<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Marchionne parla dell'Alfa....................... | Page 16 | Il Forum di Quattroruote

Marchionne parla dell'Alfa.......................

ottovalvole ha scritto:
le cilindrate storiche dell'Alfa erano 1.3, 1.6, 1750 e 2.0 (Giulia, Alfetta ecc ecc) poi col tempo non sono cresciute tanto, l'unico a scavalcare i due litri è stato il V6 Busso proposto come 2.5, 3.0 e 3.2. Come dice GTJunior la forza e il DNA dell'Alfa è sempre stato un comportamento dinamico esemplare con cilindrate più basse della concorrenza e pesi più leggeri....e una linea aggressiva ma anche bellissima e affascinante, diciamo sexy! La 4C per me rispecchia in pieno queste caratteristiche, è quel giocattolino che sulla carta potrebbe giocarsela con una Clio RS ma in pista fà impensierire parecchie supercar (specie in quelle più tortuose). L'Alfista era orgoglioso della sua Giulia 1.3 perchè in autostrada non c'erano Mercedes e BMW, era orgoglioso che con la sua macchina italiana con un motore da utilitaria (adesso) poteva sfanalare alla BMW di turno, dubito che con una MiTo si possa essere così orgogliosi e nemmeno con una Giulietta, sono delle comunissime macchine ben fatte ma niente di più. Quelle invece erano piene di difetti però........

Parliamo sempre del secondo dopoguerra ma non dimentichiamo che l'Alfa è nata nel 1910 e che fino a prima della seconda guerra mondiale faceva solo vetture da corsa e di grandissimo prestigio e quindi elevata cilindrata.

Era il fiore all'occhiello della produzione italiana di automobili e Ford si toglieva il cappello quando vedeva un'Alfa........................
 
renexx ha scritto:
ottovalvole ha scritto:
le cilindrate storiche dell'Alfa erano 1.3, 1.6, 1750 e 2.0 (Giulia, Alfetta ecc ecc) Come dice GTJunior la forza e il DNA dell'Alfa è sempre stato un comportamento dinamico esemplare con cilindrate più basse della concorrenza e pesi più leggeri....e una linea aggressiva ma anche bellissima e affascinante, La 4C per me rispecchia in pieno queste caratteristiche, è quel giocattolino che sulla carta potrebbe giocarsela con una Clio RS ma in pista fà impensierire parecchie supercar . L'Alfista era orgoglioso della sua Giulia 1.3 ..

Per il discorso che fai, riallacciandolo anche a quello di GTJunior, sarebbe molto più nel DNA Alfa una berlina seg.D, o un coupè/spider elegante, che non una 4C che ricorda più lo spirito Lotus.
Ma se arriveranno, saranno Dart/Viaggio e Mazda MX-5. Mah...
Bhe già la 4C e una eventuale Alfazda Duetto con motore italiano (ma non disdegnerei nemmeno quello giapponese anzi....) sarebbe un bel passo avanti rispetto a MiTo e Giulietta, per la berlina si parla di una piattaforma inedita e TP, magari ne uscirà pure una col pianale C-Evo modificato (quello della Chrysler 200) prima vedere cammello poi comprare cammello.
 
SZ. ha scritto:
pilota54 ha scritto:
1) Bellicapelli3 NON è il "templare" dell'iperpost sul blog del direttore. Lo ha fatto sapere lui stesso tramite un utente operativo.

2) "la verità potrebbe stare nel mezzo" significa quello che, moooolto modestamente, penso anch'io e credo altri utenti. Ovvero che la parabola del dr. Marchionne in Fiat ha avuto un andamento ascendente all'inizio, quando obiettivamente salvò il gruppo torinese dal tracollo. Poi per un po' il "nostro" ha vissuto di rendita. Poi ancora, diciamo dopo il grande crack finanziario del 2008, ha avuto un andamento sinusoidale, con alti e bassi, con indecisioni strategiche di prodotto che hanno spazientito molti appassionati, con valutazioni errate (quando diceva che non gli importava della storia dell'Alfa), ravvedimenti, decisioni azzeccate, momenti di cinismo quasi inaudito, v. rapporti con la manovalanza del gruppo, altre decisioni discutibili (l'oggettivo azzeramento della Lancia, la rinuncia alle corse, Ferrari a parte), operazioni di finanza/management che al momento possono apparire positive (acquisizione Chrysler), rilancio pare definitivo dell'Alfa come marchio premium, forse grazie anche alla consulenza di qualcuno più esperto di lui sull'Alfa e sul fronte "prodotto", e tanto, tanto altro, nel bene e nel male. In sostanza cose buone e cose meno buone, a mio parere volendo osservarne i comportamenti nel modo più oggettivo possibile.
Ecco perché "la verità potrebbe stare nel mezzo".

3) Il fatto che i tedeschi abbiano a volte un approccio un po' imperialista, un po' arrogante e piuttosto miope e autoconservativo-celebrativo alle problematiche economico-sociali non lo dice solo il nostro Direttore (e nemmeno io). Lo dicono anche molti altri, autorevoli osservatori e giornalisti, anche, per esempio, in merito alle devastanti politiche rigoriste e "austere" pressoché "imposte" dal governo tedesco ad alcuni Paesi europei e anche in merito al modo di porre ostacoli alla vera integrazione finanziaria-politica-economica e della Difesa dell'Europa (altro che moneta unica........). E meno male che il Governatore della Banca Centrale Europea è italiano, bravissimo e molto accorto e lungimirante, se no in Europa saremmo "combinati" di certo ancora peggio.
Questo non significa avercela con i crukki. Significa osservare alcuni comportamenti di alcune influenti personalità di quel Paese e avere un'opinione in merito. Io sono stato un tifoso di Schumacher (a proposito, gli auguro una totale guarigione) e un grande fan dell'austriaco Lauda, quasi come se fossero italiani, e anche Vettel mi è simpatico, cosa c'entra. Ci sono tanti tedeschi simpaticissimi e modesti.

4) Il Direttore Cavicchi ha risposto così alle ultime argomentazioni del citato:
"Vede, lei dice di conoscere le cose molto meglio di Quattroruote (ha detto veramente così, nota di pilota54). Fosse vero, lei gioca in maniera scorretta. Io ci metto la faccia, lei uno pseudonimo. Esca allo scoperto e giochiamo alla pari, se no è troppo facile lanciare i sassi e nascondere la mano."
Credo abbia ragione.

Il Direttore ha espresso delle argomentazioni che francamente fatico a comprendere.

Come discutere sulla morale della favola proposta da Cavicchi, sulle scarse capacità dei tedeschi di gestire la relazione in alleanze, se in due dei tre casi citati (DB e BMW) di alleanze NON si trattò, bensì di acquisizioni vere e proprie !? Direi che data la prevalente inconsistenza delle ipotesi (2casi su 3), la tesi diventa quanto meno indiscutibile per eccesso di discutibilità.

Va da sé che chi acquisisce è solitamente interessato al controllo, a dettare la propria linea, e non a istituire un collettivo di autogestione, e questo converremo che non dipende principalmente da una maggior o minor propensione all'arroganza o al dominio di una certa nazionalità, quanto da un fatto di logica coerenza tra obiettivi e strategie.
Se si fosse voluto parlare della capacità dei tedeschi di gestire un?acquisizione (e NON di alleanze vagamente intese), lo si sarebbe potuto fare tranquillamente, pur con una piccola ma preziosa distinzione. Ma a quel punto sarebbe stato interessante allargare il confronto a tanti altri casi di successo. Come quelli degli americani con Saab, Opel, Volvo, Jaguar, o degli italiani con Alfa Romeo e Lancia. Tutti casi che portano interessanti testimonianze sulle diverse capacità di trovare un?efficace mediazione delle scelte, al limite di non prevaricare, bensì di conservare decentramento e autonomia decisionali con ricadute positive sul riscontro del mercato?E che provano quanto la nazionalità del comando faccia la differenza?

Credo di condividere con il Dottor Cavicchi l?ammirazione, che traspare dalle sue espressioni, nei confronti dell?italiano Marchionne e della ancor per poco italiana fiat per la buona riuscita dell?operazione di acquisizione di Chrysler. Credo di condividere, non so se con lui o tanti altri, una certa noia nel continuare a sentir parlare dei tedeschi sempre bravi, e degli italiani sempre incapaci. E credo nonostante tutto di fare il tifo, in questo momento, per la fiat e per Marchionne.

Continuo, almeno per il momento, e nonostante le ultime esternazioni di Marchionne, a non condividere l?ottimismo per le sorti del prodotto automobilistico italiano, per quanto riguarda propriamente l?Alfa Romeo. Se, come puntualizza Cavicchi, gestire un marchio con volumi importanti con successo gestione diventa difficile (vedi vecchia Chrysler, ma anche Rover, Saab, Alfa Romeo, Lancia), il Biscione potrebbe avere come unica prospettiva quella della nicchia.

Sappiamo quello che hanno detto e fatto finora dell?Alfa Romeo. Restiamo in fiduciosa attesa di vedere d?ora in avanti quanto questi più democratici e finanziariamente ingegnosi e brillanti italiani riusciranno a fare insieme ai loro pare pari americani.

Le tue sono argomentazioni valide, però io continuo a chiedermi perché molti continuano a dire che il gruppo Fiat Chrysler è americano.
Fino a prova contraria il pacchetto di maggioranza del capitale sociale è della famiglia Agnelli. Poi c'è l'azionariato diffuso in mano a una miriade di piccoli e grandi azionisti.
La cifra per l'acquisizione della parte rimanente del Fondo che possedeva la maggioranza del capitale Chrysler è stata pagata con fondi di Fiat North America (gli ultimi 1.75 mld ancora da versare, fonte Quattroruote.it) e non Chrysler. Poi è vero che sono stati sbloccati alcuni miliardi fermi in giacenza, come si è letto sul web, ma si tratta di "cassa", non di "capitale sociale" e chi conosce un minimo di macro-economia e ragioneria sa benissimo che non è affatto la stessa cosa.

E non dimentichiamo peraltro che il valore delle azioni EXOR (cassaforte famiglia Agnelli) dopo l'acquisizione del colosso americano "ha fatto il botto" con crescita di valore molto elevata.

Possiamo anche citare infine anche le buone reazioni all'operazione e non solo quelle cattive:
http://www.quattroruote.it/notizie/industria/accordo-fiat-chrysler-le-reazioni-in-italia-e-all-estero

Io direi che occorra ragionare anche con la propria testa e non farsi sempre influenzare ciecamente da chi sostiene certe tesi, facendole proprie. IMHO.
 
pilota54 ha scritto:
SZ. ha scritto:
pilota54 ha scritto:
1) Bellicapelli3 NON è il "templare" dell'iperpost sul blog del direttore. Lo ha fatto sapere lui stesso tramite un utente operativo.

2) "la verità potrebbe stare nel mezzo" significa quello che, moooolto modestamente, penso anch'io e credo altri utenti. Ovvero che la parabola del dr. Marchionne in Fiat ha avuto un andamento ascendente all'inizio, quando obiettivamente salvò il gruppo torinese dal tracollo. Poi per un po' il "nostro" ha vissuto di rendita. Poi ancora, diciamo dopo il grande crack finanziario del 2008, ha avuto un andamento sinusoidale, con alti e bassi, con indecisioni strategiche di prodotto che hanno spazientito molti appassionati, con valutazioni errate (quando diceva che non gli importava della storia dell'Alfa), ravvedimenti, decisioni azzeccate, momenti di cinismo quasi inaudito, v. rapporti con la manovalanza del gruppo, altre decisioni discutibili (l'oggettivo azzeramento della Lancia, la rinuncia alle corse, Ferrari a parte), operazioni di finanza/management che al momento possono apparire positive (acquisizione Chrysler), rilancio pare definitivo dell'Alfa come marchio premium, forse grazie anche alla consulenza di qualcuno più esperto di lui sull'Alfa e sul fronte "prodotto", e tanto, tanto altro, nel bene e nel male. In sostanza cose buone e cose meno buone, a mio parere volendo osservarne i comportamenti nel modo più oggettivo possibile.
Ecco perché "la verità potrebbe stare nel mezzo".

3) Il fatto che i tedeschi abbiano a volte un approccio un po' imperialista, un po' arrogante e piuttosto miope e autoconservativo-celebrativo alle problematiche economico-sociali non lo dice solo il nostro Direttore (e nemmeno io). Lo dicono anche molti altri, autorevoli osservatori e giornalisti, anche, per esempio, in merito alle devastanti politiche rigoriste e "austere" pressoché "imposte" dal governo tedesco ad alcuni Paesi europei e anche in merito al modo di porre ostacoli alla vera integrazione finanziaria-politica-economica e della Difesa dell'Europa (altro che moneta unica........). E meno male che il Governatore della Banca Centrale Europea è italiano, bravissimo e molto accorto e lungimirante, se no in Europa saremmo "combinati" di certo ancora peggio.
Questo non significa avercela con i crukki. Significa osservare alcuni comportamenti di alcune influenti personalità di quel Paese e avere un'opinione in merito. Io sono stato un tifoso di Schumacher (a proposito, gli auguro una totale guarigione) e un grande fan dell'austriaco Lauda, quasi come se fossero italiani, e anche Vettel mi è simpatico, cosa c'entra. Ci sono tanti tedeschi simpaticissimi e modesti.

4) Il Direttore Cavicchi ha risposto così alle ultime argomentazioni del citato:
"Vede, lei dice di conoscere le cose molto meglio di Quattroruote (ha detto veramente così, nota di pilota54). Fosse vero, lei gioca in maniera scorretta. Io ci metto la faccia, lei uno pseudonimo. Esca allo scoperto e giochiamo alla pari, se no è troppo facile lanciare i sassi e nascondere la mano."
Credo abbia ragione.

Il Direttore ha espresso delle argomentazioni che francamente fatico a comprendere.

Come discutere sulla morale della favola proposta da Cavicchi, sulle scarse capacità dei tedeschi di gestire la relazione in alleanze, se in due dei tre casi citati (DB e BMW) di alleanze NON si trattò, bensì di acquisizioni vere e proprie !? Direi che data la prevalente inconsistenza delle ipotesi (2casi su 3), la tesi diventa quanto meno indiscutibile per eccesso di discutibilità.

Va da sé che chi acquisisce è solitamente interessato al controllo, a dettare la propria linea, e non a istituire un collettivo di autogestione, e questo converremo che non dipende principalmente da una maggior o minor propensione all'arroganza o al dominio di una certa nazionalità, quanto da un fatto di logica coerenza tra obiettivi e strategie.
Se si fosse voluto parlare della capacità dei tedeschi di gestire un?acquisizione (e NON di alleanze vagamente intese), lo si sarebbe potuto fare tranquillamente, pur con una piccola ma preziosa distinzione. Ma a quel punto sarebbe stato interessante allargare il confronto a tanti altri casi di successo. Come quelli degli americani con Saab, Opel, Volvo, Jaguar, o degli italiani con Alfa Romeo e Lancia. Tutti casi che portano interessanti testimonianze sulle diverse capacità di trovare un?efficace mediazione delle scelte, al limite di non prevaricare, bensì di conservare decentramento e autonomia decisionali con ricadute positive sul riscontro del mercato?E che provano quanto la nazionalità del comando faccia la differenza?

Credo di condividere con il Dottor Cavicchi l?ammirazione, che traspare dalle sue espressioni, nei confronti dell?italiano Marchionne e della ancor per poco italiana fiat per la buona riuscita dell?operazione di acquisizione di Chrysler. Credo di condividere, non so se con lui o tanti altri, una certa noia nel continuare a sentir parlare dei tedeschi sempre bravi, e degli italiani sempre incapaci. E credo nonostante tutto di fare il tifo, in questo momento, per la fiat e per Marchionne.

Continuo, almeno per il momento, e nonostante le ultime esternazioni di Marchionne, a non condividere l?ottimismo per le sorti del prodotto automobilistico italiano, per quanto riguarda propriamente l?Alfa Romeo. Se, come puntualizza Cavicchi, gestire un marchio con volumi importanti con successo gestione diventa difficile (vedi vecchia Chrysler, ma anche Rover, Saab, Alfa Romeo, Lancia), il Biscione potrebbe avere come unica prospettiva quella della nicchia.

Sappiamo quello che hanno detto e fatto finora dell?Alfa Romeo. Restiamo in fiduciosa attesa di vedere d?ora in avanti quanto questi più democratici e finanziariamente ingegnosi e brillanti italiani riusciranno a fare insieme ai loro pare pari americani.

Le tue sono argomentazioni valide, però io continuo a chiedermi perché molti continuano a dire che il gruppo Fiat Chrysler è americano.
Fino a prova contraria il pacchetto di maggioranza del capitale sociale è della famiglia Agnelli. Poi c'è l'azionariato diffuso in mano a una miriade di piccoli e grandi azionisti.
La cifra per l'acquisizione della parte rimanente del Fondo che possedeva la maggioranza del capitale Chrysler è stata pagata con fondi di Fiat North America (gli ultimi 1.75 mld ancora da versare, fonte Quattroruote.it) e non Chrysler. Poi è vero che sono stati sbloccati alcuni miliardi fermi in giacenza, come si è letto sul web, ma si tratta di "cassa", non di "capitale sociale" e chi conosce un minimo di macro-economia e ragioneria sa benissimo che non è affatto la stessa cosa.

E non dimentichiamo peraltro che il valore delle azioni EXOR (cassaforte famiglia Agnelli) dopo l'acquisizione del colosso americano "ha fatto il botto" con crescita di valore molto elevata.

Possiamo anche citare infine anche le buone reazioni all'operazione e non solo quelle cattive:
http://www.quattroruote.it/notizie/industria/accordo-fiat-chrysler-le-reazioni-in-italia-e-all-estero

Io direi che occorra ragionare anche con la propria testa e non farsi sempre influenzare ciecamente da chi sostiene certe tesi, facendole proprie. IMHO.

trascendendo dal fatto chi compra chi.....
bisogna vedere dove sta il baricentro della nuova società e di conseguenza quali sono i vantaggi per il sistema Italia: lavoro ,pil,iva,indotto,tasse imposte,stabilimenti...

nei numeri il baricentro dov'è? :rolleyes:

ps: la risposta n4 del direttore è un po' come dire....ingenua? sta invitando il templare a fare harakiri
 
Gt_junior ha scritto:
Un dato che nessuna Casa comunica e che non si evidenzia in nessun grafico (in modo pubblico) e' la velocità con il quale la potenza viene erogata (non lo vedi ne dal grafico della curva di potenza ne di coppia, che delineano solo l'andamento).
Inoltre non viene mai indicata la Reattività ai cambi di regime, elemento questo che è' forse più determinante della potenza Max per esprimere il carattere sportivo.
Standing ovation! :D
Purtroppo le norme euro x via via più severe strozzano sotto questo unto di vista i motori, ed è arte difficile (e costosa) riuscire a farli "belli"
 
Kren2 ha scritto:
skid32 ha scritto:
ps: la risposta n4 del direttore è un po' come dire....ingenua? sta invitando il templare a fare harakiri
E' un templare....mica un kamikaze

mi sembra chiaro che se si esponesse (nel caso fosse chi dice di essere) subirebbe ripercussioni lavorative ....il direttore avrebbe altri mezzi per verificarne la veridicità se volesse
 
Gt_junior ha scritto:
Io preferirei avere un 1750 da 150 cv e avere una vera anima sportiva.

Ti capisco perfettamente tuttavia oggi non è facile. Toyota GT-86 e Subaru BRZ sono due belle macchine con il motore giusto...eppure.......
 
pilota54 ha scritto:
Le tue sono argomentazioni valide, però io continuo a chiedermi perché molti continuano a dire che il gruppo Fiat Chrysler è americano.
Fino a prova contraria il pacchetto di maggioranza del capitale sociale è della famiglia Agnelli. Poi c'è l'azionariato diffuso in mano a una miriade di piccoli e grandi azionisti.
+++
E non dimentichiamo peraltro che il valore delle azioni EXOR (cassaforte famiglia Agnelli) dopo l'acquisizione del colosso americano "ha fatto il botto" con crescita di valore molto elevata.
++++
Io direi che occorra ragionare anche con la propria testa e non farsi sempre influenzare ciecamente da chi sostiene certe tesi, facendole proprie. IMHO.
Caro Pilota,
professionalmente sono abituato a ragionare con la mia testa.
Se io, cittadino italiano, acquisto il 100% delle azioni di una società con sede e stabilimenti a Detroit, la compagine azionaria sarà anche formalmente di "cittadinanza italiana", ma la produzione, il valore aggiunto (dai salari in su) e tutte le relative imposte dirette ed indirette saranno statunitensi. L'azienda (che è cosa ben diversa dal contenitore società) sarà statunitense; la società stessa (il contenitore) sarà statunitense; gli stakeholders saranno statunitensi; rimangono "Italiani" solo gli shareholders. Se trasliamo su Exor, non sono "Italiani" neppure questi (ma chi è il "fesso masochista" che, potendo disporre di adeguate strutture, tiene il forziere al di qua delle Alpi? Ora perfino le piccole imprese si organizzano per traslare altrove il proprio forziere, siamo seri, suvvia ... )

Dire che Torino ha rilevato Detroit, questa sì che è una bufala colossale, basta vedere il peso relativo delle due aziende (perché è l'azienda che conta, cioè la produzione, ovvero il prodotto - quello che oramai da un decennio ha iniziato a latitare ed ora manca in misura drammatica nel Gruppo).

Incidentalmente, far poi passare per genialata, come sostiene il nostro Direttore nel suo blog, l'aver pagato parte del prezzo a Veba con i dividendi Chrysler (quasi 2 miliardi) non è che sposta l'indicatore del prezzo totale pagato, perché quei dividendi sarebbero entrati in cassa all'azionista o, nella migliore delle ipotesi, in parte reimpiegati per lo sviluppo. Insomma, se non è zuppa è pan bagnato, e raccontare le cose in questo modo offende l'intelligenza di molti lettori.

E' assolutamente vero che l'aver portato Chrysler in proprietà ad un gruppo non statunitense è un'opera d'arte di ingegneria finanziaria, un capolavoro di diplomazia commerciale, un colpo di genio per aver colto l'attimo fuggente in una serie di combinazioni irripetibili. Ma non è frutto del "sistema Italia" né di attori "Italiani": è merito (immenso) di un americano con residenza svizzera che ha tutelato capitali che definire "Italiani" mi sembra un filino azzardato.

Ah, ultima nota microeconomica-contabile: sappiamo perfettamente che capitale sociale e cassa sono cose ben distinte: il primo è un numeretto iscritto su un pezzo di carta, la seconda è lo strumento sine qua non per far girare tutto e per pianificare gli investimenti. Ed è al cassa che permette di onorare gli impegni, no il capitale sociale.

Buon fine settimana
 
skid32 ha scritto:
Kren2 ha scritto:
skid32 ha scritto:
ps: la risposta n4 del direttore è un po' come dire....ingenua? sta invitando il templare a fare harakiri
E' un templare....mica un kamikaze

mi sembra chiaro che se si esponesse (nel caso fosse chi dice di essere) subirebbe ripercussioni lavorative ....il direttore avrebbe altri mezzi per verificarne la veridicità se volesse
Appunto.
Chiedergli di palesarsi equivale ad una richiesta di dimissioni dalla propria occupazione.
Credo che la rivista che ci ospita abbia i mezzi, le persone, l'autorevolezza ed i mezzi persuasivi per verificare direttamente alla fonte l'autenticità delle notizie fornite dal templare.
 
U2511 ha scritto:
pilota54 ha scritto:
Le tue sono argomentazioni valide, però io continuo a chiedermi perché molti continuano a dire che il gruppo Fiat Chrysler è americano.
Fino a prova contraria il pacchetto di maggioranza del capitale sociale è della famiglia Agnelli. Poi c'è l'azionariato diffuso in mano a una miriade di piccoli e grandi azionisti.
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E non dimentichiamo peraltro che il valore delle azioni EXOR (cassaforte famiglia Agnelli) dopo l'acquisizione del colosso americano "ha fatto il botto" con crescita di valore molto elevata.
++++
Io direi che occorra ragionare anche con la propria testa e non farsi sempre influenzare ciecamente da chi sostiene certe tesi, facendole proprie. IMHO.
Caro Pilota,
professionalmente sono abituato a ragionare con la mia testa.
Se io, cittadino italiano, acquisto il 100% delle azioni di una società con sede e stabilimenti a Detroit, la compagine azionaria sarà anche formalmente di "cittadinanza italiana", ma la produzione, il valore aggiunto (dai salari in su) e tutte le relative imposte dirette ed indirette saranno statunitensi. L'azienda (che è cosa ben diversa dal contenitore società) sarà statunitense; la società stessa (il contenitore) sarà statunitense; gli stakeholders saranno statunitensi; rimangono "italiani" solo gli shareholders. Se trasliamo su Exor, non sono Italiani neppure questi (ma chi è il "fesso masochista" che, potendo disporre di adeguate strutture, tiene il forziere al di qua delle Alpi? Ora perfino le piccole imprese si organizzano per traslare altrove il proprio forziere, siamo seri, suvvia ... )

Dire che Torino ha rilevato Detroit, questa sì che è una bufala colossale, basta vedere il peso relativo delle due aziende (perché è l'azienda che conta, cioè la produzione, ovvero il prodotto - quello che da un decennio oramai latita in cadsa al Gruppo).

Incidentalmente, far poi passare per genialata, come sostiene il nostro Direttore nel suo blog, l'aver pagato parte del prezzo a Veba con i dividendi Chrysler (quasi 2 miliardi) non è che sposta l'indicatore del prezzo totale pagato, perché quei dividendi sarebbero entrati in cassa all'azionista o, nella migliore delle ipotesi, in parte reimpiegati per lo sviluppo. Insomma, se non è zuppa è pan bagnato, e raccontare le cose in questo modo offende l'intelligenza di molti lettori.

Ah, ultima nota microeconomica-contabile: sappiamo perfettamente che capitale sociale e cassa sono cose ben distinte: il primo è un numeretto iscritto su un pezzo di carta, la seconda è lo strumento sine qua non per far girare tutto e per pianificare gli investimenti. Ed è al cassa che permette di onorare gli impegni, no il capitale sociale.

Buon fine settimana
Già, la cassa! Quella che di là sembra piena, mentre di qua, nonostante le dichiarazioni, è desolatamente vuota.
 
U2511 ha scritto:
pilota54 ha scritto:
Le tue sono argomentazioni valide, però io continuo a chiedermi perché molti continuano a dire che il gruppo Fiat Chrysler è americano.
Fino a prova contraria il pacchetto di maggioranza del capitale sociale è della famiglia Agnelli. Poi c'è l'azionariato diffuso in mano a una miriade di piccoli e grandi azionisti.
+++
E non dimentichiamo peraltro che il valore delle azioni EXOR (cassaforte famiglia Agnelli) dopo l'acquisizione del colosso americano "ha fatto il botto" con crescita di valore molto elevata.
++++
Io direi che occorra ragionare anche con la propria testa e non farsi sempre influenzare ciecamente da chi sostiene certe tesi, facendole proprie. IMHO.
Caro Pilota,
professionalmente sono abituato a ragionare con la mia testa.
Se io, cittadino italiano, acquisto il 100% delle azioni di una società con sede e stabilimenti a Detroit, la compagine azionaria sarà anche formalmente di "cittadinanza italiana", ma la produzione, il valore aggiunto (dai salari in su) e tutte le relative imposte dirette ed indirette saranno statunitensi. L'azienda (che è cosa ben diversa dal contenitore società) sarà statunitense; la società stessa (il contenitore) sarà statunitense; gli stakeholders saranno statunitensi; rimangono "italiani" solo gli shareholders. Se trasliamo su Exor, non sono Italiani neppure questi (ma chi è il "fesso masochista" che, potendo disporre di adeguate strutture, tiene il forziere al di qua delle Alpi? Ora perfino le piccole imprese si organizzano per traslare altrove il proprio forziere, siamo seri, suvvia ... )

Dire che Torino ha rilevato Detroit, questa sì che è una bufala colossale, basta vedere il peso relativo delle due aziende (perché è l'azienda che conta, cioè la produzione, ovvero il prodotto - quello che da un decennio oramai latita in cadsa al Gruppo).

Incidentalmente, far poi passare per genialata, come sostiene il nostro Direttore nel suo blog, l'aver pagato parte del prezzo a Veba con i dividendi Chrysler (quasi 2 miliardi) non è che sposta l'indicatore del prezzo totale pagato, perché quei dividendi sarebbero entrati in cassa all'azionista o, nella migliore delle ipotesi, in parte reimpiegati per lo sviluppo. Insomma, se non è zuppa è pan bagnato, e raccontare le cose in questo modo offende l'intelligenza di molti lettori.

Ah, ultima nota microeconomica-contabile: sappiamo perfettamente che capitale sociale e cassa sono cose ben distinte: il primo è un numeretto iscritto su un pezzo di carta, la seconda è lo strumento sine qua non per far girare tutto e per pianificare gli investimenti. Ed è al cassa che permette di onorare gli impegni, no il capitale sociale.

Buon fine settimana

Dovrebbe essere così , teoricamente dovrebbe contare di più l'azienda e il prodotto , in realtà oggi , molti l'hanno già scritto anche qui sul forum , pare contare di più il cosiddetto " capitale fittizio " , rispetto al capitale concreto , la finanza , rispetto alla produzione industriale...

Poi le merci vengono prodotte in massima parte nel sud-est asiatico , in Brasile e in Cina , ma anche -per l'appunto in Usa , reinvestimento di ritorno ? , e -le auto premium- in Germany .

Potrebbe voler dire che l'operazione di Marchionne è un modo geniale di ampliare i volumi di produzione e mantenere vivo il Gruppone senza darlo in pasto ai tedeschi o ai cinesi e aggirando i vincoli burocratici , fiscali , giudiziari e relazionali che impediscono di fare industria nel Bel Paese , o piuttosto che Egli fa il furbo e mette al riparo solo Exor e i grandi azionisti della famiglia ?

Bo , essendo il Nostro abile giocatore di poker , a mio modesto parere, non resta che aspettare metta giù le carte . Anche perchè troppo chiacchericcio sulle due ipotesi , se tiene vivo il discorso e la "narrazione" -come s'usa dire oggi- sulla casa del Biscione , non apre di sicuro nuovi squarci di verità . Saluti
 
Kren2 ha scritto:
skid32 ha scritto:
Kren2 ha scritto:
skid32 ha scritto:
ps: la risposta n4 del direttore è un po' come dire....ingenua? sta invitando il templare a fare harakiri
E' un templare....mica un kamikaze
mi sembra chiaro che se si esponesse (nel caso fosse chi dice di essere) subirebbe ripercussioni lavorative ....il direttore avrebbe altri mezzi per verificarne la veridicità se volesse
Appunto.
Chiedergli di palesarsi equivale ad una richiesta di dimissioni dalla propria occupazione.
Credo che la rivista che ci ospita abbia i mezzi, le persone, l'autorevolezza ed i mezzi persuasivi per verificare direttamente alla fonte l'autenticità delle notizie fornite dal templare.
Ma ciò vorrebbe dire esser costretti ad accettare un contradditorio ad alto rischio di imbarazzo.

Più volte il Direttore ha mostrato sanguigna passione per il prodotto auto nazionale, e non vi è nulla di male in questo: ma proprio l'amore per il prodotto nazionale imporrebbe a mio modesto avviso un maggior distacco nel modo in cui si espongono i fatti. Uno dei motivi dell'attuale crisi del nostro produttore di massa è stato proprio nel monopolio prima legale poi di fatto, perdurato troppo a lungo. Il produttore nazionale di maggior prestigio invece non ha mai "beneficiato" di detto monopolio, perché il suo mercato di sbocco era globale: e la differenza si vede, eccome.
 
key-one ha scritto:
Potrebbe voler dire che l'operazione di Marchionne è un modo geniale di ampliare i volumi di produzione e mantenere vivo il Gruppone senza darlo in pasto ai tedeschi e aggirando i vincoli burocratici , fiscali , giudiziari e relazionali che impediscono di fare industria nel Bel Paese , o piuttosto che Egli fa il furbo e mette al riparo solo Exor e i grandi azionisti della famiglia ?
Caro key,
osservando la riorganizzazione degli stabilimenti produttivi in Europa propendo fortemente per l'ultima ipotesi. D'altra parte sono loro che lo pagano ed a loro deve rispondere. L'ultimo della famiglia cha abbia avuto i qualche modo le sorti della nostra realtà penso sia stato il Lapo che, "per fortuna", una sciagurata vicenda di festini spinti ha permesso di emarginarlo. Notevole l'ingratitudine di chi, nelle stanze che contano, si dimentica che senza di lui non ci sarebbe manco la 500, che ora è un asse portante della produzione.
 
pilota54 ha scritto:
ottovalvole ha scritto:
le cilindrate storiche dell'Alfa erano 1.3, 1.6, 1750 e 2.0 (Giulia, Alfetta ecc ecc) poi col tempo non sono cresciute tanto, l'unico a scavalcare i due litri è stato il V6 Busso proposto come 2.5, 3.0 e 3.2. Come dice GTJunior la forza e il DNA dell'Alfa è sempre stato un comportamento dinamico esemplare con cilindrate più basse della concorrenza e pesi più leggeri....e una linea aggressiva ma anche bellissima e affascinante, diciamo sexy! La 4C per me rispecchia in pieno queste caratteristiche, è quel giocattolino che sulla carta potrebbe giocarsela con una Clio RS ma in pista fà impensierire parecchie supercar (specie in quelle più tortuose). L'Alfista era orgoglioso della sua Giulia 1.3 perchè in autostrada non c'erano Mercedes e BMW, era orgoglioso che con la sua macchina italiana con un motore da utilitaria (adesso) poteva sfanalare alla BMW di turno, dubito che con una MiTo si possa essere così orgogliosi e nemmeno con una Giulietta, sono delle comunissime macchine ben fatte ma niente di più. Quelle invece erano piene di difetti però........

Parliamo sempre del secondo dopoguerra ma non dimentichiamo che l'Alfa è nata nel 1910 e che fino a prima della seconda guerra mondiale faceva solo vetture da corsa e di grandissimo prestigio e quindi elevata cilindrata.

Era il fiore all'occhiello della produzione italiana di automobili e Ford si toglieva il cappello quando vedeva un'Alfa........................

Troppi si dimenticano cosa era Alfa prima della seconda guerra mondiale, troppi.
 
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