Io sono uno dei giovani di cui parla l'articolo. Non sono ancora laureato, sono in tesi, ma aiuto comunque il mio docente relatore (e non solo lui) in alcune mansioni che egli, per mancanza di tempo, non può svolgere. Solitamente faccio da responsabile di cantiere agli scavi archeologici del quale è direttore dei lavori (sono più di uno, ognuno affidato ad uno studente con particolare esperienza), ma mi è capitato anche diverse volte di coadiuvarlo tenendo delle lezioni in alcuni seminari. Ovviamente gratis. Perchè lo faccio? il curriculum che ho maturato facendo queste esperienze mi ha permesso di trovare un part time in un museo, allestisco le vetrine e le mostre, creo i pannelli illustrativi e i pieghevoli, ma soprattutto ho accesso libero ai magazzini, che mi viene comodissimo se necessito di visionare o cercare qualche reperto utile per la mia tesi. Inoltre ho delle collaborazioni con alcune riviste del settore, insomma, indirettamente qualche soldo mi viene in tasca, non grandi cose, ma quanto basta per poter studiare senza gravare troppo sulle tasche dei miei genitori e per potermi togliere qualche sfizio (tipo il mantenimento della macchina che mi hanno regalato, peraltro indispensabile se voglio collaborare). Inoltre, la fiducia che mi dimostra il professore, la possibilità di poter esprimere una mia opinione, discutere con lui dandosi del tu, mi gratifica e non poco. Inoltre, la settimana scorsa siamo stati a Pompei ed Ercolano, e abbiamo avuto accesso a delle zone normalmente chiuse, delle zone che non sono visitabili se non da addetti ai lavori: sembra una cavolata, ma per me vuol dire tanto, per confronto, sarebbe come guidare una Bugatti Veyron per un appassionato di automobili. Infine, il lavoro e le mansioni he i danno da fare, mi piacciono e mi divertono. Dunque, nessun do ut des, nessuna aspirazione ad un posto fisso, che sono consapevole di non poter ottenere perchè non ho "il cardinale", bensì è tempo investito in esperienze che ritengo splendide, che mi gratificano e mi appagano, che mi arricchiscono culturalmente: forse andrò a fare l'operaio in futuro, ma lo farò a testa alta, consapevole di non aver buttato la mia gioventù in acol e droga, ma di averla impiegata per svolgere il lavoro che mi piace fare.