e non con la ragione.... ;)

....non era mia intenzione spingere alcuno a rivolgersi a questi professionisti...tanto e' vero che io mi limito a visualizzare i video (GRATIS) che ci sono su YOUTUBE e , personalmente, ho ammirazione per il Sig.Morelli............cia
o Sergio! :D

Figurati Giovanni, tranquillo... Volevo solo esprimere la mia esperienza..
A me,ad esempio, il sig. Morelli non piace..
 
gasato70 ha scritto:
GIOGOTTI1967 ha scritto:
gasato70 ha scritto:
Grazie Giovanni per la segnalazione, ma personalmente ho avuto pessime esperienze con la psichiatria e la psicoterapia....

Il vero aiuto l'ho ricevuto col cuore e non con la ragione.... ;)

....non era mia intenzione spingere alcuno a rivolgersi a questi professionisti...tanto e' vero che io mi limito a visualizzare i video (GRATIS) che ci sono su YOUTUBE e , personalmente, ho ammirazione per il Sig.Morelli............cia
o Sergio! :D

Figurati Giovanni, tranquillo... Volevo solo esprimere la mia esperienza..
A me,ad esempio, il sig. Morelli non piace..

ciao Sergio!....ok! :thumbup:
 
PResidente ti avevo già letto appena avevi postato.
E come sempre ti ho letto con molto piacere e attenzione perchè sei sempre interessante da leggere. Profondo e bravo ad esternare pensieri davvero difficili da raccontare.

Così come molto altri che sono seguiti. Li ho letti tutti con ammirazione e attenzione.

Ne abbiamo due anche noi di figli, ma sono ancora un po' piccoli e quindi per ora problrmi e conflitti con loro non ne abbiamo avuti. Il grande però qualche "sintomo" comincia a darlo....
...ormai si sta avvicinando a grandi passi verso l'età in cui dovrà iniziare a diventare una persona più indipendente dalla sua famiglia. Vedremo, vedremo cosa succederà. Non mi faccio dei film, non mi creo troppe aspettative e non mi voglio fare troppe illusioni. Semplicemente cercherò di assisterlo nel modo che mi sembrerà migliore al momento. Ho avuto la fortuna di avere un guinzaglio bello lungo (per riallacciarmi a Bellicapelli ;) ) ai miei tempi e vorrei che possa essere lo stesso anche per lui. Certo, la fiducia va guadagnata, ma lui è un bambino abbastanza responsabile.
 
Dalle parole bellissime e toccanti che avete scritto ho capito quanto sia difficile il mestiere di genitore, ma purtroppo non posso dire niente in proposito in quanto io sono soltanto figlio, figlio di due genitori meravigliosi che mi hanno dato e continuano a darmi tutto l'affetto, l'amore ed il calore di cui ho avuto ed a volte ho ancora bisogno, ho ricordi bellissimi di quand'ero piccolo, e forse il più grande ringraziamento che devo loro è per avermi insegnato il rispetto, e per avermi insegnato a dare la giusta importanza alle cose, vorrei scrivere tante altre cose ma purtroppo non sono così bravo a scrivere, semplicemente GRAZIE MAMMA E PAPà
 
Ho letto con molto interesse tutti i vostri post, io vi posso portare la mia esperienza come figlio.

Ho ricevuto un'educazione un po' troppo rigida sin da bambino, soprattutto da mio padre, che a detta sua, non mi accettava.

La mia infanzia è stata un calvario fra malattie e un genitore troppo severo.

Solo a diciassette/diciotto anni sono riuscito a "vomitargli" tutto quello che mi aveva fatto e le cose sono peggiorate molto.

Quando andavo a casa dei miei amici, vedevo i genitori che erano interessati ai propri figli, i miei no.

Mi trattavano, anzi, venivo trattato con sufficienza, appena sbagliavo, era l'occasione buona per mio padre per saltar su e farmi la ramanzina.

Adesso di anni ne ho 25, sono successe altre cose negative e pesanti, con mio padre ho il rispetto e il saluto lo rivolgo sempre e qualche chiacchera di circostanza la faccio, ma non mi sento a mio agio, non sento un attaccamento verso i miei genitori, ma soprattutto con mio padre.

Ma oramai è andata, non mi faccio menate in testa o cose del genere, ho i miei obiettivi e i miei, volendo fare un esempio, li vedo come un "contorno".

Detto questo, riconosco comunque il loro ruolo, e seppur con maniere forti, mi hanno insegnato l'educazione e il rispetto verso i "grandi", non mi tiro indietro e se posso li aiuto, anche perché è grazie a loro che sono qua.
 
ciao ragazzi, vi sto leggendo con molto interesse.
Vi posso dire che e' molto difficile per me essere genitore,io che i genitori non li ho mai avuti, cioe' li ho avuti,insomma e' difficile raccontarvi in poche parole la vita di Fausto.
Ne ho parlato con alcuni di voi e potrei scriverne un libro.
Posso solo dire che mio figlio ha ventisette anni e spesso e volentieri mi sono spalmato come una tappezzeria o come un tappeto.
 
Ho letto tutti vostri interventi e ne farò un tesoro enorme.

Sono papà da solo 7 mesi e sono già proiettato all'adolescenza della nostra piccola Carlotta. Mia moglie mi continua a dire che lei non rimarrà così per sempre e che devo godermela ma io ho per deformazione professionale la testa che pensa sempre avanti, a volte anche troppo...

Quello che posso dire, in qualità di neogenitore, è che le aspettative si fanno ma che non devono avere la precedenza sull'indipendenza e le scelte dei nostri figli. Ci vuole si disciplina, ma anche complicità, astuzia e soprattutto tanto tempo, pazienza e forza di volontà per crescere bene i nostri "cuccioli":

In qualità di genitore ritengo di avere l'obbligo di dare a Carlotta tutti strumenti necessari per essere un domani un donna in grado di stare in piedi da sola in mezzo alla giungla del mondo.

Ho esempi di figli (ora uomini, ma solo anagraficamente) rovinati dalla presenza ingombrante dei genitori e mi auguro di non fare lo stesso con la vita di mia figlia. Ho letto con molta attenzione e interesse l'intervento di BelliCapelli3 e lo trovo abbastanza "duro" ma molto vero. Il ruolo di genitore passa in poco tempo dall'essere il tutto "di troppo" e sta a noi e al nostro buon senso capire quando è il momento di spostarci per diventare spettatori interessati della vita dei nostri "bambini".
La stima, il rispetto, l'affetto si costruiscono giorno per giorno fin dalla nascita e mi accorgo che già dopo 7 mesi di vita possiamo insegnare tanto ai bimbi ma solo se usiamo il loro linguaggio (il gioco) e non il nostro.

In questo lavoro bisogna dare tanto senza aspettarsi nulla in cambio, ma se si è seminato bene prima è molto probabile veder crescere una pianta robusta e rigogliosa.
 
Uh, tema complesso come tutti quelli in cui convergono le relazioni umane.
Con un vincolo forte perché dai genitori giunge la vita ai figli. Ogni storia è diversa al quadrato come lo sono ciascuna persona.

I figli, mette paura vederli crescere soprattutto perché ci testimoniano quanto noi stiamo invecchiando (lo noto oggi nei miei genitori che quando si rendono conto di avere figli ormai cinquantenni hanno il magone) ma anche per la consapevolezza di poterne sempre meno "condizionare" la vita e le scelte.

Con mia figlia adolescente, lanciata verso la maggiore età, le cose vanno ancora bene, anche grazie alla fortuna di essere cresciuta in un ambiente famigliare (e non) sereno ed attivo, cercando di coinvolgerla nella vita di famiglia, facendo il più possibile le cose "insieme".
Devo dire di aver sempre cercato di interessarmi delle sue passioni, di discuterne insieme, anche perché mi interessa veramente conoscere anche il suo mondo, cercando di non giudicarlo.
Questo nonostante mia figlia tema i miei NO e le mie "sfuriate" quando, come tutti i ragazzi, si prende troppe libertà.

Alla base c'è la necessità di accettarli, per ciò che sono, in questo mondo comunque diverso dal nostro; partendo da lì per provare a guidarli verso quello che noi pensiamo sia meglio, spiegando e giustificando ogni nostra scelta.

"Amate ciò che amano i giovani, affinché i giovani amino ciò che amate voi"
Don Bosco

Una gran parte di ragione credo sia qui.

@Taty: non non ho scordato cosa sia essere figli e so bene come possa essere difficile esserlo soprattutto quando chi, avanti con l'età, pensa di poter "incassare" quanto seminato.
Il rapporto genitori figli cambia continuamente lungo l'arco della vita si spera il più lunga possibile.
 
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