Ora farò qualcosa che non credo di aver mai fatto: accuserò e punterò l'indice contro i gasolisti
e li porrò di fronte a quella realtà che tanto cercano di nascondersi ma che inevitabilmente li attende implacabile.
Ebbene!
Sì, dovete ammetterlo tutti quanti, nessuno escluso...siete...
pigri! Anestetizzati dal codice della strada e inabituati all'uso del piede destro, cari gasolisti, vi siete tutti dimenticati cosa significa
bella guida. Oh, sì! La cercate e la declamate, estimatori apparenti del bel tempo che fu. Ma le fate infine il grandissimo torto di ridurla a quella pur ben gratificante esperienza del premere il pedale del gas con rapporto alto e, mantenendo il braccio destro inerte sulla corona del volante, godere di pancia della sensazione di elastico, di fionda che vi proietta verso lo scenario oltre il parabrezza.
Oh miseri! Oh poveri voi! Ridotti a confondere l'arte della conduzione con il trip di un ottovolante!
Ben poco rimane del piacere che si prova nel riuscire a mantenere il motore nel giusto regime di giri mentre si raccordano curve e saliscendi in successione, nello scegliere il rapporto più adatto ad ogni raggio di curvatura che man mano si incontra, nell'anticipare la scalata all'approssimarsi della svolta dosando nel giusto modo ogni pressione di pedale.
Nulla rimane del conforto dato dal suono del motore, metallico e rauco quando canta felice a regimi da titoli di film con James Caan.
Oh poveri tapini! Ridotti ad esaltarvi se il
vostro contagiri prova, inutilmente, a regalarvi l'illusione di avere ben altro carburante nel serbatoio, regalandovi una manciata di rotazioni al minuto in più rispetto a turbonafta di continentale provenienza.
Oh infelici! Che tentate di convincervi che quel rumore al minimo che sentite ogni mattina all'avvio e che vi perseguita ad ogni sosta al semaforo possa in qualche modo essere comparato, almeno in quantità, non certo per qualità, ai nostri splendidi i-VTec !
E già, perché quando noi vecchi nostalgici riponiamo i guantini nel cassetto e ritorniamo sulle strade civili e anestetizzate che troppo spesso ci circondano, possiamo godere di una propulsione silenziosa, dolcissima, fluida e liscia.
Possiamo irritarci ma poi perdonare con un sorriso maligno il proprietario di quel pezzo di ferro davanti o dietro di noi in coda al semaforo che ci sovrasta col fragore del suo motore al minimo. Oppure, in un momento di irrazionale pensiero, scoprire di aver aperto tutti e quattro i finestrini nella sosta solo perché ci si è accorti di essere i soli della colonna e si vuole ascoltare meglio il cuore della propria vettura che batte sommesso e discreto lì davanti.
Possiamo anche sorridere alla pompa della stazione di servizio, porgendo la banconota al benzinaio perché dopotutto tutta questa goduria ci costa giusto una manciata di euro in più, che sentiamo spesi benissimo.
Oppure ancora, possiamo intristirci un po' guardando i nostri figli che quando sarà il loro turno non potranno più scegliere nulla ma si troveranno probabilmente a guidare oggetti, quelli veramente sì, anestetizzati ed anonimi, dentro i quali potranno però godere di un
googol di diavolerie elettroniche.
Concludendo, miseri voi, oh gasolisti, che avete già rinunciato a un qualcosa di cui, un giorno, non potrete più godere, neppure volendo.
lampeggi, GuguLeo