Jambana ha scritto:
Il tuo discorso mi pare oltremodo superficiale, soprattutto nell'esempio di cui stavamo discutendo: il fatto che un processo sia strutturato per eliminare una possibile fonte di errore, o di sfrido materiale, o di infortunio, non vuol dire che sia in questo caso peggiore per il lavoratore a livello di qualità della vita, o di ergonomia, fatica, etc etc.
Tutto dipende da cosa si fa, e come, per eliminare la fonte d'errore.
Nel caso specifico, riporto le parole del post di apertura:
"In Giappone invece il contrario, ovvero la vite non cade, devi montare 4 viti per fare questa lavorazione? Bene 4 te ne do, se ne manca una, la produzione viene fermata fino a quando non trovi la vite. Sei tu operatore che fermi la linea, vieni responsabilizzato affinché la lavorazione venga effettuata bene. Io azienda però, ti fornisco tutti gli strumenti affinché ti arrivino 4 e solo 4 viti e non possano cadere."
Io ho due mani, non due pinze elettroattuate. Le cose mi cadono, talvolta, anche se faccio di tutto per fare le cose per bene, e lavorare con questo peso addosso è fonte di stress psicofisico tanto grande quanto non necessario.
Estremizzo l'esempio: se l'operaio con la cassettina piene di viti e il panino in mano deve montarne tantissime in un'unità di tempo tanto che fa fatica a stare al ritmo, in una fabbrica buia e fredda o calda o molto rumorosa o sporca, in una posizione scomoda, e quello che ha le viti contate lo fa in una postazione comoda e perfettamente illuminata, con tutto il tempo a disposizione, chi sarà più "pollo da batteria" tra i due?
Non capisco il contributo alla discussione di tale estremizzazione, a parte quello di ricordare i
pensieri del buon Catalano a "Quelli della Notte".
Prendiamo invece due operai, nella stessa fabbrica, alla stessa linea, che devono montare lo stesso pezzo sulla stessa macchina con lo stesso numero di viti nello stesso tempo. Uno ha un cassettino dal quale prendere quelle che gli servono, e se gliene cade una sul nastro o per terra chissenefrega. L'altro ne riceve una alla volta da un distributore, e se gli cade ferma la produzione finché non la ritrova perché non può sostituirla.
Chi lavora più serenamente?
E' chiaro che è un esempio immaginario, ma non capisco in cosa il fatto che un processo annulli le possibilità di errore possa inficiare la qualità della vita del lavoratore che lo compie...
Il fatto che ti sfugge è che qui il processo non annulla un bel niente, ma sposta sulle spalle del singolo operaio un peso spropositato e non necessario (lo stop della produzione) a fronte di un evento accidentale che può capitare a chiunque. E questo inficia eccome la qualità di vita sull'ambiente di lavoro.
inoltre eliminare il margine d'errore secondo me può diminuire (magari non in tutti i soggetti) anche lo stress psicologico: è meglio correre dietro ad un errore fatto, rimediarlo alla bell'è meglio mentre la catena continua ad andar inficiando probabilmente anche la qualità dei pezzi immediatamente successivi, o poter (dover) fermare la catena, ma con la certezza che non vi siano errori o problemi sul prodotto?
Mi sembra che sia esattamente l'opposto: avere un certo margine d'errore (cade la vite? ne prendo un'altra e bon) elimina lo stress psicologico di dover lavorare con perfezione assoluta pena lo stop della produzione e la riprovazione di dirigenti e colleghi.
Se poi vogliamo criticare il lavoro in catena di montaggio va benissimo, ma quello è tutto un altro discorso, che riguarda tutti.
Non è quello che ho detto.
Ieri ho montato una cassettiera dell'Ikea, quindi tutt'altro che giapponese...le innumerevoli viti, vitine, tasselli che la componevano erano perfettamente contate, ne una in più ne una in meno. Non mi sono certo sentito un pollo da batteria. Certo, se sai che tutto è contato fai un po' più di attenzione a montarla e a non perdere neanche una vitina. Eppure mi sono preso tutto il tempo che volevo, di sabato pomeriggio, ho fatto una pausa caffé, ho scritto sul forum...ma le viti erano contate. :lol:
Era UNA cassettiera.
Eri a casa tua.
Non c'era un capo turno a prenderti il tempo.
Tua moglie non fermava la preparazione della cena per tutti se ti fermavi.
E' un pò diverso, non credi?
E cmq, se una delle viti contate ti scappava di mano e finiva sotto quell'armadio che non si può spostare, ora la cassettiera sarebbe in soggiorno mezza montata, tua moglie direbbe che sei un buono a nulla e domani dovresti fare la fila al negozio per chiedere una vite aggiuntiva.
Tutto per una schifosa vite...