<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Parliamo di vino con gatto 'Lisse.. | Page 208 | Il Forum di Quattroruote

Parliamo di vino con gatto 'Lisse..

Un breve ripasso circa la classificazione dei vini secchi (trocken) della Wachau, la più rinomata regione vinicola austriaca:
- alla base troviamo gli STEINFEDER, i vini più leggeri, con gradazione max di 11,5° alcoolici;
- intermedi sono i FEDERSPIEL, di maggiore complessità, con gradazione fra 11,5° e 12,5°;
- il top sono gli SMARAGD, che possono competere con i grandi bianchi mondiali, con gradazione minima di 12,5° (ma spesso oltre i 14°).
 
ieri sera, pasticciando con amici, abbiamo tra l'altro aperto una bottiglia di "cuveé EWA bianco d'italia" di elena walch

sono rimasto sorpreso, non favorevolmente.
molto aromatico, molti fiori, probabilmente abbiamo sbagliato l'accompagnamento (polpettine di melanzane, crocchette di riso, vitello tonnato)

comunque la cosa che mi ha meravigliato di più è stato proprio il nome: "bianco d'Italia"
 
marcoleo63 ha scritto:
pi_greco ha scritto:
Tu che sai tutto: perchè Angelo Gaja ha smesso di produrre la barbera sito Rey?
Questo non lo so :oops: ... fra l'altro, mai assaggiata, come un po' tutta la produzione di fascia bassa di GAJA che, da quanto ho recepito dagli amici che l'hanno bevuta, sfrutta un poco il nome... :rolleyes:

Di fascia bassa ci sono i suoi toscani e, ti diro' la verita', tra questi il Promis non era malvagio per la cifra che costava
 
pi_greco ha scritto:
marcoleo63 ha scritto:
belpietro ha scritto:
una coppia di Novara è arrivata con un bis di gorgonzola (due DOP di Baruffaldi, uno dolce e uno piccante, strepitosi, soprattutto il secondo)
Qualche anno fa, ebbi la fortuna di passare una giornata con Carlo Fiori-Guffanti, della GUFFANTI di Arona, azienda ultracentenaria affinatrice di formaggi, che mi insegnò che il vero Gorgonzola è quello "naturale" piccante.. quello cremoso e dolce è una variante dei tempi recenti, di scarso valore.. terminando con "mi raccomando, quella crosta non è edibile!"
bella scoperta, definire gorgonzola dolce è come scrivere vaniglia piccante, un vero ossimoro. P.S. Per capire davver un formaggio occorre mangiarne anche la crosta, io lo faccio da anni e godo di ottima salute... per piacere un' altro ossimoro: La Fontina è SOLO Valdostana, quella dolce è Fontal nazionale nella migliore delle ipotesi o anche molto ma molto peggio, un formaggio semistagionato dalle inesistenti caratteristiche organolettiche... comunque tornando a bomba non concordo, non amo i vini rossi del nord della mia regione (il Piemonte) ...

Le varianti del gorgonzola sono dovute soprattutto alle richieste del mercato, una delle piu' note e' il Dolcelatte http://en.wikipedia.org/wiki/Dolcelatte

Un altro ossimoro e' il miele di corbezzolo, considerato l'unico miele veramente amaro al mondo, non c'e' nessuna modifica e il processo e' completamente naturale
 
belpietro ha scritto:
comunque la cosa che mi ha meravigliato di più è stato proprio il nome: "bianco d'Italia"
Da qualche tempo si parla di istituire una "IGT Italia", dove comprendere i vini italiani che non possono (o vogliono) rientrare in una delle IGT regionali/locali... però non mi è giunta voce che sia stata approvata.. :rolleyes:

In Francia, dal 2010 esiste la classificazione "Vin de France", intermedia fra "vin de table" e le AOC.
 
waganama ha scritto:
marcoleo63 ha scritto:
pi_greco ha scritto:
Tu che sai tutto: perchè Angelo Gaja ha smesso di produrre la barbera sito Rey?
Questo non lo so :oops: ... fra l'altro, mai assaggiata, come un po' tutta la produzione di fascia bassa di GAJA che, da quanto ho recepito dagli amici che l'hanno bevuta, sfrutta un poco il nome... :rolleyes:

Di fascia bassa ci sono i suoi toscani e, ti diro' la verita', tra questi il Promis non era malvagio per la cifra che costava
I toscani sono etichettati CA' MARCANDA... io mi riferivo ai suoi Dolcetto/Freisa/Nebbiolo/Barbera ed ai vari Sito Moresco, Cremes, Gromis/DaGromis, Rossj Bass, Sitorey..[/quote]
 
Siiiiiiii....volato in seconda pagina :(

GIANFRANCO PALTRINIERI Lambrusco di Sorbara "Radice" '12: ultima bottiglia disponibile di quest'annata ed era buona, anche se con qualche "puzzetta"... il 2013, però, non l'ho ancora comprato.
http://imagizer.imageshack.us/v2/1024x768q90/841/eki80.jpg
http://imagizer.imageshack.us/v2/1024x768q90/819/3sso.jpg
 
Per oggi, ho messo in frigo uno Chablis e vorrei scrivere qualche riga su questo vino, decisamente fra i miei preferiti ma, forse, non così conosciuto fra i meno appassionati.

Intanto, si tratta di Chardonnay in purezza, prodotto nel comune di Chablis e dintorni, nella zona più settentrionale della Borgogna, a circa duecento km a nord della Côte d'Or e solo un centinaio di km a sud dalla Champagne.
In effetti, il terreno calcareo-gessoso è lo stesso della Champagne.

Storicamente, lo Chablis è un vino fermentato e maturato in acciaio, anche se negli ultimi lustri non mancano esempi di utilizzo della barrique.

La caratteristica principale degli Chablis è la spiccata acidità, che, a volte, potrebbe essere considerata eccessiva dai palati meno allenati (io la adoro :D ) ed una grande freschezza, che ne fa vini ideali per l'aperitivo e che consente lunghi invecchiamenti, anche di vent'anni; è tipico, inoltre, il sentore marino di conchiglia.
Le rigide condizioni meteorologiche e la particolare composizione del suolo riescono a conferire ai vini di Chablis quel carattere minerale e assolutamente personale, con una freschezza difficilmente esprimibile altrove.
Si tratta di vini parecchio distanti dall'immaginario collettivo dello Chardonnay immediato e morbidone-ruffianone, con decisi sentori vanigliati da legno, prodotto in qualsiasi parte del mondo apprezzato dalle grandi masse nell'ultimo ventennio.. :rolleyes:

Uno dei problemi principali che devono affrontare i viticoltori sono le gelate, un fenomeno che può verificarsi anche in maggio.
Due sono i metodi impiegati per combatterle: il primo consiste nel disporre delle grandi stufe in mezzo ai vigneti, al fine di scaldare l'aria, il secondo prevede il cospargimento dell'acqua sui tralci delle viti, che poi il freddo provvederà a gelare, creando quindi uno strato di ghiaccio tale da proteggere i germogli.

I vini di Chablis sono classificati, dal livello più basso a quello più alto, in: Petit Chablis, Chablis, Chablis 1er Cru e Chablis Grand Cru.
Nonostante esistano quaranta vigneti appartenenti alla denominazione Chablis 1er Cru, solamente dodici di questi sono considerati di maggiore prestigio: Beauroy, Côte de Léchet, Fourchaume, Les Fourneaux, Mélinots, Montée de Tonnerre, Montmains, Monts de Milieu, Vaillons, Vaucoupin, Vaudevay e Vosgros. Ancora più ristretta la categoria degli Chablis Grand Cru composta da appena sette vigneti: Blanchot, Bougros, Les Clos (il più reputato), Grenouilles, Les Preuses, Valmur e Vaudésir.
 
marcoleo63 ha scritto:
Per oggi, ho messo in frigo uno Chablis e vorrei scrivere qualche riga su questo vino, decisamente fra i miei preferiti ma, forse, non così conosciuto fra i meno appassionati.

Intanto, si tratta di Chardonnay in purezza, prodotto nel comune di Chablis e dintorni, nella zona più settentrionale della Borgogna, a circa duecento km a nord della Côte d'Or e solo un centinaio di km a sud dalla Champagne.
In effetti, il terreno calcareo-gessoso è lo stesso della Champagne.

Storicamente, lo Chablis è un vino fermentato e maturato in acciaio, anche se negli ultimi lustri non mancano esempi di utilizzo della barrique.

La caratteristica principale degli Chablis è la spiccata acidità, che, a volte, potrebbe essere considerata eccessiva dai palati meno allenati (io la adoro :D ) ed una grande freschezza, che ne fa vini ideali per l'aperitivo e che consente lunghi invecchiamenti, anche di vent'anni; è tipico, inoltre, il sentore marino di conchiglia.
Le rigide condizioni meteorologiche e la particolare composizione del suolo riescono a conferire ai vini di Chablis quel carattere minerale e assolutamente personale, con una freschezza difficilmente esprimibile altrove.
Si tratta di vini parecchio distanti dall'immaginario collettivo dello Chardonnay immediato e morbidone-ruffianone, con decisi sentori vanigliati da legno, prodotto in qualsiasi parte del mondo apprezzato dalle grandi masse nell'ultimo ventennio.. :rolleyes:

Uno dei problemi principali che devono affrontare i viticoltori sono le gelate, un fenomeno che può verificarsi anche in maggio.
Due sono i metodi impiegati per combatterle: il primo consiste nel disporre delle grandi stufe in mezzo ai vigneti, al fine di scaldare l'aria, il secondo prevede il cospargimento dell'acqua sui tralci delle viti, che poi il freddo provvederà a gelare, creando quindi uno strato di ghiaccio tale da proteggere i germogli.

I vini di Chablis sono classificati, dal livello più basso a quello più alto, in: Petit Chablis, Chablis, Chablis 1er Cru e Chablis Grand Cru.
Nonostante esistano quaranta vigneti appartenenti alla denominazione Chablis 1er Cru, solamente dodici di questi sono considerati di maggiore prestigio: Beauroy, Côte de Léchet, Fourchaume, Les Fourneaux, Mélinots, Montée de Tonnerre, Montmains, Monts de Milieu, Vaillons, Vaucoupin, Vaudevay e Vosgros. Ancora più ristretta la categoria degli Chablis Grand Cru composta da appena sette vigneti: Blanchot, Bougros, Les Clos (il più reputato), Grenouilles, Les Preuses, Valmur e Vaudésir.

Uno dei miei bianchi preferiti se non il preferito.
Giusto la settimana scorsa assaggiate 8 bottiglie di Jean-Marc Brocard partendo da un 2002 Grand Cru
 
LAURENT TRIBUT Chablis 1er Cru "Côte de Léchet" '08: colore giallo pallido, dopo pochi minuti esce nettamente il caratteristico sentore di conchiglie, ancora spiccata acidità... il produttore è imparentato (cognato?) con Vincent Dauvissat, che cura la vinificazione (notare anche l'etichetta molto simile); circa 20-22 euro in Italia.
http://imagizer.imageshack.us/v2/1024x768q90/837/s947.jpg
 
Stasera sarà nuovamente di passaggio quel produttore di Champagne (nonchè consulente enologico) che venne il mese scorso... con un gruppetto di amici, al ristorante di fiducia, vedremo di fargli assaggiare qualche bianco italico degno...
 
marcoleo63 ha scritto:
Stasera sarà nuovamente di passaggio quel produttore di Champagne (nonchè consulente enologico) che venne il mese scorso... con un gruppetto di amici, al ristorante di fiducia, vedremo di fargli assaggiare qualche bianco italico degno...

Porca l'oca, rega', che bella serata... questo pomeriggio vi racconterò... :D
 
Ieri sera:
TANAZACQ Champagne Brut Grand Cru "Constellation".
CASTEL JUVAL Alto Adige Val Venosta Riesling '11.
TERRE BIANCHE Riviera Ligure di Ponente Pigato '12.
ANDREA FELICI Verdicchio dei castelli di Jesi Classico Riserva "Il cantico della figura" '09.
G.D. VAJRA Langhe Bianco '06.
CONTINI Vernaccia di Oristano Riserva '90.
 
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