angelo0 ha scritto:
.. Guardate signori miei ,la discussione che state portanto avanti é bellissima e me ne compiaccio,anche per il modo civile di come sta seguento siamo divendati piu maturi di qualche tempo fa,quando si chiudevano i topic a raffica,
grazie per questo,continuate pure cosi, niente incontrario ,ma la domanda rimane sempre la stessa:
..... "ma un motore Alfa Romeo come deve essere per essere un motore Alfa?
possibile che dopo 18 pagine ancora nessuno abbia dato una vera risposta!
Come dicevo prima,continuate questa bellissima discusione che segue con molta capacita intellettuale...
Ma vi prego ogni tanto ricordatevi d cosa trattasi questo Topic..........
scusa ma credo di averti rispoto a pg. 13
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dev'essere un motore moderno, non un motore nostalgico:
quindi il 1.4 turbo m.air è un ottimo prototipo ed il tbi, se avesse solo più allungo e sound, sarebbe perfetto. La guida oggi è di coppia e non serve avere la massima potenza a 6mila giri. In fin dei conti i bialbero entravano subito, come i boxer, ma non è che avessero sto allungo quando finiva anche l'apertura del secondo carburatore: diverso il twin spark che invece univa un buon sound ad uno strepitoso allungo ma nella versione 16v non aveva granché in basso.
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purtroppo la discussione prende poi le solite pieghe, generalmente nostalgiche e fuori dalla realtà, con rimpianti su motori che erano giunti al massimo grado di sviluppo (come i boxer, evolutisi sino al 1.7 16v) e per i quali non era possibile rispettare le norme euro 5 (senza dimenticare che la doppica candela del ts non risultava compatibile con l'iniezione diretta di benzina).
se poi si leggesse la genesi di quella grande berlina che fu l'Alfetta (rileggendosi le memorie dell'ing. Chirico) si scoprirebbe che alcune raffinate soluzioni tecniche, udite udite, nacquero per garantire un "bagagliaio decente" (mi riferisco al de dion) o per problemi tecnici (il cambio al retrotreno, sempre rimasto di pessima manovrabilità).
qui si dimentica che Giulietta, che parte da un ottimo telaio e da una guidabilità eccellente, vende in quanto è anche abitabile e comoda.
qui si dimentica che è complicatissimo stare sul mercato per un marchio che vuole esere insieme moderatamente generalista, sportivo e non troppo premium (perché 40 mila euro per una Audi o BMW si cacciano ma non si pagherebbero per un'equivalente Alfa): e non dimentichiamo neppure che Fiat ha fatto errori errori con Alfa ma li ha pagati cari, anzi carissimi e, comunque, nel 1986 i cassetti dell'ufficio progetti, al netto di un vagheggiato ed inutile V10, non è che avessero ste rivoluzioni... la 90 era la quarta, orribile, copia dell'Alfetta, un progetto nato quasi vent'anni prima, la 33 era la copia dell'Alfasud, anch'esso progetto datato, la TA della 164 era ormai cosa fatta, la 75, altra copia meccanica dell'Alfetta, oggi è molto rimpianta ma all'epoca era considerata un'auto dalla carrozzeria di cartapesta, dalle finiture scadenti, con freni, sterzio e cambio non altezza dei motori (dove l'unico vero gioiello era il 2.0 twin spark, gli altri erano gli antichi bialbero 1.6 e 1.8) l'unico motore in evoluzione era il twin spark, prima bocciato e poi prodotto da Ghidella così come gli step del Busso, ma di nuovo nuovo non c'era nulla.
Diverso è il rimpiangere l'Alfa degli anni '60, quella che era davvero avanti: e sono convinto che dopo il successo di 156 era maturo il tempo per tornare a sfidare le tedesche: la 159, auto dal telaio unico (per cortesia, prima di parlare del peso confrontiamola con le concorrenti, dalle sospensioni fantastiche e con sterzo e freni super, ha scontato gravissimi errori commerciali e la sfortunata parentesi di vicinanza tecnica con GM per la base dei jts: se fosse nata coi TBI (e magari un multiair da base) e i jtdm 2.0 mono e biturbo, e con un prezzo o versioni meno lontane da 156, resto convinto che parleremmo oggi di una storia diversa.