TatyRS ha scritto:Leggere questa discussione iniziata dal messaggio di Miranda, e le vostre risposte con le vostre testimonianze e opinioni, dà l'idea delle brave persone di cuore che stanno dietro ad ognuna delle nostre tastiere.
Io vi posso portare solo una testimonianza, quella di figlia.
I miei genitori non mi hanno fatto mancare mai niente in termini di affetto, mi hanno cresciuto con umiltà, con amore, con genuinità, in un contesto familiare (litigi con i nonni paterni) che non era dei più sereni.
A casa ha sempre lavorato solo mio padre, non sono mai stata abituata a vivere nel lusso, anzi...anche se in molti nella vita mi hanno rinfacciato di essere viziata. Avrei voluto tante cose, ma consapevole di quanto avevo intorno, non le ho chieste o le ho chieste con umiltà. Per avere un motorino ho dovuto battagliare per 3 anni, nonostante la mia manifesta passione per i motori, nonostante le mie amiche lo avessero già dall'età di 14 anni, io l'ho ricevuto solo a 17 anni, un F10 usato. Per me era la cosa più bella del mondo.
E come questo tante altre cose.
Nella mia infanzia ritengo di aver avuto un rapporto un po' più unito con mia mamma, piuttosto che con mio padre, probabilmente anche per il fatto che mia madre era sempre a casa (casalinga), mentre mio papà lo vedevo solo la sera.
Dal mio conto, penso di aver soddisfatto al pieno le loro aspettative. Sono sempre stata brava a scuola, ho proseguito gli studi (uno studio universitario, e poi uno cercato, voluto, conquistato per una mia passione, e sarebbe lo studio musicale), mai frequentato brutte compagnie, mai fumato, mai preso droghe, mai ubriacata. Niente di niente, nessun motivo per dubitare di me, la vita di una santa. Perché tante, troppe volte ho messo da parte me, per fare contenti loro.
E poi succede ad un certo momento che gli equilibri si capovolgono e ti trovi in uno stato di squilibrio che non capisci.
Complici i casi e i drammi della vita, ti ritrovi con equilibri spostati: se hai costruito la tua giovane vita anche sulla certezza di una fiducia che sapevi di esserti conquistata e meritata, non è così.
Ti ritrovi a pensare che l'unica persona con cui puoi confidarti (fino ad un certo punto) non è più il genitore che hai sentito più vicino, ma è l'altro, il papà, mentre la mamma inizia a vederti come un'estranea. A giudicare i tuoi errori. A pensare che la propria figlia è negativamente cambiata, e non ti devi più fidare di lei.
Perché questi sono realmente i discorsi che ho dovuto ascoltare ultimamente, che mi hanno colto di sorpresa, e che mi hanno fatto tanto male.
Nonostante io sia ormai indipendente, potrei anche chiudermi la loro porta alle spalle e rifugiarmi a casa mia passandoci semplicemente sopra, ma questi discorsi fanno sempre male.
E quindi tutto questo mio ragionamento per dire: che le sofferenze di Faust, le sofferenze di Giorgio, le sofferenze di tanti altri, enunciate anche grazie a questo topic, sono relative ad un periodo della vita. Che il passare del tempo, la maturità che guadagnerà la testa dei vostri figlioli, la vecchiaia, li porterà a riconsiderare gli equilibri. Cambieranno loro, cambierete voi, e ad un certo punto vi ritroverete.
Quelli che vi paiono ora squilibri, e che probabilmente lo sono, diventeranno equilibri, questo è il mio più grande augurio per voi.
Voi dite che non è facile essere genitori, ma anche essere figli non è altrettanto facile.
Ti sembrerà strano, ma mi ricordo che era difficile :thumbup: