<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> A proposito di precariato. | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

A proposito di precariato.

Non capisco tutta sta gente che vuole lavorare nello statale
Sono sfruttati sotto pagati e precari...
Non sara' perche non si fa' un ca....??????
 
EdoMC ha scritto:
Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente
: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.

eccololì. :thumbup:

peccato ci siano solo 5 stelle.
 
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).
 
99octane ha scritto:
Non e' una soluzione praticabile ne', se e' per quello, intelligente.
La prima cosa che i giovani dovrebbero mettersi in testa e' che devono lasciarsi alle spalle questo mito del "posto fisso" che NON ESISTE.
La seconda cosa che dovrebbero mettersi in testa e' che bisogna essere imprenditori di se stessi, sapersi vendere, sapersi valutare e sapersi migliorare.
Moltissimi cosiddetti "precari" non sanno fare nessuna di queste tre cose, e speran solo che qualcuno, non si capisce bene perche' mai, li assuma in un "posto fisso" che terranno vita natural durante a prescindere dalle loro qualita' e dalle loro capacita'.
Nemmeno piu' in Russia funziona cosi' (e questo sistema si vede dove li ha portati).
E persino in Giappone, dove la cosa aveva radici molto diverse dalla fandonia comunista, e molto piu' profonde, il posto fisso e' scomparso.
In Italia, una classe politica priva di doti ha capito molto tempo fa che uno dei sistemi migliori per garantirsi il potere e' garantire alle masse (che sono per loro natura pigre e svogliate, perche' semplicemente e' nell'indole umana esserlo) un'esistenza apparentemente priva di preoccupazioni e con infinite garanzie.
Il tutto, naturalmente, garantendo tutto a una porzione di popolazione sufficiente ad assicurarsi una base elettorale granitica, a scapito di tutti gli altri e dell'intero paese.
Solo che, a furia di "garantire" tutto, (cosa palesemente impossibile perche' irrealizzabile) la bolla di sapone e' scoppiata.
Ora si puo' solo cercare di andare avanti perche' indietro, questo e' poco ma sicuro, non si torna.
La cosa migliore e' capire che la situazione e' cambiata, e non lasciarsi incantare da chi promette che e' possibile tornare ai vecchi sistemi. Chi riesce a farlo ne trae i meritati vantaggi. Prima apriamo gli occhi, meglio vivremo!

Anch'io questa volta non quoto, perlomeno non tutto.
Certo, il posto fisso come l'avevano i nostri genitori non tornerà più. Ma dopo un decennio non arriva neanche la flessibilità "buona". La generazione 1000 euro non è una barzelletta, esiste purtroppo. Quando vieni ricattato (perchè di questo si tratta) per anni con la minaccia di non vederti rinnovato il contratto a progetto (che non ti tutela in NIENTE) nonostante gli studi ecc., alla prima occasione di posto fisso ti ci attacchi come una cozza, niente e nessuno ti schioderà mai più da li. Siamo arrivati ad un punto ancora peggiore di prima, si passa da un estremo all'altro.
Questa, a parer mio, è la sconfitta di una società che di fronte alle sfide della globalizzazione risponde in maniera inadeguata ed invece di tentare strade nuove si adatta e scende al livello dei paesi emergenti per fargli concorrenza. Signori la nostra società sta regredendo, stiamo facendo un passo indietro. Noi giovani siamo la prima generazione che sta peggio della precedente dal dopoguerra. Siamo l'ultima generazione che verserà i contributi fino all'ultimo cent senza mai percepire la pensione che gli spetterebbe. Siamo quelli che per la prima volta hanno provato sulla propria pelle i diritti dei lavoratori non migliorati ma invece ridimensionati senza avere nulla in cambio ed anzi il più delle volte con stipendi più bassi. Stiamo subendo la crisi come una badilata in faccia.
Va bene non fidarsi di chi promette di tornare ai vecchi sistemi, ma così è troppo.
A me è anche andata bene, ma i miei coetanei li vedo come stanno... di prediche e pacche sulle spalle ne abbiamo avute a sufficienza, ora le tollero solo da chi sta passando ciò che passiamo noi quotidianamente. Detto da altri è solo aria fritta.
Questa ultima considerazione non è per te octane, sai bene che nutro il massimo rispetto per le tue opinioni. Il discorso è in generale. Siamo stufi di sentirci dire che bisogna sapersi vendere quando non si sa nemmeno se si riuscirà a pagare l'affitto il mese prossimo. Capisciammè! ;)
 
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Puo' esistere il concetto di qualita' della vita disgiunto dalla soddisfazione di se stessi?
Grazie Ciao
 
elancia75 ha scritto:
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).

il "posto di lavoro" è già un modo di dire che esprime in pieno la insoddisfazione di chi lo desidera.
ovvero, mi interessa "il posto", un "luogo" da occupare al ristretto fine di far arrivare il ventisette.

che altro senso sentire parlare di "lavoro": ovvero l'espressione della tua personale capacità e inclinazione.

a me piace il mio "lavoro", mi soddisfa e mi esprime, e lo faccio con passione; lo farei anche da dipendente, se mi andasse male come professionista titolare dello studio.
per me quello che conta è quello che faccio, non dove e in che condizione organizzativa.

per me conta avere un "lavoro", cioè una capacità e la possibilità di esercitarla.
un altro può legittimamente preferire il "posto". come quelli che fanno tutti i concorsi pubblici, indifferentemente da qual'è la mansione per cui c'è il bando.
credo che legare la qualità della vita al solo "posto" non sia una regola generale; andrà bene per qualcuno, ma non per tutti.
 
migliazziblu ha scritto:
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Puo' esistere il concetto di qualita' della vita disgiunto dalla soddisfazione di se stessi?
Grazie Ciao

secondo me, senza soddisfazione di se stessi la qualità della vita è parecchio peggiorata.

prego, ciao.
 
belpietro ha scritto:
elancia75 ha scritto:
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).

il "posto di lavoro" è già un modo di dire che esprime in pieno la insoddisfazione di chi lo desidera.
ovvero, mi interessa "il posto", un "luogo" da occupare al ristretto fine di far arrivare il ventisette.

che altro senso sentire parlare di "lavoro": ovvero l'espressione della tua personale capacità e inclinazione.

a me piace il mio "lavoro", mi soddisfa e mi esprime, e lo faccio con passione; lo farei anche da dipendente, se mi andasse male come professionista titolare dello studio.
per me quello che conta è quello che faccio, non dove e in che condizione organizzativa.

per me conta avere un "lavoro", cioè una capacità e la possibilità di esercitarla.
un altro può legittimamente preferire il "posto". come quelli che fanno tutti i concorsi pubblici, indifferentemente da qual'è la mansione per cui c'è il bando.
credo che legare la qualità della vita al solo "posto" non sia una regola generale; andrà bene per qualcuno, ma non per tutti.

Concordo con te belpi, sono dello stesso avviso.
Però il problema che vedo io non è questo. Quando mancano le basi per vedere al futuro anche solo a breve termine questo discorso viene in secondo piano. Il problema dei giovani non è tanto nel non avere il contratto a tempo indeterminato quanto il non avere la minima sicurezza del domani per costruire un progetto di vita, una famiglia, una casa. Se non hai questo il resto viene in secondo piano. ;)
 
belpietro ha scritto:
elancia75 ha scritto:
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).

il "posto di lavoro" è già un modo di dire che esprime in pieno la insoddisfazione di chi lo desidera.
ovvero, mi interessa "il posto", un "luogo" da occupare al ristretto fine di far arrivare il ventisette.

che altro senso sentire parlare di "lavoro": ovvero l'espressione della tua personale capacità e inclinazione.

a me piace il mio "lavoro", mi soddisfa e mi esprime, e lo faccio con passione; lo farei anche da dipendente, se mi andasse male come professionista titolare dello studio.
per me quello che conta è quello che faccio, non dove e in che condizione organizzativa.

per me conta avere un "lavoro", cioè una capacità e la possibilità di esercitarla.
un altro può legittimamente preferire il "posto". come quelli che fanno tutti i concorsi pubblici, indifferentemente da qual'è la mansione per cui c'è il bando.
credo che legare la qualità della vita al solo "posto" non sia una regola generale; andrà bene per qualcuno, ma non per tutti.

Concordo appieno con quanto scrivi, ma il posto non è necessariamente un punto di arrivo, può essere anche uno strumento di garanzia per incorporare un giovane in un'azienda.
Se i miei titolari mi dicessero di aprire partita I.v.a. domattina, lo farei al volo se ci fossero adesso dei lavori importanti da fatturare.
Avrei più libertà magari di prendere iniziative di collaborazioni che ora mi sono impossibili.
In molti studi costringono invece a fatturare ma di fatto sei un dipendente e se collabori fuori sono caxxi tuoi. :?
 
elancia75 ha scritto:
belpietro ha scritto:
birillo21 ha scritto:
Senza il posto fisso non esiste il concetto di qualità della vita.

mah, io il posto fisso non ce l'ho e ti assicuro che la mia qualità delle vita è ampiamente soddisfacente.

Scusa se mi intrometto, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano.
Anche Berlusconi non ha un posto fisso ed ha 5 figli da mantenere, che discorsi.
Se però uno si fa un giretto presso qualche realtà che sta diciamo (alla base) magari si rende conto che il posto di lavoro diventa quell'unità minima, quel mattone senza il quale costruire una società basata su di esso è impossibile.
Il senso del post che ho colto io è quello, qui non si tratta di atteggiarsi a radical-chic ma di rendersi conto che ci sono realtà per le quali le logiche di speculazione e di mercato devono valere fino ad un certo punto, quando c'è di mezzo la vita delle persone (persone oneste).

c'è chi vuole una società (nella sua parte medio bassa, quindi numericamente la maggior parte di essa ma questo si sa conta in una democrazia non in una plutocrazia come la nostra) completamente allo sbando, il mercato e le sue speculazioni regnano imperanti ormai, un approcio "umano" alla questione è da riservarsi solo a comunisti mangiatori di bambini che ormai pochi mettono al mondo anche a causa dell'insicurezza per il futuro, i comunisti quindi mangiano poco ormai...ah no...ci sono gli extracomunitari che mettono al mondo incuranti delle questioni economiche, bene volete l'eurabia? l'avrete!
 
elancia75 ha scritto:
EdoMC ha scritto:
elancia75 ha scritto:
EdoMC ha scritto:
Io sono uno dei giovani di cui parla l'articolo. Non sono ancora laureato, sono in tesi, ma aiuto comunque il mio docente relatore (e non solo lui) in alcune mansioni che egli, per mancanza di tempo, non può svolgere. Solitamente faccio da responsabile di cantiere agli scavi archeologici del quale è direttore dei lavori (sono più di uno, ognuno affidato ad uno studente con particolare esperienza), ma mi è capitato anche diverse volte di coadiuvarlo tenendo delle lezioni in alcuni seminari. Ovviamente gratis. Perchè lo faccio? il curriculum che ho maturato facendo queste esperienze mi ha permesso di trovare un part time in un museo, allestisco le vetrine e le mostre, creo i pannelli illustrativi e i pieghevoli, ma soprattutto ho accesso libero ai magazzini, che mi viene comodissimo se necessito di visionare o cercare qualche reperto utile per la mia tesi. Inoltre ho delle collaborazioni con alcune riviste del settore, insomma, indirettamente qualche soldo mi viene in tasca, non grandi cose, ma quanto basta per poter studiare senza gravare troppo sulle tasche dei miei genitori e per potermi togliere qualche sfizio (tipo il mantenimento della macchina che mi hanno regalato, peraltro indispensabile se voglio collaborare). Inoltre, la fiducia che mi dimostra il professore, la possibilità di poter esprimere una mia opinione, discutere con lui dandosi del tu, mi gratifica e non poco. Inoltre, la settimana scorsa siamo stati a Pompei ed Ercolano, e abbiamo avuto accesso a delle zone normalmente chiuse, delle zone che non sono visitabili se non da addetti ai lavori: sembra una cavolata, ma per me vuol dire tanto, per confronto, sarebbe come guidare una Bugatti Veyron per un appassionato di automobili. Infine, il lavoro e le mansioni he i danno da fare, mi piacciono e mi divertono. Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.

E meno male che ci sono quelli come te, ti stimo, sul serio.

Io, all'opposto, non riconosco in molti casi la legge per cui uno che lavora o presta servizio lo deve fare gratis, forse anche perchè non ho trovato alla facoltà di architettura di Firenze luminari benevoli, anni fa.
Per ora ho un posto "fisso" in uno studio tecnico, ma la gratificazione è poca perchè oltre alla busta paga si vorrebbe intraprendere un percorso che, soprattutto adesso, è impossibile.

P.S. La villa dei Misteri va assolutamente protetta meglio... Pompei casca a pezzi!

Grazie! Come giustamente dici dipende anche dal docente che si trova. Se dovessi aiutare un professore a fare le fotocopie, portare registri e ripetere delle sue lezioni come un pappagallo, sicuramente non sarei così propenso a lavorare gratis, nel mio curriculum voglio scrivere le cose concrete che faccio, non un generico "assistenza al docente". Colui che mi segue, oltre ad essere un luminare, è una persona che sa darmi soddisfazione, mi affida delle esponsabilità, le lezioni di archeoeconomia che ho tenuto ai seminari le ho preparate da solo, ho realizzato i power point, lui li ha solo controllati e mi ha suggerito poche correzioni. Discorso analogo per gli scavi: facciamo degli incontri prima dell'apertura del cantiere per concordare le strategie d'indagine, dopo ho la piena libertà di agire come ritengo più opportuno, ogni tanto egli viene a controllare, e vediamo insieme come proseguire. Insomma, mi sento responsabilizzato e percepisco una fiducia che mi invoglia a continuare. Quanto a Pompei, rispetto a qualche anno fa ho visto enormi progressi, passi da gigante, anche perchè adesso la Packard Bell elargisce ingenti fondi per i restauri (molti più di quelli stanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali). Villa dei Misteri mi è sembrata in buone condizioni di tutela, ma è veramente povera per quanto riguarda la valorizzazione: nessun impianto di illuminazione, gli affreschi si vedono a malapena nel buio della stanza, penso che un buon impianto a led sul pavimento possa fornire la giusta quantità di luce senza enormi consumi energetici e senza essere troppo agressiva sui dipinti. Ercolano, invece, ha problemi di muffe e alghe sui muri, e come valorizzazione fa pena: ha l'impianto termale meglio conservato al mondo (quello della piazza di Marco Nonio Balbo, non quelle maschili e femminili) , è rimasta addirittura la legna carbonizzata dentro i praefurnia che riscaldavano le vasche, ed è inconcepibile che non sia aperto al pubblico! Io ho avuto la fortuna di vederlo, ma dvrebbe essere aperto a tutti, altrimenti i soldi per la conservazione sono butttati via se forniscono un servizio solo ad una élite!

Ma è vero che una turista americana ha staccato il fallo del Fauno tempo fa?
Sarebbe bello proporre una ricostruzione multimediale dinamica all'esterno dei monumenti e delle ville, su degli schermi ultrapiatti e seminascosti, ovviamente illuminati e videosorvegliati. Ma... quanti soldi ci vorrebbero?
So che a Ercolano c'è un museo multimediale...

non conoscevo quell'aneddoto! La tua idea è interessante ed assolutamente realizzabile, essendo la Packard Bell produttrice di PC potrebbe fornire software e materiale. Anche perchè tanti dei precari di cui parla il topic, con un po' di formazione informatica, farebbero la fila per poter realizzare queste ricostruzioni, anche gratuitamente, io per primo, se fornissero vitto e alloggio. Il problema è appunto che dovrebbero essere sorvegliati, e un custode costa. Secondo me, però, sarebbe interesssante anche fare un team di giovani archeologi e architetti e ricostruire alcune case con criterio scientifico; gli archeologi studierebbero le tecniche costruttive e la loro applicazione, gli architetti, invece, si occuperebbero del progetto di produzione. Darebbe lavoro a diverse persone di ogni qualifica, dagli archeologi, agli architetti ai muratori fino ai maestri d'ascia per realizzare i ponteggi.
 
belpietro ha scritto:
EdoMC ha scritto:
Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente
: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.

eccololì. :thumbup:

peccato ci siano solo 5 stelle.

Grazie! l'articolo non mi è piaciuto moltissimo, in quanto realizzato, forse, da qualcuno che non vive questa situazione: vede la cosa in maniera negativa, pensando solamente al alto pecuniario ed occupazionale della questione, non dal lato culturale ed emozionale. Non nego ci sia qualcuno che lo fa pensando al futuro, però, almeno dal mio punto di vista, si fa pensando al presente, a tutto ciò che si può imparare, a delle capacità che, se si riuscirà a fare il lavoro a cui si mira, verranno senz'altro utili. Tanto più oggi, dove, come giustamente dice 99Octane, bisogna essere imprenditori di sè stessi: così facendo, facciamo della nostra persona un buon prodotto da piazzare sul mercato del lavoro, una prodotto che è più semplice da vendere, appunto per la maggior preparazione e polivalenza che offre.
 
elancia75 ha scritto:
Non alludo purtroppo a un dente (pre-cariato) da curare, bensì alla solita malattia nota del nostro Paese.

Ecco un articolo relativo alla marea sommersa di "assistenti" universitari che, pur di fare curriculum e stare attaccati al carrozzone, si svendono ai "luminari".

Questi fantasmi, però, non prendono 30 euro l'ora in nero come altri sommersi.

Anche se direte che costoro devono andare a fare i muratori o i tornitori, la situazione mi sembra a dir poco squallida.

http://www.repubblica.it/scuola/2010/04/27/news/collaboratori_universitari_nascosti-3661506/
dalla mia esperienza universitaria molti 110 e lode sono costretti a rimanere nell'ambito universitario per il motivo che sono totalmente ignoranti della loro professione e della loro qualifica di laurea (per colpa non loro ma dell'università)
in poche parole laureati con 110 e lode in informatica non sono capaci a fare un semplice programmino quindi o nel carrozzono o ...
 
EdoMC ha scritto:
belpietro ha scritto:
EdoMC ha scritto:
Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente
: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.

eccololì. :thumbup:

peccato ci siano solo 5 stelle.

Grazie! l'articolo non mi è piaciuto moltissimo, in quanto realizzato, forse, da qualcuno che non vive questa situazione: vede la cosa in maniera negativa, pensando solamente al alto pecuniario ed occupazionale della questione, non dal lato culturale ed emozionale. Non nego ci sia qualcuno che lo fa pensando al futuro, però, almeno dal mio punto di vista, si fa pensando al presente, a tutto ciò che si può imparare, a delle capacità che, se si riuscirà a fare il lavoro a cui si mira, verranno senz'altro utili. Tanto più oggi, dove, come giustamente dice 99Octane, bisogna essere imprenditori di sè stessi: così facendo, facciamo della nostra persona un buon prodotto da piazzare sul mercato del lavoro, una prodotto che è più semplice da vendere, appunto per la maggior preparazione e polivalenza che offre.
Edo, fai bene a fare così, vedrai che la tua professionalità e la tua tenacia verranno premiate. :thumbup:
Immagino che cmq tu abbia una famiglia alle spalle che ti ha aiutato, se non ora, in passato. Oltre a ciò permettimi di dirti che per fare ciò che fai devi essere diciamo "sopra la media", non è una cosa alla portata di tutti.
Anch'io me la cavo meglio di tanti coetanei, ma vedo che i giovani che ce la fanno non dico a d emergere, ma perlomeno ad essere indipendenti (vivere da soli, pagarsi le bollette, l'assicurazione, la benzina, il cibo ecc.) o sono "sopra la media" o vanno all'estero o sono raccomandati, di li non si scappa. La moltitudine di "persone normali" si rassegna a passare di contratto in contratto e a procrastinare tutto, la casa, il matrimonio, i figli... :(
 
Back
Alto