<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Marchionne parla dell'Alfa....................... | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Marchionne parla dell'Alfa.......................

smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.
Ineccepibile.
 
Beh qualcuno che ha delle perplessità si trova anche fuori dal forum:

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ora-marchionne-dimostri-saper-fare-automobili-lintervista-981375.html
 
smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.

Che dire? Standing ovation per queste condivisibili opinioni. Sono le stesse domande che mi sono posto dopo aver letto l'articolo di QR.it.

Soprattutto i miei dubbi riguardano Fiat, proprio il brand Fiat. Non ha mai avuto un'immagine premium e mai penso l'avrà. Fiat ha sempre prodotto utilitarie, ottime utilitarie. Che fine farà questo storico marchio? E' destinato a proseguire l'attuale innegabile declino produttivo?
 
modus72 ha scritto:
smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.
Ineccepibile.

Concordo anch'io con le osservazioni di Smargia.
Per quanto riguarda il punto 2), aggiungo solo che già ora diversi conce Fiat si sono trasformati di fatto in venditori multimarche.
 
BufaloBic ha scritto:
Alfa Romeo e anche Fiat devono cominciare a produrre rientrando, pur se a modo loro, nella stessa logica, esattamente ciò che ha annunciato Marchionne il cui piano di rilancio ha solo un'unica pecca costituita dal ruolo di Lancia, relegata a marchio puramente nazionale non sappiamo se di lusso oppure no.

Avrà tutto il tempo di ricredersi così come ha già fatto per tante altre cose
si ok per maserati, per jeep vedo già che investono e te credo visto che è un gran marchio, ma poi ci sono gli altri marchi del gruppo al di la ed al di qua dell'atlantico e tutti mi sembrano bisognosi di un rilancio e/o un'integrazione di gamma, o alla fiat sta per arrivare un mega finanziamento (socio, convertibile, altro ancora) o con quei debiti la vedo dura
Poi per fare premium ci vuole anche una rete adeguata , a me pare che pure la rete di vendita sia in pieno riposizionamento verso il basso , almeno guardando da quello che accade dalle mie parti
 
pilota54 ha scritto:
Soprattutto i miei dubbi riguardano Fiat, proprio il brand Fiat. Non ha mai avuto un'immagine premium e mai penso l'avrà. Fiat ha sempre prodotto utilitarie, ottime utilitarie. Che fine farà questo storico marchio? E' destinato a proseguire l'attuale innegabile declino produttivo?

Fiat sarà l'unica a resistere in Europa (oltre che in Brasile), grazie al brand-nel-brand, ovvero la 500, e anche grazie alla Panda e varianti, che rimarranno competitive ancora per un po', aiutate dal basso costo della manodopera polacca e serba.
Su Rai Tre proprio in questo momento una giornalista sta esternando i dubbi, molto seri, su dove usciranno gli investimenti per Alfa....
 
fpaol68 ha scritto:
Beh qualcuno che ha delle perplessità si trova anche fuori dal forum:

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ora-marchionne-dimostri-saper-fare-automobili-lintervista-981375.html

L'analisi di Mucchetti è indubbiamente condivisibile in molti punti, però c'è qualcosa che non mi convince. Spiego dove e perché:

D: - Mettiamo che Marchionne si presenti domani per un'audizione davanti alla Commissione che lei presiede in Senato. Quale domanda gli porrebbe?
R: - «Come pensa di migliorare la situazione finanziaria di Fiat-Chrysler, che oggi paga interessi molto pesanti che assorbono gran parte del margine industriale. Una solida struttura finanziaria è la conditio sine qua non per una reale politica d'investimenti, in particolare in Italia».


Oggi gli interessi, tutti gli interessi nel mondo, sono ai minimi storici e Fiat/Chrysler non credo faccia eccezione, quindi non credo paghi soverchi interessi sui fidi a breve e nemmeno sui mutui.

D: - Moody's minaccia il declassamento di Fiat, ma ci sono analisti che hanno espresso pareri più ottimistici.
R: - «I debiti di Fiat e Chrysler sono già oggi junk. E dunque molto costosi. Questo è il punto: gli interessi passivi. Chrysler, la parte migliore del gruppo, ha un debito di 12 miliardi di dollari e 11 miliardi di liquidità; sommati gli interessi attivi e passivi, paga ancora un 1 miliardo. Se promettesse davvero di andare bene nel tempo, potrebbe farsi prestare il denaro al 4% e non terrebbe tutti quei liquidi che non rendono».


Qui Mucchetti secondo me si sbaglia di nuovo. Non capisco come abbia fatto il calcolo, perché se 12 miliardi sono i debiti e 11 miliardi i depositi (di Chrysler), anche se il tasso sui debiti è certamente superiore a quello sui depositi, gli interessi passivi NETTI annui non possono essere pari a 1 miliardo (ovvero zero sui depositi e l'8,5% sui debiti). :shock:

Faccio un esempio:
- interessi attivi su 11 miliardi all'1%= 120 milioni
- interessi passivi su 12 miliardi al 4%= 480 milioni
- Differenza: 480-120= 360 milioni (non 1 miliardo) e penso che il gruppo paghi meno del 4% di interessi medi alle banche.

Può darsi che io non sappia qualcosa, ma a me sembra una esagerazione quella di Mucchetti. Forse i depositi in USA rendono zero, questo è possibile, ma che Chrysler paghi l'8.5% di interessi mi sembra davvero eccessivo.
 
pilota54 ha scritto:
Soprattutto i miei dubbi riguardano Fiat, proprio il brand Fiat. Non ha mai avuto un'immagine premium e mai penso l'avrà. Fiat ha sempre prodotto utilitarie, ottime utilitarie. Che fine farà questo storico marchio? E' destinato a proseguire l'attuale innegabile declino produttivo?
penso che la strada tracciata dalla 500 sia significativa e rappresenti la direzione in cui vuole proseguire Marchionne. Ovvero presidiare con Fiat i segmenti inferiori con prodotti che consentano di chiedere un premium price.

Tornando all'articolo le mie perplessità rimangono relativamente all'effettiva volontà o capacità di investire sul prodotto.
Sia in Europa che in Usa il gruppo ha cercato di massimizzare le sinergie tra i marchi proponendo vari restyling senza in realtà effettuare grandi investimenti. Urge ora che questa politica conservativa lasci strada allo sviluppo di un offerta più articolata e alla stesura di un piano a lungo periodo.
 
BufaloBic ha scritto:
smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.

A mio modesto parere il semplice dato di Maserati fuga da solo tutte le preoccupazioni che hai manifestato:

1) i 6 milioni di pezzi non servono di per se stessi ma sono semplicemente frutto di calcoli ormai superati. Non conta infatti quante auto si producono ma quanto si guadagna con ciascuna auto prodotta. Dunque a fronte di poche auto prodotte dalTridente si realizzano già oggi tanti utili;

2) stesso discorso per quanto attiene alla piena occupazione: Grugliasco assorbire oggi e assorbirà ancor più domani tanti lavoratori poichè vende tutte le auto che produce e lo fa a prezzi altamente remunerativi;

3) competizione nel mondo premium: scusami Maserati sta incontrando delle difficoltà? Non mi sembra, anzi se andiamo a leggere i suoi numeri ci rendiamo conto come le 50mila vetture l'anno entro il 2015 sono ampiamente alla portata e forse si riuscirà ad andare oltre. Bada bene che Maserati produce non solo assumendo lavoratori ma anche guadagnando, non certo in perdita.

Alfa Romeo e anche Fiat devono cominciare a produrre rientrando, pur se a modo loro, nella stessa logica, esattamente ciò che ha annunciato Marchionne il cui piano di rilancio ha solo un'unica pecca costituita dal ruolo di Lancia, relegata a marchio puramente nazionale non sappiamo se di lusso oppure no.

Avrà tutto il tempo di ricredersi così come ha già fatto per tante altre cose

Capisco l'ottimismo, capisco un po' meno la necessità di voler giustificare a tutti i costi tutto e il contrario di tutto.

Vado in ordine sparso.
Marchionne non ha detto che in Italia si produrrà l'alto di gamma e all'estero il low cost, ma ha detto che Fiat (come gruppo e come marchio) non produrrà più per il mercato di massa, ergo, si concentrerà sulle nicchie e sull'alto di gamma.
Audi quest'anno farà mi pare un milione e mezzo di pezzi, BMW meno e cito BMW non a caso perché potrebbe essere un po' il target con l'elica che si occupa dei settori medio alti (Alfa), mini di quelli più piccoli ma sempre con premium price (Fiat o meglio 500) e altri marchi sparsi per il top di gamma (Maserati e Ferrari).
Ma anche BMW più mini si ferma a un milione di pezzi.
I 6 milioni per me sono sempre stata un'emerita mischiata e l'ho detto in tempi non sospetti, ma non li ho tirati fuori io, ma proprio Marchionne, in più e più occasioni, indicanoli (al di la dei prezzi unitari) come il limite al di sotto del quale non c'è sopravvivenza. Io non sono d'accordo e quanto l'ho fatto presente qua dentro in tanti mi hanno detto di non capirci nulla, tant'è. Comunque, anche se ripeto non sono d'accordo (per me contano i margini globali e non il volume delle vendite) i numeri darebbero ragione alla sua visione: Audi è parte di VW e quindi supera i famosi/famigerati 6 milioni. Mecedes si appresta a collaborare (in forma sempre più stretta) con Renault/Nissan e BMW con Toyota, quindi pare che le economie di scala, nonostante quello che io possa pensare, valgano anche in assoluto. Rimangono fuori Volvo da una parte e Jaguar/Land Rover dall'altra, ma entrambi con ingentissimw iniezioni di capitale da parte di ricchissimi proprietari e, comunque Volvo si è posta come obiettivo globale il milione di pezzi e credo che anche Jaguar vada nello stesso verso.

Tu mi citi le 60.000 Maserati, ma permettimi, sono solamente un'inezia.
Per arrivare ai 6.000.000 ci ballano 2 ordini di grandezza e, se guardiamo ai marchi già percepiti come premium o con un'immagine tale da giustificare tale etichetta, ovvero Maserati e Alfa in due arriviamo a malapena a 100.000 pezzi..
Per arrivare al milione di pezzi della concorrenza hai voglia a pedalare, ammesso che (Italia a parte) ci sia ancora un milione di clienti disposto a preferirle a BMW, Mewrcedes, Audi, Porsche e compagnia.

Quanto alla rete, il problema c'è eccome. Se tu hai una rete dimensionata (almeno per quanto riguarda l'Italia) per vendere grossomodo un milione di pezzi e vuoi uscire dal mercato di massa, significa che il tuo obiettivo (sempre Italia) è di venderne al massimo 300.000, quindi sei più che sovradimensionato.

Sai che significa questo: che io, concessionario Fiat, o Alfa o Lancia che attualmente vendo, magari con fatica questi prodotti, non sapendo se da qui a 3 anni Fiat sceglierà me o il collega che sta a 10 Km, appena passa il primo treno (Coreane, tedesche, Cinesi Giapponesi) che mi capita a tiro, ci salto sopra per salvare la mia azienda, sostituendo le attuali Fiat/Lancia/Alfa con altrettante o più numerose Kia/BMW/Peugeot/ e chi più ne ha più ne metta.

Ma anche in questo caso il nostro pare avere la soluzione pronta: ha già detto che la colpa sarà del mercato che non riparte...
 
Dalle dichiarazioni di Marchionne, mi sembra di capire che per Lancia' non c'e' piu' spazio. Dovrebbe salvarsi la Ypsilon, prodotta in Polonia, ma per la Delta non ci sarebbe piu' la fabbrica, visto che a Cassino verranno prodotte le Alfa (Giulietta, Giulia e forse il Suv). Forse potrebbe arrivare qualche Flavia sulla base della nuova Chrysler 200, ma dubito.
Inoltre non ci sara' futuro per la Punto, Mito e Bravo, sempre per mancanza di fabbriche dove produrle. Al max potrebbero fare una versione Classic della Punto nello stabilimento Serbo.
In merito all'obiettivo dei 6 milioni di auto, con questo nuovo programma sara' difficile raggiungerlo, considerando che si parte dagli attuali circa 4 milioni. Ma ovviamente sara' molto importante il margine di guadagno che si avra' su ogni auto.
Speriamo nel rilancio dell' Alfa, anche sei i primi frutti si dovrebbero vedere nel 2016, tranne la nuova "spiderina" in collaborazione con Mazda che dovrebbe esser pronta nel 2015.
 
Prima di aprire il forum, ho letto l'intervista di Repubblica. Mi ero già preparato a quanto avrebbe potuto scrivere il mio amico BC3 sui capannoni fantasma, ma non ho trovato ancora niente. E su altre 2-3 cosette nessuno ha scritto niente...Ora le evidenzio...... ;) ;)
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Stralcio dell'intervista....
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Uscire dal mercato tradizionale Fiat per andare dove?
"Nella fascia Premium, prodotti di alta qualità, con concorrenza ridotta, clienti più attenti, margini più larghi. In fondo abbiamo marchi fantastici e per definizione Premium, come l'Alfa Romeo e la Maserati. Perché non reinventarli?".

E perché non lo avete fatto?
"E lei, mi scusi, che ne sa? Sa della Maserati a Grugliasco, dove lavora gente in guanti bianchi a scegliere le rifiniture in pelle per andare sui mercati del mondo. Ma non sa che in capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l'Italia, squadre di uomini nostri stanno preparando i nuovi modelli Alfa Romeo che annunceremo ad aprile e cambieranno l'immagine del marchio, riportandolo all'eccellenza assoluta".

Allora perché non lo avete fatto prima?
"Mi servivano due cose: la capacità finanziaria, e oggi finalmente Chrysler come utili e come cassa mi copre le spalle, e un accesso al mercato mondiale. Oggi se mi presento con l'Alfa negli Usa ho una rete mia di 2.300 concessionari capaci di portare quelle auto dovunque in America, rispettandone il dna italiano".

Dunque mi pare di capire che non venderà l'Alfa Romeo ai tedeschi, è così?
"Se la possono sognare. E credo che la sognino, infatti. L'Alfa è centrale nella nostra nuova strategia. Ma come la Jeep è venduta in tutto il mondo ma è americana fino al midollo, così il dna dell'Alfa dev'essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potrà mai diventare americano. Basta anche coi motori Fiat nell'Alfa Romeo. Così come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti resterà a casa".

E cosa sarà degli altri marchi?
"Fiat andrà nella parte alta del mass market, con le famiglie Panda e Cinquecento, e uscirà dal segmento basso e intermedio. Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y. Come vede la vera scommessa è utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo dell'Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana".

Lei parla di modelli, parliamo di lavoro. Questa strategia come si calerà negli impianti che oggi sono fermi, o girano con la cassa integrazione, aumentando l'incertezza italiana nel futuro?
"Senza una rete di vendita nei mercati che tirano, far la Maserati ad esempio non servirebbe a nulla. Adesso Chrysler ci ha completato gran parte del puzzle, soprattutto nell'area cruciale Usa-Canada-Messico, dove oggi possiamo entrare con gli stivali mentre ieri dovevamo presentarci con le scarpe da ballerina".
 
E invece si preferisce discutere su un articolo di un giornalista di parte,, le cui competenze in campo automobilistico non si sa da quali fatti o azioni vengano avvalorate.

Tra l'altro su una tematica O.T.

5 Stars Menech.
 
Fancar_ ha scritto:
Stavolta sembra che qualcosa sia veramente cambiato. Almeno nelle intenzioni. Suonano bene certe paroline che dice.

Come assemblaggio e qualità sarà sempre dura per la "scuola italiana" competere con l'approccio crucco (vedi anche recente tentativo Maserati) però a livello di innovazione e raffinatezza tecnica, o meccanica, se vogliono possono fare delle Alfa premium. Eccome!
Fancar, non volermene, ma gli italiani al riguardo debbono essere i primi a riconoscerlo. Se cio non avviene non solo sará dura, ma non antrá niente a buon fine
Se la maserati riesce e perché questa, ha altri Numeri da fare,peccato che in Italia il riconoscimento e molto scarso,per questo non riesce a sfondare ,manca questo supporto nazionale......
 
Sono in trepidante attesa di vedere le nuove slides....pardon il nuovo piano industriale.
Chissà quante Alfa si è prefissato di vendere stavolta.
Intanto, nel 2013 non ne ha piazzate neanche 100.000.
 
Menech ha scritto:
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Stralcio dell'intervista....
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E perché non lo avete fatto?
"E lei, mi scusi, che ne sa? Sa della Maserati a Grugliasco, dove lavora gente in guanti bianchi a scegliere le rifiniture in pelle per andare sui mercati del mondo. Ma non sa che in capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l'Italia, squadre di uomini nostri stanno preparando i nuovi modelli Alfa Romeo che annunceremo ad aprile e cambieranno l'immagine del marchio, riportandolo all'eccellenza assoluta".

Allora perché non lo avete fatto prima?
"Mi servivano due cose: la capacità finanziaria, e oggi finalmente Chrysler come utili e come cassa mi copre le spalle, e un accesso al mercato mondiale. Oggi se mi presento con l'Alfa negli Usa ho una rete mia di 2.300 concessionari capaci di portare quelle auto dovunque in America, rispettandone il dna italiano".

Dunque mi pare di capire che non venderà l'Alfa Romeo ai tedeschi, è così?
"Se la possono sognare. E credo che la sognino, infatti. L'Alfa è centrale nella nostra nuova strategia. Ma come la Jeep è venduta in tutto il mondo ma è americana fino al midollo, così il dna dell'Alfa dev'essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potrà mai diventare americano. Basta anche coi motori Fiat nell'Alfa Romeo. Così come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti resterà a casa".

E cosa sarà degli altri marchi?
"Fiat andrà nella parte alta del mass market, con le famiglie Panda e Cinquecento, e uscirà dal segmento basso e intermedio. Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y. Come vede la vera scommessa è utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo dell'Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana".

Lei parla di modelli, parliamo di lavoro. Questa strategia come si calerà negli impianti che oggi sono fermi, o girano con la cassa integrazione, aumentando l'incertezza italiana nel futuro?
"Senza una rete di vendita nei mercati che tirano, far la Maserati ad esempio non servirebbe a nulla. Adesso Chrysler ci ha completato gran parte del puzzle, soprattutto nell'area cruciale Usa-Canada-Messico, dove oggi possiamo entrare con gli stivali mentre ieri dovevamo presentarci con le scarpe da ballerina".

Sono commosso :XD:

Alfa Romeo premium, con meccaniche proprie (per basta motori fiat voglio ben credere una linea motoristica autonoma), prossimi numrosi modelli paladini del made i Italy...

Se fosse vero, sarebbe un Eldorado

:idea:
8)
 
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