<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Denatalità e scuola. | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Denatalità e scuola.

Dal sole 24 ore di oggi:

"Denatalità A settembre persi altri 134mila studenti Il nuovo anno scolastico si aprirà con oltre 134mila studenti in meno tra i banchi. Per rendere l’idea è come se a settembre sparisse un’intera città come Ferrara. Oppure Salerno, o Latina.
Il problema nasce dalle culle vuote:
negli ultimi cinque anni le nascite so-no passate dalle 420.084 censite nel 2019 alle circa 380mila del 2023 (nel 2024 si scende ancora a circa 370mila). Il frutto amaro della dena-talità si vede soprattutto nel primo ci-clo, vale a dire dall’infanzia alle scuole medie. Arriva anche il primo effetto sugli organici: quest’anno, per la pri-ma volta, come previsto dall’ultima legge di bilancio, le cattedre si sono ridotte di 5.660 unità (se consideriamo i 1.886 docenti in più sul sostegno, il calo è di circa 3.800 cattedre)."

A questo punto anche se ci fosse una bacchetta magica domani mattina a risistemare le cose abbisogmeremmo di almeno 15-20 anni per rendere "produttivi" i nuovi nati...

Nei passeggini si portano a spasso i cani. Quando si lamentano li prendono in braccio. Ma come siamo arrivati a questo punto?
 
Non voglio buttare la croce addosso ai nonni o aspiranti nonni però questa la devo scrivere.
A un ragazzo che conosco (io sono di parte ma mi sbilancio a dire che non è il figlio peggiore che poteva capitare ai genitori,non è un tossico non ha messo incinta nessuna non è uno scriteriato ha un lavoro) il padre ha detto che se tornasse indietro si farebbe prete.
Lo stesso padre parlando con gli amici,e si sa che spesso si parla dei figli vantando i traguardi raggiunti,si è lamentato che a differenza dei figli degli altri il suo non si è ancora deciso a mettere su famiglia.
A me un contesto simile farebbe venire da ridere se non fosse che invece c'è da piangere.
È come dire a qualcuno mettere al mondo dei figli mi ha rovinato la vita,cosa aspetti a rovinartela anche tu?
 
Non voglio buttare la croce addosso ai nonni o aspiranti nonni però questa la devo scrivere.
A un ragazzo che conosco (io sono di parte ma mi sbilancio a dire che non è il figlio peggiore che poteva capitare ai genitori,non è un tossico non ha messo incinta nessuna non è uno scriteriato ha un lavoro) il padre ha detto che se tornasse indietro si farebbe prete.
Lo stesso padre parlando con gli amici,e si sa che spesso si parla dei figli vantando i traguardi raggiunti,si è lamentato che a differenza dei figli degli altri il suo non si è ancora deciso a mettere su famiglia.
A me un contesto simile farebbe venire da ridere se non fosse che invece c'è da piangere.
È come dire a qualcuno mettere al mondo dei figli mi ha rovinato la vita,cosa aspetti a rovinartela anche tu?
Guarda che farsi prete non vuol dire non avere figli:emoji_joy:
A parte la battuta, certe volte si dicono frasi fatte: Poi bisogna vedere gli altri come crescono la famiglia. Sono esempi che a me non sono mai piaciuti. Ognuno fa la sua vita come meglio crede e gli esempi che ha avuto. Mai obbligare un figlio a fare qualche cosa. Cosa devo dire a mia figlia che fuma, di smettere di fumare quando io ho fumato fino oltre i 50 anni? La mia seconda mi assomiglia caratterialmente e quando era piccolo o adolescente la sgridavo. Però mi trovavo in difficoltà, perchè io ero come lei, ma come genitore si hanno dei doveri. Ho pensato più a farle crescere con gli esempi di vita mia e di mia moglie. Certo che se avessero avuto genitori che si triavano i piatti non penso che avrebbero avuto voglia di metter su famiglia
 
Si in effetti è vero che una cosa non esclude l'altra.
Però fatico veramente a capire come facciano certi genitori a non rendersi conto che il loro esempio influenza in maniera determinante i figli.
 
Diciamoci anche una cosa. I giovani d'oggi preferiscono godersi la vita, non certo stare in casa con un pargolo che frigna. Basta andare in una grande città e vedere quanta persone di una certa età sono in giro fino a notte. Di giorno lavoro di sera mi diverto, non ho certo tempo per stare in casa con figli. E poi vuoi mettere le seccature dell'asilo e poi scuola e poi l'adolescenza e poi, e poi ....... Si pensa solo all'oggi e mai al domani quando non si avrà più l'età per uscire e si resterà a casa soli soletti a guardare la tv.
Non credo proprio, i giovani d'oggi non sono quelli che fanno gli infliuencer, che fanno aperitivi a gogò o che vogliono viaggiare tutto l'anno, non facciamoci traviare da quelli che hanno più esposizione mediatica.
Al giorno d'oggi , al di fuori dei casi in cui i figli non arrivano per motivi indipendenti dalla volontà individuale, i figli sono un costo enorme, perchè lo stato non riesce a garantirti degli asili a prezzi umani (come avviene all'estero), non incentiva a far figli (bussate alla Germania per capire cosa significhi incentivare).
Per non parlare del cambiamento epocale degli stili di vita. Una volta anche senza asilo il figlio\a rimaneva a casa con la mamma o coi nonni. Oggi sia mamma che nonni sono in prevalenza ancora al lavoro, e quindi a chi lo lasci?
 
C'è poco da fare, nei Paesi avanzati vi è una tendenza generalizzata a fare pochi figli o a non farne per nulla
La questione potrebbe, anzi ha, indubbiamente risvolti politici, oltre che socioeconomici e demografici.
COncentrndomi solo su questi ultimi, è evidente che l'esplosione demografica (siamo oltre 8 miliardi il doppio di 50 anni fa) non è oltremodo sostenibile. Io ritengo ub buon intervallo fisiologico una media di 1-1,5 nascite per donna, in modo da calmierare la crescita demografica a numeri sostenibili, anche perchè, con la vita media che si allunga anch'essa, e le esigenze crescenti, servono sempre più risorse per ogni bipede...
Ingestibili i paesi centrafricani con natalità media di oltre 7 figli per donna. Ma non solo. Carestie ed epidemie, mortalità precoce non riuscirai mai a combatterli con una simile esplosione demografica.
 
Non credo proprio, i giovani d'oggi non sono quelli che fanno gli infliuencer, che fanno aperitivi a gogò o che vogliono viaggiare tutto l'anno, non facciamoci traviare da quelli che hanno più esposizione mediatica.
Al giorno d'oggi , al di fuori dei casi in cui i figli non arrivano per motivi indipendenti dalla volontà individuale, i figli sono un costo enorme, perchè lo stato non riesce a garantirti degli asili a prezzi umani (come avviene all'estero), non incentiva a far figli (bussate alla Germania per capire cosa significhi incentivare).
Per non parlare del cambiamento epocale degli stili di vita. Una volta anche senza asilo il figlio\a rimaneva a casa con la mamma o coi nonni. Oggi sia mamma che nonni sono in prevalenza ancora al lavoro, e quindi a chi lo lasci?
Mi sono corretto prima. Non tutti sono così. Ma la percentuale aumenta. Una volta negli asili c'erano le suore, ora sono sparite. Una volta bastava uno in famiglia che lavorasse. Ora no. Una volta i nonni andavano in pensione prima dei 60 anni. Ora no Una volta i giovani si sposavano verso i 25 anni. Ora no. Questi sono una parte dei problemi che citi anche tu. Poi ci sono gli altri problemi che vertono sulla politica, e qui mi fermo. Se poi i figli non arrivavano per altre cause, mi spiace
 
Tornando alla scuola, inutile giraci intorno, siamo il paese che investe meno (nonostante un livello qualitativo dei programmi ancora eccellente), favorendo la frequenza a scopo riscaldamento sedie e la dispersione. Una volta un diploma portava alla media o medioalta fascia di reddito, per alcuni geometri, periti e ragionieri, addirittura altissima.
Adesso no.
Fatichi pure con la laurea specialistica (se in materie umanistiche) o anche col master se non mirato a qulche ambito strategico in espansione.
Me ne sono accordto con colleghi e compagni di corso di studi e ufficiali in riserva. Senza specializzazione, anche se magari con dottorato (ma senza post doc) fanno un lavoro da tecnico laureato (livello 7 o 8 equivalente) non dirigenziale (livello 9 o superiore). Vero che hanno guiadagnato qualche anno di restribuzione iniziale, minori tasse universitarie e minori rotture di scatole, quando sei giovane e vorresti avere tempo e soldi per divertirti. Però poi la paghi per decenni di minor retribuzione e minori benefit.
Puoi fare figli prima, ma poi li puoi gestire di meno per minore elaticità lavorativa e minori entrate che non consentono di scegliere liberamente atenei di eccellenza.
E torniao daccapo, meno istruzione e meno competitività del paese e maggiore fuga delle menti migliori.
 
Io parlo per me perché penso di essere uno dei soggetti analizzati, fino ai 30 anni non é che non pensavo ai figli, non pensavo proprio ad avere un storia seria con una persona, mi divertivo, viaggiavo, cambiavo auto ogni 3 anni e neanche conoscevo i problemi che si hanno a gestire una famiglia per dire che non era una scelta ragionata non avere figli . Poi è arrivato il momento della maturità ed era troppo in là con i tempi e anzi che sono riuscito ad avere una figlia. Questa mia esperienza vale per tutti miei cugini e per i miei compagni di classe, su 23 credo che il 50 % non ha figli e pochi più di uno, e parliamo di un 60% di laureati e tutta gente che lavora senza grandi problemi.
 
Io aggiungerei anche che oltre al fatto che in passato era sufficiente che lavorasse solo una persona in famiglia per tirare avanti,quindi almeno finché i bambini erano piccoli le madri potevano essere presenti.
Se fosse una cosa positiva o negativa dipende dai punti di vista.
Oggi credo che siano di meno i nonni disposti a fare i nonni a tempo pieno.
Come hanno scritto altri prima si andava in pensione presto quindi forse occuparsi dei nipoti era anche un modo per riempire le giornate.
Oggi i nonni lavorano oppure hanno appena smesso di lavorare e in molti casi pur volendo bene ai nipoti non hanno nessuna intenzione di occuparsene a tempo pieno.
Credo che sapere di non poter contare su nessuno in caso di bisogno sia un forte deterrente alla natalità.
 
Tornando alla scuola, inutile giraci intorno, siamo il paese che investe meno (nonostante un livello qualitativo dei programmi ancora eccellente), favorendo la frequenza a scopo riscaldamento sedie e la dispersione. Una volta un diploma portava alla media o medioalta fascia di reddito, per alcuni geometri, periti e ragionieri, addirittura altissima.
Adesso no.
Fatichi pure con la laurea specialistica (se in materie umanistiche) o anche col master se non mirato a qulche ambito strategico in espansione.
Me ne sono accordto con colleghi e compagni di corso di studi e ufficiali in riserva. Senza specializzazione, anche se magari con dottorato (ma senza post doc) fanno un lavoro da tecnico laureato (livello 7 o 8 equivalente) non dirigenziale (livello 9 o superiore). Vero che hanno guiadagnato qualche anno di restribuzione iniziale, minori tasse universitarie e minori rotture di scatole, quando sei giovane e vorresti avere tempo e soldi per divertirti. Però poi la paghi per decenni di minor retribuzione e minori benefit.
Puoi fare figli prima, ma poi li puoi gestire di meno per minore elaticità lavorativa e minori entrate che non consentono di scegliere liberamente atenei di eccellenza.
E torniao daccapo, meno istruzione e meno competitività del paese e maggiore fuga delle menti migliori.
Cioè, fammi capire. In Italia c'è meno istruzione per colpa delle scuole e dei docenti o meno investimento. Però in tanti fuggono dall'Italia perchè negli altri paesi vengono retribuiti meglio grazie alle loro capacità e continui a consigliarlo anche a tua figlia di espatriare. Delle due l'una. O in Italia insegnano bene quindi quando si esce da un ciclo d'istruzione si hanno delle grandi capacità che in Italia non vengono riconosciute. Oppure in Italia le scuole valgono poco e si va all'estero perchè la non capiscono niente e pagano di più.:emoji_astonished:
 
Delle due l'una. O in Italia insegnano bene quindi quando si esce da un ciclo d'istruzione si hanno delle grandi capacità che in Italia non vengono riconosciute.
No, non è quello che ho scritto. In Italia la scuola è ancora di alto livello (sopratutto i licei). Le capacità non vengono riconosciute dal sistema universitario, con adeguate sovvenzioni ai meritevoli (come previsto dalla costituzione) nè tantomeno nel lavoro dove vige un antico nepotismo o familismo cancrenoso.
 
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