stefano_68 ha scritto:
Non è che tutto quello che non sappiamo - o non ricordiamo - è inutile e ridicolo.
Possiamo anche ammettere di non ricordarci o di non sapere evitando di condire l'affermazione con "tanto è inutile". Sa tanto di volpe e uva....
Chi si è laureato in fiolosofia o lettere è degno di stima come chi ha preso altre strade, al difuori dell'utilità di tali lauree.
Se non ti ricordi qualcosa che hai studiato, e' perche'
E' inutile. Magari non in senso assoluto, ma per te di sicuro.

Tolta questa disquisizione filosofica, resta il fatto che sono ben pochi gli italiani che san parlare e scrivere in italiano corretto. E quando si e' di fronte a un fallimento di tale portata, non si puo' realisticamente dare la colpa ai soggetti: la carenza sta per forza nell'istituzione, che non ottiene il risultato voluto.
E non e' solo l'italiano: il metodo della nostra scuola di insegnare QUALSIASI lingua e'
SBAGLIATO, perche', ripeto, e' come cercare di insegnare a qualcuno a guidare l'auto spiegandogli la termodinamica e la fisica newtoniana. Chiunque si rende in questo caso conto che e' da imbecilli, ma nessuno si rende conto che il sistema di istruzione linguistica della scuola e' altrettanto assurdo, perche' ci siamo passati tutti e lo diamo per scontato, senza nemmeno analizzarlo. :?
La dimostrazione ultima e definitiva e' che, per intendere che uno conosce a malapena una lingua straniera, dice che la conosce "a livello scolastico"... un'assurdita' lampante visto che questo dovrebbe rappresentare il miglior livello, e non il peggiore.
E te lo dice uno che ha imparato per conto proprio (perche' se aspettavo la scuola...) a leggere e scrivere l'inglese a livello madrelingua e a parlarlo correntemente, a leggere e capire decentemente francese e spagnolo e che si e' tradotto in italiano una pagina in russo della guida turistica di Mosca partendo da 5 parole traslitterate di un libretto d'istruzioni di una macchina fotografica (poi ho realizzato che il russo e' una lingua declinata e ho mollato tutto).
