Secondo me Tonale sarà il vero flop di questa Alfa Romeo in salsa Stellantis, sia come vendite che come proposta di vettura. Nonostante i tentativi del gruppo di rianimare il marchio del biscione per puro scopo di lucro (ah adesso si chiama "responsabilità di fare business"), sarà il mercato a consegnarlo definitivamente all'oblio.
Se oggi non interessano più meccanica e prestazioni, ma batterie, tablet e lucette e che sia alla moda, e alle nuove generazioni di automobilisti Alfa dice poco o niente, chi volete se la compri una Tonale. Clienti ex Giulia-Stelvio saranno pochissimi a fare downgrade (io non lo farò), i vecchi alfisti stanno in casa di riposo se non al camposanto, i giovani come scrivevo sopra si rivolgono ad altro: che numeri potrà fare. All'estero poi...per piacere, se la comprerà (forse) qualche italiano ex immigrato, spinto da un sentimento misto di nostalgia e orgoglio nazionale.
Aggiungo che, in giro spesso per lavoro nei cantieri o da clienti, mi capita di scambiare quattro chiacchere con qualche giovane che mi chiede come va la Giulia e tra una chiacchera e l' altra viene fuori che a parecchi di loro piacerebbe possedere un’ Alfa storica, tipo una 75 o più recente tipo una Brera, altro che Tonale. Manco erano nati o erano bambini, ai tempi di quelle vetture, eppure…. Ovvio che la cosa mi fa piacere, non tanto per il fatto che esistano ancora dei sani di mente, ma per il fatto che il conformismo assolutista ed totalmente non etico a cui veniamo tutti i giorni lentamente assuefatti non sempre riesce nei suoi (torbidi) intenti di appiattire passioni e desideri (e non solo nel campo automobilistico) di tutti.
Un conformismo che ci porta perfino a giustificare scelte scellerate come l’ elettrico senza se e senza ma, fino a difendere e condividere “la responsabilità di fare business” dei vertici delle aziende senza porci il dubbio che a ciò corrisponda necessariamente una “irresponsabilità etica e morale” nei confronti di ogni essere umano e delle sue legittime aspirazioni.
Se oggi non interessano più meccanica e prestazioni, ma batterie, tablet e lucette e che sia alla moda, e alle nuove generazioni di automobilisti Alfa dice poco o niente, chi volete se la compri una Tonale. Clienti ex Giulia-Stelvio saranno pochissimi a fare downgrade (io non lo farò), i vecchi alfisti stanno in casa di riposo se non al camposanto, i giovani come scrivevo sopra si rivolgono ad altro: che numeri potrà fare. All'estero poi...per piacere, se la comprerà (forse) qualche italiano ex immigrato, spinto da un sentimento misto di nostalgia e orgoglio nazionale.
Aggiungo che, in giro spesso per lavoro nei cantieri o da clienti, mi capita di scambiare quattro chiacchere con qualche giovane che mi chiede come va la Giulia e tra una chiacchera e l' altra viene fuori che a parecchi di loro piacerebbe possedere un’ Alfa storica, tipo una 75 o più recente tipo una Brera, altro che Tonale. Manco erano nati o erano bambini, ai tempi di quelle vetture, eppure…. Ovvio che la cosa mi fa piacere, non tanto per il fatto che esistano ancora dei sani di mente, ma per il fatto che il conformismo assolutista ed totalmente non etico a cui veniamo tutti i giorni lentamente assuefatti non sempre riesce nei suoi (torbidi) intenti di appiattire passioni e desideri (e non solo nel campo automobilistico) di tutti.
Un conformismo che ci porta perfino a giustificare scelte scellerate come l’ elettrico senza se e senza ma, fino a difendere e condividere “la responsabilità di fare business” dei vertici delle aziende senza porci il dubbio che a ciò corrisponda necessariamente una “irresponsabilità etica e morale” nei confronti di ogni essere umano e delle sue legittime aspirazioni.
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