Comunque, foto e maggiori dettagli di cronaca:
TRIESTE. Una folle corsa con l?auto rubata che finisce in tragedia. La vecchia Uno si schianta contro il guard rail: muore il passeggero, Maicol Cari, etnia rom e appena 15 anni. Ma il conducente non tenta neanche di prestargli soccorso: fugge. Malgrado sia il fratello maggiore della vittima: Massimo Cari, 24 anni, ruba anzi un?altra auto, la Tigra di una persona che si è fermata per dare una mano. Abbandona il fratello ancora agonizzante, lancia la Tigra a tutto gas ma centra il cancello di una casa dopo avere percorso appena cento metri. Finiscono così le sue ore di libertà provvisoria. Massimo Cari infatti ha causato la tragedia mentre si trovava fuori dal Coroneo dove era rinchiuso per una serie di pene da scontare: aveva ottenuto infatti un permesso premio di 24 ore che sarebbe terminato ieri sera, quando era previsto che facesse rientro in cella. Ora Massimo Cari è piantonato in ospedale. In arresto per furto aggravato, omicidio colposo e omissione di soccorso dopo la tragedia avvenuta in via Forlanini, a pochi metri dal quadrilatero di Rozzol Melara dove i due Cari abitano.
La notte brava, secondo la ricostruzione degli agenti della squadra volante, inizia alle 21.30. A quell?ora i due Cari escono da casa e vanno nel garage del quadrilatero. Massimo - una sfilza di precedenti penali - adocchia la vecchia Uno lasciata in sosta poche ore prima da G.A., 75 anni, abitante nello stesso palazzone. Rubarla per lui è un gioco da ragazzi. Collega i fili dell?a ccensione e avvia il motore. Poi apre la portiera destra e fa salire Maicol. Dà gas, la Uno sgomma e vola letteralmente sulla strada, lungo la discesa di via Forlanini resa scivolosa come una saponetta dalla pioggia che sta scendendo a dirotto. Dopo tre curve non riesce più a tenere in strada la Uno che piomba contro il guard rail davanti alla casa al numero 12.
È un urto tremendo, terrificante. Le lamiere si accartocciano e si piegano mentre nell?auto, dalla parte destra, quella dove siede Maicol, si conficca proprio il guard rail che sfonda il parabrezza ed esce dal lunotto. Dalle finestre c?è qualcuno che si affaccia e vedendo il disastro chiama i soccorsi: vigili urbani e 118. Passano i minuti, dopo poco si apre lentamente la portiera sinistra. Chi è alla guida esce e cammina barcollando. Si fermano una Audi e poi una Opel Tigra. Gli automobilisti scendono. Si guardano attorno attoniti: vedono un giovane agonizzante dentro la Uno e l?altro in piedi, a pochi metri di distanza. Massimo Cari non dice nulla. Guarda come inebetito la tragedia che si sta consumando davanti ai suoi occhi. All?improvviso scatta verso l?Audi. Ma non trova la chiave inserita. Così ripiega sulla Tigra di P.V., 25 anni, che ha lasciato il motore acceso. Mentre arriva l?ambulanza del 118 per soccorrere il fratello (che morirà dopo pochi minuti), Massimo Cari si mette al volante della Opel. Dà gas e riparte come una scheggia, sempre sotto la pioggia battente. Cinquanta, cento metri a tutta velocità. Poi un altro boato assordante. La Tigra si schianta contro il cancello della casa all?incrocio con via Bergamino. Cari ha il polso fratturato. Si getta fuori dall?auto. Ma non cede, scappa a piedi e, in breve, i poliziotti della volante lo bloccano e lo ammanettano.
Intanto, cento metri più su, gli uomini del 118 stanno tentando disperatamente di salvare il quindicenne. Sul posto riescono a praticargli le prime cure. Ma la situazione è disperata. Lo caricano in ambulanza. A Cattinara, al pronto soccorso, il suo cuore smette di battere. E intanto arriva un?altra ambulanza del 118 seguita dalla volante della polizia. Sulla lettiga c?è Massimo Cari. Gli agenti nel loro rapporto scrivono che ha l?alito vinoso e l?andatura barcollante. È come inebetito. Lo trasportano in una stanzetta. Fuori, oltre la porta, stazionano due agenti. Adesso è piantonato in stato di arresto per omicidio colposo del fratello. In serata, le prime analisi del sangue - sebbene da riconfermare - parlano di un tasso alcolemico di oltre 2 mg, a fronte di un massimo consentito di 0,5.
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