<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Edit. Mondiale F.1: GP del Giappone (e incidente Bianchi) | Page 9 | Il Forum di Quattroruote

Edit. Mondiale F.1: GP del Giappone (e incidente Bianchi)

Beh, questa potrebbe essere un'idea. Mettere attorno alla base della gru una "carenatura" totale e avvolgente, in modo tale che non ci siano spigoli vivi ad "altezza casco". Sarebbe già qualcosa.
 
Io penso che ciascuno sappia quanto debba rallentare: in auto c'è lui, non noi. Un pilota sente l'auto, sente come sta andando, sente le sensazioni che ha, sente il pericolo ed è in grado di giudicare quanto alzare il piede, se alzarlo o se tenerlo giù, perchè ne percepisce il limite.
Da 218 Kmh a 215 non cambia assolutamente nulla, Quindi è come se avesse tenuto giù il piede. Se c'è bandiera gialla per l'incidente, se c'è pista bagnata in prossimità dello stesso, se ti dicono che sta per entrare la safety car, se non stai lottando per una posizione, se avverti che il limite è vicino, allora quel tratto lo percorri a 180-190 Kmh, non certo riducendo di 3 kmh, i quali potrebbero esser frutto non semplicemente di un piede alzato, ma magari di una traiettoria diversa nella fase prima.
Per questo che dico che a mio avviso forti "responsabilità" sull'accaduto le ha lui in primis.
Poi ora è inutile star qui a discutere...l'importante è che si salvi, che possa tornare a riabbracciare la sua famiglia e a vivere la vita come un ragazzo di 25 anni meriterebbe di fare.
 
se fosse cosi non ci sarebbero incidenti nel motor sport . In pista in linea di massima si ha sentore di quello che sta succedendo alla vettura( anche per questo si vuole avere le cinture che stringono da morire proprio perchè si deve creare un tutt'uno con il mezzo in modo di sentire ogni singola reazione) ma poi non è detto che questa sensazione sia esatta e cmq ci possono essere dei fattori non calcolabili.Io però ritorno a dire la stessa cosa che stiamo dicendo credo negli ultimi 100 post, a prescindere dal motivo per cui esco di pista se non c'è un trattore dove non dovrebbe esserci ho un incidente ma dopo 10 secondo sto fuori dall'abitacolo ,in questo caso purtroppo non è successo cosi.
Inoltre vorrei capire la quantificazione della perdita di velocità che secondo chi sostiene l'imprudenza di Bianchi
 
Ok, mi arrendo. Scrivete ciò che volete. :(
Forza Jules.

Ovviamente non mi rivolgo ad ALGEPA. A proposito ALG. dovresti avere un mio MP, puoi rispondermi?
 
ALGEPA ha scritto:
se fosse cosi non ci sarebbero incidenti nel motor sport . In pista in linea di massima si ha sentore di quello che sta succedendo alla vettura( anche per questo si vuole avere le cinture che stringono da morire proprio perchè si deve creare un tutt'uno con il mezzo in modo di sentire ogni singola reazione) ma poi non è detto che questa sensazione sia esatta e cmq ci possono essere dei fattori non calcolabili.

Verissimo. Infatti...
 
L'opinione di Alain Prost:
"Se fosse mio figlio, non potrei pensare ad un incidente con un trattore su una pista di Formula 1. E' questo che non accetto"

Sono d'accordo.

http://www.omnicorse.it/magazine/42656/f1-prost-dice-che-l-incidente-di-jules-bianchi-e-inaccettabile
 
La regola esistente dice che basta un minimo rallentamento, verificabile in telemetria, per non subire penalizzazioni.
Quindi? Rispettando la regola eviti solo la penalizzazione tutto il resto è responsabilità del pilota.
Insomma, non è che se ai box devi stare a 80 km/h e qualcuno cade sulla corsia non ti fermi perchè tanto stai rispettando la regola degli 80 km/h: è solo una forzatura per far capire il concetto che il mondo gira sia intorno alle regole scritte sia intorno ad una marea di regole non scritte.
La bandiera gialla ti avverte, la regola dice che basta poco per far capire che hai visto la bandiera gialla e poi ti lascia libero di fare come vuoi ma la libertà porta con se anche la responsabilità delle proprie azioni.

Ciao.
 
Perfettamente d'accordo con Prost e la sua dichiarazione :

... "All'inizio hanno puntato sulla sicurezza, perché hanno dato via dietro alla safety car e poi hanno fermato la corsa dopo pochi giri. E' per questo che sono rimasto sotto shock, perchè avevano già preso delle decisioni corrette. E' stata davvero un'enorme sfortuna, ma non si possono avere incidenti con quelle conseguenze. Se fosse mio figlio, non potrei pensare ad incidente con un trattore su una pista di Formula 1. E' questo che non accetto".

Lo dice anche lui, avevano iniziato a gestire la gara molto bene, poi sono andati in vacca con tutto.

Il nocciolo della questione non è il pilota/i e come abbia/no interpretato le situazioni-segnali di pericolo, ma la gestione della Gara e la Direzione, di come si sono comportati loro.
L'incidente e la vita spezzata di Bianchi sono solo l'aspetto finale di tutta una serie di circostanze negative messe in essere dalla mancata assunzione di responsabilità dei gestori della manifestazione.

Mi è piaciuta la frase "quel fottuto trattore in pista" :rolleyes:
 
a me pare che in generale ci sia un modo di pensare molto italiano..
la colpa è sempre delle istituzioni e delle organizzazioni (o dello stato), mai delle singole persone..
nessuno vuole buttare la croce addosso al pilota, ma sembra quasi che dire che ha commesso anche lui un errore sia un sacrilegio.. come in italia, la colpa non è dei cittadini, è sempre di qualcosa o qualcun altro..
 
Gilles82A ha scritto:
a me pare che in generale ci sia un modo di pensare molto italiano..
la colpa è sempre delle istituzioni e delle organizzazioni (o dello stato), mai delle singole persone..
nessuno vuole buttare la croce addosso al pilota, ma sembra quasi che dire che ha commesso anche lui un errore sia un sacrilegio.. come in italia, la colpa non è dei cittadini, è sempre di qualcosa o qualcun altro..

Analisi e diagnosi perfetta! Perfettissima direi!
La penso esattamente come te, come già avevo scritto nelle pagine precedenti (e mi accodo al pensiero di chiaro_scuso poco sopra).
 
secondo me voi state utilizzando una sacrosanta logica che è valida nella vita quotidiana in una circostanza che esula invece dall'esperienza di tutti i giorni.
Io come pilota devo avere il sacrosanto diritto in pista di poter sbagliare senza che rischi la vita perchè la manifestazione a cui sto partecipando si inquadra in una dimensione di competizione sportiva in cui l'obbiettivo è vincere. Se poi a fronte del mio comportamento vado fuori i regolamenti devo essere sanzionato,ma da qui a dire che se sono in fin di vita è anche perchè me la sono cercata secondo me ne corre di strada.

Più che altro mi sorprendo che etichettate come degli "Italiani " chi non la pensa come voi ma non vi siete indignati a sentire il boss della F1 dire che tutto l'incidente è causato dalla sfortuna, se per voi è normale che chi è capo di quell'evento liquida la cosa in questo modo cosi semplicistico ed anche qualunquista per una volta negli ultimi anni mi sento molto più italiano che inglese e lodo Montezzemolo che invece auspicava un indagine serie e approfondita sulla cosa.
 
Ma dagliela vinta, no?!

Se viene citato il triangolo rosso, allora perchè non nominare il limite di velocità nelle gallerie o il relativo divieto di sorpasso: ma togliamoli via tutti e due!
Se si prende per assunto che è solo e soltanto questione di responsabilità personale, allora basta. Discussione chiusa.

Solo una domanda: dopo oltre 20 anni, il caso Senna continua a far discutere, e i fiumi di inchiostro continuano.
Il muro del Tamburello è stato tolto, vero?

Quindi a ogni morte avvenuta corrisponde un passo in avanti nella sicurezza.

Ora, o tra poco, toccherà alle ruspe ..
 
ALGEPA ha scritto:
secondo me voi state utilizzando una sacrosanta logica che è valida nella vita quotidiana in una circostanza che esula invece dall'esperienza di tutti i giorni.
Io come pilota devo avere il sacrosanto diritto in pista di poter sbagliare senza che rischi la vita perchè la manifestazione a cui sto partecipando si inquadra in una dimensione di competizione sportiva in cui l'obbiettivo è vincere. Se poi a fronte del mio comportamento vado fuori i regolamenti devo essere sanzionato,ma da qui a dire che se sono in fin di vita è anche perchè me la sono cercata secondo me ne corre di strada.

Più che altro mi sorprendo che etichettate come degli "Italiani " chi non la pensa come voi ma non vi siete indignati a sentire il boss della F1 dire che tutto l'incidente è causato dalla sfortuna, se per voi è normale che chi è capo di quell'evento liquida la cosa in questo modo cosi semplicistico ed anche qualunquista per una volta negli ultimi anni mi sento molto più italiano che inglese e lodo Montezzemolo che invece auspicava un indagine serie e approfondita sulla cosa.

non per me non è normale che si liquidi tutto con "è stata sfortuna", anche se indubbiamente ha influito anch'essa..
però continua a sembrarmi un ragionamento (perdonatemi se uso ancora questo termine) "da italiano"..

io pilota ho il diritto di sbagliare.. giusto.. qui sui diritti siamo imbattibili.. è sui doveri che facciamo più fatica.. perchè io pilota ho anche il DOVERE che se vedo le bandiere gialle (addirittura doppia gialla) di rallentare affinchè la mia velocità sia ridotta a tal punto che la possibilità di un errore che aggravi la situazione di pericolo esistente peggiori.. mentre la prassi a quanto pare è sbattersene più o meno le balle..
per quando riguarda le indagini io auspico fortemente che siano svolte al meglio ma non come spesso si fa (da noi) con l'obbiettivo di cercare chi ha la responsabilità, il colpevole.. ma con il fine di imparare da quel che è successo per evitare che episodi simili si ripetano in futuro, un po' come si fa quando c'è qualche disastro aereo.. ciò non toglie che se durante le indagini emergano le responsabilità di qualcuno, chiunque sia (e quindi pilota compreso), questo debba risponderne..
 
automoto3 ha scritto:
Solo una domanda: dopo oltre 20 anni, il caso Senna continua a far discutere, e i fiumi di inchiostro continuano.
Il muro del Tamburello è stato tolto, vero?

Perchè secondo te è stata colpa del muro che era lì da sempre? E allora i muri di Montreal? E quelli di Monaco? E quelli della pista nuova della Russia? E ti ricordi i gran premi di Detroit negli anni 80, in un circuito tutto squadrato e con muri attaccati all'asfalto?
Senna morì per un problema all'auto, almeno così è sempre stato risaputo, ma non è certo colpa del muro. Allora facciamoli correre nel deserto dove anche se uno esce di strada al massimo si insabbia in una grande spianata.
E i rally hai idea di quanto più pericolosi siano? Guarda che chi esce di strada a 100 kmh dove solitamente le auto viaggiano a 30-40, magari su una strada di montagna, col fogliame umido e gli alberi intorno, merita uguale considerazione, ma non è che se uno esce di strada in un rally è colpa dell'albero.

Sto estremizzando, ma mi sto accodando al ragionamento tuo e di qualche altro.

Sull'incidente di Bianchi, non è corretto dire "è stata solo sfortuna", ma non è nemmeno corretto dire che la colpa è della F1 o del tracciato o della ruspa. Sei in un rettilineo, bagnato, vedi la ruspa in fondo che sposta l'auto, vedi le bandiere gialle, dai box segnalano l'ingresso della safety car...quindi a quel punto fai un giro "di conseguenza", evita le pozze d'acqua scegliando traiettorie diverse, come tanti altri solitamente fanno in giri del genere. Diminuire di 3 kmh la velocità non ha senso, è stata un'imprudenza. Come ho già scritto qualche messaggio fa, il polota "sente" la macchina, sente la strada, sente il limite. Evidentemente queste sensazioni le ha avute sbagliate e le ha gestite sbagliate. Da qui la sua parte (secondo me nettamente preponderante) di errore. Inesperienza, giovane età, disabitudine a correre in certe situazioni...non so. Una componente di tutto questo sicuramente, ma fondamentalmente l'errore a mio avviso è stato il suo. Sei in F1, non stai giocando a biliardo o a scacchi e questa componente è inclusa in quello che uno fa, fa parte dell'indole e della definizione di "pilota da corsa".

Da qui, logico pure che un'autocritica va sempre prevista, verifiche del caso, per aumentare la sicurezza sempre...però attenzione a dar sempre colpa agli altri, al sistema.

Ricordo al primo gran premio di Cina i cordoli che saltavano via, oppure il pick up che per rimorchiare qualcuno prese contromano il rettilineo del traguardo (non ricordo dove...forse in India lo scorso anno): ecco qui sì che è colpa del sistema.
 
Vorrei sapere come si fa ad essere sicuri che vi sia una responsabilità del pilota e non di un guasto tecnico se la vettura è stata consegnata alla Marussia e non è stata posta sotto sequestro per le necessarie indagini? il fatto poi che l'inchiesta sia stata affidata a chi aveva la responsabilità di gestire la situazione è assolutamente incomprensibile ed è a mio avviso il chiaro indizio del risultato che si voleva ottenere.
A chi poi imputa a noi italiani (o ITAGLIANI con un autodisprezzo incomprensibile) la smania di ricercare sempre responsabilità debbo ricordare che senza l'inchiesta su Senna la verità ufficiale sarebbe stata errore del pilota e non rottura del piantone.
 
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