Eccolo qui il radical-chic
https://corrieredeltrentino.corrier...go-57beb889-4624-44db-9a4a-1b23da1f9xlk.shtml
Cito testualmente:
"mi risulta che il ciclista “può attraversare sulle strisce se non mette in pericolo i pedoni”
E secondo quale articolo del C.d.S. di grazia?
Riporto l'articolo in toto, per correttezza, anche se il "sapientone" ne esce con una figura barbina...
Trento, la paradossale vicenda del professore di Architettura Giuseppe Scaglione: «Per il codice della strada non ho compiuto alcuna infrazione»
«La rigidità abnorme da parte dei vigili urbani, la vessazione ingiustificabile del sistema di riscossione e
la “lavata di mani” del sindaco». Tre scogli di fronte sui quali il dialogo tra cittadino e amministrazione si è arenato nel caso emblematico di
un docente universitario che, sanzionato a Trento nel 2017 per aver attraversato sulle strisce pedonali in bicicletta, si è visto prima comminare
una multa di 45 euro, quindi recapitare, a distanza di 5 anni, un “avviso bonario” con la cifra decuplicata e, infine, un’ingiunzione di pagamento in cui il valore dell’ultima multa è di nuovo raddoppiato. Oggi la richiesta ammonta a 860 euro. «Un’usura» a cui il prostrato protagonista di questa vicenda non intende piegarsi. La protesta si manifesta per iscritto, con
una lettera al Corriere della Sera in cui denuncia l’accaduto. Pubblicata dal quotidiano nazionale, la storia è diventata virale. «Il 21 maggio di sei anni fa raggiungo da casa la stazione ferroviaria di Trento in bicicletta — scrive
Giuseppe Scaglione, 68enne professore universitario di Architettura e Urbanistica all’ateneo di Trento —. Erano le 7.40 e la città era semideserta. Attraverso in bici un breve tratto di strisce pedonali, circa 2 metri, e dopo un istante sento il fischietto di un vigile urbano».
Il primo verbale a casa e la lettera al sindaco
Dopo un mese arriva il verbale: 45 euro. «Scrivo al sindaco di allora (Andreatta, ndr) e al
capo dei vigili urbani del paradosso di essere stato multato per non aver commesso nulla, anche perché mi risulta che il ciclista “
può attraversare sulle strisce se non mette in pericolo i pedoni”. Nessuna risposta». Dopo 5 anni, un avviso bonario dai vigili di Trento: la richiesta è di 450 euro. «Così riscrivo
sindaco di oggi, Ianeselli, e di nuovo al capo dei vigili urbani. Questa volta il primo cittadino risponde che le multe si pagano, anche
se non piace a nessuno». Una settimana fa, l’ingiunzione di pagamento di Trentino riscossioni: la cifra è lievitata a 860 euro.
«Mi chiedo se questo modo di agire
sia consono a una civiltà che deve fornire servizi a tutela del cittadino e sia giusta ed equa l’applicazione di penali così alte — dice il docente —. Dopo aver sempre pagato multe e cartelle esattoriali,
in questo caso disobbedisco civilmente». Scaglione rivela: «Quella mattina correvo a prendere il treno per andare a Torino e tenere una lezione
e la città era deserta. Il fischietto del vigile mi ha fatto sussultare e vista la minuzia dell’infrazione ho chiesto: “Ma vi ha dato di volta il cervello? Non c’è nessuno, per quale motivo mi sanzionate? Rischio di perdere il treno”. L’incredibile rigidezza dei vigili urbani di Trento è nota al mondo, ma quella volta
mi sembrò del tutto abnorme».
Due mesi dopo la sanzione aumenta di venti volte
Poi la delusione di fronte al silenzio delle istituzioni. «Scrissi ad Andreatta non per farmi togliere la multa, ma per segnalare il paradosso della situazione.
Non ricevetti risposta. In compenso il successore, Ianeselli, quando ho ricevuto la richiesta di pagare
dieci volte tanto se n’è lavato le mani alla Ponzio Pilato». Due mesi dopo la multa schizza a 860 euro. «Una follia:
venti volte la sanzione iniziale — sbotta il professore —. Ho già pagato multe al Comune di Trento, ma questa no: mi rifiuto. Mi sono rivolto a un legale e forse
sarò costretto a rateizzare, ma trovo questa ingiustizia un esempio di un sistema vessatorio contro cui credo sia doveroso protestare. La mia è una battaglia civile. Ho proposto una transazione, 150 euro è una cifra congrua: se non riesco, pazienza». Intanto, dopo la pubblicazione della lettera sul Corriere
anche il servizio Gabinetto e pubbliche relazioni di via Belenzani ha diramato una nota, ritenendo «opportune alcune precisazioni». In poche righe, l’ente pubblico conferma la versione di Scaglion
e salvo la data (3 maggio 2017) e l’orario (8.04), riesumando un verbale da cui risulta che il cittadino «proveniva da Torre Vanga con direzione stazione dei treni,
transitando a bordo della sua bici sul marciapiede-aiuola spartitraffico del cavalcavia San Lorenzo, dove si trova l’attraversamento pedonale». Invitato dagli agenti «a condurre a spinta il veicolo»,
si immetteva sulla carreggiata percorrendo in senso contrario rispetto a quello della circolazione via Pozzo e piazza Dante. Gli venivano quindi contestate due violazioni da 41 e 163 euro. Scaglione diceva all’agente: «Devo andare, me la mandi a casa».
Il docente ha preferito tornare a vivere a Cosenza
«Non è vero —
controreplica oggi Scaglione —. Dopo la segnalazione ho proseguito a piedi conducendo la bici a mano di corsa perché stavo per perdere il treno. Le due sanzioni
confermano l’assurdità della sanzione rispetto alla presunta infrazione». Intanto, non avendo saldato il dovuto, «il verbale diveniva t
itolo esecutivo per una somma pari alla metà del massimo delle sanzioni, 410,50 euro», prosegue la nota del Comune. Quindi conferma l’invio «dei tre avvisi bonari e, il 20 febbraio di quest’anno, la normale ingiunzione fiscale
prevista dalla legge da parte di Trentino riscossioni di 823». Al docente resta l’amaro in bocca. «Ora vivo a Cosenza e risiedo a Trento solo per il semestre didattico
facendo la spola tra il profondo sud e il profondo nord. Qui mi confronto con il lassismo, ma preferisco la tolleranza alla rigidezza estrema.
La scelta di tornare a vivere qui è stata anche dettata da questo».
Io mi chiedo dov'era il Direttore Editoriale del Corriere del Trentino per aver avallato un simile articolo-spazzatura che discredita il nome della testata... robe da pazzi!