<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Marchionne parla dell'Alfa....................... | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Marchionne parla dell'Alfa.......................

Il succo di tutto, come qualcuno ha già detto, è effettivamente che questa è l'ultima chiamata. Gli ingredienti ci sono tutti, economici, logistici e strategici. E finalmente sembra sia stata intrapresa una linea chiara (che tra l'altro è quella che tutti, o quasi, ci auspicavamo). Ora bisognerà attendere aprile e vedere il piano industriale. Poi attendere nei prossimi anni se quest'ultimo verrà rispettato. Ma o succede questa volta o non succede più..
 
SZ. ha scritto:
Quindi è fuori discussione che gli italiani possano tornare a dire la loro.

Ottimo, continueremo a divertirci denigrando e deridendo solo quello che fanno gli italiani e a battere le mani per quello che fanno i tedeschi o chicchessia.

;)
Forse mi sono espresso male: la mia era una disamina storica dei successi e degli insuccessi di 2 sistemi industriali (Italia e Germania) negli ultimi 30 anni. Non credo che serva una laurea in economia per capire chi ha avuto più successo e chi invece ha fatto il passo del gambero.
Da italiano spero sempre che nel prossimo futuro si possa invertire la tendenza, anche perché nei momenti più bui della nostra storia abbiamo trovato sempre il modo di risorgere. E' nel nostro DNA.
 
pilota54 ha scritto:
E' vero che secondo Adamo Smith l'imprenditore era anche un "benefattore" (come conseguenza, non come fine) perché consentiva a molte persone di lavorare e vivere dignitosamente,

Ciao pilota. Mi permetterai di cogliere la tua citazione, in quanto dà l'occasione per sviluppare un piccolo inciso secondo me interessante proprio in questa sede, che in fondo parla dell'industria.

Vero è che Adam Smith teorizzava l'imprenditore come "benefattore" ( solo in fin dei conti e dopo aver soddisfatto priorità proprie ). E' interessante notare come Adam Smith, più in generale, fosse un liberale, in seguito accusato di essere perfino "liberista" ( cioè una versione più aggressiva di liberale ) proprio in quanto teorizzava il mercato che si autoregola, o viene regolato da una "mano invisibile", in un equilibrio dinamico su cui lo stato deve evitare di mettere mano per non comprometterlo, perchè all'interno di quell'equilibrio, in cui gli imprenditori ed il mercato realizzano i propri interessi, vengono - automaticamente e naturalmente - soddisfatte anche le esigenze sociali di cui si deve preoccupare uno stato. Ovvero l'occupazione, il reddito privato , la sussistenza dell'individuo ecc...

Ecco, dopo che questo equilibrio si è veramente realizzato, ed ha resistito in piedi per quasi tre secoli, secondo me è l'ora di realizzare come, con l'arrivo della globalizzazione, ovvero della caduta delle frontiere nazionali, questo equilibrio fra stato e mercato sia crollato miseramente, laddove il mercato ha stravinto la partita, finisce per essere lui a controllare lo stato, e soprattutto, sono andate a puttane tutte le esigenze sociali che lo stato riteneva di dover garantire proprio con l'aiuto del mercato.

E di questo processo di globalizzazione - caduta delle frontiere - corporations che con l'aiuto di importanti consulenti spostano in giro per il mondo sedi ed occupazione, laddove è più conveniente sul piano del costo del lavoro, del regime fiscale e persino in virtù di determinati vuoti legislativi favorevoli in certi stati - mi sembra che abbiamo un'esemplificazione ideale nelle ultime mosse di Fiat.

Fiat che adesso, ultimata l'operazione, dopo aver già spostato all'estero ( europeo ) buona parte della manodopera residua continentale, la sede di Fiat industrial, cambia nome, sposta anche la sede generale al di là dell'atlantico e, mentre qui ancora molti agitano le bandierine "W Italia", diventa americana ed in italia lascia dietro di sè - proprio in Italia - solo macerie, incluso qualche milione di cassintegrati prima o poi destinati, quando saranno finiti i soldi, a diventare disoccupati in pianta stabile.

Adam Smith ed il liberalismo in un certo senso avevano torto, anche se molto alla lunga: tre secoli dopo è finita in un saccheggio degli stati, e glielo abbiamo permesso noi. Anzi, siamo ancora convinti di aver fatto bene. .

Chiuso inciso. :lol:
 
pilota54 ha scritto:
Il Direttore di QR ne parla sul suo blog, facendo un paragone con i fallimenti di alcune "acquisizioni" tedesche.

http://viamazzocchi.quattroruote.it/senza-categoria/chrysler-rover-suzuki-dove-i-tedeschi-hanno-toppato/

Avrei alcune considerazioni. Il direttore non si sporca le manine a venire di quà, quindi a me non va di sporcarmi le manine per andare di là, e le faccio quì.

Secondo me bisognerebbe definire il concetto di (in)successo, e soprattutto a partire da quando lo si dovrebbe misurare. Perchè se è vero che quello Daimler lo è stato, e quello BMW anche, ma un po' meno ( qualcuno addirittura ha teorizzato che Monaco non sia mai stata interessata a "rilevare" Rover, ma solo a saccheggiarne i contenuti più interessanti, e mettere fuori gioco Honda, cose che le sono entrambe riuscite ), è sicuro che nella testa del direttore questi vengono giudicati insuccessi anni dopo la loro conclusione: roba cioè così finita e consolidata ( più o meno malamente ) che si legge sui libri di storia.

Ora, prendere e paragonare questi insuccessi storici al presunto successo di un'intrapresa che invece deve ancora partire.... mi sembra un po' incauto.

Ricordo che la fusione non si è ancora realizzata, che i pochi timidi passi realizzati in america in termini di prodotto sono stati costellati da problemi finanziari e, soprattutto, non sono stati molto incoraggianti a livello di risultati, e che c'è più di qualche incognita sulla riuscita alla lunga distanza.

Se fossi in Cavicchi rispolvererei questo confronto fra una decina d'anni, quando avremo certezza di come sia finito questo film, che già ora presenta più di qualche spunto di suspence.

In ultimo, quando si parla di Fiat, non posso fare a meno di notare come sia ostinato il silenzio e soprattutto la totale assenza di valutazioni - opinioni - sia del direttore che della testata intera, su certe vicende non molto edificanti, come il museo, laddove i riflessi si rivelano di una rapidità impressionante - quasi affrettata - quando invece c'è da mettere in prima pagina il plauso incondizionato, fosse anche per un'operazione di lungo corso di cui oggi non si può conoscere alcun esito, fosse anche con toni che, come qualcuno ha notato, ricordano la barzelletta di "c'era un italiano", e che già hanno ottenuto il risultato di sollevare cori razzisti sia di quà che di là..

Tutto sommato si tratta di una scommessa su cui Fiat, per salvarsi dal disastro, si è appena giocata disperatamente tutto ( anche quello che non ha ).

Eppure cavicchi è già convinto che sia vinta. Due numeri del lotto ce li ha? :D
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Fiat che adesso, ultimata l'operazione, dopo aver già spostato all'estero ( europeo ) buona parte della manodopera residua continentale, la sede di Fiat industrial, cambia nome, sposta anche la sede generale al di là dell'atlantico e, mentre qui ancora molti agitano le bandierine "W Italia", diventa americana ed in italia lascia dietro di sè - proprio in Italia - solo macerie, incluso qualche milione di cassintegrati prima o poi destinati, quando saranno finiti i soldi, a diventare disoccupati in pianta stabile.
Le macerie c'erano anche quando è arrivato Marchionne, tanto da ritenere praticamente inevitabile la presentazione dei libri contabili al Tribunale, nonostante una gamma di prodotti estesa e numeri di vendita ben superiori agli attuali.

Nella peggiore delle ipotesi, quella che prefiguri, non ci resterà che liberare il campo dalle macerie con un paio di lustri di ritardo.
Diversamente, tutto ciò che di buono dovesse derivare dall'operazione Chrysler, sarà qualcosa di guadagnato.
 
quadrif ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Fiat che adesso, ultimata l'operazione, dopo aver già spostato all'estero ( europeo ) buona parte della manodopera residua continentale, la sede di Fiat industrial, cambia nome, sposta anche la sede generale al di là dell'atlantico e, mentre qui ancora molti agitano le bandierine "W Italia", diventa americana ed in italia lascia dietro di sè - proprio in Italia - solo macerie, incluso qualche milione di cassintegrati prima o poi destinati, quando saranno finiti i soldi, a diventare disoccupati in pianta stabile.
Le macerie c'erano anche quando è arrivato Marchionne, tanto da ritenere praticamente inevitabile la presentazione dei libri contabili al Tribunale, nonostante una gamma di prodotti estesa e numeri di vendita ben superiori agli attuali.

Nella peggiore delle ipotesi, quella che prefiguri, non ci resterà che liberare il campo dalle macerie con un paio di lustri di ritardo.
Diversamente, tutto ciò che di buono dovesse derivare dall'operazione Chrysler, sarà qualcosa di guadagnato.
considerazioni molto amare ma veritiere sia da parte tua che di bc , chiaro che ora come ora in fiat stanno per fare una traversata nel deserto da paura e non hanno molte scelte.
Pazienza poi se raccontano qualche frottola per prendere tempo , spiace solo vedere all'opera la disinformazione ufficiale , mi spiace ma l'articolo del direttore mi è parso davvero pessimo , in questi anni non ho mai sentito toni così duri nei confronti dei manager torinesi, eppure ne hanno combinate ....
Detto questo ho letto nel topic i soliti attacchi ai politici, a parte il fatto che i politici non progettano auto, detto questo sicuri che la colpa + grande dei politici italiani a livello di auto non sia stata quella di aver concesso un monopolio ? .
 
ma perché non credere anche agli stabilimenti fantasma? Tutto sommato, a pensarci bene per progettare nuovi motori, nuovi telai, nuove automobili e quant'altro serva, basta un ufficio con qualche computer dotato di appositi files ed i cervelli giusti per poterli far "girare", non ci vogliono poi spazi esagerati e capannoni sconfinati, perché non credere? Che sia davvero la volta buona per vedere ancora delle Alfa da togliersi il cappello?
 
Qualche mese fa i tecnici Maserati ci svelarono che Quattroporte e Ghibli giravano in segreto la notte al Balocco senza che nessuno se ne accorgesse. e chissà quante altre cose non sappiamo. Io le ho già da tempo ipotizzate, fra un po verrà fuori tutto ;)
 
si però la maserati appartiene ad un'area, quella del made in modena, che le sue cose le ha fatte, i motori ci sono, i pianali idem.
Qua stiamo parlando di un marchio ridotto a soli 2 pezzi (diciamolo pure 1 flop ed un mezzo insuccesso) , un marchio che a detta di marchionne non ha i motori adeguati ("le alfa non monteranno + motori fiat" ha detto , da dove arriveranno i nuovi motori non ne ho idea.
Poi credo che per creare una nuova auto si debbano anche coinvolgere le ditte di componentistica che devono prepararsi, almeno credo, possibile che non sia trapelata nessuna indiscrezione ?
 
quadrif ha scritto:
Le macerie c'erano anche quando è arrivato Marchionne, tanto da ritenere praticamente inevitabile la presentazione dei libri contabili al Tribunale, nonostante una gamma di prodotti estesa e numeri di vendita ben superiori agli attuali.

Nella peggiore delle ipotesi, quella che prefiguri, non ci resterà che liberare il campo dalle macerie con un paio di lustri di ritardo.
Diversamente, tutto ciò che di buono dovesse derivare dall'operazione Chrysler, sarà qualcosa di guadagnato.

Vero, ma due tacchini non fanno un'aquila. Vero che c'erano già macerie al suo arrivo. Diciamo che erano macerie diverse, accumulate per motivi diversi, o che quelle attuali sono macerie nuove che hanno sostituito quelle vecchie. Se fai un bilancio sulla quantità di macerie, probabilmente puoi anche concludere che siamo lì.

Se fai invece una valutazione qualitativa su cosa di buono è stato *costruito* nel gruppo ( sempre partendo dal presupposto che si dovrebbe costruire qualcosa, non accumulare macerie ) , di cui possa beneficiare anche il paese in cui è nato, beh... il dibattito si allunga.

Ricordo sempre che in questa baraonda della globalizzazione, da cui il discorso è partito, e col quale pare che qualunque specificità industriale nazionale debba necessariamente essere portata via in qualche paese più comodo, ci sono industrie nazionali che invece rimangono, producono reddito, ricercano, investono ed assumono a casa propria. E mica perchè siano più patriottiste: solo perchè sono state così brave da rendere il proprio MADE IN A CASA NOSTRA un valore ricercato, ben identificabile anche alla clientela di tutto il mondo ( e questo lo sottolineo in rosso ) e quindi vendibile in tutto il mondo ad un (sovrap)prezzo che paga.

Fiat invece, al di sotto di Maserati, non ha mai saputo imparare da sè stessa come si faccia e come si venda il made in Italy. E quindi va a fare il made in Serbia / Detroit.
 
C'è un altro dettaglio su cui ho riflettuto, riguardo alla connotazione culturale con cui Cavicchi ha colorato il suo editoriale. Che non è certo un'invenzione: è ben attestato che nelle fusioni / incorporazioni, la variabile culturale ( ovvero il modo diverso che persone di nazionalità diversa hanno di approcciarsi al lavoro, alla gerarchia, alla collaborazione di gruppo ) ha un peso riconosciuto. Ed al di fuori della barzelletta, è ben possibile che un tedesco, che è abituato a misurare il passo di ogni vite, non riesca ad andare d'accordo con un americano, che invece vuole fare auto con una bella linea ed interni di plasticaccia.

Ma proprio dal lato "variabile culturale", ci si scorda forse che Marchionne, quello che "riesce dove i tedeschi hanno fallito", in effetti è italiano di nome, ma culturalmente è cresciuto e formato negli Stati Uniti.

E se tutti ( Cavicchi per primo ) sono ancora disposti a riconoscergli lo status di manager italiano di un'industria italiana, con un vantaggio culturale verso gli states, io rimango convinto che questi tutti siano un po' miopi, e si siano persi qualche passaggio.

Io personalmente non vedo un manager italiano con un "vantaggio culturale" verso l'america. Io vedo proprio un manager americano che si sta portando Fiat a casa propria, e un sacco di italiani che applaudono fragorosamente perché nel farlo é piú bravo dei tedeschi.

"Eh ma va?" :XD:
 
BelliCapelli3 ha scritto:
pilota54 ha scritto:
E' vero che secondo Adamo Smith l'imprenditore era anche un "benefattore" (come conseguenza, non come fine) perché consentiva a molte persone di lavorare e vivere dignitosamente,

Vero è che Adam Smith teorizzava l'imprenditore come "benefattore" ( solo in fin dei conti e dopo aver soddisfatto priorità proprie ). E' interessante notare come Adam Smith, più in generale, fosse un liberale, in seguito accusato di essere perfino "liberista" ( cioè una versione più aggressiva di liberale ) proprio in quanto teorizzava il mercato che si autoregola, o viene regolato da una "mano invisibile", in un equilibrio dinamico su cui lo stato deve evitare di mettere mano per non comprometterlo, perchè all'interno di quell'equilibrio, in cui gli imprenditori ed il mercato realizzano i propri interessi, vengono - automaticamente e naturalmente - soddisfatte anche le esigenze sociali di cui si deve preoccupare uno stato. Ovvero l'occupazione, il reddito privato , la sussistenza dell'individuo ecc...

Ecco, dopo che questo equilibrio si è veramente realizzato, ed ha resistito in piedi per quasi tre secoli, secondo me è l'ora di realizzare come, con l'arrivo della globalizzazione, ovvero della caduta delle frontiere nazionali, questo equilibrio fra stato e mercato sia crollato miseramente, laddove il mercato ha stravinto la partita, finisce per essere lui a controllare lo stato, e soprattutto, sono andate a puttane tutte le esigenze sociali che lo stato riteneva di dover garantire proprio con l'aiuto del mercato.

E di questo processo di globalizzazione - caduta delle frontiere - corporations che con l'aiuto di importanti consulenti spostano in giro per il mondo sedi ed occupazione, laddove è più conveniente sul piano del costo del lavoro, del regime fiscale e persino in virtù di determinati vuoti legislativi favorevoli in certi stati - mi sembra che abbiamo un'esemplificazione ideale nelle ultime mosse di Fiat.

Fiat che adesso, ultimata l'operazione, dopo aver già spostato all'estero ( europeo ) buona parte della manodopera residua continentale, la sede di Fiat industrial, cambia nome, sposta anche la sede generale al di là dell'atlantico e, mentre qui ancora molti agitano le bandierine "W Italia", diventa americana ed in italia lascia dietro di sè - proprio in Italia - solo macerie, incluso qualche milione di cassintegrati prima o poi destinati, quando saranno finiti i soldi, a diventare disoccupati in pianta stabile.

Adam Smith ed il liberalismo in un certo senso avevano torto, anche se molto alla lunga: tre secoli dopo è finita in un saccheggio degli stati, e glielo abbiamo permesso noi. Anzi, siamo ancora convinti di aver fatto bene. .

Chiuso inciso. :lol:

Successivamente, infatti, Alexis de Tocqueville aveva corretto il tiro, studiando la democrazia americana. Egli infatti vedeva nel decentramento, nell'associazionismo, nelle corporazioni e nella religione (intesa da lui, ateo, come insegnamento di valori etici e morali), il bilanciamento alle "deviazioni" della democrazia, e, conseguentemente, a quelle del mercato.
Ovvero, laddove c'è più libertà, c'è paradossalmente maggior bisogno di controlli, o di "contrappesi".
Il torto del liberalismo e il saccheggio degli stati, come dice BelliCapelli, non deriva altro che da questo, cioè l'aver mancato (chi più, chi meno) nella attività fondamentale del controllo e del "bilanciamento" degli interessi, che, come dice giustamente de Tocqueville al contrario di Smith, non avviene automaticamente.
 
franco58pv ha scritto:
si però la maserati appartiene ad un'area, quella del made in modena, che le sue cose le ha fatte, i motori ci sono, i pianali idem.
Qua stiamo parlando di un marchio ridotto a soli 2 pezzi (diciamolo pure 1 flop ed un mezzo insuccesso) , un marchio che a detta di marchionne non ha i motori adeguati ("le alfa non monteranno + motori fiat" ha detto , da dove arriveranno i nuovi motori non ne ho idea.
I lavori di sviluppo si stanno svolgendo a Modena in un grande e persino eccessivo segreto. Tecnici ex, Maserati, Ferrari e Fiat collaborano insieme. I motori di alta gamma saranno sviluppati per il marchio, attingendo come tecnologia dagli attuali Ferrari e Maserati per i turbo benzina (V6 e V8 turbo/biturbo), mentre per i diesel più grandi si sta muovendo la VM di Cento. Meno chiara la strategia sui motori più piccoli, possibile lo sviluppo di un 2.0 turbo benzina e poi la nuova serie di 3 e 4 cilindri di FPT
 
mitoAR ha scritto:
franco58pv ha scritto:
si però la maserati appartiene ad un'area, quella del made in modena, che le sue cose le ha fatte, i motori ci sono, i pianali idem.
Qua stiamo parlando di un marchio ridotto a soli 2 pezzi (diciamolo pure 1 flop ed un mezzo insuccesso) , un marchio che a detta di marchionne non ha i motori adeguati ("le alfa non monteranno + motori fiat" ha detto , da dove arriveranno i nuovi motori non ne ho idea.
I lavori di sviluppo si stanno svolgendo a Modena in un grande e persino eccessivo segreto. Tecnici ex, Maserati, Ferrari e Fiat collaborano insieme. I motori di alta gamma saranno sviluppati per il marchio, attingendo come tecnologia dagli attuali Ferrari e Maserati per i turbo benzina (V6 e V8 turbo/biturbo), mentre per i diesel più grandi si sta muovendo la VM di Cento. Meno chiara la strategia sui motori più piccoli, possibile lo sviluppo di un 2.0 turbo benzina e poi la nuova serie di 3 e 4 cilindri di FPT

Sono stato uno di quelli che ha sorriso per la storia dei capannoni fantasma, c'è anche da dire, però (se non ricordo male), che quando fu presentato il primo prototipo della 4c al salone di Ginevra, fu una specie di sorpresa, almeno io non ricordo che prima se ne fosse parlato nelle solite anticipazioni. Anche successivamente, c'erano molti che si dichiaravano scettici sulla sua reale presentazione, chi diceva che non si vedevano esemplari camuffati per strada (che poi si è cominciato a vedere negli ultimi mesi), chi diceva che tanto l'avrebbero potuta marchiare Maserati nell'eventualità della vendita di AR etc. Chissà, potrei ricredermi....... ;)
 
transaxle73 ha scritto:
pilota54 ha scritto:
Il Direttore di QR ne parla sul suo blog, facendo un paragone con i fallimenti di alcune "acquisizioni" tedesche.

http://viamazzocchi.quattroruote.it/senza-categoria/chrysler-rover-suzuki-dove-i-tedeschi-hanno-toppato/
La discussione aperta dal Direttore di QR assomiglia molto alla barzelletta...."c'era un italiano, un tedesco e un giapponese", dove alla fine il più ganzo di tutti è..... indovina un pò?
Ho criticato quel post scrivendo che i tedeschi avranno anche "toppato" qualche colpo (Daimler Benz con Chrysler, BMW con Rover, VW con Suzuki) però è scritto anche sui sassi che la storia industriale del settore automotive (e non solo quella) degli ultimi 30/40 anni dà ragione ai tedeschi e torto agli italiani e chi nega questo o è ignorante (nel senso che non conosce l'argomento) o peggio in malafede.
Chiuso OT.

Credo che un po' di nazionalismo non guasti mai. Opinione lapidaria personale.
 
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