<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Volkswagen vuole comprare Fiat | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

Volkswagen vuole comprare Fiat

ottovalvole ha scritto:
montaq52 ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
Marchionne non aveva tutti i torti.

a dire che?? mah....per adesso Marchionne ha perso quote di mercato, ha azzerato la Lancia, sta cancellando l'Alfa Romeo - sicuramente quella che faceva quella che hai come immagine lui non sa neppure cos'è.E altrettanto sicuramente non ha mai guidato un gruppo in salute come VAG....e con un mix di modelli di successo da fare invidia a chiunque.La Fiat una volta è stata numero uno in Europa adesso ha una percentuale di mercato vicina al 6%.
aveva ragione di che?? di non aver fatto modelli nuovi??? di aver un livello salariale assai più basso che in Germania?? di aver spostato la sede fiscale in GB per non pagare le tasse?? e poi c'è il richiamo all'italianità..da uno svizzero
FCA e VAG sono 2 realtà molto diverse, troppo diverse, non si possono paragonare. Entrambe negli ultimi anni hanno fatto grandi cose e anche grandi sbagli, il grippo Fiat ha fatto un miracolo industriale e finanziario, ha fatto dei progressi a livello di organizzazione, acquisizione ecc ecc.....e disastri a livello di prodotto al contrario il gruppo VAG è un gruppo in continua ascesa ma senza nessuna rivoluzione (quello che è successo a FCA nel giro di 50 anni scarsi), sono in continua evoluzione e di consegienza anche i prodotti sono tanti e in continua evoluzione.....e forse a loro manca proprio questo, forse è arrivato il momento di fare una rivoluzione. Aggiungo anche il supporto politico dei due gruppi, uno appoggiato per benino dal governo tedesco e uno appoggiato per benino al governo americano e contemporaneamente lasciato allo sbaraglio dalla politica italiana che di suo non sa risolvere i problemi interni, figuriamoci ad aiutare l'azienda privata più grande del paese. Badate che Marchionne ha fatto delle cose ai limiti della realtà, nel bene e nel male, adesso cominciano ad uscire i primi frutti di questa rivoluzione ed è ancora presto per fare un bilancio serio, Piech si trova al comando di una realtà totalmente opposta, un motore che gira, girava e girerà sempre in modo efficiente ma al primo grippaggio sarà un disastro, non so se i tedeschi saranno capaci di attuare una strategia alla Marchionne....sinceramente ho i miei dubbi, sono troppo abituati alla perfezione, non amano gli imprevisti e quando gli capitano vanno in palla...

secondo me Marchionne non ha fatto cose ai limiti ma completamente fuori dalla realtà, sicuramente rispetto a quella fiora conosciuta. Ho l'impressione che non sia stato ancora compreso neanche fra i suoi stessi colleghi, ciò gli da un vantaggio non da poco rispetto ai rivali. Solo in casa Mercedes cominciano ad apprezzare il suo operato, Bmw non si pronuncia ancora non comprende e osserva con circospezione, VAG vive nel mondo Piech e la lasciamo dov'è a incasinarsi :XD: :XD: :XD:
Comunque FCA è un malato in via di guarigione non ancora un paziente guarito, ci vuole ancora un po di prudenza. I destini dei modelli Alfa Romeo ci diranno molto sul futuro del Gruppo, per ora ci godiamo lo spettacolo anche perchè non sappiamo quando ci ricapiterà :XD: :XD: :XD:
 
key-one ha scritto:
Ma , veramente al Pierugo glielo ho insegnato io :lol: a postare dal sito dell'eccentrico D'Agostino :D proprio in sessione Off-topic , dove in occasione del governo dei tecnici ci fu per un periodo una certa vivacità e un po' di briglia sciolta da parte dei Mod...
A parte il passato , questa intervista a Ferdinand Dudenhoeffer del Center for Automotive Research (CAR) dell'Università di Duisburg-Essen, mi è parsa interessante perchè dava spazio ad un punto di vista interpretativo di una notizia/non notizia , strombazzata da tutti i media .
Poi ripeto , il futuro è nelle mani di Giove -per non toccare le religioni attuali :lol: - ed io non ho , al pari degli altri forumisti , la sfera di cristallo , anzi posso al massimo aspirare -come ho già detto - al ruolo di un Watson . Mi sembra però che sin ora non si veda Sherlock Holmes :!: :lol: :lol:

http://argomenti.ilsole24ore.com/ferdinand-dudenhoeffer.html
E hai fatto bene, trovo interessante ciò che dice il prof Ferdinand Dudenhoeffer.

PS. Ma all'epoca del governo dei tecnici Pierugo non si chiamava così. :lol:
 
pilota54 ha scritto:
montaq52 ha scritto:
BufaloBic ha scritto:
Non so che idea ti sia fatto ma personalmente ritengo che Maserati da sola ha un potenziale di 100mila vetture l'anno nella sola are NAFTA, potenziale nel senso che quella ritengo possa attualmente essere considerata la sua soglia limite raggiungibile. Alfa Romeo fino a max 150mila. Ovviamente mettendo sul mercato vere Alfa e vere Maserati

come no, anche tre milioni di Ferrari. Ma dove vedete vere Alfa Romeo?? e secondo voi il cliente medio BMW compra una Alfa Romeo??? in base a quale imperscrutabile legge, a un blasone assai appannato?? a risultati sportvi di almeno dieci anni fa??? La BMW per arrivare dove è arrivata (e anche VW) ha impiegato decine di anni, adesso arriva il genio svizzero-canadese e batte tutti.Liberi di credere che esistono i marziani, io da un pezzo non ci credo piu' (in che anno doveva produrre 300000 autovetture??? e non si vergogna)

C'è da precisare a tal proposito che Maserati ha dichiarato di non voler andare oltre una produzione di 75.000 vetture/anno sia per ragioni di capacità produttiva degli stabilimenti di Grugliasco e Modena, sia, soprattutto, per ragioni di immagine del marchio. Peraltro le 75.000 ipotizzate vanno rapportate alla produzione massima precedente che non superava le 8.000 unità.

Ferrari invece non supererà mai le 10.000 unità per le medesime ragioni.

si ma non prenderei troppo sul serio le dichiarazioni sul tetto 75mila vetture Maserati, si sa che in casa FCA i programmi si fanno e si disfano in base al contingente. Se si riterrà opportuno e redditizio aumentare la produzione lo faranno puoi starne certo.
Certamente i margini di crescita del Tridente sono molto alti, può andare a raggiungere Porsche a 200mila vetture e forse anche superarla. Non è cosa agevole ma ce la può fare e con margini di guadagno superiori rispetto alla rivale. Però è ancora troppo presto per fare previsioni, mancano i presupposti per capire come verranno gestiti i singoli marchi. Bisogna attendere almeno i riscontri delle due berline Alfa Romeo poi ci si potrà fare un'opinione ;) ;)
 
GIOVA59 ha scritto:
Qui ci si riempie la bocca coi fasti di Alfa Romeo, e ci mancherebbe altro, ma dov'era finita prima di essere ceduta a FIAT. Non è che fosse in acque molto migliori di adesso ma adesso almeno I progetti vanno avanti.

Saluti
Ottima fotografia della realtà. :thumbup:
 
Maxetto883 ha scritto:
key-one ha scritto:
Ma , veramente al Pierugo glielo ho insegnato io :lol: a postare dal sito dell'eccentrico D'Agostino :D proprio in sessione Off-topic , dove in occasione del governo dei tecnici ci fu per un periodo una certa vivacità e un po' di briglia sciolta da parte dei Mod...
A parte il passato , questa intervista a Ferdinand Dudenhoeffer del Center for Automotive Research (CAR) dell'Università di Duisburg-Essen, mi è parsa interessante perchè dava spazio ad un punto di vista interpretativo di una notizia/non notizia , strombazzata da tutti i media .
Poi ripeto , il futuro è nelle mani di Giove -per non toccare le religioni attuali :lol: - ed io non ho , al pari degli altri forumisti , la sfera di cristallo , anzi posso al massimo aspirare -come ho già detto - al ruolo di un Watson . Mi sembra però che sin ora non si veda Sherlock Holmes :!: :lol: :lol:

http://argomenti.ilsole24ore.com/ferdinand-dudenhoeffer.html
E hai fatto bene, trovo interessante ciò che dice il prof Ferdinand Dudenhoeffer.

PS. Ma all'epoca del governo dei tecnici Pierugo non si chiamava così. :lol:

Tutto corretto, ma le valutazioni di questo Professore non sempre vanno prese come oro colato. Ai tempi di una possibile cessione di Opel al gruppo Fga scatenò fuochi e fiamme. Può darsi anche che avesse ragione, ma la situazione di Opel ora lascia molte perplessità, e comunque il futuro è piuttosto oscuro.
 
GIOVA59 ha scritto:
E perlomeno ci stanno provando.Fino a poco tempo fa si passava davanti a Bertone e lo spettacolo erano 4 bandiere rosse esposte e gruppi di lavoratori in difficoltà che protestavano.Venivano le lacrime agli occhi.
Ora auto parcheggiate fuori dallo stabilimento, movimento di TIR e sopratutto come ciliegina sulla torta il suono dei motori Maserati in prova.
Si lavora. questo secondo me è fondamentale si passa di li e ti si allarga il cuore.E non solo questo un sacco di aziende qua a Torino stanno lavorando sui vari progetti FCA. OK forse Marchionne non sarà simpatico a tutti ma almeno una speranza la sta dando.
Qui ci si riempie la bocca coi fasti di Alfa Romeo, e ci mancherebbe altro, ma dov'era finita prima di essere ceduta a FIAT. Non è che fosse in acque molto migliori di adesso ma adesso almeno I progetti vanno avanti.

Saluti

obbiezione respinta.
Almeno cerchiamo di non riscrivere la storia.
Quando Fiat ha messo le mani su Alfa Romeo, c'era Arese con migliaia di maestranze, una gamma prodotti completa, un centro stile, un centro progettazione che aspettava solo di veder finanziati i propri progetti.

Credo che anche tu sappia cosa ci sia rimasto, oggi, ad Arese, di un intera realtà industriale...ergo, di cosa parliamo??
 
Stiamo parlando di una azienda che in quel periodo non rendeva più.
I motivi spiegameli tu per cortesia, ho già posto un'altra volta la stessa domanda ma non ho avuto risposte dagli esperti.
I soldi non c'erano con cosa finanziavano i progetti?

Saluti
 
GIOVA59 ha scritto:
Stiamo parlando di una azienda che in quel periodo non rendeva più.
I motivi spiegameli tu per cortesia, ho già posto un'altra volta la stessa domanda ma non ho avuto risposte dagli esperti.
I soldi non c'erano con cosa finanziavano i progetti?

Saluti

http://it.wikipedia.org/wiki/IRI

http://it.wikipedia.org/wiki/Stabilimento_Alfa_Romeo_di_Pomigliano_d'Arco

http://it.wikipedia.org/wiki/Romano_Prodi
 
Grazie!! Leggerò

Si ok WIKIPEDIA dice questo e fino li e a tutta la storia dell'IRI ci siamo [I debiti e la crisi

All'IRI vennero richiesti ingentissimi investimenti anche in periodi di crisi, quando i privati riducevano i loro investimenti. Lo Stato erogava i cosiddetti "fondi di dotazione" all'IRI, che poi li allocava alle sue caposettore sotto forma di capitale; tali fondi però non erano mai sufficienti per finanziare gli enormi investimenti e spesso venivano erogati con ritardo. L'Istituto e le sue aziende dovevano quindi finanziarsi con l'indebitamento bancario, che negli anni Settanta crebbe a livelli vertiginosi: gli investimenti del gruppo IRI erano coperti da mezzi propri solo per il 14%; il caso più estremo era la Finsider dove nel 1981 questo rapporto scendeva al 5%[9]. Gli oneri finanziari portarono in rosso i conti dell'IRI e delle sue controllate: nel 1976 si verificò che tutte le aziende del settore pubblico chiusero in perdita[10]. In particolare, la siderurgia e la cantieristica riportarono perdite fino agli anni '80,
così come erano pessimi i risultati economici dell'Alfa Romeo. La gestione anti-economica delle aziende IRI portò gli azionisti privati ad uscire progressivamente dal loro capitale. All'inizio degli anni '80 i governi iniziarono un ripensamento sulla funzione e sulla gestione delle aziende pubbliche.


Ma io mi domando e vi domando perchè erano pessimi i risultati economici dell'Alfa Romeo se era tutto sto gran successo di vendite ed era così apprezzata?

Saluti
 
PierUgoMaria1 ha scritto:
GIOVA59 ha scritto:
Stiamo parlando di una azienda che in quel periodo non rendeva più.
I motivi spiegameli tu per cortesia, ho già posto un'altra volta la stessa domanda ma non ho avuto risposte dagli esperti.
I soldi non c'erano con cosa finanziavano i progetti?

Saluti

http://it.wikipedia.org/wiki/IRI

http://it.wikipedia.org/wiki/Stabilimento_Alfa_Romeo_di_Pomigliano_d'Arco

http://it.wikipedia.org/wiki/Romano_Prodi

Se ho capito bene il montaggio della sequenza di link da te proposta è :

a)L'Iri è stata per un certo periodo la più grande azienda mondiale fuori dagli Usa però , specie negli ultimi anni era in perdita

b) L'Alfa Romeo ne faceva parte e si espanse a cavallo fra i '60 e i '70 al sud con Pomigliano per costruire l'Alfa Sud

c) Romano Prodi , presidente dell'Iri ne accompagnò la chiusura con smantellamento delle realtà industriali e (s)vendita di alcune di esse , fra cui l'Alfa Romeo

conclusione : la Casa del Biscione andava male non per difetti propri che anzi , come ricordato da più di un collega forumista , aveva una buona gamma di modelli , un efficace centro stile , meccanica e progettazione di prim'ordine , ma perchè appunto soggetta alla galassia Iri e al suo destino di terminazione indotta . Insomma l'Alfa era ormai sulla linea della fine dell'epoca del capitalismo di stato , con i suoi effetti : liberalizzazioni , chiusure , svendite , manager impiegati per - e forse capaci solo a - far quello . Sbaglio ?
 
Era già, a giudicare da come dice sopra, con pessimi risultati economici.
La crisi dell'IRI dette la botta definitiva.
Ma perchè era in queste condizioni solo per ruberie politiche manager inetti e incompetenti, cattivo posizionamento a livello di prezzo di vendita, prodotto inadeguato alle richieste, costi esorbitanti rispetto agli incassi?
Non lo so.....

Saluti
 
GIOVA59 ha scritto:
Grazie!! Leggerò

Si ok WIKIPEDIA dice questo e fino li e a tutta la storia dell'IRI ci siamo [I debiti e la crisi

All'IRI vennero richiesti ingentissimi investimenti anche in periodi di crisi, quando i privati riducevano i loro investimenti. Lo Stato erogava i cosiddetti "fondi di dotazione" all'IRI, che poi li allocava alle sue caposettore sotto forma di capitale; tali fondi però non erano mai sufficienti per finanziare gli enormi investimenti e spesso venivano erogati con ritardo. L'Istituto e le sue aziende dovevano quindi finanziarsi con l'indebitamento bancario, che negli anni Settanta crebbe a livelli vertiginosi: gli investimenti del gruppo IRI erano coperti da mezzi propri solo per il 14%; il caso più estremo era la Finsider dove nel 1981 questo rapporto scendeva al 5%[9]. Gli oneri finanziari portarono in rosso i conti dell'IRI e delle sue controllate: nel 1976 si verificò che tutte le aziende del settore pubblico chiusero in perdita[10]. In particolare, la siderurgia e la cantieristica riportarono perdite fino agli anni '80,
così come erano pessimi i risultati economici dell'Alfa Romeo. La gestione anti-economica delle aziende IRI portò gli azionisti privati ad uscire progressivamente dal loro capitale. All'inizio degli anni '80 i governi iniziarono un ripensamento sulla funzione e sulla gestione delle aziende pubbliche.


Ma io mi domando e vi domando perchè erano pessimi i risultati economici dell'Alfa Romeo se era tutto sto gran successo di vendite ed era così apprezzata?

Saluti

Perchè la gestione Iri , come si vede dal link da te riportato era sottocapitalizzata e troppo legata al finanziamento tramite le banche e quando i tassi d'interesse esplosero , per effetto della crisi petrolifera dei primi '70 , gli oneri finanziari diventarono insostenibili . L'Alfa Romeo era quindi in perdita perchè legata al capitalismo di stato e alla sua crisi e non per insuccesso nelle vendite dei suoi modelli .
 
key-one ha scritto:
GIOVA59 ha scritto:
Grazie!! Leggerò

Si ok WIKIPEDIA dice questo e fino li e a tutta la storia dell'IRI ci siamo [I debiti e la crisi

All'IRI vennero richiesti ingentissimi investimenti anche in periodi di crisi, quando i privati riducevano i loro investimenti. Lo Stato erogava i cosiddetti "fondi di dotazione" all'IRI, che poi li allocava alle sue caposettore sotto forma di capitale; tali fondi però non erano mai sufficienti per finanziare gli enormi investimenti e spesso venivano erogati con ritardo. L'Istituto e le sue aziende dovevano quindi finanziarsi con l'indebitamento bancario, che negli anni Settanta crebbe a livelli vertiginosi: gli investimenti del gruppo IRI erano coperti da mezzi propri solo per il 14%; il caso più estremo era la Finsider dove nel 1981 questo rapporto scendeva al 5%[9]. Gli oneri finanziari portarono in rosso i conti dell'IRI e delle sue controllate: nel 1976 si verificò che tutte le aziende del settore pubblico chiusero in perdita[10]. In particolare, la siderurgia e la cantieristica riportarono perdite fino agli anni '80,
così come erano pessimi i risultati economici dell'Alfa Romeo. La gestione anti-economica delle aziende IRI portò gli azionisti privati ad uscire progressivamente dal loro capitale. All'inizio degli anni '80 i governi iniziarono un ripensamento sulla funzione e sulla gestione delle aziende pubbliche.


Ma io mi domando e vi domando perchè erano pessimi i risultati economici dell'Alfa Romeo se era tutto sto gran successo di vendite ed era così apprezzata?

Saluti

Perchè la gestione Iri , come si vede dal link da te riportato era sottocapitalizzata e troppo legata al finanziamento tramite le banche e quando i tassi d'interesse esplosero , per effetto della crisi petrolifera dei primi '70 , gli oneri finanziari diventarono insostenibili . L'Alfa Romeo era quindi in perdita perchè legata al capitalismo di stato e alla sua crisi e non per insuccesso nelle vendite dei suoi modelli .

il fatto è che oggettivamente era in crisi, e non è certo l'unica Casa automobilistica ad essere in crisi con buoni prodotti
Questo ha portato alla chiusura... è la storia di tutte le case inglesi.
Poi il mondo è andato avanti, oggi l'FCA cerca di usare il brand per rilanciassi con un po' di made in italy ( possibilmente non diretto soltanto agli emigrati italiani in germania e australia)
dov'è il torto o la colpa di marchiane??
 
GIOVA59 ha scritto:
Era già, a giudicare da come dice sopra, con pessimi risultati economici.
La crisi dell'IRI dette la botta definitiva.
Ma perchè era in queste condizioni solo per ruberie politiche manager inetti e incompetenti, cattivo posizionamento a livello di prezzo di vendita, prodotto inadeguato alle richieste, costi esorbitanti rispetto agli incassi?
Non lo so.....

Saluti

Ti invito a leggere il libro "Giuseppe Luraghi, l'uomo che inventò la giulietta" di Gianola.

la tue osservazioni sono solo la conseguenza di politiche industriali
, di cui Fiat né è l'artefice occulta, che mirò, riuscendoci, ad avere consenso
Politico e egemonie sia politiche che industriali.
Chiosare il tutto con sinottiche affermazioni è scorretto.

Rosario
 
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