dantedr ha scritto:
...Secondo voi a quanto deve arrivare il costo a litro dei carburanti per vedere una sostanziale diminuzione del traffico?...
Io credo che per arrivare
davvero ad imporre
concrete rinunce, per lo meno temporanee, sugli spostamenti NON necessari, il prezzo del carburante dovrebbe
non solo diventare
3-5 volte più alto
ma anche farlo nel giro di
brevissimo tempo, vale a dire una o due settimane, un mese al massimo. Per imporre invece rinunce non temporanee, ovvero a tempo indeterminato, l'aumento dovrebbe essere ancora più ingente, parecchio.
L'esperienza ha
già dimostrato, infatti, che se il prezzo aumenta a dismisura
gradualmente, ovvero nell'arco di alcuni semestri o anni, le rinunce
non si fanno.
Se ad esempio il prezzo improvvisamente
raddoppiasse seccamente, la classica gita domenicale verrebbe a costare 30 o 40 euro in più, che corrispondono più o meno a un pasto in trattoria. Per l'uscita serale il sovrapprezzo sarebbe magari di 10 o 20 euro, cifra che molti frequentatori di locali spendono disinvoltamente.
La
maggior parte delle persone quindi brontolerebbe assai (cosa che nulla costa e anzi in qualche modo gratifica) MA intanto
pagherebbe quegli euro in più (
si vive una volta sola,
chi me lo fa fare,
i soldi non sono tutto nella vita,
dopo una settimana di lavoro...) e non rinuncerebbe alla gita o all'uscita serale.
Nulla di vergognoso o illegittimo, ovviamente. Resta però un particolare,
inconfutabile: non riducendo i propri acquisti e magari pure comprando il carburante nei distributori dai prezzi più alti (senza far caso alle differenze di prezzo oggi innegabilmente esistenti) si
dimostra con i fatti
di accettare gli aumenti e quindi si
contribuisce attivamente a convalidarli e favorirli.
Per questa ragione a me piacerebbe che si brontolasse di meno agendo di più e che chi
sceglie (legittimamente ma consapevolmente) di
proprio nulla fare, contribuendo in tal modo al proliferare delle speculazioni e delle prese per i fondelli, evitasse almeno di brontolare.