Allora voglio conoscere il cliente "zero" che si è alzato una mattina per andare a comprare un suv quando nessuno sapeva cosa fosse nè qualche costruttore lo avesse a listino, trascurando quelli che producevano vetture alte dichiaramente alte per uso fuoristradistico più o meno estremo (Land e Range Rover, Jeep, Toyota ad esempio) e che con i suv non c'entrano niente. Il cliente sceglie tra quello che gli viene offerto dal costruttore, ma va tenuto conto che l'offerta incrocia la domanda, e la funzione che lega il loro rapporto contiene molte variabili casuali.
E non funziona così, mi dispiace. Le aziende che hanno successo hanno un marketing serio. La funzione del marketing non è quella di fare la pubblicità, quello è l'ultimo dei compiti: la sua funzione principale è quella di "annusare" il mercato, di capire e possibilmente anticipare i desideri dei clienti: Apple fa scuola. Il marketing buono sta per strada, fa survey continue, analizza i dati, le motivazioni, le spinte culturali, gli umori cangianti e viene fuori con un prodotto che, sperabilmente, intercetta parte della domanda.
Nel caso particolare dell'auto, la frontiera, il laboratorio in cui si è sperimentato tutto questo è stato, storicamente, la California: li nascono, oltre alle avanguardie della domanada locale, i potenti trend strutturali che poi plasmano il resto del mondo, tipo i SUV e Tesla. La prima Rav 4 non è nata a caso ma perché Toyota ha capito benissimo che c'era una voglia diffusa e non soddisfatta di una fun car diversa rispetto all classica sportiva; le nuove generazioni volevano qualcosa di avventuroso ma urbano, che non aveva la velocità come riferimento; un'auto piccola, bella, apribile, che ti permetteva di andare in spiaggia col surf o in montagna con gli sci ma che al tempo stesso poteva essere utilizzata tutti i giorni sulle highways e per uscire la sera con gli amici.
La seconda generazione si è imborghesita non per caso ma perché il concetto di SUV era diventato mainstream, andava bene anche per la casalinga e l'impiegato. Proprio nei SUV c'è un altro evento di svolta eccezionale, la Qashqai, con la quale Nissan, questa volta in Europa, ha capito che le persone in realtà non cercavano il 4x4 (sacrilegio!!) ma un look da fuoristrada e la comodità delle ruote alte, di fatto inventandosi quello che oggi si chiama Crossover.
E' proprio osservando l'evoluzione degli ultimi decenni che non credo che la salvezza di Alfa Romeo dipenda da una bella meccanica. Certo, modelli e/o versioni perfettamente allineati alla narrativa del marchio dovranno esserci ma il pubblico che valuta queste qualità più di software, tecnologia e comodità è una minoranza; Giulia e Stelvio lo dimostrano. I modelli a grande tiratura potranno o dovranno, per ragione di costi, sacrificare parte della nobiltà meccanica per offrire quello a cui il grande pubblico non è disposto a rinunciare. E' esattamente quello che si è visto nel passaggio fra i fuoristrada duri e puri ai suv e poi ai crossover, che di fatto sono delle macchine normali con l'estetica aggressiva. E non c'è nulla di scandaloso, nessun Dio sarà offeso, almeno fino a quando piccole produzioni di Alfa dure e pure (ma elettriche) saranno offerte.