<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ora è ufficiale: nel ponte Morandi ha ceduto il tirante | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Ora è ufficiale: nel ponte Morandi ha ceduto il tirante

Se necessario si, tu gireresti con una 600?


Io li avrei fatti in acciaio....o nisba;
se non si poteva, li avrei lasciati ad altri
E non sperimentato il " cemento " & simili,
di cui poco si sapeva.
( specie in ambiente pessimo, vista la prossimita' del mare )
E questo....Per risparmiare.
 
posso essere cattivo?
Sì, li rifaremo ogni 50 anni.
Perchè?
Perchè nel settore gira tanta "brutta gente", a cui bisogna fare pure l'inchino... e questa stessa gente dice che ti vende il cls con il 15% di cemento ed invece, a carotarlo dopo, lo scopri al 7 (numeri a caso, beninteso, ma il senso è quello).
Esempio recente: lo Juventus Stadium: cantiere privato, dove non dovrebbero avere avuto problemi di spese, e poi, invece, s'è scoperta
la magagna, e gli hanno dato l'agibilità lo stesso...
O le mura perimetrali di casa mia, che si sgretolano un cicinin dopo
ogni pioggia. Dopo solo 20 anni.

-E quindi....
Anche tu
( in generale )
ti fidi poco di chi dovrebbe darti un minimo di sicurezza
??
Istituzioni, Ospedali, Banche, Assicurazioni, ecc.
??

-Beh....A proposito di carotaggi....
Il viadotto crollato in Sicilia dopo pochi giorni dall' agibilita',
sembra la metafora del Belpaese.
Spero nelle nuove Generazioni;
siano esse meno fetenti della mia e della successiva
 
Io li avrei fatti in acciaio....o nisba;
se non si poteva, li avrei lasciati ad altri
E non sperimentato il " cemento " & simili,
di cui poco si sapeva.
( specie in ambiente pessimo, vista la prossimita' del mare )
E questo....Per risparmiare.
Sono fermamente convinto che se il ponte lo costruivano in acciaio, in quell'ambiente (pessimo come lo definisci) e con quella manutenzione carente che è emersa, e la corrosione se lo mangiava portandolo al crollo, Tu saresti qui a sentenziare che il ponte andava fatto di cemento
 
Ultima modifica:
Sono fermamente convinto che se il ponte lo costruivano in acciaio, in quell'ambiente (pessimo come lo definisci) e con quella manutenzione carente che è emersa, e la corrosione se lo mangiava portandolo al crollo, Tu saresti qui a sentenziare che il ponte andava fatto di cemento
Di certo fu progettato con dei limiti, in parte forse anche noti allora, realizzato con imperfezioni, non sappiamo se note o meno, usurato da un carico statico (New Jersey) e dinamico (veicolare) decisamente maggiorato e non previsto, esposto ad agenti aggressivi in peggioramento, manutenuto con evidenti lacune... un insieme di fattori tragico, ma non isolato. Io prego che i vari ponti, cavalcavia, viadotti di cui il nostro paese è ricco per conformazione idrogeologica, vengano attentamente sorvegliati, dato che in questi anni ne sono crollati tanti.
 
Di certo fu progettato con dei limiti, in parte forse anche noti allora, realizzato con imperfezioni, non sappiamo se note o meno, usurato da un carico statico (New Jersey) e dinamico (veicolare) decisamente maggiorato e non previsto, esposto ad agenti aggressivi in peggioramento, manutenuto con evidenti lacune... un insieme di fattori tragico, ma non isolato. Io prego che i vari ponti, cavalcavia, viadotti di cui il nostro paese è ricco per conformazione idrogeologica, vengano attentamente sorvegliati, dato che in questi anni ne sono crollati tanti.
Condivido in pieno.
Ragionare oggi, criticando (in positivo o negativo), senza contestaualizzare, arrivando a conclusioni (se non accuse) categoriche, non fornisce nessun contributo a chiarire i fatti.
Non che in un forum di deva per forza essere rigorosi, mica stiamo indagando ufficialmente, ma documentarsi prima di scrivere sarebbe cosa utile prima per se stessi e poi per gli altri ( forumisti in questo caso).
Segnalo un libro molto interessante, non recentissimo, ma dal punto di vista tecnico e per il linguaggio divulgativo assai valido: "Perché gli edifici cadono", di M.Levy e M.Salvadori - Bompiani Ed.
Riporto parte del retrocopertina che illustra il contenuto del libro: "La domanda alla quale essi (gli autori) cercano di rispondere è la più ovvia: "come è potuto accadere?". L' ovvietà della domanda non corrisponde alla semplicità delle risposte che devono essere dettagliate e frutto di lunghe analisi.. (omissis). Il lettore, reso anche partecipe dei disaccordi tra gli esperti e delle lunghe diatribe legali che nascono in queste circostanze, si renderà subito conto che mai come nei casi di crolli strutturali "l'apparenza inganna", perché la risposta giusta è spesso nascosta, per nulla intuitiva, e talvolta sorprendente".
 
Condivido in pieno.
Ragionare oggi, criticando (in positivo o negativo), senza contestaualizzare, arrivando a conclusioni (se non accuse) categoriche, non fornisce nessun contributo a chiarire i fatti.
Non che in un forum di deva per forza essere rigorosi, mica stiamo indagando ufficialmente, ma documentarsi prima di scrivere sarebbe cosa utile prima per se stessi e poi per gli altri ( forumisti in questo caso).
Segnalo un libro molto interessante, non recentissimo, ma dal punto di vista tecnico e per il linguaggio divulgativo assai valido: "Perché gli edifici cadono", di M.Levy e M.Salvadori - Bompiani Ed.
Riporto parte del retrocopertina che illustra il contenuto del libro: "La domanda alla quale essi (gli autori) cercano di rispondere è la più ovvia: "come è potuto accadere?". L' ovvietà della domanda non corrisponde alla semplicità delle risposte che devono essere dettagliate e frutto di lunghe analisi.. (omissis). Il lettore, reso anche partecipe dei disaccordi tra gli esperti e delle lunghe diatribe legali che nascono in queste circostanze, si renderà subito conto che mai come nei casi di crolli strutturali "l'apparenza inganna", perché la risposta giusta è spesso nascosta, per nulla intuitiva, e talvolta sorprendente".
Quello che mi preoccupa non è la vena forcaiola seguente ogni tragedia, ma la totale indifferenza ad investire per evitare il ripetersi di questi eventi...
 
Alla faccia....
Ogni 50 anni, rifamo li ponti
??
Al di là delle evoluzioni delle normative, un ponte veicolare, costruito in epoca in cui le auto che avevano un peso da segmento B odierna erano segmento D, relativamente poco diffuse.
La previsione che il parco circolante (e relativi carichi) potesse avere questa crescita esponenziale nel giro di pochi decenni era difficile da fare con previsione. Per questo periodicamente si procede ad adeguamenti delle strutture e dei componenti portati.

Un pò come i piani regolatori comunali degli anni 70 (quindi persino successivi al ponte Morandi) che prevedevano espansioni dei centri abitati al ritmo degli anni 50-70 sino ai giorni nostri. Previsione sbagliatissima, visto lo spopolamento dei centri minori e il calo demografico che ci ritroviamo da qualche decennio a questa parte. Sbagliata in positivo, sovradimensionata in questo caso, ma pur sempre concepita con lo stesso sistema di probabilità.

Cosa intendo con questi due esempi? Che la sfera di cristallo è una bufala, e le previsioni e i progetti vanno rivisti periodicamente (piani di manutenzione, revisione e adeguamento normativo, ecc..).
 
Secondo me, se c'è qualcosa che non si dovrebbe assolutamente indicare come causa del crollo è l'errore progettuale. Un manufatto "sbagliato" non sta in piedi per mezzo secolo, viene giù molto prima. Il fatto che abbia tenuto botta così a lungo, in presenza di carichi probabilmente non previsti, in totale carenza di manutenzione e senza che si siano seguite le indicazioni dello stesso progettista in termini di prevenzione della corrosione indica invece che il progetto era perfetto, sotto l'aspetto strutturale. Però, se alla manutenzione sono preposti dei cialtroni e/o dei delinquenti, il cedimento è il minimo che ci si può aspettare.
 
la sfera di cristallo è una bufala,

teschio-di-cristallo-770x439_c.jpg
 
Secondo me, se c'è qualcosa che non si dovrebbe assolutamente indicare come causa del crollo è l'errore progettuale. Un manufatto "sbagliato" non sta in piedi per mezzo secolo, viene giù molto prima. Il fatto che abbia tenuto botta così a lungo, in presenza di carichi probabilmente non previsti, in totale carenza di manutenzione e senza che si siano seguite le indicazioni dello stesso progettista in termini di prevenzione della corrosione indica invece che il progetto era perfetto, sotto l'aspetto strutturale. Però, se alla manutenzione sono preposti dei cialtroni e/o dei delinquenti, il cedimento è il minimo che ci si può aspettare.
Noi facciamo ipotesi, ci dirà poi la magistratura, che avrà avuto modo di valutare la questione nella sua interezza, a seguito di innumerevoli perizie tecniche, quali sono i veri responsabili.
 
Secondo me, se c'è qualcosa che non si dovrebbe assolutamente indicare come causa del crollo è l'errore progettuale. Un manufatto "sbagliato" non sta in piedi per mezzo secolo, viene giù molto prima. Il fatto che abbia tenuto botta così a lungo, in presenza di carichi probabilmente non previsti, in totale carenza di manutenzione e senza che si siano seguite le indicazioni dello stesso progettista in termini di prevenzione della corrosione indica invece che il progetto era perfetto, sotto l'aspetto strutturale. Però, se alla manutenzione sono preposti dei cialtroni e/o dei delinquenti, il cedimento è il minimo che ci si può aspettare.
Non sono d'accordo. Mi dici come poteva essere fatta la manutenzione ai tondini di acciaio nascosti dal calcestruzzo che in mezzo secolo sono andati in malora per l'ambiente altamente corrosivo? Il difetto stava nel manico. Il tirante così come previsto era concettualmente sbagliato perché rendeva praticamante impossibile la manutenzione proprio della parte che reggeva il tutto, il ferro.
 
Non sono d'accordo. Mi dici come poteva essere fatta la manutenzione ai tondini di acciaio nascosti dal calcestruzzo che in mezzo secolo sono andati in malora per l'ambiente altamente corrosivo? Il difetto stava nel manico. Il tirante così come previsto era concettualmente sbagliato perché rendeva praticamante impossibile la manutenzione proprio della parte che reggeva il tutto, il ferro.
Acciaio e calcestruzzo nel cemento armato si aiutano a vicenda, dato che sono compatibili, soprattutto il coefficiente di dilatazione termica è praticamente uguale, quindi al variare della temperatura si allungano o accorciano insieme.
Semplificando:
  • il calcestruzzo lavora a compressione e lo si sceglie (oggi) in base alla resistenza che serve e alla classe di esposizione (le normeUNI 11104 e UNI EN 206-1c consentono di individuare la corretta combinazione di classi di esposizione dell’opera e di ogni sua componente, in funzione dei singoli meccanismi di degrado dell’ambiente sulle strutture), e inoltre protegge l' acciaio (copriferro).
  • l' acciaio ( che di suo può lavorare in trazione ma pure in compressione), passami il termine "aiuta" il calcestruzzo dove è debole, ovvero quando è sollecitato a trazione;
  • tutti e due sono contenti: l' acciaio è al sicuro dalla corrosione ed il calcestruzzo ha trovato uno che in cambio lavora a trazione al suo posto.
Una struttura correttamente progettata vuol dire che non solo le resistenze del materiali sono idonee e nei limiti ammessi, ma pure le deformazioni non superano determinati valori, anzi il dimensionamento viene eseguito in modo da rimanere in "campo elastico", tipo quello che succede in un materasso: se mi sdraio si deforma, se mi alzo da letto ritorna come prima , perché è elastico (lasciamo stare poi i discorsi sulla fatica che piano piano deforma in modo permanente - effetto che si trova anche nelle strutture ed è dovuto al passare del tempo e in funzione del numero di cicli di carico-scarico).
Se le deformazioni vanno fuori controllo, si presentano segni premonitori (crepe e fessurazioni nel cls, distacchi di copriferro) e cosa succede poi è tristemente noto, se nessuno corre ai ripari.
Quindi concludendo l' acciaio, se il calcestruzzo viene poi mantenuto in condizioni ottimali, non necessita di interventi particolari, almeno quello interno avvolto dal cls, cosa diversa sono le partenze, le teste delle strutture dove magari in certi casi parti in acciaio vanno ad ancorarsi uscendo dal calcestruzzo esponendosi quindi alle condizioni ambientali.
Passami il termine: la mortalità infantile delle strutture è causata o da errori di progettazione clamorosi o da costruzione sbagliata (lasciamo stare la buona o la cattiva fede del costruttore).
Dopo cinquanta anni è solo un problema di manutenzione fatta malamente o peggio non eseguita.
In ogni caso per le strutture è prevista una specie di data di scadenza, si chiama "vita utile" che può arrivare a 100 anni per le opere di classe II, secondo le Norme tecniche per le costruzioni. Non che poi si devono demolire, ma ciò obbliga a tenere in considerazione nella progettazione che per 100 anni devono funzionare con i carichi e le sollecitazioni di progetto, i cicli di carico/scarico (per un ponte, per una diga ad esempio) e le azioni sismiche.
In questi 100 anni però è obbligo dell' utilizzatore della struttura, sempre prescritto dalle Norme tecniche, quello di rispettare il piano di manutenzione del' opera stessa, documento oggi (che si è capito l' importanza, o almeno ce lo hanno imposto gli EuroCodici) da redigere obbligatoriamente e contestualmente al progetto.
 
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