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Poesia

Auschwitz
di Francesco Guccini

Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento....

Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...

Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento...

Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento...

Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento...

Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà...

Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà...
 
Artista: Francesco Guccini
Album: L'Isola Non Trovata
Titolo: L'Isola Non Trovata (Reprise)

Appare, a volte, avvolta di foschia, magica e bella,
ma se il pilota avanza su mari misteriosi è già volata via,
tingendosi d'azzurro, color di lontananza...

Il Re di Spagna fece vela cercando l'isola incantata...

Testi di Francesco Guccini

Quante volte l'abbiamo inseguita
e ci è parso di vederla
ogni volta che il nostro
fiato s'è fatto corto
e il riso è scivolato dalla gola
quando ci siamo sentiti
parte del tutto
non più prigionieri
 
Schopenhauer, la ricchezza è come l'acqua del mare, più ne bevi e più hai sete............

ed alla fine muori annegato (aggiunto da birillo21)
 
Il nostro compito quali esseri umani consiste nel compiere, all'interno della nostra propria, unica, personale esistenza, un passo in avanti sulla strada che dalla bestia porta all'uomo.
Hermann Hesse

Non sarà per caso che molti ,con la scusa proprio della bestialità umana,soprattutto di questi tempi sì perigliosi,
facciano il percorso del gambero?
 
Ancora il mistico e razionale Hesse :

« Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri »
(Siddharta)
 
Siddharta è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse edito nel 1922.

Considerato dallo stesso Hesse come un "poema indiano", il romanzo presenta un registro molto originale che unisce lirica ed epica, ma anche narrazione e meditazione, elevazione e sensualità, e che lo rende tutt'ora affascinante.

Il successo del libro arrivò un ventennio dopo la pubblicazione e sulla scia del Premio Nobel conferito ad Hesse nel 1946, e fu frutto soprattutto dei giovani che fecero della figura di Siddharta un compendio dell'inquietudine adolescenziale, dell'ansia di ricerca di se stessi, dell'orgoglio dell'individuo davanti al mondo ed alla storia, accomunati in un rifiuto senza appello.

È un romanzo di tipo storico e di formazione. Le vicende si svolgono in India, l?autore però non si sofferma sulla descrizione dei luoghi, e non si sa nulla di Siddharta. Si riesce a capire in che paese si svolgono le vicende soltanto grazie ai caratteristici nomi propri di città e persona.....
 
« To be, or not to be: that is the question;
Whether 'tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing end them? » (IT)

« Essere o non essere: ecco la questione;
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa fortuna,
o prendere le armi contro un mare di affanni,
e contrastandoli porre fine ad essi. »
(Amleto, atto III, scena I)

Se era difficile per Amleto....
che dire oggi del vuoto dentro le parole
e delle parole a vuoto....
dell'assurdo dentro al quotidiano
del nulla senza metafisica?
 
Così prosegue meditando Amleto sulla morte e la necessità di vivere :

Morire... addormentarsi: nulla più.
E con un sonno dirsi di por fine
alle doglie del cuore e ai mille mali
che da natura eredita la carne.
Questa è la conclusione
che dovremmo augurarci a mani giunte.
Morir... dormire, e poi sognare, forse...
Già, ma qui si dismaga l'intelletto:
perché dentro quel sonno della morte
quali sogni ci possono venire,
quando ci fossimo scrollati via
da questo nostro fastidioso involucro?
Ecco il pensiero che deve arrestarci.
Ecco il dubbio che fa così longevo
il nostro vivere in tal miseria.

...i mille mali che da natura eredita la carne...
e ci mordono dentro e c'imprigionano....
 
Poesie Gabriele D Annunzio &gt
O Falce Di Luna Calante

O falce di luna calante
che brilli su l?acque deserte,
o falce d?argento, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

Aneliti brevi di foglie,
sospiri di fiori dal bosco
esalano al mare: non canto non grido
non suono pe ?l vasto silenzio va.

Oppresso d?amor, di piacere,
il popol de? vivi s?addorme...
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

sssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss

o falce di luna calante
che brilli su l'acque deserte
Si può immaginare il Poeta
osservare la costa quasi inabitata
e quasi del tutto libera da luci
dei primi del secolo scorso
Quando la natura ,soprattutto
al centro-sud era ancora selvaggia
e grande e scura e lì poteva
ristorarsi il cuore ...qual messe
di sogni....ondeggia
al tuo mite chiaror........
E il bosco sopra a esalare
profumi verso il mare e il silenzio...
al quale il popolo s'addorme
Oggi dov'è questo romantico ristoro
e ispirazione questa consolazione
quieta d'una Italia vergine ed enigmatica?
Dov'è l'eventuale e ipotetico poeta?
 
Il sonno della ragione genera mostri ammantati di normalità.
Una normalità che è morte in quanto priva di tutto ciò che chiamiamo umanita.
 
La Parola

Parola che l'amor da la rotonda
bocca mi versa come unguenti e odori;
Parola che da l'odio irrompi fuori
fischiando come sasso da la fionda;

sola virtù che da la carne immonda
alzi gli spinti e inebri di fulgori;
o seme indistruttibile né cuori,
Parola, o cosa mistica e profonda;

ben io so la tua specie e il tuo mistero
e la forza terribile che dentro
porti e la pia soavità che spandi;

ma fossi tu per me fiume tra i grandi
fiumi più grande, e limpido nel centro
de la Vita recassi il mio pensiero!

Gabriele D'annunzio

ssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss

Sassi che il mare ha consumato sono le parole del poeta oggi...................................................................................................................................
 
La vita non ha senso a priori.
Prima che voi la viviate, la vita di per sé non è nulla; sta a voi darle un senso,
e il valore non è altro che il senso che sceglierete.

Jean-Paul Sartre

in sè la vita è nulla ,è vuota di senso ,sta a chi la vive attribuirle un qualcosa
 
Albert Camus :

Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori.
 
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