<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Parigi, nuovo exploit dei green da salotto: passa il referendum anti-SUV | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

Parigi, nuovo exploit dei green da salotto: passa il referendum anti-SUV

Ovazione per te.

La retorica del piccolo è bello è completamente fuori dal tempo.

I piccoli che non crescono non riescono a investire in innovazione , ricerca e sviluppo, e via via finiscono con l'essere acquisiti, o fallire
Secondo te le aziende agricole piccole restano tali perché gli piace essere piccole?
 
Ma per GDO intendete quindi la frutta che poi si compra al supermercato ? Da me questa costa un bel poco di più di quella che prendi dal classico fruttivendolo, quindi non c'è risparmio, e oltretutto se arriva ai 3 giorni è un miracolo , di solito si guasta prima, per questo non la prendo mai li se non in casi estremi.
 
.....di cui al cristo che le ha prodotte saranno rimasti 10 cent....

Si tratta di capire quanto incide il passaggio al grossista, il trasporto (ad es. da Lentini alla pianura padana), la distribuzione ed infine lo "scarto"

Quando ho comprato frutta e verdura a "km zero" il costo è stato simile a quello del supermercato, con obbligo di portare a casa quantità maggiori rispetto al solito e quindi "scarto".

Da un lato non credo proprio che la "caccia" al SUV costituisca svolta green.

D'altro canto, fin tanto che la mia schiena funziona, non penso di passare a mezzi furgonati
 
Secondo te le aziende agricole piccole restano tali perché gli piace essere piccole?
Non è un problema del settore agricolo, ma dell'Italia in generale e della sua classe imprenditoriale, spesso inadeguata.

Si preferisce intascare dividendi anzichè favorire la crescita, si preferisce vendere (spesso a grandi gruppi stranieri) e spesso si finisce con chiudere i battenti.

La dimensione piccola non favorisce la sopravvivenza nel lungo periodo. Così ci dice l'evidenza empirica.
 
il problema non solo dei suv è la grandezza e il peso, è un paradosso che per inquinare meno bisogna aggiungere componenti e quindi peso e volume, più sicurezza più peso e più volume ma le strade sono sempre uguali quindi dove prima passavano 2 auto oggi ne passa una sola, dove prima parcheggiavano 10 auto oggi se ne parcheggiano 6.
Tassare il suv è una gran cavolata, il mezzo si tassa già di suo con l'iva sul consumo, con la tassa di circolazione, col tempo perso a cercare parcheggio, non c'è bisogno della crociata anti suv per fare i belli, è solo ipocrisia.
 
Il problema è che io che di lavoro faccio l'informatico in proprio a volte sono sommerso dai problemi generati dall'informatizzazione.
E mi chiedo come, chi non lo fa per lavoro, ci possa sopravvivere se non a costo di spendere più di quanto guadagna.

Soprattutto il giorno in cui il server ERP, a seguito del bug nel Kernel non aggiornato del interfaccia IOT, andrà in crash segando tutti i dati mentre il backup che doveva essere automatico nel cloud invece s'è perso perché il provider ha chiuso ma tu nel frattempo non hai avuto tempo di attivarne un altro.
:emoji_robot::emoji_expressionless::emoji_scream_cat:
 
" Piccolo e' bello "

E' il tipico refrain degli " incapaci " al grande balzo,
e che nel contempo,
non se la sente di mettersi in mano ad un manager terzo....
Cosi', quando si vede alla canna del gas
( perche' e' troppo piccolo ).....
....Vende; e spesso proprio ai Francesi....

Poi tanti si lamentano che l' Italia sta passando di mano....
Come se l' universo mondo congiurasse contro di noi
Qualcuno vieta agli imprenditori nostrani di comprare
??
A me non risulta....
Ma buona parte dell' alimentare e dell' abbigliamento in vendita,
dei nostri, non se lo e' comprato nessuno
 
Non è un problema del settore agricolo, ma dell'Italia in generale e della sua classe imprenditoriale, spesso inadeguata.

Si preferisce intascare dividendi anzichè favorire la crescita, si preferisce vendere (spesso a grandi gruppi stranieri) e spesso si finisce con chiudere i battenti.

La dimensione piccola non favorisce la sopravvivenza nel lungo periodo. Così ci dice l'evidenza empirica.

Esatto
Prendi ( o meglio vendi ) i soldi e scappa....
 
Si tratta di capire quanto incide il passaggio al grossista, il trasporto (ad es. da Lentini alla pianura padana), la distribuzione ed infine lo "scarto"

Quando ho comprato frutta e verdura a "km zero" il costo è stato simile a quello del supermercato, con obbligo di portare a casa quantità maggiori rispetto al solito e quindi "scarto".

-Ma, ormai la GDO lavora come canale diretto....
Dal campo alla " piattaforma ". Il grossista vende a fruttaroli o ristoratori tramite i mercati generali.
-Se non piu' alta. Non ne conosco la qualita', mi provata. Preferisco andare a occhio / naso....Abituato da 45 anni a scegliere per mio conto. E comunque un assioma: verdura per 3 giorni
 
Ma per GDO intendete quindi la frutta che poi si compra al supermercato ? Da me questa costa un bel poco di più di quella che prendi dal classico fruttivendolo, quindi non c'è risparmio, e oltretutto se arriva ai 3 giorni è un miracolo , di solito si guasta prima, per questo non la prendo mai li se non in casi estremi.


Certo....

Come scrivevo post fa....
L' ortofrutta e' il settore merceologico che consente
( per la GDO )
a " coprire " i pochi ricavi degli altri settori....
Dove la concorrenza e' spietata....
Altro che ortofrutta....
Giorni fa ho comprato cipolle
( buone tra l' altro ),
made in Austria a 1,50 al kilo....
( Tosano....Quello che regala la roba: benza compresa )
Nostrane, a meno di 1,99, a FE, i maleodoranti ortaggi, non si trovano.
 
Azzardo un'ipotesi e qualche riflessione: non lo fanno perchè non sono "antagonisti", in quanto non competono alla pari.
L'agricoltura, in particolare la nostra, ha diversi problemi di carattere strutturale, che provo a mettere giù in ordine sparso.
Il primo che mi viene in mente, e che non è aggirabile, è la stagionalità e concentrazione delle produzioni di pregio. Le pesche te le ritrovi mature sull'albero nel giro di una settimana, e quando le hai tirate giù devi per forza imbarcarle, altrimenti nel giro di tre giorni ti trovi marmellata ammuffita. Qui si innesta il discorso delle associazioni di produttori, su cui è meglio stendere un velo.... il succo è che quando o vendi o perdi tutto, sappiamo bene come va a finire con i prezzi.... salvo poi trovare le stesse pesche a un euro l'una al supermercato.
Altro problema è la frammentazione: aziende di pochi ettari se non di frazioni di ettaro non sono il presupposto migliore per ottimizzare i fattori produttivi. La meccanizzazione costa, la manodopera costa e manco si trova, gli orari di lavoro non sono propriamente quelli da ufficio... non è un caso se l'età media degli imprenditori agricoli è più da RSA che da discoteca. E schei no se ne ciapa, perchè per un ettaro di Cartizze che permette redditi da gioielleria, ce ne sono cento o mille che non godono della stessa rendita di posizione, dove se non hai i figli che lavorano fuori rischi la fame (adesso, e da pensionato, dato che la contribuzione segue il reddito....). Tralasciamo i costi folli dei fattori produttivi e il fatto che basta una pioggia al momento sbagliato per mandarti per un anno col deretano nel pantano. Tra parentesi: vero che certi vigneti hanno valori commerciali degni di ville palladiane, ma di queste ultime hanno anche la commerciabilità pratica (mettilo tu in vendita un ettaro di vigneto a qualche milione di euro, e vediamo se c'è la fila in cortile per comprarlo....). Aggiungici - e questo sì è un problema - una mentalità diffusa nella categoria per cui è molto più facile mettergli qualcosa nel cesto che in testa.... Comunque, definire l'agricoltura un settore parassita mi sembra davvero ingeneroso e quanto meno superficiale.


Azzardo un'ipotesi e qualche riflessione: non lo fanno perchè non sono "antagonisti", in quanto non competono alla pari.
L'agricoltura, in particolare la nostra, ha diversi problemi di carattere strutturale, che provo a mettere giù in ordine sparso.
Il primo che mi viene in mente, e che non è aggirabile, è la stagionalità e concentrazione delle produzioni di pregio. Le pesche te le ritrovi mature sull'albero nel giro di una settimana, e quando le hai tirate giù devi per forza imbarcarle, altrimenti nel giro di tre giorni ti trovi marmellata ammuffita. Qui si innesta il discorso delle associazioni di produttori, su cui è meglio stendere un velo.... il succo è che quando o vendi o perdi tutto, sappiamo bene come va a finire con i prezzi.... salvo poi trovare le stesse pesche a un euro l'una al supermercato.
Altro problema è la frammentazione: aziende di pochi ettari se non di frazioni di ettaro non sono il presupposto migliore per ottimizzare i fattori produttivi. La meccanizzazione costa, la manodopera costa e manco si trova, gli orari di lavoro non sono propriamente quelli da ufficio... non è un caso se l'età media degli imprenditori agricoli è più da RSA che da discoteca. E schei no se ne ciapa, perchè per un ettaro di Cartizze che permette redditi da gioielleria, ce ne sono cento o mille che non godono della stessa rendita di posizione, dove se non hai i figli che lavorano fuori rischi la fame (adesso, e da pensionato, dato che la contribuzione segue il reddito....). Tralasciamo i costi folli dei fattori produttivi e il fatto che basta una pioggia al momento sbagliato per mandarti per un anno col deretano nel pantano. Tra parentesi: vero che certi vigneti hanno valori commerciali degni di ville palladiane, ma di queste ultime hanno anche la commerciabilità pratica (mettilo tu in vendita un ettaro di vigneto a qualche milione di euro, e vediamo se c'è la fila in cortile per comprarlo....). Aggiungici - e questo sì è un problema - una mentalità diffusa nella categoria per cui è molto più facile mettergli qualcosa nel cesto che in testa.... Comunque, definire l'agricoltura un settore parassita mi sembra davvero ingeneroso e quanto meno superficiale.


NON ho scritto:
" Non si mettono "
( SI Riflessivo, ovvero fra loro decidono e quindi fanno )
MA
" Non si mettano "
( SI Impersonale ) =
" Non si facciano sedere ad un tavolo da parte di un terzo
( come si dice in ambito sindacale ).
In questo caso, pero',
" Si mettano " da parte di
" Chi puo' "....Per davvero.

E ce li deve mettere, nell' interesse del paese....

Comunque pur non avendo la tua esperienza....
Di agricoltori falliti....
Ne ho visti come di fornai....
Da contare entrambi sulla mano di un....

Senza dimenticare il famoso detto....
" Quando il contadino si lamenta, ha solo guadagnato meno del solito "
 
Ultima modifica:
Non gli interessava o manco erano stati informati. A mio avviso un referendum dovrebbe essere valido se almeno il 51% degli elettori va a votare. E se non si raggiunge il quorum, si continua per 3 volte, dopodiché, anche se poniamo il 50,99% dei votanti è d'accordo al 100% su un determinato provvedimento, esso è comunque non valido e da ritenersi bocciato.
urca...hai idea i costi di una simile procedura? E lo spieghi tu agli svizzeri che vivono a referendum che devono rifare tutto? Se si è informati e non si vota significa che non si ha un'opinione sul tema o non la si vuole esprimere, per me è invece ridicolo invalidare un referendum se non raggiunge il quorum, dando di fatto solo un'arma in più a chi non vuole cambiare le cose...
 
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