Da lettore affezionato, mi fa molto piacere leggere interventi come quello di shendron perché corrispondono al mio sentire.
Alcuni fenomeni, come quello delle vetture in prova ‘vetrina’ a prezzi stellari, rappresentative di una percentuale risibile delle future vendite del modello, sono diventati negli anni sempre più marcati e sgradevoli; d’altro canto, dubito che le riviste di settore posseggano un forte potere negoziale a riguardo, quindi le reputo solo parzialmente criticabili per tale malcostume.
Vi sono però anche responsabilità proprie alla rivista, e neppure di poco conto.
La leggerezza nei giudizi, l’eccessivo ‘politicaly correct’ non sono solo un problema di forma: a lungo termine, scalfiscono la utilità della rivista nell’orientare le scelte dei lettori e nel consentir loro di formarsi di una cultura automobilistica; in breve, ne scalfiscono l’autorevolezza. Il non prendere posizione, di fatto, è un prendere posizione: a vantaggio di chi lavora meno bene e magari vive di rendita, e a detrimento degli altri.
Vi sono stati modelli che, accolti tra i peana della nostra rivista, sono stati duramente puniti dagli appassionati, dal mercato e dai costruttori stessi. Vi sono stati reiterati piani industriali vistosamente inattendibili riportati in modo totalmente acritico, quasi un copia-incolla della cartella stampa.
Credo di non vi sia niente di offensivo nell’affermare che, dal mio punto di vista, ci sono inadeguatezze importanti sia a livello di linea editoriale sia di alcune firme incompatibili con la prestigiosa tradizione della pubblicazione. E ciò fa male al cuore, visto il bagaglio tecnico enorme, e una giusta fama di competenza e imparzialità costruita negli anni. Una band può avere componenti di altissimo livello, ma con un frontman non all’altezza sarà sempre condannata a suonare in garage.
Se in una prova su strada vengono spesi fiumi di autocompiaciuto inchiostro sul posizionamento commerciale del modello, della sua filosofia, del concetto che esprime - come se fossimo di fronte ad un’opera d’arte contemporanea – e, una volta chiusa la rivista, non si è in grado di dire se l’auto in questione vale i soldi che costa, essa ha tradito il suo scopo.