EdoMC ha scritto:Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente
: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.
birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
99octane ha scritto:Non e' una soluzione praticabile ne', se e' per quello, intelligente.
La prima cosa che i giovani dovrebbero mettersi in testa e' che devono lasciarsi alle spalle questo mito del "posto fisso" che NON ESISTE.
La seconda cosa che dovrebbero mettersi in testa e' che bisogna essere imprenditori di se stessi, sapersi vendere, sapersi valutare e sapersi migliorare.
Moltissimi cosiddetti "precari" non sanno fare nessuna di queste tre cose, e speran solo che qualcuno, non si capisce bene perche' mai, li assuma in un "posto fisso" che terranno vita natural durante a prescindere dalle loro qualita' e dalle loro capacita'.
Nemmeno piu' in Russia funziona cosi' (e questo sistema si vede dove li ha portati).
E persino in Giappone, dove la cosa aveva radici molto diverse dalla fandonia comunista, e molto piu' profonde, il posto fisso e' scomparso.
In Italia, una classe politica priva di doti ha capito molto tempo fa che uno dei sistemi migliori per garantirsi il potere e' garantire alle masse (che sono per loro natura pigre e svogliate, perche' semplicemente e' nell'indole umana esserlo) un'esistenza apparentemente priva di preoccupazioni e con infinite garanzie.
Il tutto, naturalmente, garantendo tutto a una porzione di popolazione sufficiente ad assicurarsi una base elettorale granitica, a scapito di tutti gli altri e dell'intero paese.
Solo che, a furia di "garantire" tutto, (cosa palesemente impossibile perche' irrealizzabile) la bolla di sapone e' scoppiata.
Ora si puo' solo cercare di andare avanti perche' indietro, questo e' poco ma sicuro, non si torna.
La cosa migliore e' capire che la situazione e' cambiata, e non lasciarsi incantare da chi promette che e' possibile tornare ai vecchi sistemi. Chi riesce a farlo ne trae i meritati vantaggi. Prima apriamo gli occhi, meglio vivremo!
belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
elancia75 ha scritto:belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).
migliazziblu ha scritto:belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
Puo' esistere il concetto di qualita' della vita disgiunto dalla soddisfazione di se stessi?
Grazie Ciao
belpietro ha scritto:elancia75 ha scritto:belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).
il "posto di lavoro" è già un modo di dire che esprime in pieno la insoddisfazione di chi lo desidera.
ovvero, mi interessa "il posto", un "luogo" da occupare al ristretto fine di far arrivare il ventisette.
che altro senso sentire parlare di "lavoro": ovvero l'espressione della tua personale capacità e inclinazione.
a me piace il mio "lavoro", mi soddisfa e mi esprime, e lo faccio con passione; lo farei anche da dipendente, se mi andasse male come professionista titolare dello studio.
per me quello che conta è quello che faccio, non dove e in che condizione organizzativa.
per me conta avere un "lavoro", cioè una capacità e la possibilità di esercitarla.
un altro può legittimamente preferire il "posto". come quelli che fanno tutti i concorsi pubblici, indifferentemente da qual'è la mansione per cui c'è il bando.
credo che legare la qualità della vita al solo "posto" non sia una regola generale; andrà bene per qualcuno, ma non per tutti.
belpietro ha scritto:elancia75 ha scritto:belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).
il "posto di lavoro" è già un modo di dire che esprime in pieno la insoddisfazione di chi lo desidera.
ovvero, mi interessa "il posto", un "luogo" da occupare al ristretto fine di far arrivare il ventisette.
che altro senso sentire parlare di "lavoro": ovvero l'espressione della tua personale capacità e inclinazione.
a me piace il mio "lavoro", mi soddisfa e mi esprime, e lo faccio con passione; lo farei anche da dipendente, se mi andasse male come professionista titolare dello studio.
per me quello che conta è quello che faccio, non dove e in che condizione organizzativa.
per me conta avere un "lavoro", cioè una capacità e la possibilità di esercitarla.
un altro può legittimamente preferire il "posto". come quelli che fanno tutti i concorsi pubblici, indifferentemente da qual'è la mansione per cui c'è il bando.
credo che legare la qualità della vita al solo "posto" non sia una regola generale; andrà bene per qualcuno, ma non per tutti.
elancia75 ha scritto:belpietro ha scritto:birillo21 ha scritto:Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.
mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.
Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).
elancia75 ha scritto:EdoMC ha scritto:elancia75 ha scritto:EdoMC ha scritto:Io sono uno dei giovani di cui parla l'articolo. Non sono ancora laureato, sono in tesi, ma aiuto comunque il mio docente relatore (e non solo lui) in alcune mansioni che egli, per mancanza di tempo, non può svolgere. Solitamente faccio da responsabile di cantiere agli scavi archeologici del quale è direttore dei lavori (sono più di uno, ognuno affidato ad uno studente con particolare esperienza), ma mi è capitato anche diverse volte di coadiuvarlo tenendo delle lezioni in alcuni seminari. Ovviamente gratis. Perchè lo faccio? il curriculum che ho maturato facendo queste esperienze mi ha permesso di trovare un part time in un museo, allestisco le vetrine e le mostre, creo i pannelli illustrativi e i pieghevoli, ma soprattutto ho accesso libero ai magazzini, che mi viene comodissimo se necessito di visionare o cercare qualche reperto utile per la mia tesi. Inoltre ho delle collaborazioni con alcune riviste del settore, insomma, indirettamente qualche soldo mi viene in tasca, non grandi cose, ma quanto basta per poter studiare senza gravare troppo sulle tasche dei miei genitori e per potermi togliere qualche sfizio (tipo il mantenimento della macchina che mi hanno regalato, peraltro indispensabile se voglio collaborare). Inoltre, la fiducia che mi dimostra il professore, la possibilità di poter esprimere una mia opinione, discutere con lui dandosi del tu, mi gratifica e non poco. Inoltre, la settimana scorsa siamo stati a Pompei ed Ercolano, e abbiamo avuto accesso a delle zone normalmente chiuse, delle zone che non sono visitabili se non da addetti ai lavori: sembra una cavolata, ma per me vuol dire tanto, per confronto, sarebbe come guidare una Bugatti Veyron per un appassionato di automobili. Infine, il lavoro e le mansioni he i danno da fare, mi piacciono e mi divertono. Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.
E meno male che ci sono quelli come te, ti stimo, sul serio.
Io, all'opposto, non riconosco in molti casi la legge per cui uno che lavora o presta servizio lo deve fare gratis, forse anche perchè non ho trovato alla facoltà di architettura di Firenze luminari benevoli, anni fa.
Per ora ho un posto "fisso" in uno studio tecnico, ma la gratificazione è poca perchè oltre alla busta paga si vorrebbe intraprendere un percorso che, soprattutto adesso, è impossibile.
P.S. La villa dei Misteri va assolutamente protetta meglio... Pompei casca a pezzi!
Grazie! Come giustamente dici dipende anche dal docente che si trova. Se dovessi aiutare un professore a fare le fotocopie, portare registri e ripetere delle sue lezioni come un pappagallo, sicuramente non sarei così propenso a lavorare gratis, nel mio curriculum voglio scrivere le cose concrete che faccio, non un generico "assistenza al docente". Colui che mi segue, oltre ad essere un luminare, è una persona che sa darmi soddisfazione, mi affida delle esponsabilità, le lezioni di archeoeconomia che ho tenuto ai seminari le ho preparate da solo, ho realizzato i power point, lui li ha solo controllati e mi ha suggerito poche correzioni. Discorso analogo per gli scavi: facciamo degli incontri prima dell'apertura del cantiere per concordare le strategie d'indagine, dopo ho la piena libertà di agire come ritengo più opportuno, ogni tanto egli viene a controllare, e vediamo insieme come proseguire. Insomma, mi sento responsabilizzato e percepisco una fiducia che mi invoglia a continuare. Quanto a Pompei, rispetto a qualche anno fa ho visto enormi progressi, passi da gigante, anche perchè adesso la Packard Bell elargisce ingenti fondi per i restauri (molti più di quelli stanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali). Villa dei Misteri mi è sembrata in buone condizioni di tutela, ma è veramente povera per quanto riguarda la valorizzazione: nessun impianto di illuminazione, gli affreschi si vedono a malapena nel buio della stanza, penso che un buon impianto a led sul pavimento possa fornire la giusta quantità di luce senza enormi consumi energetici e senza essere troppo agressiva sui dipinti. Ercolano, invece, ha problemi di muffe e alghe sui muri, e come valorizzazione fa pena: ha l'impianto termale meglio conservato al mondo (quello della piazza di Marco Nonio Balbo, non quelle maschili e femminili) , è rimasta addirittura la legna carbonizzata dentro i praefurnia che riscaldavano le vasche, ed è inconcepibile che non sia aperto al pubblico! Io ho avuto la fortuna di vederlo, ma dvrebbe essere aperto a tutti, altrimenti i soldi per la conservazione sono butttati via se forniscono un servizio solo ad una élite!
Ma è vero che una turista americana ha staccato il fallo del Fauno tempo fa?
Sarebbe bello proporre una ricostruzione multimediale dinamica all'esterno dei monumenti e delle ville, su degli schermi ultrapiatti e seminascosti, ovviamente illuminati e videosorvegliati. Ma... quanti soldi ci vorrebbero?
So che a Ercolano c'è un museo multimediale...
belpietro ha scritto:EdoMC ha scritto:Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente
: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.
eccololì. :thumbup:
peccato ci siano solo 5 stelle.
dalla mia esperienza universitaria molti 110 e lode sono costretti a rimanere nell'ambito universitario per il motivo che sono totalmente ignoranti della loro professione e della loro qualifica di laurea (per colpa non loro ma dell'università)elancia75 ha scritto:Non alludo purtroppo a un dente (pre-cariato) da curare, bensì alla solita malattia nota del nostro Paese.
Ecco un articolo relativo alla marea sommersa di "assistenti" universitari che, pur di fare curriculum e stare attaccati al carrozzone, si svendono ai "luminari".
Questi fantasmi, però, non prendono 30 euro l'ora in nero come altri sommersi.
Anche se direte che costoro devono andare a fare i muratori o i tornitori, la situazione mi sembra a dir poco squallida.
http://www.repubblica.it/scuola/2010/04/27/news/collaboratori_universitari_nascosti-3661506/
Edo, fai bene a fare così, vedrai che la tua professionalità e la tua tenacia verranno premiate. :thumbup:EdoMC ha scritto:belpietro ha scritto:EdoMC ha scritto:Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente
: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.
eccololì. :thumbup:
peccato ci siano solo 5 stelle.
Grazie! l'articolo non mi è piaciuto moltissimo, in quanto realizzato, forse, da qualcuno che non vive questa situazione: vede la cosa in maniera negativa, pensando solamente al alto pecuniario ed occupazionale della questione, non dal lato culturale ed emozionale. Non nego ci sia qualcuno che lo fa pensando al futuro, però, almeno dal mio punto di vista, si fa pensando al presente, a tutto ciò che si può imparare, a delle capacità che, se si riuscirà a fare il lavoro a cui si mira, verranno senz'altro utili. Tanto più oggi, dove, come giustamente dice 99Octane, bisogna essere imprenditori di sè stessi: così facendo, facciamo della nostra persona un buon prodotto da piazzare sul mercato del lavoro, una prodotto che è più semplice da vendere, appunto per la maggior preparazione e polivalenza che offre.
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