<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Questo è il problema dell'economia italiana | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Questo è il problema dell'economia italiana

99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
Stavo dando un'occhiata agli annunci di lavoro per mia moglie. Stavo vedendo se ci fosse qualcosa di meglio di quello che fa, per carità, un lavoro normalissimo, ma abbastanza alienante.

Sono icappato in questo annuncio.

Notare la durate del contratto:

2 GIORNI O UNA SETTIMANA.

MA VAFF..........!!!! :evil:

http://www.infojobs.it/oferta/pOfer...sh&utm_medium=email&utm_campaign=ofertas_push

Non vedo dove stia il problema...
Se un'azienda ha bisogno di una persona in soprannumero per qualche giorno, la chiede. Ti sta bene? Accetti. Non ti sta bene? Guardi da un'altra parte.
Non capisco cosa dovrebbero fare: assumere qualcuno a tempo indeterminato che non gli serve per coprire una esigenza temporanea, con spreco di risorse spendibili altrimenti?
Gli altri dipendenti ringraziano... :rolleyes:
O forse, non dovrebbero nemmeno chiedere una persona per pochi giorni?
Quello che avrebbe potuto mettersi in tasca qualche euro preferirebbe averla l'offerta.
Il mito del posto fisso e' finito, cari miei (e per fortuna! che si stava andando in malora). Nemmeno in Giappone, dove era praticamente un'istituzione intoccabile al pari dell'Imperatore, e' sparito.
Il mondo e' pieno di paesi dove si cambia spesso lavoro e si vive benissimo. Tutto sta a trovare il giusto equilibrio.
Negli Stati Uniti e' facile essere licenziati, ma difficilmente qualcuno resta senza lavoro per piu' di 15 giorni, al contrario che nell'Italia del "posto fisso", privilegio di pochi, mentre altri stavano magari 2-3 anni senza lavoro... roba da matti. Pero' magari ci si deve trasferire e traslocare per 3000 km.
Bisognerebbe raggiungere un equilibrio tra mobilita' produttiva e tutela di una stabilita' indispensabile a ottenere una societa' equilibrata e a garantire ai cittadini una situazione famigliare decente.

Il VERO problema dell'economia italiana, semmai, e' che a livello impiegatizio, una ristretta cerchia di lavoratori e' tutelata al 1000%, anche quando non lo meriterebbe o non sarebbe corretto e onesto farlo, mentre gli altri si attaccano, e a livello imprenditoriale (ossia di coloro che il lavoro lo creano) il sistema e' strangolante e sempre piu' italiani giovani che han voglia di fare... vanno a farlo altrove, con buona pace di chi potrebbe avere un nuovo posto di lavoro che invece va a un romeno, o uno spagnolo, o un ceco (giusto per citare tre paesi dove gli Italiani vanno a imprendere di piu' ultimamente).

Hai perfettamente ragione, un'azienda ha il diritto di assumere una persona a gettone quando ne ha BISOGNO. Fin li ti posso anche quotare.
Il problema è l'abuso, in Italia LA FLESSIBILITA' NON ESISTE, esiste il precariato, che è ben altra cosa.
Il problema è che alle aziende ora CONVIENE avere il precario che un posto fisso. Non parlo di convenienza economica ma di convenienza in senso più ampio, stiamo tornando al mercato del lavoro da rivoluzione industriale. ma vuoi mettere un tempo indeterminato con uno che puoi lasciare a casa quando ti va? Non devi perdere tempo e soldi a fargli formazione (apprendistato a parte), basta fare un pò di scena; lo puoi ricattare psicologicamente e spremerlo come un limone con la minaccia di non rinnovare il contratto; alla prima difficoltà a casa, un bocca da sfamare in meno; pur di lavorare, accetta anche stipendi bassi dato che la situazione è generalizzata. Il tutto con un modesto sovrapprezzo. E la politica sta a guardare nella bambagia... :x
Il problema: la flessibilità di per se è una buona cosa se gestita bene, non si può abolirla.
La soluzione: una FORTE convenienza economica del lavoratore a tempo indeterminato. Il precario deve costare una marea di soldi in contributi ed avere, a parità di mansione, un tot percento in più in busta paga rispetto al tempo indeterminato, senza se e senza ma.
Vedrete che poi le aziende ricorreranno ai precari solo quando ne avranno DAVVERO bisogno... ;)
 
mammo4 ha scritto:
Io credo che qualcuno dei potenti, forse non ha capito che senza lavoro stabile, l'economia andrà sempre peggio:

Lavoro stabile = sicurezza = fiducia nel futuro = propensione a spendere, fare casa e famiglia.

Mi sembra un equazione talmente logica e favorevolmente economica a tutti questa.
giustissimo
 
99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
Stavo dando un'occhiata agli annunci di lavoro per mia moglie. Stavo vedendo se ci fosse qualcosa di meglio di quello che fa, per carità, un lavoro normalissimo, ma abbastanza alienante.

Sono icappato in questo annuncio.

Notare la durate del contratto:

2 GIORNI O UNA SETTIMANA.

MA VAFF..........!!!! :evil:

http://www.infojobs.it/oferta/pOfer...sh&utm_medium=email&utm_campaign=ofertas_push

Non vedo dove stia il problema...
Se un'azienda ha bisogno di una persona in soprannumero per qualche giorno, la chiede. Ti sta bene? Accetti. Non ti sta bene? Guardi da un'altra parte.
Non capisco cosa dovrebbero fare: assumere qualcuno a tempo indeterminato che non gli serve per coprire una esigenza temporanea, con spreco di risorse spendibili altrimenti?
Gli altri dipendenti ringraziano... :rolleyes:
O forse, non dovrebbero nemmeno chiedere una persona per pochi giorni?
Quello che avrebbe potuto mettersi in tasca qualche euro preferirebbe averla l'offerta.
Il mito del posto fisso e' finito, cari miei (e per fortuna! che si stava andando in malora). Nemmeno in Giappone, dove era praticamente un'istituzione intoccabile al pari dell'Imperatore, e' sparito.
Il mondo e' pieno di paesi dove si cambia spesso lavoro e si vive benissimo. Tutto sta a trovare il giusto equilibrio.
Negli Stati Uniti e' facile essere licenziati, ma difficilmente qualcuno resta senza lavoro per piu' di 15 giorni, al contrario che nell'Italia del "posto fisso", privilegio di pochi, mentre altri stavano magari 2-3 anni senza lavoro... roba da matti. Pero' magari ci si deve trasferire e traslocare per 3000 km.
Bisognerebbe raggiungere un equilibrio tra mobilita' produttiva e tutela di una stabilita' indispensabile a ottenere una societa' equilibrata e a garantire ai cittadini una situazione famigliare decente.

Il VERO problema dell'economia italiana, semmai, e' che a livello impiegatizio, una ristretta cerchia di lavoratori e' tutelata al 1000%, anche quando non lo meriterebbe o non sarebbe corretto e onesto farlo, mentre gli altri si attaccano, e a livello imprenditoriale (ossia di coloro che il lavoro lo creano) il sistema e' strangolante e sempre piu' italiani giovani che han voglia di fare... vanno a farlo altrove, con buona pace di chi potrebbe avere un nuovo posto di lavoro che invece va a un romeno, o uno spagnolo, o un ceco (giusto per citare tre paesi dove gli Italiani vanno a imprendere di piu' ultimamente).
il problema sta nella "catena"
si interrompe quella catena "equilibrio" che cè stato da molti anni! le nuove generazioni precarie nn lavorano e nn comprano e l'economia scoppia!!!!
e se anche tardi ci rimettono tutti! magari anche il tuo lavoro prima o poi se nn ci diamo una svegliata!
nn guardiamo la pagliuzza!(se ad un azienda serve a uno x 5 mesi che fa lo assume x sempre.. e discorsi del genere..) guardiamo il sistema come si è ammalato sempre di + dal precariato in poi! i dati parlano chiaro!
condivisibile invece l'ultima parte del discorso sui lavoratori pubblici
 
FedeSiena ha scritto:
99octane ha scritto:
La globalizzazione non e' qualcosa di "voluto", non piu' della pioggia o del vento. Esiste e basta.
E, come tutti i fenomeni, ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi: tutto sta a imparare a godere dei primi minimizzando e tenendo sotto controllo i secondi.
Poi ci sono gli allarmisti, che tengon sempre banco, e quelli che cercano di mostrare solo i lati negativi perche' uno dei lati positivi principali e' il fatto che la gente esce dal suo orticello e si accorge che le cose altrove van diversamente, e non devono necessariamente essere come glie le han sempre raccontate... E questo, a chi la racconta, da' molto fastidio. :rolleyes:

No, la globalizzazione è qualcosa di "voluto" da precise scelte politiche.
Da precise scelte politiche degli ultimi anni, tra l'altro.

Il nostro potere d'acquisto si sta riducendo sempre più, negli anni '80 facevi la vita del signore con un solo stipendio e la moglie a casa, oggi non bastano 2 stipendi per arrivare a fine mese.
Dobbiamo capire che noi NON POSSIAMO ESSERE competitivi con paesi che lavorano 60 ore la settimana e guadagnano 300 euro al mese.

Tanto più per come era messa (era, perchè adesso non è neanche più) la nostra industria manifatturiera che era praticamente costituita da piccole e medie imprese che producono beni di consumo in grande scala.
Non abbiamo un brevetto, non abbiamo ricerca, non abbiamo niente.
Avevamo fabbriche di mobili e frigoriferi, ma vedo che se ne stanno andando...

E la colpa, naturalmente, e' sempre di qualcun altro.
Chiuditi in casa a chiave e non far entrare nessuno, mi raccomando.
:rolleyes:
 
Scellini a parte, il problema principale dell'economia italiana è che si reggeva (e si regge tutt'ora per quel che ne è rimasto) in buona misura su manifattura di basso rango (frigoriferi, mobili e compagnia bella) la cui produzione (grazie alla globalizzazione di cui parlavo prima) è facilmente spostabile da una parte all'altra del mondo con costi relativamente bassi.
Questo per un semplicissimo motivo: perchè se è abbastanza difficile creare un apparato infrastrutturale ed economico basato su ricerca, sviluppo di tecnologie e brevetti, è altresì relativamente facile spostare una fabbrica di frigoriferi da Pordenone alla Rep.Ceca dove il lavoro costa la metà.
;)

Questo "piccolo particolare" sulla situazione reale del paese è "sfuggita" ai sostenitori del sistema globalizzato che inneggiavano alla libertà del mercato.

Ovviamente, in Europa, come spesso accade, si guardano sempre le scelte degli altri paesi piuttosto che analizzare bene la soluzione che c'è per le nostre possibilità, così, mentre tra il '90 e il 2000 si decidevano le sorti del mondo, c'era chi "appoggiava" in toto le politiche liberali di Germania ed Inghilterra, senza considerare la diversità dell'Italia rispetto a queste altre due nazioni.
Così, mentre da circa mezzo secolo, all'estero, promuovono la ricerca, investono nei brevetti e negli studi scientifici per scoprire nuove tecnologie, qui in Italia ci trastullavamo con il montaggio di elettrodomestici e un'industria medio-pesante che ha ripercussioni poco positive sul mercato del lavoro e molto negative sul mercato del turismo...
Adesso, i nodi vengono al pettine e la fossa che ci siamo scavati per adesso è ancora vuota...
:rolleyes:
 
jaccos ha scritto:
99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
Stavo dando un'occhiata agli annunci di lavoro per mia moglie. Stavo vedendo se ci fosse qualcosa di meglio di quello che fa, per carità, un lavoro normalissimo, ma abbastanza alienante.

Sono icappato in questo annuncio.

Notare la durate del contratto:

2 GIORNI O UNA SETTIMANA.

MA VAFF..........!!!! :evil:

http://www.infojobs.it/oferta/pOfer...sh&utm_medium=email&utm_campaign=ofertas_push

Non vedo dove stia il problema...
Se un'azienda ha bisogno di una persona in soprannumero per qualche giorno, la chiede. Ti sta bene? Accetti. Non ti sta bene? Guardi da un'altra parte.
Non capisco cosa dovrebbero fare: assumere qualcuno a tempo indeterminato che non gli serve per coprire una esigenza temporanea, con spreco di risorse spendibili altrimenti?
Gli altri dipendenti ringraziano... :rolleyes:
O forse, non dovrebbero nemmeno chiedere una persona per pochi giorni?
Quello che avrebbe potuto mettersi in tasca qualche euro preferirebbe averla l'offerta.
Il mito del posto fisso e' finito, cari miei (e per fortuna! che si stava andando in malora). Nemmeno in Giappone, dove era praticamente un'istituzione intoccabile al pari dell'Imperatore, e' sparito.
Il mondo e' pieno di paesi dove si cambia spesso lavoro e si vive benissimo. Tutto sta a trovare il giusto equilibrio.
Negli Stati Uniti e' facile essere licenziati, ma difficilmente qualcuno resta senza lavoro per piu' di 15 giorni, al contrario che nell'Italia del "posto fisso", privilegio di pochi, mentre altri stavano magari 2-3 anni senza lavoro... roba da matti. Pero' magari ci si deve trasferire e traslocare per 3000 km.
Bisognerebbe raggiungere un equilibrio tra mobilita' produttiva e tutela di una stabilita' indispensabile a ottenere una societa' equilibrata e a garantire ai cittadini una situazione famigliare decente.

Il VERO problema dell'economia italiana, semmai, e' che a livello impiegatizio, una ristretta cerchia di lavoratori e' tutelata al 1000%, anche quando non lo meriterebbe o non sarebbe corretto e onesto farlo, mentre gli altri si attaccano, e a livello imprenditoriale (ossia di coloro che il lavoro lo creano) il sistema e' strangolante e sempre piu' italiani giovani che han voglia di fare... vanno a farlo altrove, con buona pace di chi potrebbe avere un nuovo posto di lavoro che invece va a un romeno, o uno spagnolo, o un ceco (giusto per citare tre paesi dove gli Italiani vanno a imprendere di piu' ultimamente).

Hai perfettamente ragione, un'azienda ha il diritto di assumere una persona a gettone quando ne ha BISOGNO. Fin li ti posso anche quotare.
Il problema è l'abuso, in Italia LA FLESSIBILITA' NON ESISTE, esiste il precariato, che è ben altra cosa.
Il problema è che alle aziende ora CONVIENE avere il precario che un posto fisso. Non parlo di convenienza economica ma di convenienza in senso più ampio, stiamo tornando al mercato del lavoro da rivoluzione industriale. ma vuoi mettere un tempo indeterminato con uno che puoi lasciare a casa quando ti va? Non devi perdere tempo e soldi a fargli formazione (apprendistato a parte), basta fare un pò di scena; lo puoi ricattare psicologicamente e spremerlo come un limone con la minaccia di non rinnovare il contratto; alla prima difficoltà a casa, un bocca da sfamare in meno; pur di lavorare, accetta anche stipendi bassi dato che la situazione è generalizzata. Il tutto con un modesto sovrapprezzo. E la politica sta a guardare nella bambagia... :x
Il problema: la flessibilità di per se è una buona cosa se gestita bene, non si può abolirla.
La soluzione: una FORTE convenienza economica del lavoratore a tempo indeterminato. Il precario deve costare una marea di soldi in contributi ed avere, a parità di mansione, un tot percento in più in busta paga rispetto al tempo indeterminato, senza se e senza ma.
Vedrete che poi le aziende ricorreranno ai precari solo quando ne avranno DAVVERO bisogno... ;)
5 stelle
aggiungo che alle aziende con il segno del poi nn è convenuto manco a lore xke alla fine stiamo tutti nello stesso mondo.. quindi se la catena si rompe si rompe x tutti
 
99octane ha scritto:
E la colpa, naturalmente, e' sempre di qualcun altro.
Chiuditi in casa a chiave e non far entrare nessuno, mi raccomando.
:rolleyes:

La colpa è un pò di tutti, ma quando c'era chi decideva le sorti del mondo chiuso in una stanza e chi tirava pietre io ero con quelli che tiravano le pietre, non certo con quelli che "riponevano fiducia" nei manovratori del sistema.
 
99octane ha scritto:
La globalizzazione non e' qualcosa di "voluto", non piu' della pioggia o del vento. Esiste e basta.
Questo è vero, ma è vero anche che per contrastarne gli effetti negativi i governi devono porre in essere strategie serie. La flessibilità del lavoro, che effettivamente oggi per molte aziende è un'esigenza, deve essere governata. Governare la flessibilità significa estendere le coperture sociali a tutti i lavoratori, punire le imprese che abusano o che non utilizzano correttamente le forme di flessibilità, incentivare la stabilizzazione dei lavoratori flessibili. Per un principio ovvio inoltre i contratti flessibili dovrebbero costare più di quelli "stabili" in termini di contributi sociali(è così in moltissimi altri Paesi), non il contrario.
 
mammo4 ha scritto:
@99octane: Certo, ma come se la comprano una casa i precari, visto che i mutui non li danno se non hai un rweddito fisso?
Ci hai pensato?

L'Italia, è un paese provinciale, non è flessibile com gli Usa.
Qui il datore di lavoro ti sfrutta, anche per 12 ore al giorno, a nero, e stiamo parlando di titolari italiani, che fanno leva sulla crisi. Ricordati che parte di questa crisi è stata montata a dovereper far snellire qualche grande azienda.

Comunque rispondimi alla prima domanda...

Certo che ci ho pensato, non sono nato ieri, e rientra nel discorso piu' ampio del perche' l'Italia non sia un paese per giovani (e per cui molti giovani, come dicevo, se ne vanno altrove).
Rispondero' alla tua domanda con una domanda, anche se normalmente sarebbe cattiva educazione. E' una domanda retorica, a fine puramente dialettico.
Preferisci essere precario... o disoccupato?

Se poi molte aziende sfruttano il sistema dei contratti a termine per non assumere personale di cui avrebbero bisogno, e' solo grazie al sistema delirante della gestione del lavoro in Italia, dove non esiste flessibilita'.
Come dicevo, bisogna trovare un equilibrio, o le cose non cambieranno mai, se non in peggio.
Ma questo non puo' certo venire dai nostri politici scollati dalla realta' o in totale malafede che sfruttano le masse sindacalizzate come leva sociale per tenere il potere. Puo' venire solo dalla autoresponsabilizzazione del cittadino, e da un suo diverso atteggiamento rispetto al posto di lavoro.
E con questo rispondo anche a Jaccos.
Specificamente, la convenienza nel lavoratore stabile esiste nella misura in cui c'e' investimento nel personale, e in cui una maestranza qualificata, o degli impiegati e quadri professionalmente competenti e abili tornano a vantaggio dell'azienda.
Ma in un'economia falsa, che e' per la maggior parte solo finanza, senza alcuna forma di investimenti e di ricerca e sviluppo (perche' lo stato li tassa a morte) non esistera' mai diffusamente il concetto del dipendente come INVESTIMENTO dell'azienda. Si resta alle "risorse umane".
Che poi e' esattamente quello che vuole la classe dominante, perche' garantisce una base di elettori preoccupata e dipendente dallo Stato.
Questo intendo quando parlo di responsabilizzazione. O vogliamo continuare a farci tenere per il collo?
 
FedeSiena ha scritto:
mammo4 ha scritto:
@99octane: Certo, ma come se la comprano una casa i precari, visto che i mutui non li danno se non hai un rweddito fisso?
Ci hai pensato?

L'Italia, è un paese provinciale, non è flessibile com gli Usa.
Qui il datore di lavoro ti sfrutta, anche per 12 ore al giorno, a nero, e stiamo parlando di titolari italiani, che fanno leva sulla crisi. Ricordati che parte di questa crisi è stata montata a dovereper far snellire qualche grande azienda.

Comunque rispondimi alla prima domanda...

Non è un discorso di essere "provinciali" o "flessibili", è un discorso di essere civili.

In Italia abbiamo abbastanza chiara la differenza tra "lavoro" e "sfruttamento", cosa che in USA non hanno ancora capito.
Questo perchè NOI abbiamo la storia e loro NO.
"Loro" sono "abituati" (ma mi verrebbe da dire "li hanno" abituati) a questo sistema orribile (Orribile, ma efficiente, lo riconosco) dove si vive per lavorare.

Mentre in realtà si dovrebbe lavorare per vivere.

8)

Ma certo... Negli USA sono tutti sfruttatori, e noi siamo gli unici ad aver capito tutto.
Infatti la nostra economia e' sempre in crisi, e quando non e' in crisi fa schifo ed e' piagata da cartelli, oligopoli e commistione con politica e malavita ai livelli piu' alti, mentre gli Stati Uniti sono a tutt'ora la potenza economica di riferimento.
Ma ovviamente e' colpa loro se non siamo meglio di come siamo, non certo nostra, vero?
 
jaccos ha scritto:
99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
Stavo dando un'occhiata agli annunci di lavoro per mia moglie. Stavo vedendo se ci fosse qualcosa di meglio di quello che fa, per carità, un lavoro normalissimo, ma abbastanza alienante.

Sono icappato in questo annuncio.

Notare la durate del contratto:

2 GIORNI O UNA SETTIMANA.

MA VAFF..........!!!! :evil:

http://www.infojobs.it/oferta/pOfer...sh&utm_medium=email&utm_campaign=ofertas_push

Non vedo dove stia il problema...
Se un'azienda ha bisogno di una persona in soprannumero per qualche giorno, la chiede. Ti sta bene? Accetti. Non ti sta bene? Guardi da un'altra parte.
Non capisco cosa dovrebbero fare: assumere qualcuno a tempo indeterminato che non gli serve per coprire una esigenza temporanea, con spreco di risorse spendibili altrimenti?
Gli altri dipendenti ringraziano... :rolleyes:
O forse, non dovrebbero nemmeno chiedere una persona per pochi giorni?
Quello che avrebbe potuto mettersi in tasca qualche euro preferirebbe averla l'offerta.
Il mito del posto fisso e' finito, cari miei (e per fortuna! che si stava andando in malora). Nemmeno in Giappone, dove era praticamente un'istituzione intoccabile al pari dell'Imperatore, e' sparito.
Il mondo e' pieno di paesi dove si cambia spesso lavoro e si vive benissimo. Tutto sta a trovare il giusto equilibrio.
Negli Stati Uniti e' facile essere licenziati, ma difficilmente qualcuno resta senza lavoro per piu' di 15 giorni, al contrario che nell'Italia del "posto fisso", privilegio di pochi, mentre altri stavano magari 2-3 anni senza lavoro... roba da matti. Pero' magari ci si deve trasferire e traslocare per 3000 km.
Bisognerebbe raggiungere un equilibrio tra mobilita' produttiva e tutela di una stabilita' indispensabile a ottenere una societa' equilibrata e a garantire ai cittadini una situazione famigliare decente.

Il VERO problema dell'economia italiana, semmai, e' che a livello impiegatizio, una ristretta cerchia di lavoratori e' tutelata al 1000%, anche quando non lo meriterebbe o non sarebbe corretto e onesto farlo, mentre gli altri si attaccano, e a livello imprenditoriale (ossia di coloro che il lavoro lo creano) il sistema e' strangolante e sempre piu' italiani giovani che han voglia di fare... vanno a farlo altrove, con buona pace di chi potrebbe avere un nuovo posto di lavoro che invece va a un romeno, o uno spagnolo, o un ceco (giusto per citare tre paesi dove gli Italiani vanno a imprendere di piu' ultimamente).

Hai perfettamente ragione, un'azienda ha il diritto di assumere una persona a gettone quando ne ha BISOGNO. Fin li ti posso anche quotare.
Il problema è l'abuso, in Italia LA FLESSIBILITA' NON ESISTE, esiste il precariato, che è ben altra cosa.
Il problema è che alle aziende ora CONVIENE avere il precario che un posto fisso. Non parlo di convenienza economica ma di convenienza in senso più ampio, stiamo tornando al mercato del lavoro da rivoluzione industriale. ma vuoi mettere un tempo indeterminato con uno che puoi lasciare a casa quando ti va? Non devi perdere tempo e soldi a fargli formazione (apprendistato a parte), basta fare un pò di scena; lo puoi ricattare psicologicamente e spremerlo come un limone con la minaccia di non rinnovare il contratto; alla prima difficoltà a casa, un bocca da sfamare in meno; pur di lavorare, accetta anche stipendi bassi dato che la situazione è generalizzata. Il tutto con un modesto sovrapprezzo. E la politica sta a guardare nella bambagia... :x
Il problema: la flessibilità di per se è una buona cosa se gestita bene, non si può abolirla.
La soluzione: una FORTE convenienza economica del lavoratore a tempo indeterminato. Il precario deve costare una marea di soldi in contributi ed avere, a parità di mansione, un tot percento in più in busta paga rispetto al tempo indeterminato, senza se e senza ma.
Vedrete che poi le aziende ricorreranno ai precari solo quando ne avranno DAVVERO bisogno... ;)

Quotone..
 
mammo4 ha scritto:
@99octane: Certo, ma come se la comprano una casa i precari, visto che i mutui non li danno se non hai un rweddito fisso?
Ci hai pensato?

L'Italia, è un paese provinciale, non è flessibile com gli Usa.
Qui il datore di lavoro ti sfrutta, anche per 12 ore al giorno, a nero, e stiamo parlando di titolari italiani, che fanno leva sulla crisi. Ricordati che parte di questa crisi è stata montata a dovereper far snellire qualche grande azienda.

Comunque rispondimi alla prima domanda...
Come fanno i giovani? In molti aspettano l'aiutino del padre, della madre, del senatore amico dello zio o del cugino direttore del personale nell'azienda X o nell'ente Y. E la cosa non mi scandalizza, se il sistema non funziona è comprensibile che ognuno giochi tutte le carte che ha in mano.
 
99octane ha scritto:
mammo4 ha scritto:
@99octane: Certo, ma come se la comprano una casa i precari, visto che i mutui non li danno se non hai un rweddito fisso?
Ci hai pensato?

L'Italia, è un paese provinciale, non è flessibile com gli Usa.
Qui il datore di lavoro ti sfrutta, anche per 12 ore al giorno, a nero, e stiamo parlando di titolari italiani, che fanno leva sulla crisi. Ricordati che parte di questa crisi è stata montata a dovereper far snellire qualche grande azienda.

Comunque rispondimi alla prima domanda...

Certo che ci ho pensato, non sono nato ieri, e rientra nel discorso piu' ampio del perche' l'Italia non sia un paese per giovani (e per cui molti giovani, come dicevo, se ne vanno altrove).
Rispondero' alla tua domanda con una domanda, anche se normalmente sarebbe cattiva educazione. E' una domanda retorica, a fine puramente dialettico.
Preferisci essere precario... o disoccupato?

Se poi molte aziende sfruttano il sistema dei contratti a termine per non assumere personale di cui avrebbero bisogno, e' solo grazie al sistema delirante della gestione del lavoro in Italia, dove non esiste flessibilita'.
Come dicevo, bisogna trovare un equilibrio, o le cose non cambieranno mai, se non in peggio.
Ma questo non puo' certo venire dai nostri politici scollati dalla realta' o in totale malafede che sfruttano le masse sindacalizzate come leva sociale per tenere il potere. Puo' venire solo dalla autoresponsabilizzazione del cittadino, e da un suo diverso atteggiamento rispetto al posto di lavoro.
E con questo rispondo anche a Jaccos.
Specificamente, la convenienza nel lavoratore stabile esiste nella misura in cui c'e' investimento nel personale, e in cui una maestranza qualificata, o degli impiegati e quadri professionalmente competenti e abili tornano a vantaggio dell'azienda.
Ma in un'economia falsa, che e' per la maggior parte solo finanza, senza alcuna forma di investimenti e di ricerca e sviluppo (perche' lo stato li tassa a morte) non esistera' mai diffusamente il concetto del dipendente come INVESTIMENTO dell'azienda. Si resta alle "risorse umane".
Che poi e' esattamente quello che vuole la classe dominante, perche' garantisce una base di elettori preoccupata e dipendente dallo Stato.
Questo intendo quando parlo di responsabilizzazione. O vogliamo continuare a farci tenere per il collo?

Capisco il tuo punto di vista octane, ma oggettivamente ti sembra possibile? E' come dire non facciamo una legge sul furto, confidiamo nel buon senso e civiltà dei cittadini...
Serve una legge seria sul mercato del lavoro, altrimenti nessuno si adeguerà di sua spontanea volontà, per primi i dirigenti, per secondi i lavoratori che la famiglia la devono sfamare in un modo o nell'altro...
 
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