<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Poesia | Page 22 | Il Forum di Quattroruote

Poesia

birillo21 ha scritto:
key-one ha scritto:
Carmelo Bene a proposito della divulgazione dell'alrte;

Ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate. Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico, la sua destinazione era per i privati. Un Velazquez, solo un principe poteva ammirarlo. Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria. L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla. Del resto anche il facile accesso alla carne ha degradato il sesso.

Qui c'è da pensare !

Ritengo che la massima libertà di consultazione e di visione sia preferibile ad un universo propagandistico-pubblicitario, in cui l'arte è mercificata e prostituita ad un prodotto consumistico e di rapido deterioramento, che diventa, cioè, rifiuto e scarto velocemente, andando ad aumentare le masse delle discariche.

Anche oggi un VELAZQUEZ od un PICASSO non sono cosa da proletari dei ghetti periferici, ma restano appannaggio di chi ha interesse alle arti figurative e belle arti in genere.

C'è una divisione classista diversa dalle corti principesche, ma sempre divisione ed occlusione resta. Occlusione nel senso di cecità provocata dalla difficolta di trovarsi di fronte all'opera vera e non ad una sua copia.

Internet è un sistema mediatico Democratico, che però non consente di essere presenti ad un quadro od ad una scultura, di percepirne gli odori, la massa spaziale. Mentre funziona benissimo con le nuove arti: Fotografia, Cinematografia, telecomunicazione visiva, etc. e con altre antiche come la scrittura e la musica.

Credo proprio che internet se e fino a quando rimarrà libero ,non a pagamento e senza censure che non siano date dal rispetto delle leggi, sia un mezzo di comunicazione con più pregi che difetti. Se no l'alternativa è quella che tu dici interamente in mano alla pubblicità e agli "spacciatori" di vite sintetiche o comunque a coloro ,editori e loro giornalisti , che detengono il potere . Scrittura e musica si avvantaggiano sicuramente ,insieme a fotografia e arti multimediali , della grande diffusione e accessibilità conferite dalla rete.
Occorrerebbe però almeno ridurre ,con opportuni anticorpi, quel certo grado di sofisticazione e deformazione dovuto all'assenza di controllo e deontologia e spesso anche di vera cultura e sincerità di chi scrive su internet ,che può diventare veicolo di diffusione di dati e idee cosiddette false e tendenziose a volte anche più perniciose di quelle propagate ad arte e su pressione di poteri forti dai media tradizionali.
 
Valerio Magrelli (Roma, 1957) è un poeta italiano.

Laureato in filosofia all'Università di Roma ed esperto di letteratura francese - insegna alle università di Pisa e di Cassino - ha esordito all'età di ventitré anni con una raccolta di poesie intitolata Ora serrata retinae.

Nel 1984, assieme al poeta e pittore Gian Ruggero Manzoni, cura la Sezione poesia del XLI Biennale di Venezia
 
Domani mattina mi farò una doccia
nient'altro è certo che questo.
Un futuro d'acqua e di talco
in cui non succederà nulla e nessuno
busserà a questa porta. Il fiume
obliquo correrà tra i vapori ed io
come un eremita siederò
sotto la pioggia tiepida,
ma nè miraggi nè tentazioni
traverseranno lo specchio opaco.
Immobile e silenzioso, percorso
da infiniti ruscelli,
starò nella corrente
come un tronco o un cavallo morto,
e finirò incagliato nei pensieri
lungo il delta solitario dello spirito
intricato come il sesso di una donna.

VALERIO MAGRELLI
 
Anche noi ,come il Poeta
domattina faremo
una doccia ,l'acqua ci scivolerà
addosso in mille ruscelli
e rimarremo incagliati
nel delta dello spirito,
intricato come il sesso
di una donna

Stupenda immagine del
quotidiano nulla
in cui crediamo di
essere e non siamo
facciamo come se
e il nostro io è vuoto
come il mulinello
dell'acqua e se ne va
 
E a proposito di docce e bagni che mettono a nudo l'ego :

Via, via, vieni via di qui,

niente più ti lega a questi luoghi,

neanche questi fiori azzurri

via, via, neache questo tempo grigio

pieno di musiche e di uomini che ti son piaciuti,

It's wonderfoul, it's wonderfoul, it's wonderfoul

good luck my babe, it's wonderfoul,

it's wonderfoul, it's wonderfoul, I dream of you

chips, chips, du-du-du-du-du

Via, via, vieni via con me

entra in questo amore buio, non perderti per niente al mondo

via, via, non perderti per niente al mondo

Lo spettacolo di arte varia di uno innamorato di te,

it's wonderfoul, it's wonderfoul

Via, via, vieni via con me,

entra in questo amore buio pieno di uomini

via, via, entra e fatti un bagno caldo

c'è un accappatoio azzurro, fuori piove un mondo freddo,

it's wonderfoul, it's wonderfoul


Paolo Conte
Via Con Me
 
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il viso
non ricordi la voce
quando il cuore ormai tace
a che serve cercare ti lasci andare
e forse é meglio così

Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l'altro che adoravi che cercavi nel buio
l'altro che indovinavi in un batter di ciglia
tra le frasi e le righe e il fondotinta
di promesse agghindate per uscire a ballare
col tempo sai tutto scompare.

Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
ogni cosa appassisce io mi scopro a frugare
in vetrine di morte quando il sabato sera
la tenerezza rimane senza compagnia.

Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l'altro a cui tu credevi anche a un colpo di tosse
l'altro che ricoprivi di gioielli e di vento
ed avresti impegnato anche l'anima al monte
per cui ti trascinavi alla pari di un cane
Col tempo sai tutto va bene.

Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il fuoco
non ricordi le voci della gente da poco
e il loro sussurrare
non ritardare copriti col freddo che fa.

Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
in un letto straniero ti senti gelato
solitario ma in fondo in pace col mondo
e ti senti tradito dagli anni perduti

Allora tu col tempo sai
non ami più.

Léo Ferré
Col tempo (Avec le temps) 1972

.....i poeti ci segnalano
sempre questo io vuoto strapazzato
dal tempo e in balia degli eventi
la falsa coscienza di questi anni
perduti
e il come se della nostra
rappresentazione quotidiana
a cui nessuno più crede........
e intanto il sè scompare

.
 
[Poichè di là si accapigliano sulla pena di morte e il suo eventuale demenziale ripristino, mi sembra doveroso rispondere con il canto ,oltrechè con la pernacchia d'ordinanza :

Artista: Fabrizio De Andrè
Album: Tutti Morimmo A Stento
Titolo: Ballata Degli Impiccati

Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce
tirando calci al vento
vedemmo sfumare la luce.

L'urlo travolse il sole
l'aria divenne stretta
cristalli di parole
l'ultima bestemmia detta.

Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un'ora.


Poi scivolammo nel gelo
di una morte senza abbandono
recitando l'antico credo
di chi muore senza perdono.

Chi derise la nostra sconfitta
e l'estrema vergogna ed il modo
soffocato da identica stretta
impari a conoscere il nodo
.

Chi la terra ci sparse sull'ossa
e riprese tranquillo il cammino
giunga anch'egli stravolto alla fossa
con la nebbia del primo mattino.

La donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del tempo e una scoria.

Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso.

Testi di Fabrizio De Andrè
 
Grazie alla Vita

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato due soli, che quando li apro
perfetto distinguo il nero dal bianco
e nell?alto cielo lo sfondo stellato
e in mezzo alla folla l?uomo che io amo

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato l?udito che in tutto il suo raggio
sente notte e giorno urla, tv e radio
silenzio, vetri rotti, risate e pianto
e la voce dolce del mio bene amato

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il suono e il vocabolario
con lui le parole che penso e declamo
madre amica sorella e sole illuminando
e la via dell?anima di chi sto amando

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato i piedi che sto trascinando
con loro ho guardato cittadine e fango
laghi neve deserti monti e mare caldo
e casa tua il tuo vicolo la strada e il parco

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il cuore che agita il suo passo
quando vedo il frutto del pensiero umano
quando vedo il bene, dal male lontano
quando vedo in fondo al tuo sguardo chiaro

Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto
così io distinguo bacio da cuore infranto
i 2 materiali che fanno il mio canto
ed il vostro canto che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio stesso canto

Gracias a la vida que me ha dado tanto!
 
Gracias a la vida

Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Me dio dos luceros, que cuando los abro,
Perfecto distingo lo negro del blanco,
Y en el alto cielo su fondo estrellado,
Y en las multitudes el hombre que yo amo.

Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Me ha dado el oído que, en todo su ancho,
Graba noche y día grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos,
Y la voz tan tierna de mi bien amado.

Gracias a la vida, que me ha dado tanto,
Me ha dado el sonido y el abecedario.
Con él las palabras que pienso y declaro,
"Madre,", "amigo," "hermano," y los alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando.

Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Me ha dado la marcha de mis pies cansados.
Con ellos anduve ciudades y charcos,
Playas y desiertos, montañas y llanos,
Y la casa tuya, tu calle y tu patio.

Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me dio el corazón, que agita su marco.
Cuando miro el fruto del cerebro humano,
Cuando miro al bueno tan lejos del malo.
Cuando miro el fondo de tus ojos claros.

Gracias a la vida que me ha dado tanto.
Me ha dado la risa, y me ha dado el llanto.
Así yo distingo dicha de quebranto,
Los dos materiales que forman mi canto,
Y el canto de ustedes que es el mismo canto.

Y el canto de todos que es mi propio canto.
Gracias a la vida que me ha dado tanto.
 
Sempre su Delitto e Castigo ,perdono divino e pentimento,
possono darci un po' di luce in questa plumbea valle
George Brassens e Fabrizio De Andrè ,traduttore e
arrangiatore in questo caso, tutti e due poeti:

Aveva il capo tutto bianco
ma il cuore non ancor stanco
gli ritornò a battere in fretta
per una giovinetta
gli ritornò a battere in fretta
per una giovinetta

Ma la sua voglia troppo viva
subito gli esauriva
in un sol bacio e una carezza
l'ultima giovinezza
in un sol bacio e una carezza
l'ultima giovinezza

Quando la mano lei gli tese
e triste lui le rispose
d'essere povero in bolletta
lei si rivestì in fretta
d'essere povero in bolletta
lei si rivestì in fretta

E andò a cercare il suo compagno
partecipe del guadagno
e ritornò col protettore
dal vecchio truffatore
e ritornò col protettore
dal vecchio truffatore

Mentre lui fermo lo teneva
sei volte lo accoltellava
dicon che quando lui spirò
la lingua lei gli mostrò
dicon che quando lui spirò
la lingua lei gli mostrò


Misero tutto sottosopra
senza trovare un soldo
ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziali
ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziali

Allora presi dallo sconforto
e dal rimpianto del morto
si inginocchiaron sul pover uomo
chiedendogli perdono
si inginocchiaron sul pover uomo
chiedendogli perdono


Quando i gendarmi sono entrati
piangenti li han trovati
fu qualche lacrima sul viso
a dargli il paradiso
fu qualche lacrima sul viso
a dargli il paradiso


E quando furono impiccati
volarono tra i beati
qualche beghino di questo fatto
fu poco soddisfatto
qualche beghino di questo fatto
fu poco soddisfatto


Non tutti nalla capitale
sbocciano i fiori del male
qualche assassinio senza pretese
abbiamo anche noi in paese
qualche assassinio senza pretese
LA- MI LA
abbiamo anche noi qui in paese

Delitto di paese [L'assassinat] (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens)
 
Fabrizio De André
Titolo: Il Pescatore

All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.

Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.

Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Come alti poeti (ieri Villon, oggi, Dylan e Brassens di cui è stato eccellente traduttore) De André ha esplorato tutte le pieghe della vita, anche le più scabrose; come tanti poeti, il cantante-autore genovese si è scagliato contro l'ipocrisia, contro la malafede, contro l'odio fatto sistema di vita, contro la pigrizia di chi non vuol vedere oltre la punta del proprio naso
Contro chi è fautore della pena di morte ,ad esempio.....
 
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