Kren2
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Ha esportato il 50% su numeri interni spaventosamente bassi...Ciò significa che con un mercato italiano in condizioni normali l'incidenza delle esportazioni sarebbe stata più bassa.danilorse ha scritto:Va detto che comunque l'Alfa nel 2013 ha esportato il 50% della produzione, confermando la sua vocazione, nostante i numeri molto bassi.Kren2 ha scritto:Aggiungo solamente che uno dei pregi di Alfa è sempre stato quello di avere una forte vocazione all'esportazione.U2511 ha scritto:Io leggo il secondo alla stessa stregua del primo. Per quanto concerne la percentuale da te ipotizzata (su quali basi non si sa poi), fosse vera, vorrebbe dire che il 90% degli automobilisti non ha mai, ad esempio, accelerato una sola volta in vita loro in curva. Fosse vero, Alfa almeno in Italia straccerebbe nelle vendite Bmw e Mercedes 8)156jtd105 ha scritto:Il cliente poco informato (90% di compra auto) non sa neanche cosa sia il B-link come non sa neanche se è seduto su una Ta o TP (leggasi blog di Cavicchi molto interessante e prima ancora sondaggio Bmw sui suoi clienti).
Non so perché ma mi sovviene qualcun altro che spesso e volentieri, secondo opprtunità, confonde il mercato europeo (non oso dire globale che sarebbe troppo), con quello asfittico nazionale. Se un modello si basa su un singolo mercato nazionale o anche su due mercati soltanto, è morte. Ti porto l'esempio di Smart e Classe A W168-W168 (quelle prodotte dal 1998 al 2011/2012) che venedevano (benissimo!) solo in Germania ed Italia (e ti parlo dei periodi di vacche grasse). Vetture eccellenti, costose da produrre, uniche ed innovative, che rimarrano agli annali senza vere eredi (ho forti dubbi anche sulla Smart), e questo solo perché i numeri erano troppo modesti per coprire gli investimenti. E parliamo di due mercati primari per l'epocaIl punto è che la Giulietta intesa come Berlina 5p e nulla più ha venduto anche bene proprio nel segmento 5p. Il suo problema sono stati la mancanza di altre versioni (3p e Sw in primis e di una visione suvvata) oltre che la crisi che ha colpito comunque tutta l'europa e in particolare l'Italia mercato ovviamente principale. In Alcuni stati (Jap e australia) la sola Giulietta sempre e solo 5p nonostante la scarsa rete Alfa sta vendendo ancora bene. In Italia spesso è stata davanti a tutta la gamma Golf e non mi pare proprio poco
Il mercato nazionale ha sempre pesato relativamente meno rispetto agli altri due marchi del gruppo. Quindi, nascondersi dietro la crisi del mercato nazionale, non mi sembra molto convincente.
Ed in effetti, anche il nuovo Marchionne (quello dell'Alfa premium per intenderci) non osa (più) giustificare il flop con quel dato.
La verità è che G10 non è stata vista come prodotto in linea al blasone del marchio.
Purtroppo, si è sprecata una ottima vettura (perché effettivamente lo è) marchiandola erroneamente.
Rimango convinto del fatto che la stessa auto con marchio Fiat e prezzo leggermente più basso avrebbe fatto vedere i sorci verdi a tutti (almeno in Italia) ed avrebbe guadagnato il proprio spazio nel segmento C europeo.
La g10 non ha vocazione sportiva, diversamente dalla 147, per stessa ammissione di Wester ed è nata nel periodo in cui di Alfa si doveva fare una sorta di VW de noantri.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
In merito alla Giulietta e' vero che ha una minor vocazione sportiva della 147, ma i risultati di vendita non sono molto diversi, considerando che il risultato migliore l'ha ottenuto nel 2003 con 90.000 unita' e con circa 500.000 auto prodotte in 10 anni la media e' di circa 55.000/60.000 unita' anno (escludendo dal calcolo gli 2 anni con risultati molto bassi). Da non dimenticare che la 147 era disponibile anche nell'apprezzata versione a 3 porte.
I numeri della 147 li hai indicati correttamente (volevo farlo io ma mi hai anticipato e ti ringrazio
E' vero che poteva contare sulla 3 porte che aveva un appeal molto alto, anche in ragione della vocazione sportiva.
Per il resto confermo ciò che ho detto: siamo di fronte ad un disastro. I numeri lo dimostrano.
I tedeschi, ma anche i francesi, per non parlare dei giapponesi, possono contare su di un mercato interno sicuro (ma in fondo lo stesso accade per i prodotti di casa fiat) ma ciò che consente loro di fare la differenza sono le esportazioni.
E quando parlo di esportazioni non mi riferisco all'Italia che ormai è diventato un mercato marginale per tutti, fiat compresa, ma del mondo intero.
In questo contesto Alfa sta perdendo il proprio valore aggiunto.
Insomma, un modello globale, non può essere realizzato sulla base delle esigenze di un solo mercato.