pilota54 ha scritto:
1) Bellicapelli3 NON è il "templare" dell'iperpost sul blog del direttore. Lo ha fatto sapere lui stesso tramite un utente operativo.
2) "la verità potrebbe stare nel mezzo" significa quello che, moooolto modestamente, penso anch'io e credo altri utenti. Ovvero che la parabola del dr. Marchionne in Fiat ha avuto un andamento ascendente all'inizio, quando obiettivamente salvò il gruppo torinese dal tracollo. Poi per un po' il "nostro" ha vissuto di rendita. Poi ancora, diciamo dopo il grande crack finanziario del 2008, ha avuto un andamento sinusoidale, con alti e bassi, con indecisioni strategiche di prodotto che hanno spazientito molti appassionati, con valutazioni errate (quando diceva che non gli importava della storia dell'Alfa), ravvedimenti, decisioni azzeccate, momenti di cinismo quasi inaudito, v. rapporti con la manovalanza del gruppo, altre decisioni discutibili (l'oggettivo azzeramento della Lancia, la rinuncia alle corse, Ferrari a parte), operazioni di finanza/management che al momento possono apparire positive (acquisizione Chrysler), rilancio pare definitivo dell'Alfa come marchio premium, forse grazie anche alla consulenza di qualcuno più esperto di lui sull'Alfa e sul fronte "prodotto", e tanto, tanto altro, nel bene e nel male. In sostanza cose buone e cose meno buone, a mio parere volendo osservarne i comportamenti nel modo più oggettivo possibile.
Ecco perché "la verità potrebbe stare nel mezzo".
3) Il fatto che i tedeschi abbiano a volte un approccio un po' imperialista, un po' arrogante e piuttosto miope e autoconservativo-celebrativo alle problematiche economico-sociali non lo dice solo il nostro Direttore (e nemmeno io). Lo dicono anche molti altri, autorevoli osservatori e giornalisti, anche, per esempio, in merito alle devastanti politiche rigoriste e "austere" pressoché "imposte" dal governo tedesco ad alcuni Paesi europei e anche in merito al modo di porre ostacoli alla vera integrazione finanziaria-politica-economica e della Difesa dell'Europa (altro che moneta unica........). E meno male che il Governatore della Banca Centrale Europea è italiano, bravissimo e molto accorto e lungimirante, se no in Europa saremmo "combinati" di certo ancora peggio.
Questo non significa avercela con i crukki. Significa osservare alcuni comportamenti di alcune influenti personalità di quel Paese e avere un'opinione in merito. Io sono stato un tifoso di Schumacher (a proposito, gli auguro una totale guarigione) e un grande fan dell'austriaco Lauda, quasi come se fossero italiani, e anche Vettel mi è simpatico, cosa c'entra. Ci sono tanti tedeschi simpaticissimi e modesti.
4) Il Direttore Cavicchi ha risposto così alle ultime argomentazioni del citato:
"Vede, lei dice di conoscere le cose molto meglio di Quattroruote (ha detto veramente così, nota di pilota54). Fosse vero, lei gioca in maniera scorretta. Io ci metto la faccia, lei uno pseudonimo. Esca allo scoperto e giochiamo alla pari, se no è troppo facile lanciare i sassi e nascondere la mano."
Credo abbia ragione.
Il Direttore ha espresso delle argomentazioni che francamente fatico a comprendere.
Come discutere sulla morale della favola proposta da Cavicchi, sulle scarse capacità dei tedeschi di gestire la relazione in alleanze, se in due dei tre casi citati (DB e BMW) di alleanze NON si trattò, bensì di acquisizioni vere e proprie !? Direi che data la prevalente inconsistenza delle ipotesi (2casi su 3), la tesi diventa quanto meno indiscutibile per eccesso di discutibilità.
Va da sé che chi acquisisce è solitamente interessato al controllo, a dettare la propria linea, e non a istituire un collettivo di autogestione, e questo converremo che non dipende principalmente da una maggior o minor propensione all'arroganza o al dominio di una certa nazionalità, quanto da un fatto di logica coerenza tra obiettivi e strategie.
Se si fosse voluto parlare della capacità dei tedeschi di gestire un?acquisizione (e NON di alleanze vagamente intese), lo si sarebbe potuto fare tranquillamente, pur con una piccola ma preziosa distinzione. Ma a quel punto sarebbe stato interessante allargare il confronto a tanti altri casi di successo. Come quelli degli americani con Saab, Opel, Volvo, Jaguar, o degli italiani con Alfa Romeo e Lancia. Tutti casi che portano interessanti testimonianze sulle diverse capacità di trovare un?efficace mediazione delle scelte, al limite di non prevaricare, bensì di conservare decentramento e autonomia decisionali con ricadute positive sul riscontro del mercato?E che provano quanto la nazionalità del comando faccia la differenza?
Credo di condividere con il Dottor Cavicchi l?ammirazione, che traspare dalle sue espressioni, nei confronti dell?italiano Marchionne e della
ancor per poco italiana fiat per la buona riuscita dell?operazione di acquisizione di Chrysler. Credo di condividere, non so se con lui o tanti altri, una certa noia nel continuare a sentir parlare dei tedeschi sempre bravi, e degli italiani sempre incapaci. E credo nonostante tutto di fare il tifo, in questo momento, per la fiat e per Marchionne.
Continuo, almeno per il momento, e nonostante le ultime esternazioni di Marchionne, a non condividere l?ottimismo per le sorti del prodotto automobilistico italiano, per quanto riguarda propriamente l?Alfa Romeo. Se, come puntualizza Cavicchi, gestire un marchio con volumi importanti con successo gestione diventa difficile (vedi vecchia Chrysler, ma anche Rover, Saab, Alfa Romeo, Lancia), il Biscione potrebbe avere come unica prospettiva quella della nicchia.
Sappiamo quello che hanno detto e fatto finora dell?Alfa Romeo. Restiamo in fiduciosa attesa di vedere d?ora in avanti quanto questi più democratici e finanziariamente ingegnosi e brillanti italiani riusciranno a fare insieme ai loro pare pari americani.