<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 631 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
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Cina, USA ed Europa si , e non mi pare poco.
In più sta partendo il meccanismo del cross border mechanism, quindi pagherai le emissioni nel paese da dove importi.
ok, non siamo 4, ma 8.
meglio che niente.
anche se, io, dei cinesi, non mi fido per nulla.
se si controllano da soli, per me, conta come il 2 di picche.
gli europei son tendenti al masochismo, quindi si controllano da soli, anche troppo. e gli americani hanno comunque qualcuno all'interno, che e' in grado di rompere le balle, se non filano dritti.
ma dei cinesi... una dittatura, se qualcuno accenna a notare qualche incongruenza... finisce in un involtino primavera
 
[QUOTE="Carloantonio70, post: 2946547, member: 824]
Sei si chiede di fare dei sacrifici inutili, sempre a mio parere, faccio molta più fatica ad accettarlo.[/QUOTE]
Sono d'accordo con te. Il punto è che non ho titoli per dire se sono inutili o meno. Sicuramente non sono dannosi, dal mio punto di vista.
Ma, soprattutto, non sono dei gran sacrifici, sempre secondo me, beninteso.
 
Ma, soprattutto, non sono dei gran sacrifici, sempre secondo me, beninteso.

In casa e negli studi, abbiamo un solo climatizzatore, in cucina, e d'inverno teniamo la temperatura dei termostati a 18 gradi. Nello studio a piano terra riscaldo raramente.

Per me fare queste cose non comporta un sacrificio, sono abituato fin da piccoli senza riscalsamenti (ma era un altro mondo), ma non per questo mi aspetto che tutti si debbano comportare così.

In queste situazioni sarei "virtuoso", ma non mi sento così, perché lo faccio con poca fatica e mi viene naturale (anche la mia prole sembra essere poco sensibile alle condizioni ambientali, e mia moglie solo un tantino più intollerante). Di conseguenza non "condanno" chi abusa dei riscaldamenti ma non mi faccio rodere dai sensi di colpa se consumo qualche litri di benzina in più ...
 
Ma pensa te! I responsabili vogliono raddoppiare gli utili e ridurre le spese di 10 miliardi (leggi licenziamenti a nastro).
Fossi in loro più che puntare sul raddoppio degli utili mi preoccuperei di non finire con le gambe all'aria perchè già oggi le voci di dissenso a questo modello di transizione sono sempre più frequenti e raggiungeranno il frastuono di una valanga entro 2/3 anni.
 
Cina, USA ed Europa si , e non mi pare poco.
In più sta partendo il meccanismo del cross border mechanism, quindi pagherai le emissioni nel paese da dove importi.
La CINA? Quella che sta aprendo nuove centrali a carbone come fossero chioschi per il gelato? (la media attuale è di 2 nuove centrali a carbone a settimana)
Delle tre che hai nominato l'unica che rischia grosso è l'europa che dipende quasi esclusivamente dagli altri per l'energia. Gli USA hanno la più alta produzione di greggio al mondo
Non mi dire che credi veramente ai trattati di buone intenzioni che firmano intorno ad una bella tavola grassamente imbandita!?!
 
A proposito di certificati ETS, proprio stamattina ho sentito che un big della ceramica nostrana (presente al CERSAIE, un nome a caso) ha visto passare il costo del singolo certificato dai 4 euro del 2011 a (progressivamente) 80 euro del 2023... Costi insostenibili, stanno pensando di delocalizzare in Paesi in cui non esiste tale meccanismo (non pensiamo sempre al sud del mondo, basta andare in Uzbekistan o qualsiasi altro "Skifezzistan" che orbita intorno alla Russia).

Risultato? Siccome per riportare in Europa i prodotti finiti serviranno mezzi di trasporto che non funzionano e non funzioneranno mai a margherite, diversamente da quello che pensano a Bruxelles, si finirà per inquinare di più. Geniale.
 
Ultima modifica:
Comprendo le vostre critiche al meccanismo delle certificazioni, ma se approfondite un momento vi rendete conto che è un sistema virtuoso. Occorre ridurre le emissioni di gas serra e siccome chi emette quasi sempre non ne subisce le conseguenze - perché queste si riflettono in altre aree del mondo e soprattutto a distanza di molti anni, quando chi emette non è più su questo pianeta - l'unica soluzione è tassare le emissioni. Rendendo costoso emettere si possono alimentare processi produttivi più sostenibili. Molti economisti sostengono per l'appunto la necessità di introdurre una tassa sul carbonio, il meccanismo delle certificazioni risponde esattamente a questa logica
 
Io ho la netta sensazione che, al di là di errori, tempi, date tassative poi spostate e rispostate, ci sia un grosso bias tra i pensieri evidentemente idealizzati dei decisori e la realtà della vita industriale e sociale, trasporti inclusi ma non solo, del paese e dell'Europa tutta.

Com'è possibile tassare (parola corretta riferita al certificato di cui sopra) una cosa, la stessa cosa, oggi 2€ e domani 80€?

È anche naturale pensare SU CHI esattamente verrà scaricato questo costo (non potendo, chi produce, lavorare in perdita).

Mi pare che la transizione, stringi stringi, si stia rivelando per una "necessaria" mungitura di massa, a tutti i livelli e senza esclusioni, diciamo anche che non hanno ben presente ciò che può portarsi (e lasciarsi) dietro, è questo quel che più preoccupa, ancora di più di colonnine mancanti o soluzioni per chi vive in condominio.
 
Occorre ridurre le emissioni di gas serra
Lo stiamo già facendo da decenni, dai un'occhiata alle statistiche mondiali; abbiamo ottenuto risultati assai lusinghieri senza questa pagliacciata degli ETS e ancora ne avremmo raggiunti. Ridurre le emissioni è condivisibile, ci mancherebbe altro, azzerarle è invece totalmente irrealistico ed avulso dalla realtà.

L'approccio pragmatico è quello di espandere il virtuosismo dei Paesi occidentali che ha permesso di ottenere gli attuali risultati, anche a tutti gli altri che attualmente, diciamolo senza remore, se ne infischiano altamente.

Molti economisti sostengono per l'appunto la necessità di introdurre una tassa sul carbonio,
Altri no, e allora come la mettiamo? Che paga sempre Pantalone?
 
So bene che l'Europa sta facendo molto per decarbonizzare, infatti non ho scritto che in Italia serve una tassa sul carbonio ma che, in linea di principio, occorre tassare - ovunque, in tutto il mondo - le emissioni di CO2 perché è uno dei modi migliori per rendere meno convenienti i processi produttivi che comportano emissioni e rendere al contempo più competitivi i processi produttivi a basse emissioni. È un discorso generale che va poi calato nei singoli contesti
 
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