<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> avanti col nucleare | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

avanti col nucleare

FedeSiena ha scritto:
Al dilà di tutto, a me sembra che ci siano parecchi fattori da tenere in considerazione.

Il problema di fondo è che in Italia qualsiasi cosa si faccia, la si fa poco bene, perchè CHI la deve fare viene tirato per la giacca ora dall'imprenditore corruttore, ora dal politco mafioso ora dal cittadino imbufalito.

Far quadrare i conti è cosa difficile e richiede un metodo specifico che non può essere improvvisato, le soluzioni "facili, comode ed economiche" non esistono, come mi sembra di leggere dagli interventi di qualcuno qui (e altrove).

Facile dire "all'estero si sta meglio", senza mai chiedersi il perchè si sta meglio.
E il perchè non è nella formuletta magica che qualcuno tiene nascosta sotto il letto, ma deriva da anni di applicazione di una certa mentalità cosa assai lunga e difficile da cambiare.

La mia paura è che, visto come stanno andando le cose in generale, in Italia quando si dice "facciamo il nucleare", ci sia qualcuno che ha pagato qualcun altro per convincere NOI che questo è bene.

Vedi che quando vuoi riesci anche a ragionare, e in modo pure assai acuto?
Come ho sempre detto, l'opposizione aprioristica e' dannosissima, perche' mina alla base anche le obiezioni circostanziate.
Quello che dici e' giustissimo, ed e' uno dei motivi per cui sono in linea di principio CONTRO il nucleare in Italia.
Come? Credevi che fossi pro? Credevi male. Il fatto che ribatta ad affermazioni sconclusionate e campate per aria non vuol dire che supporti il nucleare a spada tratta. Tutt'altro.
Personalmente ritengo che PURTROPPO oggi come oggi ci resti la scelta tra essere strangolati dalle spese per le fonti energetiche (nonche' tenuti per le palle da certi stati politicamente e moralmente assai questionabili) o rischiare e andare sul nucleare con tutti i caveat che hai enunciato.
Tra le due, scelgo il minore dei mali e punto al nucleare, con una certa fiducia verso il nostro personale tecnico che e' di solito molto preparato, ma ben conscio che una centrale nucleare in Italia non e' la stessa, identica centrale nucleare in Giappone o Germania.
 
99octane ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
Al dilà di tutto, a me sembra che ci siano parecchi fattori da tenere in considerazione.

Il problema di fondo è che in Italia qualsiasi cosa si faccia, la si fa poco bene, perchè CHI la deve fare viene tirato per la giacca ora dall'imprenditore corruttore, ora dal politco mafioso ora dal cittadino imbufalito.

Far quadrare i conti è cosa difficile e richiede un metodo specifico che non può essere improvvisato, le soluzioni "facili, comode ed economiche" non esistono, come mi sembra di leggere dagli interventi di qualcuno qui (e altrove).

Facile dire "all'estero si sta meglio", senza mai chiedersi il perchè si sta meglio.
E il perchè non è nella formuletta magica che qualcuno tiene nascosta sotto il letto, ma deriva da anni di applicazione di una certa mentalità cosa assai lunga e difficile da cambiare.

La mia paura è che, visto come stanno andando le cose in generale, in Italia quando si dice "facciamo il nucleare", ci sia qualcuno che ha pagato qualcun altro per convincere NOI che questo è bene.

Vedi che quando vuoi riesci anche a ragionare, e in modo pure assai acuto?
Come ho sempre detto, l'opposizione aprioristica e' dannosissima, perche' mina alla base anche le obiezioni circostanziate.
Quello che dici e' giustissimo, ed e' uno dei motivi per cui sono in linea di principio CONTRO il nucleare in Italia.
Come? Credevi che fossi pro? Credevi male. Il fatto che ribatta ad affermazioni sconclusionate e campate per aria non vuol dire che supporti il nucleare a spada tratta. Tutt'altro.
Personalmente ritengo che PURTROPPO oggi come oggi ci resti la scelta tra essere strangolati dalle spese per le fonti energetiche (nonche' tenuti per le palle da certi stati politicamente e moralmente assai questionabili) o rischiare e andare sul nucleare con tutti i caveat che hai enunciato.
Tra le due, scelgo il minore dei mali e punto al nucleare, con una certa fiducia verso il nostro personale tecnico che e' di solito molto preparato, ma ben conscio che una centrale nucleare in Italia non e' la stessa, identica centrale nucleare in Giappone o Germania.

Quello che ti ha messo 5 stelle sono io stavolta..
:D
 
...il nucleare comporta dei rischi seri, in Italia, come nel tecnologico Giappone...

Anche l'incredulo Octane dovrebbe ricredersi...

...Si da il caso che anche il celebre presentatore di Mai Dire Banzai
(foto di repertorio)

0.jpg


Sia anch'esso fiero possessore di una Mitsubishi Evo IX...

Bene, egli risiede vicino all'impianto nucleare di Tsuruga, in Giappone...

Dopo aver comprato la vettura, dopo solo alcuni giorni, ecco quel che ha trovato sotto il cofano ormai divelto...

Wartsila-Sulzer
 
massib67 ha scritto:
...attualmente non c'è alternativa...
Dipende sempre da quali sono le cose cui si attribuisce maggiore importanza.

Una persona che non riesce a fare a meno delle quotidiane scorpacciate che l'hanno portata all'obesità, se interrogata sulla opportunità di rivedere la dieta con ogni probabilità risponderebbe "se si potesse farne a meno sarei più contento, ma purtroppo non c'è alternativa". Discorso analogo farebbe colui che ha la radicata abitudine del sesso a pagamento o delle slot machines o del pacchetto di sigarette e così via.

Nel corso degli ultimi decenni noi ci siamo gradualmente e disinvoltamente abituati a sprecare colossali quantità di energia a tutti i livelli, fin nelle più elementari abitudini di vita quotidiana, ribaltando completamente la mentalità dei nostri antenati, al punto che oggi concetti come risparmio, non spreco, riparazione, non debito e simili sono diventati addirittura negativi, nemici dell'economia e quindi dello "sviluppo" e della "crescita" (concetti che abbiamo pesantemente distorto).

Quindi, esattamente come il golosone che nemmeno lontanamente è disposto a ridurre le sue autolesioniste scorpacciate che lo gratificano nell'immediato ma gli prenotano un futuro tutt'altro che roseo, diciamo che "inevitabilmente" abbiamo bisogno di molta più energia.

...non è lontanamente pensabile un paese che viva di sole fonti rinnovabili...
Non mi risulta che l'intenzione di chi vuole le centrali nucleari sia usarle come unica fonte energetica per il paese. Quindi si dovrebbe ragionare, casomai, sul fatto che le fonti rinnovabili siano o meno in grado di contribuire al fabbisogno complessivo nella stessa misura delle previste centrali nucleari. Inoltre, così come tante persone (forse insulse, chissà) sono disposte ad "accontentarsi" di un'automobile da 90cv anziché 200 o di soli 3,8 metri anziché 5 per sprecare meno (carburante, gomme, freni...), una comunità potrebbe benissimo decidere di sprecare meno energia anziché costruire nuove centrali per alimentare i propri sprechi, oppure di riorganizzare e ridurre il traffico pesante su gomma anziché costruire ovunque nuove strade. Si tratta, appunto, di cosa si vuole mettere in cima alle priorità.

...Tra meno di quarant'anni il petrolio sarà quasi finito oppure ci sarà solo quello di difficile estrazione...
Ciò è molto verosimile, ma non mi sembra una buona ragione per costruire oggi delle nuove centrali nucleari, specie in un paese come il nostro dove praticamente nessuna costruzione (specie se pagata con il pubblico denaro) viene realizzata rispettando sul serio le prescrizioni di progetto in termini di sicurezza, solidità, qualità dei materiali e delle procedure. Per non parlare del discorso scorie; mi vengono in mente tutti i camion di rifiuti industriali tossici che sono stati allegramente scaricati qua e là...
Magari tra 30anni si potranno costruire centrali nucleari molto più economiche e sicure oppure si sarà trovata qualche altra fonte energetica più efficiente e meno pericolosa. Nel frattempo, se volessimo, potremmo usare la centrale elettrica gratuita che tutti abbiamo a disposizione, ovvero la riduzione degli sprechi di energia.

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, mi rendo conto che ci sono tante opinioni negative in materia e che molte di esse sono degne del massimo rispetto, però io
non vedo per quale ragione ci si dovrebbe mettere una lapide sopra. Nel mio piccolo, ad esempio, negli ultimi dodici mesi l'impianto FV che ho installato sul tetto di casa ha prodotto il 110% del fabbisogno complessivo, tenendo anche conto del fatto che ho sostituito il fornello a gas con uno a induzione.
Certo, l'impianto è costato praticamente come un'automobile nuova di media cilindrata; sinceramente preferisco, però, aver "buttato" i soldi in questo modo piuttosto che aver cambiato la macchina, la quale oltre tutto richiede continue spese di ogni genere.
 
bellafobia ha scritto:
HomerJ-2 ha scritto:
bellafobia ha scritto:
silverrain ha scritto:
belpietro ha scritto:
i francesi risolvono il problema sovraccaricando il costo dell'energia che vendono a noi.
così, alla fine, il costo lo sosteniamo ancora noi.

Proprio il contrario.
Devono tenerlo basso per poterlo rendere appetibile sul mercato.
Poi i costi "nascosti" vengono/verranno pagati dalla collettività (francese).
I francesi hanno bisogno del plutonio per scopi militari, e, col il prolungamento della vita media delle centrali, cercano di allungare il periodo "fertile" ed allontanare la decommissione.
i francesi ci svendono l'energia delle loro centrali nucleari perchè la notte, quando il fabbisogno è inferiore, hanno un surplus di energia che andrebbe altrimenti sprecato ;) il nucleare non è flessibile...deve restare sempre sullo stesso carico (allo stesso "regime") tanto che viene usato per la produzione "base load" ossia di base di energia elettrica

Il solare invece da energia quando non serve, e l'eolico quando..non si sa!
questo non di certo rende economico il nucleare ;)

No, ma serve qualche fonte di energia che sia costante, in grado di servire il fabbisogno nazionale, e ci stacchi dal petrolio, dal gas, dal carbone..
Insomma, ci infervoriamo tanto per il nucleare, ma abbiamo centrali a carbone, se non vado errato. Le centrali ad energia rinnovabili per ora non sono in grado di darci energia, quanta ce ne serve, e quando serve. Farei anche io la firma per una centrale in mare sullo stretto di messina, come qualcuno ha citato, e anche su centrali eoliche, solari, ma queste non sono in grado di dare l'energia necessaria. E poi ci si mettono i verdi di merda..ops..a rompere la balle sull'impatto ambientale delle pale..e allora? Tutto avrà sempre impatto ambientale..per forza..o torniamo alle candele..
 
marimasse ha scritto:
massib67 ha scritto:
...attualmente non c'è alternativa...
.....................
non vedo per quale ragione ci si dovrebbe mettere una lapide sopra. Nel mio piccolo, ad esempio, negli ultimi dodici mesi l'impianto FV che ho installato sul tetto di casa ha prodotto il 110% del fabbisogno complessivo, tenendo anche conto del fatto che ho sostituito il fornello a gas con uno a induzione.
Certo, l'impianto è costato praticamente come un'automobile nuova di media cilindrata; sinceramente preferisco, però, aver "buttato" i soldi in questo modo piuttosto che aver cambiato la macchina, la quale oltre tutto richiede continue spese di ogni genere.

Vero che sarebbe ora smettere di sprecare, però non è sempre così semplice, a volte nemmeno economico.
Io vorrei tanto adottare tutti quegli accorgimenti necessari a rendere casa mia più ecologica ed economica, ma questo mi costerebbe:
50.000 euro cappotto esterno
10.000 euro di finestre e davanzali (questo verrà fatto sicuro, presto, ma sono sempre soldi)
25.000 euro pannelli fv
5.000 euro pannelli acqua calda
10.000 probabilmente circa per caminetto con scambiatore per scaldare acqua dei termo (anche questo verrà fatto a breve)
E la lista potrebbe andare avanti..
Insomma..l'estate scorsa mi sono trovato di fronte la scelta: isolo il tetto in maniera sostanziale, in modo da rinfrescare un po' casa, o metto i clima?
3 clima: 3000 euro (classe a ovviamente)
isolametno tett: 15.000 euro..
A voglia spendere di corrente prima di arrivare a 15.000, e visto che non navigo nell'oro..
 
HomerJ-2 ha scritto:
No, ma serve qualche fonte di energia che sia costante, in grado di servire il fabbisogno nazionale, e ci stacchi dal petrolio, dal gas, dal carbone..
Insomma, ci infervoriamo tanto per il nucleare, ma abbiamo centrali a carbone, se non vado errato. Le centrali ad energia rinnovabili per ora non sono in grado di darci energia, quanta ce ne serve, e quando serve. Farei anche io la firma per una centrale in mare sullo stretto di messina, come qualcuno ha citato, e anche su centrali eoliche, solari, ma queste non sono in grado di dare l'energia necessaria. E poi ci si mettono i verdi di merda..ops..a rompere la balle sull'impatto ambientale delle pale..e allora? Tutto avrà sempre impatto ambientale..per forza..o torniamo alle candele..

Il mio personalissimo parere è che la cazzata epocale è stata quella di uscire dal nucleare con quello scellerato referendum che ci ha lasciato quattro centrali cariche, che non producono energia ma in caso di incidente sarebbero altrettanto pericolose. Entrare nel nucleare ADESSO e DA ZERO quando siamo in vista di un salto generazionale nei reattori (che comunque richiederà anni per entrare in operatività) la vedo una scelta poco oculata, soprattutto perchè comunque la nostra dipendenza dall'estero per petrolio e gas ne verrebbe ridotta in misura molto limitata.
Riporto questo articolo di un anno fa, ma che mi sembra una buona analisi

L?Italia è quasi priva di fonti autoctone di energia: nel 2007 le nostre importazioni hanno raggiunto complessivamente l?86% del fabbisogno.
Tra i Paesi europei più industrializzati il nostro è quello nelle peggiori condizioni: tra tutti gli Stati della UE 27 peggio di noi stanno solamente Malta, Lussemburgo, Cipro e Irlanda.

All?inizio del 2007 un decreto governativo ha favorito una certa espansione del solare fotovoltaico. L?apporto delle nuove installazioni solari è sinora complessivamente molto ridotto e, anche se gli incentivi sono stati rinnovati dal governo in carica, le scarse risorse disponibili e le complicazioni procedurali non permettono di sperare in una grande espansione di questa fonte rinnovabile.

La novità più importante nel medio periodo è rappresentata dalla volontà del governo di procedere alla costruzione di alcune centrali nucleari. Un?inversione di tendenza, testimone di nuova disponibilità del Paese a riesaminare la questione nucleare, ha già avuto concrete conseguenze negli ultimi anni con l?acquisizione da parte di ENEL della proprietà o di quote di partecipazione di alcune centrali nucleari collocate in vari Paesi europei. L?atteggiamento favorevole che sta emergendo tra i cittadini deriva in buona parte dai costi, considerati elevati, dell?energia elettrica e dalle recenti vicende del petrolio il cui prezzo, altamente volatile (massimo 147 $/barile nel luglio 2008 ), denuncia la presenza di una fase di crisi e spinge la popolazione a ritenere valida ogni tipo di alternativa. Va però detto che in Italia il collegamento che viene fatto tra il petrolio e la fonte nucleare è largamente ingiustificato in quanto la quota di elettricità prodotta con l?uso del greggio è inferiore al 13%.

L?orientamento del Governo ha già assunto la forma di una ?lettera d?intenti?, sottoscritta tra Enel e EDF, e un Protocollo di Accordo, firmato da Berlusconi e Sarkozy, dove sostanzialmente si concorda di creare le premesse in vista di costruire 4 centrali EPR (European Pressurized water Reactor) da 1.600 MW ciascuna.

Subito si è accesa a livello politico e mediatico la discussione su dove collocare gli impianti, poiché la vicinanza di questo tipo di infrastrutture non è per nulla gradita. È fuor di dubbio che questo sia un problema da risolvere pregiudizialmente, ma la strada per realizzare l?obiettivo finale presenta numerose asperità:

- individuazione del sito. Un impianto nucleare ha assoluta necessità di grandi quantità d?acqua. I fiumi italiani con portata sufficientemente alta durante tutto l?anno sono da tempo sfruttati per scopi analoghi. Il loro percorso è disseminato d?impianti termoelettrici che, a causa di lunghi periodi di siccità, della riduzione della portata media e delle temperature elevate che si registrano per lunghi periodi, hanno a volte dovuto arrestare o ridurre drasticamente la produzione per impossibilità di procedere al raffreddamento del vapore. E? quindi plausibile che la scelta cada o:
--su qualche tratto in riva al mare. Quasi tutte le coste del Centro e del Nord sono occupate, praticamente senza interruzione, da città, agglomerati urbani o infrastrutture turistiche. Analoga situazione si ritrova in molte località del meridione mentre altre coste del Sud italiano sperano in uguale destino. Il Sud offre comunque maggiori possibilità di scelta: peccato che da quelle parti la richiesta di elettricità sia nettamente inferiore.

-- sui siti delle centrali nucleari da tempo dismesse (Trino Vercellese, Caorso, Garigliano, Latina) o che avrebbero dovuto accogliere un impianto nucleare (Montalto di Castro). In questo caso sarebbe quasi certamente necessario smantellare le strutture tuttora esistenti prima di procedere alle nuove costruzioni. Ciò significherebbe anticipare da subito tutti gli oneri (che nelle previsioni sono da affrontare gradualmente entro il 2020) per lo smantellamento, lo smaltimento e lo stoccaggio di scorie e materiali radioattivi. Va sottolineato che Trino, Garigliano, Latina e Caorso un tempo erano siti isolati e ora non lo sono più e che solo Trino e Caorso sono localizzate nel settentrione. Inoltre entrambi gli impianti raffreddavano il vapore con l?acqua del Po. Le nuove centrali avrebbero una taglia da 3 (Caorso) a 8 (Trino) volte più grande delle loro antenate.

- convincimento delle popolazioni interessate. In complesso l?atteggiamento verso il nucleare è molto cambiato in senso possibilista. Buona parte dell?industria, dell?establishment e del personale politico è disponibile a un ritorno del nostro Paese al nucleare. Anche l?opinione pubblica è più favorevole, ma ?basta che si faccia lontano da casa mia?. D?altronde sembra del tutto improbabile che un politico, anche il più acceso sostenitore di questo tipo di scelta, scelga di costruire casa propria a qualche chilometro da una centrale nucleare. Non sarà facile convincere un?amministrazione locale, né una collettività a dare il proprio consenso alla costruzione di una centrale nucleare sul territorio di propria competenza. Con le procedure attuali questo significherebbe allungare i tempi per un periodo imprecisato. Forse si modificherà la legislazione e quasi certamente si deciderà di riequilibrare lo svantaggio che l?impianto rappresenta con vantaggi di altra natura per le popolazioni locali, soprattutto di carattere economico, portando l?onere sul prezzo finale del kWh.

- reperimento delle risorse finanziarie. Serve un impegno finanziario molto consistente. Dati recenti a cui poter fare riferimento scarseggiano, in quanto pochi sono gli impianti in via di realizzazione nel mondo e quasi tutti in realtà scarsamente trasparenti da tutti i punti di vista. Per un impianto da 1.500 MW si passa da oltre 3 miliardi a quella attuale di più di 5-5,5 miliardi di euro. Si discute quindi di un investimento complessivo compreso tra i 20 e i 25 miliardi di euro. Sembra del tutto improbabile che tale massa di risorse economiche possa essere messa a disposizione, dal settore privato in una prospettiva congiunturale di lunga e profonda recessione economica. Ma proprio in questa direzione si sono mossi alcuni commenti vicini a fonti governative. Pare però quasi inevitabile che debba essere lo Stato a farsi carico in buona parte di questa operazione: il che ridimensiona il problema ma non lo risolve definitivamente.

- tempi per l?avvio della produzione. Una semplificazione normativa avrebbe sicuramente positivi effetti sulla durata dell?iter autorizzativo e permetterebbe una più veloce apertura dei cantieri. Tuttavia è difficile pensare che tra discussione preliminare in sede politica e nel Paese, selezione del sito, autorizzazioni, scelte sulla tipologia e sulla commessa, si possano chiudere i cantieri entro una decina d?anni dalla prima decisione. Infatti si traguarda già la data del 2020.

- garanzia del combustibile. Le ultime ricerche portano a stimare che sia già estratto circa un terzo di tutto il minerale d?uranio disponibile sul pianeta, a qualunque ordine di prezzo. Nel contesto italiano ci si può limitare a ricordare che il reperimento del combustibile per far funzionare sino a fine vita quattro nuove centrali non dovrebbe presentare problemi irrisolvibili. Non altrettanto tranquilli si potrebbe restare nel caso in cui l?industria elettronucleare fosse oggetto di un?improvvisa (ma del tutto improbabile) forte espansione nel mondo.

- stoccaggio di rifiuti e scorie radioattive. Non è stato ancora individuato in Italia alcun sito per lo stoccaggio a lungo periodo dei materiali a bassa o alta radioattività. Gli attuali numerosi e variamente organizzati stoccaggi ?provvisori? presentano livelli di sicurezza non certo ottimali sia dal punto di vista ambientale che da quello di potenziali attività delittuose o peggio terroristiche. Non sarà per nulla semplice ma in futuro non dovrebbe essere molto difficile fare un po? meglio di quanto si è fatto finora.
smantellamento (a fine vita) dell?impianto. Problema spinoso che, oltre alle complicazioni finali appena affrontate, pone il dilemma se caricare, sin dall?avvio dell?impianto, sui costi di produzione del chilowattora la quota afferente gli oneri di smantellamento. Entità non facile da quantificare, ma in grado comunque di ridurre significativamente la competitività economica dell?energia nucleare. Lo stanziamento per smantellare le quattro piccole centrali italiane, chiuse da decenni, è di circa 2,6 miliardi di euro in 20 anni. Per mettere in sicurezza tutte le scorie esistenti, è stato previsto un costo di circa 4,3 miliardi di euro. Solo per la sistemazione provvisoria delle scorie delle quattro vecchie centrali, l?Italia sta spendendo 300 milioni di euro.

Una precisa e risoluta volontà politica, che caratterizzasse il potere esecutivo per un tempo sufficientemente lungo, potrebbe comunque rimuovere tutti questi ostacoli e l?Italia a partire dal 2020 potrebbe disporre di una prima quota dei complessivi 6.400 MW di potenza elettronucleare (Il ragionamento che si sta per sviluppare presuppone che nel 2020 siano già disponibili tutti i 6.400 MW). Dato che il funzionamento medio degli impianti nucleari è di circa 7.500 ore l?anno la produzione attesa sarebbe pari a 48.000 GWh, che corrispondono al 14% dell?elettricità richiesta sulla rete nel 2007 (339.928 GWh).

A questo punto s?impone una considerazione: se i consumi elettrici del nostro Paese aumenteranno a un tasso medio del 2% annuo (inferiore al tasso medio degli ultimi 10 anni che è stato del 2,3%) nel 2020 saranno pari a circa 440.000 GWh. In sostanza, 4 centrali nucleari da 1.600 MW nel 2020 sarebbero in grado di coprire meno del 50% dell?incremento di domanda di elettricità che si sarebbe verificato nel frattempo.

Nell?ipotesi che la recessione in atto facesse ancora sentire per qualche tempo i suoi effetti sui consumi dell?intero sistema e così riducesse l?incremento al 1,5% medio nel periodo, i consumi si assesterebbero nel 2020 attorno a 410.000 GWh e l?apporto nucleare in questo caso soddisferebbe meno del 70% dell?incremento.

48.000 GWh non sono un quantitativo di energia trascurabile. Rappresenterebbero un contributo decisivo nel soddisfare esigenze crescenti di energia elettrica ma una scelta come quella su cui il Paese si sta confrontando non può essere presentata e interpretata come la panacea dei mali energetici di questo Paese.

Il ritorno al nucleare in Italia potrebbe rappresentare oggi una scelta, che deve però misurarsi seriamente con le preoccupazioni, in gran parte fondate, di chi resta contrario, con tutti i problemi appena elencati e, infine, con i limiti netti che la caratterizzano rispetto alla ben più ampia e complicata prospettiva energetica.

Non si può inoltre ignorare il fatto che decidere di destinare una così cospicua quantità di risorse in direzione del nucleare comporta per l?Italia la scelta di penalizzare irrimediabilmente le fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) che, a lungo termine, sono le sole ? allo stato attuale delle conoscenze ? in grado di garantire almeno una certa quantità di energia elettrica. Bisogna ricordare che l?uranio, come le fonti fossili, è presente in quantità finita sulla terra e che, anche se non ne conosciamo con precisione le quantità, è certo che non potrà essere estratto per un tempo indefinito. La stessa IEA (International Energy Agency, la più qualificata agenzia del mondo in merito alle analisi della situazione energetica) non prevede un particolare sviluppo della fonte nucleare nei prossimi decenni.

Purtroppo vi è un?ultima importante considerazione da fare. La discussione sui media e il confronto politico si concentrano quasi esclusivamente su nucleare e, di contro, sul fotovoltaico. Due tecnologie che sanno produrre solo elettricità. Quindi il confronto nel Paese non prende in esame la questione energetica ma resta confinato al solo aspetto elettrico che viene affrontato con tale impeto e fervore di parte da farlo diventare ?Il Problema Energetico?, mentre invece rappresenta solo il 35% della questione energetica nazionale.

Il restante 65% riguarda i comparti del trasporto, della chimica, della metallurgia, del vetro, del domestico, del cemento, della farmaceutica, ecc. dove i vari combustibili fossili e i loro derivati, oltre che essere determinanti in quanto fonti energetiche non elettriche, rappresentano anche una quota importante di materia prima di processo. Un dibattito ?nucleare sì ? nucleare no? non sfiora nemmeno questi contesti che restano esposti, ancor più dell?elettricità, al pericolo di un?insufficiente disponibilità di risorse.

La dimensione della questione energetica nazionale che ci vede sempre più dipendenti dall?esterno (siamo ormai prossimi al 90%, che probabilmente supereremo con l?acquisto dell?uranio !!) richiederebbe quindi un disegno strategico ampio e articolato, capace di affrontare non solo gli aspetti riguardanti la disponibilità delle fonti, gli approvvigionamenti di energia ma, ancor più seriamente e drasticamente, l?intero versante dei consumi. Altrimenti anche le positività (ancora solo potenziali) legate ad alcuni accordi internazionali o allo sviluppo di qualche (limitata) fonte interna non possono che produrre effetti modesti, incapaci d?invertire una tendenza in cui non si intravvede alcun possibile miglioramento strutturale.

Rischiano invece di diffondere un pericoloso senso di sicurezza sul futuro che, a un esame appena più attento, non ha alcuna ragione d?essere.

Mirco Rossi

http://www.artoong.net/2009/02/26/la-prospettiva-nucleare-in-italia/553/opinatamente
 
99octane ha scritto:
bellafobia ha scritto:
belpietro ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Comunque la si giri, per noi italiani vale il principio dell'uccello padùlo, che vola all'altezza del buco del....

ah, quello sempre!!!

a_gricolo ha scritto:
last but not least, l'uranio non lo vende il tabaccaio ma bisogna procurarcelo fuori, come il petrolio e il gas.
sì, ma non è la stessa cosa (e non solo in termini di reciprocità di interscambio commerciale) comprare dalla Libia e dall'Arabia Saudita piuttosto che dal Canada e dall'Australia.
l'uranio 235 non è infinito e neppure più a buon mercato. comprare per comprare...pensiamo a RISPARMIARE ENERGIA e a come renderci indipendenti
Se valesse quel che dici, nessuno si disturberebbe a costruire una portaerei nucleare.
:rolleyes:
Ovviamente, nulla di tutto cio' ha minimamente senso e le cose sono molto diverse.
non hai dimostrato nulla se non la tua arroganza sul tema :rolleyes: che sia stata una boiata il lasciare 4 centrali nucleari in quello stato è un dato di fatto così come l'antieconomicità di un ritorno al nucleare ;) e tra l'altro se le cose sono diverse (perchè hai fonti di cui i comuni mortali non dispongono :lol:) illustrale pure ;)
2 errori - il chiudere quelle centrali con referendum, e un ritorno al nucleare - sono più gravi di un solo errore ;)
 
a_gricolo ha scritto:
Il mio personalissimo parere è che la cazzata epocale è stata quella di uscire dal nucleare con quello scellerato referendum che ci ha lasciato quattro centrali cariche, che non producono energia ma in caso di incidente sarebbero altrettanto pericolose. Entrare nel nucleare ADESSO e DA ZERO quando siamo in vista di un salto generazionale nei reattori (che comunque richiederà anni per entrare in operatività) la vedo una scelta poco oculata, soprattutto perchè comunque la nostra dipendenza dall'estero per petrolio e gas ne verrebbe ridotta in misura molto limitata.

la penso come te, 2 caxxate non fanno una cosa giusta...
 
Parti+dell%27impianto+di+una+centrale+nucleare+.jpg


Aspettiamo fiduciosi il (forse e almeno) 2020 e poi vedremo che risparmio nelle tasche dei consumatori! E quante imprese ,pagando poco l'energia , verranno o torneranno e rimarranno in Italia a dare posti di lavoro e benessere !.
Se ciò non è avvenuto , e anzi la disoccupazione è aumentata anche e soprattutto dove l'atomica c'è, non è colpa della crisi globale e della concorrenza di Cina e India , ma del fatto che sciaguratamente l'Italia è uscita dal nucleare ,per la verità ancor prima di entrarvi. :D :D
Certo il problema energetico ,stante il maggior consumo globale e soprattutto dei paesi di cui sopra, occuperà le scene nei prossimi decenni e quindi un po' di megaKw prodotti dall'uranio arricchito saranno indispensabili e inevitabili anche qui in Italia.
Però se era sbagliato demonizzarlo e referendarlo -anche se sull'onda del disastro di Chernobyl- altrettanto errato è mitizzare l'atomo. Anche perchè permangono difficoltà nel trattamento delle scorie ,aggravate in Italia dalle quotidiane e insospettabili scoperte di smaltimenti illeciti e truffaldini di sostanze tossiche di ogni genere. Poi ,come diveva A-gricolo, le nostre centrali nel 2020 ,o 2025 rischieranno di essere già superate appena inaugurate.Saluti
 
HomerJ-2 ha scritto:
Vero che sarebbe ora smettere di sprecare, però non è sempre così semplice, a volte nemmeno economico...
Innanzitutto non dimenticherei che non poche forme di spreco si potrebbero eliminare senza spendere un centesimo e, anzi, immediatamente risparmiando. Lampadine accese in stanze vuote, riscaldamento acceso in stanze non utilizzate, termostati regolati a 22-24° e abbigliamento leggero anziché termostato a 19° e bel maglione di lana, televisori accesi in assenza di telespettatori, lavatrici e lavastoviglie utilizzate non a pieno carico e così via. Eliminare questi sprechi, capillarmente diffusi in milioni di case, non comporterebbe infatti alcun concreto sacrificio (non vedo quale sacrificio dovrebbe derivare dallo spegnere la luce in una stanza in cui non sono presente) e non richiederebbe alcun tipo di acquisto, però avrebbe una ricaduta assai notevole a livello collettivo, oltre a rappresentare un ottimo investimento per il futuro in termini di "addestramento" delle giovani generazioni.

Per quanto riguarda isolamenti, impianti FV e via dicendo, nessuno dice che la loro installazione prometta un guadagno in termini economici; pealtro, se non sbaglio, nemmeno l'acquisto di un'auto o di un televisore o di una vacanza produce guadagno. Si tratta di vedere, come dicevo, a quali cose si vuole attribuire maggiore importanza e si tratta di vedere anche fino a che punto è sensato "misurare" tutto solo con i soldi, come se null'altro avesse alcun valore.
Nessuno, inoltre, è obbligato a installare in casa tutte le tecnologie relative al non spreco energetico; anche facendo solo alcune cose, in relazione alle proprie scelte e disponibilità, si produce un effetto benefico sugli sprechi di energia.

...50.000 euro cappotto esterno...
Beh, devi avere una grande casa, visto che per la mia, piccola ma non microscopica, un cappotto perimetrale completo (spessore 12cm) è costato chiavi in mano circa 5 volte meno.

...mi sono trovato di fronte la scelta: isolo il tetto in maniera sostanziale, in modo da rinfrescare un po' casa, o metto i clima?
3 clima: 3000 euro (classe a ovviamente)
isolamento tetto: 15.000 euro...
A voglia spendere di corrente prima di arrivare a 15.000...
A parte il fatto che dovresti mettere in conto non solo il costo del climatizzatore ma anche quello dell'energia che esso consuma, se si ragionasse in termini di "con gli stessi soldi posso pagare anni ed anni di bollette" nulla si farebbe, ovviamente. Si tratta, appunto, di scelte e priorità.

Guarda caso moltitudini di persone, per esempio, quando la loro automobile raggiunge una certa età pur funzionando ancora in maniera più che dignitosa, cominciano a fare discorsi del tipo "mi conviene cambiarla, perché dovrei rifare la frizione e gli iniettori" e non dicono affatto, invece,
"hai voglia a rifare frizioni e iniettori prima di arrivare alla stessa cifra che serve per cambiare la macchina"...
 
key-one ha scritto:
Poi ,come diveva A-gricolo, le nostre centrali nel 2020 ,o 2025 rischieranno di essere già superate appena inaugurate.Saluti
Infatti usando questo "criterio-guida" mio padre e' dal 2003 che "pensa" di sostituire il PC, perche' "capperi appena lo prendi e' gia' obsoleto ..."
L'anno scorso mia madre ha preso il toro per le aste e l'ha dato via in beneficianza, forzando il processo di sostituzione .... :D

Qualcosa mi fa pensare che oggi stia succedendo un caso analogo ;)
 
leolito ha scritto:
key-one ha scritto:
Poi ,come diveva A-gricolo, le nostre centrali nel 2020 ,o 2025 rischieranno di essere già superate appena inaugurate.Saluti
Infatti usando questo "criterio-guida" mio padre e' dal 2003 che "pensa" di sostituire il PC, perche' "capperi appena lo prendi e' gia' obsoleto ..."
L'anno scorso mia madre ha preso il toro per le aste e l'ha dato via in beneficianza, forzando il processo di sostituzione .... :D

Qualcosa mi fa pensare che oggi stia succedendo un caso analogo ;)

Nella frase prima di quella da te riportata, sostenevo anch'io che un po' di MegaKw prodotti dall'atomo sono inevitabili e indispensabili anche in Italia.
Resta il fatto che le centrali per essere pronte a funzionare richiedono molto tempo ,che l'Italia non è una nazione seria nella gestione dei rifiuti tossici di qualsiasi genere e ,complici le eco-mafie, vi è qualche dubbio che le cose possano migliorare drasticamente nel prossimo futuro.
Il ritardo italiano sul nucleare ,anche se come dici è assurdo aspettare sempre il nuovo modello che supera il precedente, andrebbe valutato attentamente nelle sue implicazioni tecniche ed economiche.

PS : I computers si cambiano dopo pochi anni , le centrali non credo.
 
leolito ha scritto:
key-one ha scritto:
Poi ,come diveva A-gricolo, le nostre centrali nel 2020 ,o 2025 rischieranno di essere già superate appena inaugurate.Saluti
Infatti usando questo "criterio-guida" mio padre e' dal 2003 che "pensa" di sostituire il PC, perche' "capperi appena lo prendi e' gia' obsoleto ..."
L'anno scorso mia madre ha preso il toro per le aste e l'ha dato via in beneficianza, forzando il processo di sostituzione .... :D

Qualcosa mi fa pensare che oggi stia succedendo un caso analogo ;)

Questo significa che il tuo genitore non aveva bisogno di un nuovo PC.... ;)
 
leolito ha scritto:
...mio padre è dal 2003 che "pensa" di sostituire il PC...
Beh, io ho appena cambiato il mio, che avevo comprato proprio nel 2003, ma l'ho fatto in larga misura per capriccio, nonostante lo adoperi anche per lavoro.
Inoltre, considerato il fatto che al momento usando i vari programmi che mi servono non riesco a superare il 18-20% di carico CPU (5 o 6 delle le 8 unità di calcolo che task manager mi mostra appaiono sempre a riposo), ho l'impressione che dovranno passare parecchi anni prima che io arrivi a sfruttare pienamente le potenzialità di questa macchina.
 
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