<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> come vanno le cose in USA..... | Page 10 | Il Forum di Quattroruote

come vanno le cose in USA.....

E' il modo in cui vengono "impiegati" che andrebbe profondamente rivoltato, ma come numero probabilmente ce ne starebbero anche di più. Con buona pace di quelli che danno continuamente addosso agli "statali parassiti"....
Standing ovation (e sai che ho la moglie dipendente pubblica, anzi estendo gli applausi anche e soprattutto da parte sua)
 
Mi pare abbastanza evidente dai miei commenti che la presenza o meno di uno stato sociale sia piuttosto irrilevante, in quanto sono abituato a farne a meno. Mi va bene tanto un sistema come quello statunitense che ti lascia libertà di scelta e non ti vessa quanto un sistema come quello austriaco dove c'è un ragionevole equilibrio tra richiesta di contribuzione ed erogazione di servizi. Di sicuro eviterei come la peste i paesi scandinavi e la Francia come luogo di residenza (il turismo è un altro paio di maniche). Ma ci sono anche molti altri paesi interessanti.

Intendevo che andrai in un paese con stato sociale, non perché lo cerchi, ma perché sono quelli in cui, alla fine, ci sono le condizioni migliori per tutti.
Se ben gestito, ovviamente.
Pesata tutto, a me, il sistema USA continua a piacere meno di quello europeo ( dei paesi che funzionano). Francia inclusa.
 
IL " grande " problema dell'italia sono gli italiani, ovviamente non tutti, sempre per fare un esempio io abito in un condominio, alle assemblee partecipano meno della metà dei condomini e per poter rendere valida l'assemblea dobbiamo elemosinare le deleghe di chi non viene in assemblea.
Quelli che non frequentano le assemblee normalmente sono quelli che nei cortili o nelle scale ( come si fa al bar ) si lamentano di tutto.
Trai tu le conclusioni di quello che intendo dire.
Limitandomi e parafrasando la simpatica vignetta condominiale (che per altro comprendo benissimo), nel condominio attuale in cui stiamo dal 2006 ho saltato in tutto solo 2 assemblee tra ordinarie e straordinarie, una per un guasto all'auto che mi lasciò in panne ed una per concomitante e non differibile impegno lavorativo. Sai perché me lo ricordo così bene? Perchè poi mi fecero una capa tanto in quanto dovettero trovare un altro presidente che gestisse l'assemblea e concorresse alla redazione del verbale. Ah, giusto stamane ho corretto il verbale del condominio di montagna ...

Quindi, lascio a te le conclusioni che vorrai tirare.

P.S. sul lamentarsi e passare la mano, nel condominio di città condussi in prima persona nel 2007-2008 una autentica "battaglia" per installare la contabilizzazione separata del calore, subendo accuse di interessenze con i fornitori ... ed in quello vacanziero uno-due anni feci analoga ma contraria battaglia per non installarlo mancandone i presupposti e smontando pezzo per pezzo la perizia "ciclostilata" del tecnico di turno, ottenendo di vedermi togliere il saluto dal condomino "titolato" ed asserito "competente" di turno.

Questo solo per dire, sempre parafrasando, che se sostengo di avere le scatole piene ritengo di essere in diritto di farlo ... buoni viaggi :)
 
Ultima modifica:
Intendevo che andrai in un paese con stato sociale, non perché lo cerchi, ma perché sono quelli in cui, alla fine, ci sono le condizioni migliori per tutti.
Se ben gestito, ovviamente.
Pesata tutto, a me, il sistema USA continua a piacere meno di quello europeo ( dei paesi che funzionano). Francia inclusa.
Sai cos'è? Che alla fine dopo una mezza vita in cui mi sono sempre occupato e preoccupato degli altri, sono arrivato al punto che degli altri (estranei) non me ne importa più assolutamente nulla. Al limite di qualcuno di cui decido io di preoccuparmi. Non è un vanto, ma una constatazione.
 
Limitandomi e parafrasando la simpatica vignetta condominiale (che per altro comprendo benissimo), nel condominio attuale in cui stiamo dal 2006 ho saltato in tutto solo 2 assemblee tra ordinarie e straordinarie, una per un guasto all'auto che mi lasciò in panne ed una per concomitante e non differibile impegno lavorativo. Sai perché me lo ricordo così bene? Perchè poi mi fecero una capa tanto in quanto dovettero trovare un altro presidente che gestisse l'assemblea e concorresse alla redazione del verbale. Ah, giusto stamane ho corretto il verbale del condominio di montagna ...

Quindi, lascio a te le conclusioni che vorrai tirare.

P.S. sul lamentarsi e passare la mano, nel condominio di città condussi in prima persona nel 2007-2008 una autentica "battaglia" per installare la contabilizzazione separata del calore, subendo accuse di interessenze con i fornitori ... ed in quello vacanziero uno-due anni feci analoga ma contraria battaglia per non installarlo mancandone i presupposti e smontando pezzo per pezzo la perizia "ciclostilata" del tecnico di turno, ottenendo di vedermi togliere il saluto dal condomino "titolato" ed asserito "competente" di turno.

Questo solo per dire, sempre parafrasando, che se sostengo di avere le scatole piene ritengo di essere in diritto di farlo ... buoni viaggi :)

Stai confermando quello che intendo io, gli italiani sono ( non tutti ) molto individualisti, fanno quello che è più conveniente per loro stessi.
Quando ancora lavoravo, la mia era una multinazionale francese, al termine di un progetto che aveva coinvolto molte risorse di differenti uffici, il nostro Direttore francese oltre a farci i complimenti per il progetto ultimato, ha voluto farci un ulteriore complimento e ci ha detto : " spero non vi offendiate, ma ci tengo a dirvi che avete lavorato come una squadra, cosa non molto frequente per gli italiani"
Con tutti i difetti che hanno i francesi, devo ammettere che aveva ragione, questo è il nostro grosso limite.
 
Figurati, si parla senza problemi.

Il fatto è che la solidarietà è giusta, ma quando va a senso unico ci si rompe un po’ le scatole. Come già detto qualche volta qui, noi rimaniamo legati qui solo dalla presenza dei “veci”. Quando il buon Dio li chiamerà a sé (sempre che non chiami prima noi, beninteso), a meno che non cambi significativamente qualcosa (ne dubito), probabilmente molleremo gli ormeggi e magari ci torneremo per qualche vacanza. Se non noi, sicuramente nostra figlia che stiamo preparando a questo.

Il “bello” è che siamo in buona compagnia, chi appena può farlo se ne va.


Sinceramente, non ci vedo nulla si male, ma non lo farei.
Io sono stato uno che ha fatto la valigia a 24 anni, partito per l’Inghilterra, sono ritornato in Italia a 33... ho fatto quasi 10 anni al’estero, ma lo stare bene o stare male in un posto bisogna valutarlo a 360 gradi.
Tutto considerato, sto meglio qua da italiano piuttosto che all’estero come perenne immigrato, perchè, considera che è questo che sarai.

Per quanto oggi sia tutto più facile, dovrai comunque adattarti a vivere in un paese NON tuo, con tradizioni, cultura, lingua, mentalità e senso dell’umorismo che NON ti appartengono.
 
Sinceramente, non ci vedo nulla si male, ma non lo farei.
Io sono stato uno che ha fatto la valigia a 24 anni, partito per l’Inghilterra, sono ritornato in Italia a 33... ho fatto quasi 10 anni al’estero, ma lo stare bene o stare male in un posto bisogna valutarlo a 360 gradi.
Tutto considerato, sto meglio qua da italiano piuttosto che all’estero come perenne immigrato, perchè, considera che è questo che sarai.

Per quanto oggi sia tutto più facile, dovrai comunque adattarti a vivere in un paese NON tuo, con tradizioni, cultura, lingua, mentalità e senso dell’umorismo che NON ti appartengono.
Su questo la penso come te.
 
Su questo la penso come te.

Vabbè, è un discorso che andrebbe articolato bene.
Alcuni lavori sono “possibili” (in senso redditizio e conveniente) soltanto in alcuni posti.
Come in Italia ci sono delle cose che puoi fare solo a Milano, altre solo in Trentino, altre solo altrove, così, alcune cose sono fattibili solo a Londra o New York...
Certo, se devi fare come fanno molti ragazzetti italiani che vanno a Londra a fare il lavapiatti o in america a fare il cameriere (illegale) in un ristorante italiano, beh, direi che non ha molto senso.

Anche se, generalmente, un’esperienza all’estero di vita (non di vacanza) io la farei e la farei fare a mia figlia.
Solo “conoscendo” si puó scegliere.

E aggiungo, se io adesso sono dove sono, a fare quello che faccio, se ho avuto la possibilità di tornarmene in Italia (seppur accettandone tutti i pregi e i molti limiti) e se la penso in un certo modo, è proprio perchè ho “girato” un po’.
 
Sinceramente, non ci vedo nulla si male, ma non lo farei.
Io sono stato uno che ha fatto la valigia a 24 anni, partito per l’Inghilterra, sono ritornato in Italia a 33... ho fatto quasi 10 anni al’estero, ma lo stare bene o stare male in un posto bisogna valutarlo a 360 gradi.
Tutto considerato, sto meglio qua da italiano piuttosto che all’estero come perenne immigrato, perchè, considera che è questo che sarai.

Per quanto oggi sia tutto più facile, dovrai comunque adattarti a vivere in un paese NON tuo, con tradizioni, cultura, lingua, mentalità e senso dell’umorismo che NON ti appartengono.

Ti dirò che da immigrato da ormai 42 anni, a parte il clima a dir poco piacevole, i belgi non m'hanno mai fatto pesare il fatto d'essere italiano, ma è anche vero che la mentalità dei belgi e certamente più aperta di quella dei britannici, tedeschi o svizzeri.
 
Ti dirò che da immigrato da ormai 42 anni, a parte il clima a dir poco piacevole, i belgi non m'hanno mai fatto pesare il fatto d'essere italiano, ma è anche vero che la mentalità dei belgi e certamente più aperta di quella dei britannici, tedeschi o svizzeri.

Io posso parlare solo da una scala molto minore, ho abitato in Germania per un solo anno, ma non sono mai stato trattato male, anzi. Ho trovato molta simpatia e ammirazione, perfino.
 
Ti dirò che da immigrato da ormai 42 anni, a parte il clima a dir poco piacevole, i belgi non m'hanno mai fatto pesare il fatto d'essere italiano, ma è anche vero che la mentalità dei belgi e certamente più aperta di quella dei britannici, tedeschi o svizzeri.

Paradossalmente le frecciatine razziste le ho avute solo a Bergamo e mai all’estero.
Poi, io sono un tipo che se ne frega e che ti risponde, questo è un’altro discorso.
 
Paradossalmente le frecciatine razziste le ho avute solo a Bergamo e mai all’estero.
Poi, io sono un tipo che se ne frega e che ti risponde, questo è un’altro discorso.

Ecco questa è una cosa che temo, dover subire propositi razzisti in Italia da italiano. Una delle poche cose che mi farebbe "incaxare" parecchio.
 
Certo, se devi fare come fanno molti ragazzetti italiani che vanno a Londra a fare il lavapiatti o in america a fare il cameriere (illegale) in un ristorante italiano, beh, direi che non ha molto senso.

Qui sono d'accordo con te...se devo fare il lavapiatti (con tutto il rispetto per i lavapiatti, il lavoro e' lavoro) me lo faccio a casa mia.
A 20 anni ha un senso (se devi imparare la lingua).
Io l'ho fatto in Australia per imparare bene l'Inglese (che comunque avevo studiato per bene in Italia) e dopo sei mesi ho cambiato lavoro riuscendo a farmi assumere cone programmatore grazie ad una conoscenza che mi ero fatto in quel ristorante....quindi, mai dire mai...
 
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