<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo. | Page 324 | Il Forum di Quattroruote

Museo Alfa Romeo: finalmente il TAR ha respinto il vergognoso ricorso contro il vincolo.

Maxetto883 ha scritto:
franco58pv ha scritto:
Una domanda : ma nel nuovo museo ci sarebbe lo spazio per tutte le auto ?
Visto che è stato nominato da pierugo............ ho letto su Autopareri che molti hanno definito il vecchio museo come un garage, dove le auto erano parcheggiate piuttosto vicine.
Ora nel museo ristrutturato le vetture mi paiono più distanti e ci sono anche elementi scenografici e multimediali.
Quindi la questione spazio per le vetture si pone.
Non è che nei piani di FCA ci sia di costruire un'altra ala museale?

Premesso che dovrei vederlo personalmente penso che la disposizione attuale, vista da qualche foto in rete, e' stata scopiazzata dai musei bmw e Audi, che hanno moooolto meno auto nel loro palmares.
Quindi i nostri copioni ora si trovano con una disposizione che brucia spazio.
Inoltre non è vero che la vecchia disposizione era tipo garage, anzi, vero il contrario, ma aveva il difetto di un ambiente poco luminoso e lugubre.
L'attuale disposizione a raggiera e con auto ammassate mi da l'idea di un garage. Mia opinione che prometto di aggiornare dopo averlo visto dal vero.
 
franco58pv ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Infine mi meraviglia molto che la soprintendenza abbia approvato una esposizione così parziale di auto.
Forse non fa parte dei compiti della soprintendenza decidere quando e quante vetture esporre?
guarda senza polemica, parlo per esperienza vissuta da un parente per un manufatto edile.....quando vogliono la soprintendenza e le belle arti arrivano a farti le pulci su tutto , anche su cose che poi magari restano in un'abitazione privata , probabilmente si sono accontentati del fatto che riaprisse e non hanno voluto aprire altri contenziosi.
Una domanda : ma nel nuovo museo ci sarebbe lo spazio per tutte le auto ?

Il museo, stando ai documenti ufficiali, è stato ampliato negli spazi espositivi, e se 130 auto ci stavano comodamente prima, e con molto spazio tra una e l'altra, a maggior ragione dovrebbero starci ora.

Riguardo alla soprintendenza su un immobile ed una collezione vincolata ti può imporre anche il colore delle mattonelle dei bagni e quante volte e con quali prodotti pulire le auto, se solo vuole.
 
Maxetto883 ha scritto:
franco58pv ha scritto:
Una domanda : ma nel nuovo museo ci sarebbe lo spazio per tutte le auto ?
Visto che è stato nominato da pierugo............ ho letto su Autopareri che molti hanno definito il vecchio museo come un garage, dove le auto erano parcheggiate piuttosto vicine.
Ora nel museo ristrutturato le vetture mi paiono più distanti e ci sono anche elementi scenografici e multimediali.
Quindi la questione spazio per le vetture si pone.
Non è che nei piani di FCA ci sia di costruire un'altra ala museale?

Il vecchio museo è stato vincolato dal Ministero per i suoi pregi architettonici e di allestimento museale, in quanto era progettato per ospitare le "nostre" amate Alfa Romeo e non certo perché fosse un garage in cui erano stipate delle auto.

Riporto di seguito qunto avevo già evidenziato molti mesi fa in queste pagine: Le motivazioni che hanno comportato il vincolo:

Recentemente sullo storico mensile della Domus editore ?Quattoruote? sono apparse alcune proposte progettuali riguardo la ristrutturazione del Museo Alfa Romeo di Arese, in cui si spiega che, grazie alla vendita di alcuni dei modelli più prestigiosi ivi conservati per la raccolta dei fondi necessari, sarebbe possibile riaprire il museo in tempo per Expo 2015, pochi chilometri distante, rimettendo finalmente a disposizione del pubblico una collezione unica al mondo.

Ne abbiamo parlato con Maria Vittoria Capitanucci, critico e storico dell?architettura, autrice del volume dedicato all?opera dei fratelli Latis (skira 2007), progettisti del museo e degli uffici limitrofi nel 1974.
Docente incaricato al Politecnico di Milano e autrice di numerosi testi dedicati al professionismo milanese del dopoguerra, oltre che dell?ultima guida sull?architettura contemporanea milanese edita da Skira nel 2012, di cui, ci racconta, a breve in libreria il suo terzo aggiornamento. Non ultimo redattrice stabile de ?l?architetto?, la nuova rivista digitale del CNA diretta da Pierluigi Mutti.

Perché occuparci di un lavoro in fondo minore dello studio Latis, molto attivo a Milano nel dopoguerra, e in che direzione la sua conservazione può essere di qualche attualità?

Quest?opera, nata a cavallo degli anni ?60 e ?70, si inserisce in un momento in cui l?architettura industriale era terreno di sperimentazione su più fronti e parlava diversi linguaggi, non è un caso dunque che si proponesse l?accostamento degli uffici ai luoghi della produzione o, addirittura, come in quest?occasione ad un museo, che porta con sé la storia e l?identità del gruppo industriale. Dunque questo progetto ha un valore che va considerato sia nel significato che ha avuto nel suo contesto storico e culturale (un momento eroico ed illuminato per l?industria italiana e i suoi ?uomini?) sia sul piano prettamente architettonico, magari non superlativo, e nel suo carattere paesaggistico. È un esempio, questo dell?Alfa, emblematico della storia del ?900 industriale. Un sito, infatti, arricchitosi nel tempo di opere di progettisti di primo piano della storia dell?architettura, a partire da Giulio Minoletti a metà degli anni ?60, a seguire con Antonio Cassi Ramelli, che coinvolse a sua volta l?ing. Vittore Ceretti e i fratelli Vito e Gustavo Latis nella seconda metà degli anni ?70, per concludere con la costruzione degli uffici tecnici da parte di Ignazio Gardella. Insieme, costoro e i loro interventi, esprimono coralmente lo stato di avanzamento della cultura architettonica di quegli anni, evidenziando il raffinato utilizzo di elementi prefabbricati e del cemento, oltre alle soluzioni progettuali sulla distribuzione e sulla flessibilità degli spazi del lavoro.

In questo senso il museo ha un valore non solo riferito all?edificio in sè, quanto ad un elemento congruente ad un sistema complesso strutturale all?idea moderna di stabilimento. In questo senso Giuseppe Luraghi, presidente dell?Alfa Romeo, già parte del gruppo IRI, si dimostra un visionario colto e pragmatico, letterato ed economista, incarna una committenza illuminata che negli anni sessanta ha espresso forse le sue più alte potenzialità. Alla stregua degli Olivetti, dei Pirelli e di alcuni dei grandi industriali dello scorso secolo, fu un lungimirante conservatore che seppe coniugare l?attività manageriale a quella umanistica. Da semplice impiegato Pirelli agli inizi degli anni ?30, diviene dirigente IRI e per questo dal ?60, con alterne fortune, presidente dell?Alfa Romeo. Ma negli stessi anni fu anche fondatore delle edizioni della Meridiana, e lui stesso scrittore e poeta.

In cosa allora ritroviamo il valore che anche la Soprintendenza, nella sua azione di tutela rispetto alla collezione di automobili, di fatto riconosce nell?allestimento dei fratelli Latis?

Il museo nel suo allestimento ha sicuramente una maggior libertà di espressione rispetto agli edifici che lo contengono. La vicenda come ho detto si avvia con l?incarico nella seconda metà degli anni ?60 ad Antonio Cassi Ramelli. Successivamente intervengono Vittore Ceretti e i fratelli Latis, configurando così un lavoro corale, molto probabilmente con una suddivisione di competenze piuttosto precisa. Del resto sono tutti progettisti che afferiscono alla realtà industriale del periodo, con cui ognuno ha molteplici intersecazioni ma che si dedicano anche ad ambito completamente differenti, dei Latis ad esempio consociamo tutti la raffinata costellazione di esempi di ediliazia residenziale borghese nella città, meno le sperimentazioni di edifici religiosi prefabbricati (come Zanuso, Minoletti, Magistretti, etc...) e i numerosi edifici polifunzionali e per il terziario. Lo stesso Ceretti, in una delle chiacchierate che facemmo, mi accennò alle complesse vicissitudini di ?incarico? e di scelte progettuali che caratterizzarono la vicenda progettuale del Museo?Certo, se guardiamo i disegni conservati nell?archivio Latis, possiamo vedere con quale passione e profondità di dettaglio vi abbiano di fatto lavorato in prima persona.
E, mentre l?involucro si pone in relazione con il contesto costruito e in costruzione e con un linguaggio concertato tra i vari protagonisti della vicenda, l?allestimento interno, o meglio la concezione spaziale degli interni, ribadisco, ha una grande forza, un impatto e una distribuzione che potrebbe certamente essere oggetto di un rinnovamento contemporaneo senza di fatto doverne scalfire l?identità: i piani sfalsati e la scala che li collega tra loro, il percorso che conduce al centro dell?impluvio, a trionfo dell?allestimento museale, in cui sono collocati i 5 pezzi più importanti, posti sopra dei podi dimensionate ad hoc, in costante dialogo tra automobili e lo spazio che le contiene.

Pare si tratti degli stessi modelli che ora la proprietà Fiat vorrebbe vendere per realizzare i denari necessari alla ristrutturazione. Come se per i lavori del Louvre si vendesse la Gioconda, si legge da qualche parte?

... E la soprintendenza infatti, per tempo e con grande lungimiranza, ha posto il vincolo proprio sul patrimonio storico conservato e non soltanto sull?edificio. Ma è chiaro che questo allestimento va considerato tutt?uno con la collezione, la rara grazia di questo museo è proprio in questo inscindibile legame. A mio avviso è una struttura di tale potenza e attualità che si presta ad una azione di rinnovamento proprio nei termini in cui è stato ristrutturato il nuovo museo dell?automobile di Torino, dove l?innesto del recente progetto di Cino Zucchi non sembra stravolgere nei fatti l?edificio originario di Amedeo Albertini, ma ne ha con raffinato acume programmatico enfatizzato i caratteri già interessanti ri-immentendoli nella storia di oggi.

Del resto, e torniamo al punto di partenza, il museo dell?Alfa Romeo è una struttura di grande richiamo internazionale, che aggiunge rendita di posizione ad un distretto in grande rinnovamento, tra Expo, Fiera, e il nuovo polo commerciale e residenziale in via di costruzione sulle altre parti dismesse dell?Alfa?

Credo che proprio qui stia il grande interesse di questo Museo, come da anni stiamo cercando di evidenziare nello studio di quanto soprattutto la cultura architettonica lombarda ha espresso, che potremmo leggere in una sorta di doppio passo, a nostro modo di vedere inscindibile: da una parte il lavoro sulla città, dall?altra sul paesaggio contemporaneo. Studiosi come Tullia Iori e Sergio Poretti, Marzia Marandola, Claudia Conforti, ma lo stesso Carlo Olmo con il suo lungo lavoro su Nervi, si muovono da tempo per sottolineare con importanti contributi (su Morandi, Musmeci, De Miranda, Favini ?ma anche Zanuso, Mangiarotti, Morassutti) come la storia dell?ingegneria e della ?concezione strutturale? sia a tutti gli effetti una storia alta che ha disegnato il nostro paesaggio e la nostra cultura architettonica esattamente come i grandi musei, le abitazioni e tutta l?edilizia non infrastrutturale. Come la bella mostra ?L?architettura del mondo? dello scorso anno alla Triennale, curata da Alberto Ferlenga, ha evidenziato. Il paesaggio è oggi al centro dell?analisi proprio perché restituisce la complessità dell?azione compiuta da questi protagonisti ed insieme allarga gli orizzonti della storia moderna dell?architettura italiana.


fonte http://www.ordinearchitetti.mi.it/it/notizie/dettaglio/7339-maria-vittoria-capitanucci-museo-e-territorio
 
fpaol68 ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Si potrebbe essere un'idea interessante fare una rotazione, anche perchè tutti gli esemplari del museo sono funzionanti e ogni tanto gli si fa fare qualche giro di ruota.
Comunque anche a me non piace che siano esposte molte meno auto rispetto a prima.

La rotazione di per sè potrebbe anche andare bene, anche perchè storicamente è sempre stata fatta, ma prima ricordo che erano esposte 130 vetture e non solo 69, e la rotazione riguardava quelle vetture (120) che o erano in prestito temporaneo per qualche manifestazione in giro per il mondo o in manutenzione.

Ora con sole 69 auto esposte non la accetto.
Anche perchè prima voglio capire che fine hanno fatto le altre 181 e dove sono conservate.

Infine mi meraviglia molto che la soprintendenza abbia approvato una esposizione così parziale di auto.
Si concordo con te sulla sorte degli esemplari esclusi dalla "vetrina"

Ecco la risposta che ha dato il progettista di questo nuovo allestimento del museo, l'arch. Benedetto Camerana.

Perché solo 70 macchine?
«Ogni piano ha una sua interpretazione architettonica precisa. La scelta è stata fatta insieme ad Alfa e al Centro Stile: sono esposte le 70 vetture più belle. Velocità, Bellezza e Timeline tre percorsi per capire il marchi: dai successi nelle corse, ai pezzi unici dei carrozzieri ai 20 modelli più importanti della produzione industriale».

per chi volesse leggere l'intervista integrale dal sito del corriere della sera
http://motori.corriere.it/motori/attualita/15_giugno_29/museo-alfa-camerana-f58dd5dc-1e60-11e5-958d-f9395af606a3.shtml
 
Io ci son andato e mi è piaciuto. Chi altri è andato? Cosa ne pensa?

Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Provate a scaricare l'app del museo, vi descrive ogni auto e agevola la fruizione e può darvi un'idea dell'esposizione.

Cercate su Google Play: Museo Storico Alfa Romeo
 
Ex Batri ha scritto:
Ecco la risposta che ha dato il progettista di questo nuovo allestimento del museo, l'arch. Benedetto Camerana.

Perché solo 70 macchine?
«Ogni piano ha una sua interpretazione architettonica precisa. La scelta è stata fatta insieme ad Alfa e al Centro Stile: sono esposte le 70 vetture più belle. Velocità, Bellezza e Timeline tre percorsi per capire il marchi: dai successi nelle corse, ai pezzi unici dei carrozzieri ai 20 modelli più importanti della produzione industriale».
ovviamente l'architetto ha dato una risposta "organica" al pensiero del committente , che sarà poi la medesima persona che gli salda la parcella...
 
franco58pv ha scritto:
Ex Batri ha scritto:
Ecco la risposta che ha dato il progettista di questo nuovo allestimento del museo, l'arch. Benedetto Camerana.

Perché solo 70 macchine?
«Ogni piano ha una sua interpretazione architettonica precisa. La scelta è stata fatta insieme ad Alfa e al Centro Stile: sono esposte le 70 vetture più belle. Velocità, Bellezza e Timeline tre percorsi per capire il marchi: dai successi nelle corse, ai pezzi unici dei carrozzieri ai 20 modelli più importanti della produzione industriale».
ovviamente l'architetto ha dato una risposta "organica" al pensiero del committente , che sarà poi la medesima persona che gli salda la parcella...
si :twisted: e non c'è alcun riferimento a una eventuale rotazione di alcuni esemplari esposti. Certo l'intervista è estremamente stringata.
 
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.
 
PierUgoMaria1 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.

Dei 180 pezzi inghiottiti come dici tu quale esporresti?

Io per esempio le sei Alfa 147 non le metterei per il momento nel museo, tu sì?
 
alexmed ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.

Dei 180 pezzi inghiottiti come dici tu quale esporresti?

Ma così a caso le prime che mi vengono in mente:

Alfetta Gt/GTV
Giulietta II
Giulia GTV
Berlina 1750/2000
Giulietta spider Pininfarina
Giulia TZ
Giulia GTC
Alfa 33

eh hai voglia.......
e per rendere omaggio ad una delle poche cose buone fatte da fiat anche la 155 DTM

ma si può continaure ancora per molto, la lista è lunghetta
 
fpaol68 ha scritto:
alexmed ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.

Dei 180 pezzi inghiottiti come dici tu quale esporresti?

Ma così a caso le prime che mi vengono in mente:

Alfetta Gt/GTV
Giulietta II
Giulia GTV
Berlina 1750/2000
Giulietta spider Pininfarina
Giulia TZ
Giulia GTC
Alfa 33

eh hai voglia.......
e per rendere omaggio ad una delle poche cose buone fatte da fiat anche la 155 DTM

ma si può continaure ancora per molto, la lista è lunghetta

Guarda che alcune del tuo elenco ci sono... vedo che non seguite i miei consigli, scarica l'app del museo.
 
Ma almeno la modernizzazione del museo (anche se eventualmente ispirata ai musei tedeschi, come dice Gt junior) vi è piaciuta?

Io non sono mai stato al museo quindi non posso fare un confronto, ma se - come diceva Gt - il museo prima era un pò lugubre e buio direi che hanno fatto bene a renderlo al passo coi tempi.
 
alexmed ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
alexmed ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.

Dei 180 pezzi inghiottiti come dici tu quale esporresti?

Ma così a caso le prime che mi vengono in mente:

Alfetta Gt/GTV
Giulietta II
Giulia GTV
Berlina 1750/2000
Giulietta spider Pininfarina
Giulia TZ
Giulia GTC
Alfa 33

eh hai voglia.......
e per rendere omaggio ad una delle poche cose buone fatte da fiat anche la 155 DTM

ma si può continaure ancora per molto, la lista è lunghetta

Guarda che alcune del tuo elenco ci sono... vedo che non seguite i miei consigli, scarica l'app del museo.

Mi sono collegato al sito e ho scorso tutta la collezione, quelle elencate non ci sono a parte la TZ che mi sono perso.
 
fpaol68 ha scritto:
alexmed ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
alexmed ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.

Dei 180 pezzi inghiottiti come dici tu quale esporresti?

Ma così a caso le prime che mi vengono in mente:

Alfetta Gt/GTV
Giulietta II
Giulia GTV
Berlina 1750/2000
Giulietta spider Pininfarina
Giulia TZ
Giulia GTC
Alfa 33

eh hai voglia.......
e per rendere omaggio ad una delle poche cose buone fatte da fiat anche la 155 DTM

ma si può continaure ancora per molto, la lista è lunghetta

Guarda che alcune del tuo elenco ci sono... vedo che non seguite i miei consigli, scarica l'app del museo.

Mi sono collegato al sito e ho scorso tutta la collezione, quelle elencate non ci sono a parte la TZ che mi sono perso.

La Giulietta Spider c'è, c'è pure la 155 DTM.
 
alexmed ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
alexmed ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
alexmed ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Per me la scelta è stata ragionata sui pezzi.

Si concordo, fu scelta ragionata. Il ragionamento sottostante essendo che 3/4 della collezione non servivano a nulla e quindi li si fa sparire facendolo sembrare un incidente, con la collaborazione della stampa, che magicamente si scorda all'unisono 180 pezzi storici inghiottiti da un buco nero supermassiccio.

Dei 180 pezzi inghiottiti come dici tu quale esporresti?

Ma così a caso le prime che mi vengono in mente:

Alfetta Gt/GTV
Giulietta II
Giulia GTV
Berlina 1750/2000
Giulietta spider Pininfarina
Giulia TZ
Giulia GTC
Alfa 33

eh hai voglia.......
e per rendere omaggio ad una delle poche cose buone fatte da fiat anche la 155 DTM

ma si può continaure ancora per molto, la lista è lunghetta

Guarda che alcune del tuo elenco ci sono... vedo che non seguite i miei consigli, scarica l'app del museo.

Mi sono collegato al sito e ho scorso tutta la collezione, quelle elencate non ci sono a parte la TZ che mi sono perso.

La Giulietta Spider c'è, c'è pure la 155 DTM.

C'è la Giulietta Spider prototipo di Bertone, mai andata in produzione, e la 155 V6 ti, che non è la DTM
 
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