Nel primo post si parlava di curve di ricarica. Bene o male per tutte le auto elettriche la curva di ricarica segna valori alti nella prima metà della batteria e poi scende fino ad arrivare a valori sempre più bassi all'approssimarsi del 100%. Questo però se la batteria è in temperatura adeguata mentre in caso di temperatura eccessiva o, caso ben più frequente in inverno, di batteria troppo fredda, la potenza di ricarica viene automaticamente diminuita dalla gestione elettronica dell'auto per evitare danni alla batteria. Questo fa sì che la velocità massima di ricarica con batteria fredda possa anche ridursi a una frazione della velocità in condizioni ottimali. Chiaramente chi carica a una colonnina AC lasciando la macchina parcheggiata qualche ora non si accorge della differenza, chi avesse fretta di caricare a una fast con la batteria sotto zero d'inverno si accorgerebbe che i tempi si allungano parecchio. Problematica che al distributore tradizionale non esiste.
Sulla frequenza di ricarica in generale, vero che ci sono auto che dichiarano autonomia teorica di 500 km oltre. Ma la media generale, spaziando dalla Tesla alle City Car, penso non arrivi ai 300 km teorici, che equivarranno a 250 km medi reali se va bene. Considerando che con la diffusione attuale delle colonnine difficilmente uno arriva tranquillamente a zero carica perché la certezza di trovare una colonnina esattamente dove gli serve non ce l'ha, possiamo buttare lì una ricarica mediamente ogni 200 km durante i viaggi oltre autonomia. Che dovendo caricare la batteria solo parzialmente per ottimizzare la velocità possiamo ipotizzare mediamente una mezz'ora per passare dal 20-30% al 80% su una Fast. Questo buttando lì una media del pollo, chiaro che se si ha una Tesla e ci si appoggia ai super charger i tempi di viaggio sono analoghi a una vettura tradizionale. Ma anche con i recenti ribassi di listino le Tesla partono da 45 mila euro circa. Quindi non le possiamo prendere ad esempio come la vettura tipica dell'italiano medio.
Chiaramente chi resta quasi sempre nel range di autonomia e poi ricarica comodamente in garage, meglio se con una Wallbox di adeguata potenza, non ha nessun problema. E tutti gli altri?
La soluzione, non a tutti i problemi ma almeno a una parte, si chiama infrastruttura di ricarica diffusa a bassa potenza. Ovvero mette a disposizione (nei parcheggi pubblici, negli spazi di sosta lungo strada ma anche nei parcheggi privati per dipendenti delle aziende) quanti più possibile punti di ricarica a bassa potenza (sui 3-4 kw) in modo da caricare le vetture durante le lunghe soste. Così le vetture si ricaricano di notte mentre uno dorme oppure durante le lunghe ore di lavoro. Resta un piccolo particolare da definire ovvero il costo di tutta questa infrastruttura, non solo i punti di ricarica ma anche l'adeguamento della rete distribuzione, e stabilire chi dovrà pagarlo.