<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Poesia | Page 20 | Il Forum di Quattroruote

Poesia

Ancora Ginsberg che ci spiega che cos'è
(per lui) la poesia :

.
La poesia non è un'espressione... È il tempo di notte, dormire nel letto, pensiero di quello che realmente pensi, rendere il mondo privato pubblico, ed è questo che il poeta fa.
 
Il cammino spirituale di Ginsberg (Newark, 3 giugno 1926 ? New York, 5 aprile 1997) iniziò presto, con le sue visioni spontanee, ed è proseguito con un viaggio in India e un incontro casuale in una strada di New York City con Chögyam Trungpa Rinpoche (entrambi avevano cercato di prendere la stessa cabina), un maestro tibetano di meditazione buddhista della scuola Kagyu, che divenne suo amico e maestro di vita a lungo. Ginsberg aiutò Trungpa (e a New York la poetessa Anne Waldman), nella fondazione del Jack Kerouac School di Disembodied Poetics e delNaropa Institute in Boulder, Colorado.

La musica e il canto sono state entrambi gli elementi importanti che accompagnarono Ginsberg durante la letture delle sue poesie. Egli spesso si accompagnò con un armonium, coadiuvato da un chitarrista.

La poesia di Ginsberg venne fortemente influenzata dal modernismo, dal ritmo e dalle cadenze del jazz, dalla sua fede Buddhista e dal suo retroterra Ebraico. Inoltre, Ginsberg formò un ponte ideale tra il movimento beat degli anni cinquanta e gli Hippy degli anni sessanta, stringendo amicizia con William Burroughs, Jack Kerouac, Neal Cassady e Bob Dylan (con il cantautore ha collaborato in occasione dell'album discografico Desire e della Rolling Thunder Revue immortalata dal film Renaldo and Clara), tra gli altri.
 
Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.
-può valere anche per le belle auto ndr-

La fretta è di per sé un atteggiamento velenoso da ventesimo secolo, che tradisce indifferenza e impazienza
-come è bello andare in giro per i colli bolognesi...........con una cabrio! Ndr-

C?è un?estetica classica così sottile che spesso ai romantici sfugge. Lo stile classico è diretto, disadorno, non-emotivo, economico e accuratamente proporzionato. Il suo scopo non è quello di ispirare emozioni, ma di creare l?ordine dal caos e svelare l?ignoto. Esteticamente non è né libero né naturale, ma contenuto. Tutto è sotto controllo. Il suo valore si misura in base alla continuità di questo controllo.
-anche questo può valere pure per una bella automobile ,p.e una Bmw :D Ndr-

da "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta"
di Robert M. Pirsig

E si potrebbe dire ( o scrivere) pure : " Lo zen e l'arte del godere della automobile"
In quanto la manutenzione è ora proibita per legge :D :D Ndr
 
Robert Maynard Pirsig (1928 ? vivente), scrittore e filosofo statunitense
Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta è un libro di Robert M. Pirsig del 1974. È una sorta di autobiografia di un viaggio (a metà fra il reale ed il metaforico) in cui l'autore ed il figlio Chris attraversano in moto gli Stati Uniti da costa a costa.
E' un libro filosofico ,il protagonista in compagnia del figlio adolescente, va in cerca del suo sè più profondo e dei significati della vita e dell'essere.
La motocicletta e la sua "manutenzione" ,diventano un tramite affinchè la mente abbia un oggetto da cui partire per meditare.La cura di questo oggetto e l'amore per esso e il gusto di viaggiarci sopra assumono però grande rilevanza nel libro,non solo come tramite alla speculazione filosofica ,ma anche come piacere e conoscenza in sè e per sè. Lo consiglio vivamente ,oltrechè agli amanti della poesia ,agli appassionati dei motori.
 
Per mantenere acceso e vivo il sacro fuoco della poesia in questo forum apparentemente inadatto e volto al rombo dei motori :D
Ove trovar di meglio che nel magnifico Gabriele

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

Poesie Gabriele D Annunzio &gt I Pastori
 
Che c'è di meglio ,dopo Ginsberg, di un bel "pezzo" di Kerouac ,sentite che swing ,sospeso sul nulla :

Blues
di Jack Kerouac

Parte delle stelle mattutine
La luna e la posta
L'insaziabile X, il dolore delirante,
- la luna Sittle La
Pottle, teh, teh, teh, -
I poeti in vecchie stanze gufose
che scrivono curvi parole
sanno che le parole furono inventate
perché il nulla era nulla
Usando le parole, usate le parole,
le X e gli spazi vuoti
E la pagina bianca dell'Imperatore
E l'ultimo dei Tori
Prima che la primavera si metta in moto
Sono una montagna di nulla
di cui volenti o nolenti disponiamo
Così di notte contratteremo
nel mercato delle parole
 
Oh Brillo che in questo loco a foro vivo (?)
ten vai così parlando onesto
piacciati rimanere a favellare
di poesia.
Come mai ti se' scocciato ?
 
William Seward Burroughs:

Una società di persone che non sognano non potrebbe esistere. Sarebbero morti in due settimane.

Infatti io esisto : sogno sempre di essere in Ferrari :D :D
 
William Seward Burroughs II, (St. Louis, 5 febbraio 1914 ? Lawrence, 2 agosto 1997), scrittore e saggista statunitense vicino al movimento della beat generation,fu un autore di avanguardia che influenzò la cultura popolare e la letteratura. Nel 1984 fu eletto all'Accademia e Istituto Americano delle Arti e delle Lettere."Pecora nera" di una ricca famiglia, molto nota nel mondo per la produzione di calcolatrici meccaniche (il nonno di Burroughs inventò la prima addizionatrice scrivente), si dedicò alla letteratura .
 
Siamo tutti in attesa del Natale
o di Babbo Natale Santa Klaus?

Di grotte, caverne,
o capanne, non si sente
più parlare da tempo
ormai ...

E non crediamo neanche più
che esista l'America ...

Ci ha pensato la Nannini
a darle un altro senso.

Lui/Lei si guarda e si tocca
l'America.
 
AMERICA
di Gianna Nannini

Cercherò mi sono sempre detta cercherò
troverai mi hanno sempre detto troverai
per oggi sto con me mi basto
nessuno mi vede
e allora accarezzo la mia solitudine
ed ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere
chiedere chiedere chiedere
Fammi sognare lei si morde la bocca e si sente l'America
Fammi volare lui allunga la mano e si tocca l'America
Fammi l'amore forte sempre più forte come fosse l'America
Fammi l'amore forte sempre più forte ed io sono l'America
cercherai mi hanno sempre detto cercherai
e troverò ora che ti accarezzo troverò
ma quanta fantasia ci vuole per sentirsi in due
quando ognuno è da sempre nella sua solitudine
e regala il suo corpo ma non sa cosa chiedere chiedere chiedere chiedere
Fammi volare lei le mai sui fianchi come fosse l'America
Fammi sognare lui che scende e che sale e si sente l'America
Fammi l'Amore lei che pensa ad un altro e si inventa l'America
Fammi l'amore forte sempre più forte ed io sono l'America
 
Una vita che parlate di operai.
Belli, con le mani grosse e con i pugni chiusi.
Forti, con le braccia sporche e con il petto in fuori.
Nudi, sudati, coraggiosi che si muovono gloriosi.
Una vita che fate la retorica sugli operai.
Gli operai.

Giorgio Gaber

Gli Operai
:
[parlato:] Sì. Sì, sì, li conosco quei discorsi, li ho fatti anch?io. È una vita che parlate di operai.

Belli, con le mani grosse e con i pugni chiusi.
Forti, con le braccia sporche e con il petto in fuori.
Nudi, sudati, coraggiosi
che si muovono gloriosi. Gli operai.

È una vita che fate la retorica sugli operai. Gli operai.

Belli, con le spalle larghe e i visi aperti.
Forti con i loro sguardi fieri e sani.
Veri, autentici, onesti
come si vedono sempre sui vostri manifesti.
Gli operai.

Ma basta con questi discorsi. Basta.

Gli operai sono gente come noi
e non è vero che hanno l?esclusiva
dello sfruttamento.
Gli operai sono anche peggio di noi
perché non ne hanno coscienza
non se ne rendono conto
e non sanno mai niente
e fanno discorsi grossolani che non si possono sentire.

Gli operai sono immaturi e impreparati
leggono poco e non si fidano della cultura.
Gli operai hanno ancora il complesso della borghesia
dei suoi valori scontati che loro vogliono imitare
con sforzi meschini che non si posson più vedere.
Gli operai.

Gli operai sono solo più oppressi e più sfruttati di noi
hanno altri problemi e non sono invischiati in oggetti
che noi custodiamo con cura.
Gli operai hanno addosso soltanto una rabbia che cresce
una rabbia che si estende
da sbattere addosso ai padroni
che la polizia difende.

Gli operai hanno ancora una forza per non farsi fregare
dalla gente per bene che con tante parole
e con tante promesse, li frena, li tiene.
Gli operai.

Gli operai hanno addosso una forza tremenda
che può rovesciare questo mondo di merda
che noi alimentiamo e non si ferma mai.

Gli operai.
Gli operai.
Gli operai?
[ Gli Operai Lyrics on http://www.lyricsmania.com/ ]
 
Gli Intellettuali :

(Parlato) No. Io sono un uomo di cultura. Io con quelli lì non ci vado, sono testacchioni. Sì, forse l?impostazione è anche giusta, ma ci sono troppe cose? Certo che il mondo va male, vuoi che non lo veda? Sono più a sinistra di loro, io. È che loro sono ingenui, ignoranti, non hanno dubbi. Mentre io, io sono un problematico e prima di prendere una decisione?

Gli intellettuali sono razionali
lucidi, imparziali, sempre concettuali
sono esistenziali, molto sostanziali
sovrastrutturali e decisionali.

(Parlato) Poi dicono, gli intellettuali. È chiaro, siamo su un altro livello. Loro vanno lì, si picchiano coi fascisti, con la polizia. Cosa risolvono? Non scavano, sono grossolani. Io sono anche magro. Diffido della gente robusta. Gli operai. No, intendiamoci, io sono più a sinistra di loro. È che tanto non si può far niente. Toh! Un po? di vento. E questa foglia che mi batte su un occhio... Agire, dicono, bisogna agire. Che fastidio, questa foglia... Bisogna vedere come si agisce e se si può agire. Intanto batte, eh... Cosa posso fare? Niente, non c?è niente da fare.

Gli intellettuali fanno riflessioni
considerazioni piene di allusioni
allitterazioni, psicoconnessioni
elucubrazioni, autodecisioni.

(Parlato) Che fastidio, questa foglia. Batte sempre più forte. Cosa posso fare?... Niente, non c?è niente da fare.
Va a finire che perdo l?occhio.
[ Gli Intellettuali Lyrics on http://www.lyricsmania.com/ ]
 
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