È nato tre anni fa ma ha già centrato l?obiettivo europeo di dimezzare i morti negli incidenti stradali. È il tutor. Strumento meno insidioso dell?autovelox ma più implacabile nel colpire chi preme troppo l?acceleratore. Lo rivelano gli ultimi dati sulle multe emesse. Sono state 168mila dall?inizio del 2009 ad aprile. Se l?andamento dovesse rimanere tale, a fine anno si supererebbe il mezzo milione di verbali. Un netto aumento rispetto ai 419.084 verbali del 2008, già superiori ai 137.000 del 2007 e agli 11.050 del 2006.
Il tutor è un?apparecchiatura complessa computerizzata, formata da sensori a spirale, montati nell?asfalto, che al passaggio dell?auto fanno scattare le telecamere in grado di rilevare violazioni del limite medio di 130 chilometri orari. Concausa principale dei decessi in autostrada: sei incidenti mortali su 10 avvengono ad alta velocità. Lo ha inventato un ingegnere italiano e dal 2006 a oggi è stato installato su 2093 chilometri della rete Autostrade per l?Italia che entro il 2009 diventeranno 2500, per un totale di 237 portali. E in quei tratti gli incidenti mortali si sono ridotti del 50%. Quelli con feriti sono diminuiti di un quarto. E sono scesi anche quelli senza sangue, meno tragici per le vittime, ma altrettanto deleteri per gli altri automobilisti costretti a subire lunghe code e incolonnamenti. Complessivamente, dunque, si registrano il 22% in meno di incidenti.
Inutili, oltre che penosi, i tentativi di eluderlo da parte dei furbetti del volante. Viaggiare a cavallo delle corsia per sfuggire alla rilevazione non serve: il tutor «vede» tutta la carreggiata. Ancor più dannoso marciare sulla corsia di emergenza. Lì il tutor si avvale della collaborazione di un altro apparecchio, il Minosse, che filma l?infrazione e fa scattare l?immediato ritiro della patente per aver intralciato senza motivo la corsia dedicata ai soccorsi. Guai poi a camuffare la targa, magari con lo scotch: è già accaduto, ma negli accertamenti la polizia stradale riesce a risalire lo stesso, attraverso il modello, il colore dell?auto e le targhe simili al proprietario del vero veicolo che, a quel punto, viene accusato del reato penale di falso. A differenza dell?autovelox il tutor non sanziona l?eccesso di velocità in un punto, ma la velocità media superiore ai limiti in un tratto più lungo. In corrispondenza del primo varco vengono registrate le targhe di tutte le auto di passaggio. Al termine del tratto che, in media, è lungo tra i 10 e i 25 chilometri, scatta la seconda rilevazione delle targhe e il calcolo della velocità media tenuta. Se il limite è rispettato i dati vengono cancellati. Altrimenti tutto viene girato per l?accertamento e la verbalizzazione automatica alla polizia stradale che ha messo a punto, assieme ad Autostrade per l?Italia l?intero sistema, e ora lo coordina con sapienza.
I varchi in sequenza possono essere abbinati in modo vario, modificando di volta in volta il tratto controllato. L?automobilista non sa in quale tratto potrà essere sorpreso. Sbagliato ritenere che una sosta all?autogrill consenta un?accelerata oltre il limite: il tratto sotto controllo non contiene mai distributori o autogrill. È sempre un tratto omogeneo.
È proprio questa la difficoltà di montare il tutor al di fuori delle autostrade. Tuttavia è ritenuto talmente utile che l?Anas sta progettando di allargare questo tipo di rilevazione alle strade statali e alle autostrade gratuite. Entro il 2009 i tutor compariranno sulla Romea, sull?Aurelia e sulla Domiziana. Spiega Massimo Schintu, segretario generale Aiscat (Associazione italiana società concessionarie e trafori): «L?effetto importante del tutor è il riordino del traffico. Diminuendo gli incidenti diminuiscono anche le strozzature del flusso. E quindi le code. In più dà la sensazione di una presenza continua del controllo e questo influisce sul comportamento di guida dando luogo a un ravvedimento operoso».
Fonte: Corsera
Il tutor è un?apparecchiatura complessa computerizzata, formata da sensori a spirale, montati nell?asfalto, che al passaggio dell?auto fanno scattare le telecamere in grado di rilevare violazioni del limite medio di 130 chilometri orari. Concausa principale dei decessi in autostrada: sei incidenti mortali su 10 avvengono ad alta velocità. Lo ha inventato un ingegnere italiano e dal 2006 a oggi è stato installato su 2093 chilometri della rete Autostrade per l?Italia che entro il 2009 diventeranno 2500, per un totale di 237 portali. E in quei tratti gli incidenti mortali si sono ridotti del 50%. Quelli con feriti sono diminuiti di un quarto. E sono scesi anche quelli senza sangue, meno tragici per le vittime, ma altrettanto deleteri per gli altri automobilisti costretti a subire lunghe code e incolonnamenti. Complessivamente, dunque, si registrano il 22% in meno di incidenti.
Inutili, oltre che penosi, i tentativi di eluderlo da parte dei furbetti del volante. Viaggiare a cavallo delle corsia per sfuggire alla rilevazione non serve: il tutor «vede» tutta la carreggiata. Ancor più dannoso marciare sulla corsia di emergenza. Lì il tutor si avvale della collaborazione di un altro apparecchio, il Minosse, che filma l?infrazione e fa scattare l?immediato ritiro della patente per aver intralciato senza motivo la corsia dedicata ai soccorsi. Guai poi a camuffare la targa, magari con lo scotch: è già accaduto, ma negli accertamenti la polizia stradale riesce a risalire lo stesso, attraverso il modello, il colore dell?auto e le targhe simili al proprietario del vero veicolo che, a quel punto, viene accusato del reato penale di falso. A differenza dell?autovelox il tutor non sanziona l?eccesso di velocità in un punto, ma la velocità media superiore ai limiti in un tratto più lungo. In corrispondenza del primo varco vengono registrate le targhe di tutte le auto di passaggio. Al termine del tratto che, in media, è lungo tra i 10 e i 25 chilometri, scatta la seconda rilevazione delle targhe e il calcolo della velocità media tenuta. Se il limite è rispettato i dati vengono cancellati. Altrimenti tutto viene girato per l?accertamento e la verbalizzazione automatica alla polizia stradale che ha messo a punto, assieme ad Autostrade per l?Italia l?intero sistema, e ora lo coordina con sapienza.
I varchi in sequenza possono essere abbinati in modo vario, modificando di volta in volta il tratto controllato. L?automobilista non sa in quale tratto potrà essere sorpreso. Sbagliato ritenere che una sosta all?autogrill consenta un?accelerata oltre il limite: il tratto sotto controllo non contiene mai distributori o autogrill. È sempre un tratto omogeneo.
È proprio questa la difficoltà di montare il tutor al di fuori delle autostrade. Tuttavia è ritenuto talmente utile che l?Anas sta progettando di allargare questo tipo di rilevazione alle strade statali e alle autostrade gratuite. Entro il 2009 i tutor compariranno sulla Romea, sull?Aurelia e sulla Domiziana. Spiega Massimo Schintu, segretario generale Aiscat (Associazione italiana società concessionarie e trafori): «L?effetto importante del tutor è il riordino del traffico. Diminuendo gli incidenti diminuiscono anche le strozzature del flusso. E quindi le code. In più dà la sensazione di una presenza continua del controllo e questo influisce sul comportamento di guida dando luogo a un ravvedimento operoso».
Fonte: Corsera