<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alfa Romeo Junior Hybrid 136 cv (poi 145) ed elettrica 156 cv | Page 90 | Il Forum di Quattroruote

Alfa Romeo Junior Hybrid 136 cv (poi 145) ed elettrica 156 cv

Grazie Antonio. Aggiungo anche che come scrivevo prima, quello che vale per VW non è detto che debba valere per stellantis (e prima di lei fiat). Troppo diversa l'origine e la posizione dei marchi all' inizio della "storia", e diverso anche l'effettiva realizzazione delle sinergie (Audi ha cmq una "paternità" tecnica legata specificatamente al marchio in diversi propulsori e componentistica, cosa che per stellantis suona inspiegabilmente come una bestemmia).

Certo che Imparato è un manager preparato. Ma è pur sempre un manager che segue una via obbligata, stante i paletti invalicabili fissati da tavaresh. Limiti tecnici e di spesa.
Chiunque si sarebbe trovato costretto a fare quelle scelte.

L' Alfa per risollevarla devi fare come con Giorgio, investirci nel tempo e perseverare in quella direzione. Punto. Mettendo in conto che il saldo economico non lo fa un singolo marchio, ma il gruppo intero. E se poi quel marchio riparte, allora hai veramente l'asso premium da poter raccogliere i frutti.

Il Giorgio e quel capannone con 1.000 ingegneri e tecnici sono stati come un ritorno al passato, all’esclusività del prodotto Alfa: piattaforma, motore, sospensioni, tutto era esclusivo, ma purtroppo (e lo dice spesso anche quello che ritenete “mercenario”), per essere anche economicamente sostenibile si dovevano vendere almeno 4-5 volte le Giulia e Stelvio che sono state vendute. Moltissimi le hanno ammirate, ma non le hanno comprate, quindi è stato per forza di cose un progetto destinato a naufragare nel nulla.

Come dico spesso qui, in realtà la maggior parte degli “alfisti” sono spariti già nel 1986. Altri, come sono stato anch’io, hanno resistito ancora con GTV, 156, 147, Brera (col 1.750 o il TD italiani), ma ormai l’alfismo è morto e sepolto, o comunque riferito al glorioso passato.

Ti compri un’Alfa perché ti piace, sia che tu sia un ex alfista, sia che tu non lo sia affatto. Punto. Imho ovviamente.
 
Ultima modifica:
Che poi, alla fine con Maserati il Giorgio era ibrido.

Sarà che alla fine questa cosa del Giorgio non elettrificabile, era una supercazzola e ci hanno preso tutti bellamente per il xxxo?

Quattroruote che ne pensi?
È mild. Qua si parla di full e ancor più di plug in. Non è che lo ha deciso quattroruote: Giorgio è nata chiusa e pensando al 2000, quando regnava il jtd. La supercazzola la fecero in Fiat; che poi, è il loro marchio di fabbrica.

Fra l'altro, questo "dettaglio" unito al fatto che Fiat faceva una piattaforma ogni mezzo secolo, mi fa pensare che quella del rilancio fosse solo melina in attesa che venisse centrato il vero obiettivo strategico: far fare le macchine a qualcun altro
 
Come aggressività del frontale mi ricorda un po' certe vecchie Alfa, tipo quelle delle immagini sotto, cosa che non percepivo ne guardando le varie 147, 156 ma neanche la Nuova Giulia, Stelvio e Giulietta e tutto questo senza che lo scudetto sia ben in evidenza come nel passato, tra l'altro senza nemmeno lo stemma appiccicato. Probabile che sia un problema mio non lo escludo.

Vedi l'allegato 32067 Vedi l'allegato 32068 Vedi l'allegato 32069
Non è un tuo problema...secondo me se vedi per bene il frontale di una 208/2008 avresti la stessa sensazione di aggressività.
Cosa che ad esempio la mia giulietta non ha.
 
Ti compri un’Alfa perché ti piace, sia che tu sia un ex alfista, sia che tu non lo sia affatto. Punto. Imho ovviamente
Che è un modo sano e non patologico di vivere un'esperienza. Purtroppo la catrgoria degli alfisti ha assunto connotati quasi religiosi, come se dietro un'automobile ci fossero le sacre scritture. Ora, è indubbio che l'identità del brand è andata a farsi benedire nel 1985 con la bancarotta ma è altrettanto vero che la banacarotta è arrivata proprio con quei modelli comunemente definiti vere Alfa, derivanti da queste ipotetiche sacre scritture. E, esperienza personale (di mio padre) queste auto riuscivano a fare pietà come solo la Zastava Yugo è riuscita, e non lo dico come iperbole ma come paragone reale; quindi sacre scritture si, ma stai attento che poi magari ti schiudono le porte dell'inferno.
La verità è che anche con Fiat ci sono state gran belle auto, semplici evoluzioni di piattaforme Fiat ma non per questo non all'altezza tecnicamente. Poi sarebbe bastato poco renderle speciali ma il braccino stupidamente corto del Lingotto è stupido e corto non a caso. Potrebbero gli alfisti ritenersi soddisfatti di queste auto? Qui si assiste ad un primo scisma in sette (l'ultima vera Alfa è la 75, no la 147, no la Giulietta, no la Stevio e da poco no, la Tonale - tutte cose che ho letto), con gli ortodossi che vanno alla guerra degli eretici. Il tutto mentre a Torino mancano soldi, idee e, soprattutto, la volontà di andare avanti. Conseguenza inevitabile è che da Torino si passa a Parigi dove, per lo meno, la volontà sembrano averla.
Però c'è un'altra verità che tutti fanno finta di non vedere: rilanciare un marchio prestigioso che il grande pubblico ha giudicato "na schifezza" (e questo giudizio iniziò a montare ben prima di Fiat), è opera al limite dell'impossibile. Jaguar è un pozzo senza fondo, e non è che non abbia materiale tecnico da proporre. Aston Martin ha appena annunciato un passivo di 5 miliardi, se non ricordo male, comunque enorme, e non è che non faccia auto da sogno. Solo che: chi spende 300k per una Aston Martin invece che per una Ferrari? E lo stesso vale per Alfa: il signor Rossi, Mr. Smith o Herr Otto spendono 65k su una Stelvio, che addirittura non è un'Alfa ma una Fiat, o su una X3, per non dire l'orribile X4?
E' un problema di marchio: una volta assimilato a "roba cattiva" la gente andrà sul sicuro e comprerà "roba buona". E quando il marchio è posseduto da un costruttore con fama ancor peggiore (non importa se meritata o no), la lotta diventa impari. Pensare, come da piano Marchionne ufficiale, di risolvere il problema con la meccanica delle emozioni è pia illusione per tanti motivi, in primis per la reputazione. Ad essere sinceri, non so mica se la questione si risolverà; con tutti i soldi che devi buttarci, non fai prima a concentrarti su Jeep, così come JLR sta facendo con Land Rover?
 
I

Come dico spesso qui, in realtà la maggior parte degli “alfisti” sono spariti già nel 1986.

concordo in tutto, aggiungo che io nel '86 avevo appena finito le elementari, per dire che si deve andare anche avanti , non è che si può stare sempre a guardare quello che è stato, poi se proprio voglio entrare in un discorso di caratterizzazione umana capisco che si può essere affezionati ad un periodo storico che probabilmente si è vissuto in prima persona ( del resto io mi rendo conto che automobilisticamente mi sento di rimpiangere gli anni '90) ma è un discorso strettamente personale che non si può portare sempre a considerazioni generali e soprattutto attuali.
 
Cosa che ad esempio la mia giulietta non ha.

Concordo. Ad ogni modo come ha detto Masterpilot, l'errore forse è stato nell'aver relegato AR ad auto di derivazione PSA, se fosse stato viceversa le cose sarebbero state diverse. Nel senso che AR doveva, per la sua storia e il suo blasone, rimanere il punto di riferimento di tutto il gruppo, anziché un brand qualsiasi. Anche le prossime Giulia e Stelvio probabilmente faranno la stessa fine, seppure anche nel passato queste cose siano già successe, con la 155 che era una Tipo/Tempra, la 159 una Vectra e la Mito una Corsa/Punto.
 
Fra l'altro, questo "dettaglio" unito al fatto che Fiat faceva una piattaforma ogni mezzo secolo, mi fa pensare che quella del rilancio fosse solo melina in attesa che venisse centrato il vero obiettivo strategico: far fare le macchine a qualcun altro
Questo obiettivo gli Agnelli lo avevano sin dai tempi della GM, l'ingresso di Marchionne fu dettato principalmente dalla vendita sfumata e quindi dalla necessità di tirare avanti fino al prossimo acquirente 20 anni più tardi.

Dico la mia da alfista della penultima ora. Del marchio ho avuto solo una Giulietta finora col 1.6 Multijet, motore FIAT 100% che di Alfa non ha nulla. Per me ciò che adesso fa da spartitraffico col nuovo corso è la francesizzazione del marchio e del lavoro che ci sta dietro. La Giulietta poteva anche essere una Fiat con sospensioni riviste e un design diverso, ma era una macchina ideata, disegnata, progettata, deliberata e prodotta in Italia, anche come componentistica. Non ho dubbi che anche questa Milano si guidi meglio e con maggior tenuta delle sorelle Avenger e 600, ma dietro chi ci ha lavorato veramente? Non è retorica, è pragmatica considerazione di dove venga creato il valore aggiunto e la ricchezza.
 
Che è un modo sano e non patologico di vivere un'esperienza. Purtroppo la catrgoria degli alfisti ha assunto connotati quasi religiosi, come se dietro un'automobile ci fossero le sacre scritture. Ora, è indubbio che l'identità del brand è andata a farsi benedire nel 1985 con la bancarotta ma è altrettanto vero che la banacarotta è arrivata proprio con quei modelli comunemente definiti vere Alfa, derivanti da queste ipotetiche sacre scritture. E, esperienza personale (di mio padre) queste auto riuscivano a fare pietà come solo la Zastava Yugo è riuscita, e non lo dico come iperbole ma come paragone reale; quindi sacre scritture si, ma stai attento che poi magari ti schiudono le porte dell'inferno.
La verità è che anche con Fiat ci sono state gran belle auto, semplici evoluzioni di piattaforme Fiat ma non per questo non all'altezza tecnicamente. Poi sarebbe bastato poco renderle speciali ma il braccino stupidamente corto del Lingotto è stupido e corto non a caso. Potrebbero gli alfisti ritenersi soddisfatti di queste auto? Qui si assiste ad un primo scisma in sette (l'ultima vera Alfa è la 75, no la 147, no la Giulietta, no la Stevio e da poco no, la Tonale - tutte cose che ho letto), con gli ortodossi che vanno alla guerra degli eretici. Il tutto mentre a Torino mancano soldi, idee e, soprattutto, la volontà di andare avanti. Conseguenza inevitabile è che da Torino si passa a Parigi dove, per lo meno, la volontà sembrano averla.
Però c'è un'altra verità che tutti fanno finta di non vedere: rilanciare un marchio prestigioso che il grande pubblico ha giudicato "na schifezza" (e questo giudizio iniziò a montare ben prima di Fiat), è opera al limite dell'impossibile. Jaguar è un pozzo senza fondo, e non è che non abbia materiale tecnico da proporre. Aston Martin ha appena annunciato un passivo di 5 miliardi, se non ricordo male, comunque enorme, e non è che non faccia auto da sogno. Solo che: chi spende 300k per una Aston Martin invece che per una Ferrari? E lo stesso vale per Alfa: il signor Rossi, Mr. Smith o Herr Otto spendono 65k su una Stelvio, che addirittura non è un'Alfa ma una Fiat, o su una X3, per non dire l'orribile X4?
E' un problema di marchio: una volta assimilato a "roba cattiva" la gente andrà sul sicuro e comprerà "roba buona". E quando il marchio è posseduto da un costruttore con fama ancor peggiore (non importa se meritata o no), la lotta diventa impari. Pensare, come da piano Marchionne ufficiale, di risolvere il problema con la meccanica delle emozioni è pia illusione per tanti motivi, in primis per la reputazione. Ad essere sinceri, non so mica se la questione si risolverà; con tutti i soldi che devi buttarci, non fai prima a concentrarti su Jeep, così come JLR sta facendo con Land Rover?
Sostanzialmente concordo con il tuo discorso.
Alfa fini' nelle mani di Fiat perche' da sola, come azienda del gruppo IRI, non riusciva a stare in piedi e aveva sempre bilanci negativi che pesavano sulla casse dello Stato, che a sua volta ci aveva messo del suo nel ribaltare le pianificazioni industriali dell'Alfa e l'operazione Arna fu la ciliegina sulla torta che fece saltare tutto.
Ci fu una certa ripartenza con 156 e 147 a cui non venne dato il dovuto seguito.
Poi il nuovo tentativo con Giulia e Stelvio, 2 ottimi prodotti, ma giunti fuori tempo massimo per un mercato che non poteva/voleva mettere Alfa a livello della Triade.
Vedremo se le nuove Stelvio e Giulia riusciranno a dare un seguito tecnico e qualitativo da premiun a quelle attuali.
L'operazione MIlano, per quanto interessante e importante, si e' concentrata molto sugli interni dove effettivamente sembra di percepire qualcosa in piu' rispetto alla fascia di mercato (... in attesa di vedere dal vivo), mentre all'esterno, pur avendo impostato una linea molto equilibrata e piacevolo, hanno appensatito il tutto con dei barocchismi che non gradisco (vedi fari anteriori e posteriore, lo stemma e maniglie a scomparsa su una piastra eccessivamente grande e antiestetica).
Il tutto poi assomiglia incredibilmente alla Capture, ancor di piu' con il nuovo restyling.
 
Questo obiettivo gli Agnelli lo avevano sin dai tempi della GM, l'ingresso di Marchionne fu dettato principalmente dalla vendita sfumata e quindi dalla necessità di tirare avanti fino al prossimo acquirente 20 anni più tardi.

Dico la mia da alfista della penultima ora. Del marchio ho avuto solo una Giulietta finora col 1.6 Multijet, motore FIAT 100% che di Alfa non ha nulla. Per me ciò che adesso fa da spartitraffico col nuovo corso è la francesizzazione del marchio e del lavoro che ci sta dietro. La Giulietta poteva anche essere una Fiat con sospensioni riviste e un design diverso, ma era una macchina ideata, disegnata, progettata, deliberata e prodotta in Italia, anche come componentistica. Non ho dubbi che anche questa Milano si guidi meglio e con maggior tenuta delle sorelle Avenger e 600, ma dietro chi ci ha lavorato veramente? Non è retorica, è pragmatica considerazione di dove venga creato il valore aggiunto e la ricchezza.

Ti sei risposto con la prima frase, Questo obiettivo [far fare le auto a qualcun altro] gli Agnelli lo avevano già da GM.
Quindi perché stupirsi? E, in fondo, perché sottolinearlo? E' il motivo stesso per cui esiste Stellantis.
Le prossime Giula e Stelvio saranno assemblate a Cassino: a parte il lavoro per gli operai (che sia sempre benedetto) cambia veramente qualcosa? L'assemblaggio è l'ultimo anello della catena del valore, fra l'altro quello che introduce un sacco di costi fissi, quelli che gli Agnelli non volevano piè sostenere (torniamo a bomba)
 
Questo obiettivo gli Agnelli lo avevano sin dai tempi della GM, l'ingresso di Marchionne fu dettato principalmente dalla vendita sfumata e quindi dalla necessità di tirare avanti fino al prossimo acquirente 20 anni più tardi.

Dico la mia da alfista della penultima ora. Del marchio ho avuto solo una Giulietta finora col 1.6 Multijet, motore FIAT 100% che di Alfa non ha nulla. Per me ciò che adesso fa da spartitraffico col nuovo corso è la francesizzazione del marchio e del lavoro che ci sta dietro. La Giulietta poteva anche essere una Fiat con sospensioni riviste e un design diverso, ma era una macchina ideata, disegnata, progettata, deliberata e prodotta in Italia, anche come componentistica. Non ho dubbi che anche questa Milano si guidi meglio e con maggior tenuta delle sorelle Avenger e 600, ma dietro chi ci ha lavorato veramente? Non è retorica, è pragmatica considerazione di dove venga creato il valore aggiunto e la ricchezza.
Quello che tu scrivi in pratica e' gia' storia e pertanto possiamo solo prenderne atto. Qua nel forum era gia' chiaro piu' o meno a tutti che il comando del gruppo sarebbe stato francese, anche perche' come hai scritto tu e' ormai da 2 decenni che gli Agnelli non sono molto interessati.
Ora e' necessario cercare di salvare la filiera produttiva dell'automotive italiano che va dalle principali fabbriche ai piu' piccoli produttori di componentistica molto apprezzati anche dalle case tedesche.
Difficilmente l'italiano medio potra' sostenere la produzione diretta nazionale, visto che, stando agli annunci, sara' sempre piu' improntata a prodotti di fascia medio alta (diciamo oltre i 40K) incompatibili con il potere di acquisto medio (... con la sola eccezione della Panda, che pero' spesso e' la seconda auto).
Secondo me l'Europa deve intervenire per proteggerci dall'invasione cinese, che grazie a condizioni produttive piu' favorevoli, puo' esportare da noi prodotti a prezzi inferiori perche' non hanno gli obblighi che hanno i nostri produttori con i relativi costi che ne conseguono.
 
Ti devo correggere, la ciliegina fu Pomigliano, con Arna il disastro era già stato fatto. Ma questo non cambia nulla
Pomigliano fu l'inizio delle pressioni del governo che portarono all'operazione Alfasud.
L'Arna puo' essere considerato il colpo di grazia, che arrivo' (ben dopo) per volonta' di un politico dei tempi che volle a tutti i costi un nuovo stabilimento in Campania .... anche se il prodotto mancava e oltretutto andava ad inserirsi alla base del segmento dell'Alfasud che poi divento' 33 !!
 
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Sostanzialmente concordo con il tuo discorso.
Alfa fini' nelle mani di Fiat perche' da sola, come azienda del gruppo IRI, non riusciva a stare in piedi e aveva sempre bilanci negativi che pesavano sulla casse dello Stato, che a sua volta ci aveva messo del suo nel ribaltare le pianificazioni industriali dell'Alfa e l'operazione Arna fu la ciliegina sulla torta che fece saltare tutto.
Ci fu una certa ripartenza con 156 e 147 a cui non venne dato il dovuto seguito.
Poi il nuovo tentativo con Giulia e Stelvio, 2 ottimi prodotti, ma giunti fuori tempo massimo per un mercato che non poteva/voleva mettere Alfa a livello della Triade.
Vedremo se le nuove Stelvio e Giulia riusciranno a dare un seguito tecnico e qualitativo da premiun a quelle attuali.
L'operazione MIlano, per quanto interessante e importante, si e' concentrata molto sugli interni dove effettivamente sembra di percepire qualcosa in piu' rispetto alla fascia di mercato (... in attesa di vedere dal vivo), mentre all'esterno, pur avendo impostato una linea molto equilibrata e piacevolo, hanno appensatito il tutto con dei barocchismi che non gradisco (vedi fari anteriori e posteriore, lo stemma e maniglie a scomparsa su una piastra eccessivamente grande e antiestetica).
Il tutto poi assomiglia incredibilmente alla Capture, ancor di piu' con il nuovo restyling.
Alla captur ante restyling ora mitsu asx e i leddini anteriori li hanno anche da anni anche la skoda kamiq e la Suzuki s cross.
 
Ti sei risposto con la prima frase, Questo obiettivo [far fare le auto a qualcun altro] gli Agnelli lo avevano già da GM.
Quindi perché stupirsi? E, in fondo, perché sottolinearlo? E' il motivo stesso per cui esiste Stellantis.
Le prossime Giula e Stelvio saranno assemblate a Cassino: a parte il lavoro per gli operai (che sia sempre benedetto) cambia veramente qualcosa? L'assemblaggio è l'ultimo anello della catena del valore, fra l'altro quello che introduce un sacco di costi fissi, quelli che gli Agnelli non volevano piè sostenere (torniamo a bomba)
Sì che cambia, cambia che è roba di altri prodotta qui nell'ultima fase della creazione della catena del valore. Quando si parla di lavoro si parla sempre e solo di operai e mai di impiegati, ingegneri, progettisti ecc. che sono la testa pensante dell'azienda. A proposito di questi ultimi sono appena stati annunciati altri 700 esuberi di impiegati solo a Mirafiori, è la testa pensante che viene tagliata lasciandoci FORSE il contentino di qualche montaggio di preassemblati da altre parti (il famoso cambio automatico PSA per auto ibride appena lanciato a Mirafiori, già prodotto oltralpe).

Vi faccio una domanda: è più italiana, anzi dà più valore al nostro paese una eventuale Alfa progettata a Parigi e assemblata a Cassino con meccanica francese o l'attuale Fiat Tipo progettata a Torino e assemblata a Bursa con meccanica italiana? Secondo me la seconda.
 
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