in teoria è come dici, ma la pratica sconfessa queste teorie (vedi figli di professionisti che fanno i fighetti guidando ubriachi nonostante l' educazione e i figli della Milano bene o della Roma bene (per citare 2 città) che si fanno di cocainamarimasse ha scritto:Diciamo che lo "sanno" nella misura in cui lo si può "sapere" a quella età.GC9 ha scritto:...sicuramente questi ragazzi lo sanno del pericolo...
Una misura inevitabilmente assai diversa da quella di chi ha il doppio o il triplo degli anni.
Non ha senso pretendere che un adolescente si comporti e ragioni da non adolescente. L'acqua non può essere asciutta. Il migliore risultato cui si può realisticamente puntare è che l'adolescente, comunque considerandole esagerate, dia ascolto almeno in parte alle "regole" emanate o suggerite dai suoi genitori ed educatori, non tanto per paura quanto per fiducia e rispetto. Il che, molto più difficile ma anche enormemente più efficace, è possibile solo se le regole sono coerenti, razionali e non esagerate e se genitori ed educatori per primi danno il buon esempio, comportandosi sempre in ossequio alle loro stesse regole.
Il problema non sono le leggi in Italia, ma i controlli che mancano e la "non certezza della pena"