Dopo aver letto l'intervista di Marchionne su Repubblica non posso non notare che, con massima coerenza, Marchione conferma a parole di non volere abbandonare l'Italia. Questo lo fa da anni ormai. E sempre solo a parole, senza mai un solo fatto a supporto di quanto dice (o meglio, l'unico fatto è che negli ultimi anni sono usciti solo tre modelli nuovi, la Ypsilon, la Panda e la 500L, e di questi solo uno è fabbricato in Italia). La seconda cosa che ho notato è che, alle domande più pungenti del giornalista (tipo come mai i concorrenti continuano a investire in Europa al contrario di Fiat) Marchionne risponde come un disco rotto che il mercato in Europa è precipitato, che è inutile investire in queste condizioni (e di fatto non risponde realmente alla domanda), che la nuova Panda non si vende (non sarà che di questi tempi costa troppo per essere una macchinetta?).
Ora che ci sia la crisi e che il mercato sia crollato è un fatto. Che Fiat sia andata decisamente peggio del mercato è un altro fatto. Ma la soluzione di Marchionne è la fuga? Ovvero, un grande manager trova come soluzione, di fronte alle difficoltà, di fuggire dal mercato anzichè cercare di essere competitivo? Questa è la risposta di un supermanager strapagato? Fiat in Europa ha una quota di mercato ridicola, intorno al 6%. Immaginando che il mercato ripartisse, come pensa Marchionne di recuperare terreno e soprattutto credibilità sul mercato europeo? Si è mai chiesto perchè Fiat in Europa ormai conta come il due da briscola e come mai persino in Italia fatichi ad arrivare al 30% del mercato quando in tutte le altre nazioni i produttori nazionali a casa loro hanno performances ben più lusinghiere? Siamo sicuri che siano tutti brutti e cattivi i clienti che non comprano Fiat, gli operai sfaticati, i concorrenti che fanno dumping, il mercato puzzone, i sindacati cattivoni? O magari qualche esamino di coscienza occorrerebbe farselo perchè essere competitivi è alla base del successo, e non è un problema di mercato in crisi o no. Fiat aveva un problema di competitività dei propri prodotti già da prima della crisi attuale, e Marchionne sotto il profilo industriale ha fatto un grande fiasco fino ad oggi. Troppi prodotti hanno mancato il bersaglio e ormai la gamma prodotti è sguarnita e obsoleta.
Ora Marchionne dice che non abbandonerà l'Italia, che non chiuderà stabilimenti etc... ma i fatti purtroppo sono un po' diversi. La situazione produttiva degli stabilimenti italiani oggi è come se avessimo chiuso quasi tre stabilimenti, perchè l'uso della cassa integrazione rispetto a quanto si produce realmente è di questo ordine di grandezza. In più anche le progettazioni e lo sviluppo di nuovi prodotti è fermo. Si stanno uccidendo di morte lenta molti fornitori, e la stessa cosa succede alla struttura commerciale di vendita. Un sistema degradato come questo non può reggere altri anni in queste condizioni, questa è semplicemente la fine di un'azienda. Che poi si voglia chiamare Fiat la Chrysler è un altro film, ma di fatto la Fiat è quasi morta nella realtà. E questo nonostante Marchionne continui a dichiarare che non lascerà l'Italia.
In tutto questo scenario poi brilla l'assenza del governo, troppo preso da problemi finanziari e dalla difesa delle tante lobby per pensare all'economia reale che va a rotoli.
Sempre nell'intervista Marchionne dichiara che la Fiat "europea" ha perso 700 milioni di euro. Se questo è vero, tenuto conto che questi sono i risultati Fiat senza avere fatto investimenti, direi che sono stati più bravi gli altri competitors europei che magari sono andati in rosso come Fiat, ma almeno grazie agli investimenti hanno dato una boccata di ossigeno all'economia dando lavoro e hanno mantenuto, quando non accresciuto, le quote di mercato.
Altra chicca di Marchionne: " io venderò la 500L a 14.500 euro. La Citroen ha deciso di vendere la C3 Picasso, che è un competitor, a meno di diecimila".
E' come dire che la 500 L sarà 4500 euro più caradi un suo competitor diretto. E per fortuna che siamo andati a produrre in Serbia anzichè a Mirafiori, dove abbiamo le maestranze a casa da anni ormai, perchè ci hanno quasi regalato lo stabilimento e paghiamo gli operai meno di 400 euro al mese.
In Italia ha voluto riformare i contratti di lavoro e l'ha ottenuto. Ha voluto un contratto specifico solo per Fiat in deroga ai contratti nazionali, e lo ha avuto. Ha avuto la modifica dell'articolo 18.
Probilmente ora vorrebbe altri aiuti di stato altrimenti se ne va dall'Italia, la sua strategia pare essere questa, lui produce solo dove viene sovvenzionato dai governi. E probabilmente vorrebbe anche una legge ad personam per impedire a sindacati e lavoratori di intentare cause nel caso ritenessero lesi i propri diritti, tanto per non disturbare i suoi piani...