pilota54 ha scritto:In fondo, pur su tematiche quasi da "iniziati" non siamo del tutto OT perché stiamo cercando di capire come certe scelte di politica microeconomica possono innestarsi nell'attuale contesto macroeconomico, nazionale e internazionale.
Concordo. Se volessimo tentare una sintesi del quadro macroeconomico che abbiamo tentato di aprire, propongo la mia.
Stabilito il quadro economico fatto di liberismo - globalizzazione - spostamento metodico di capitali / sedi / forza lavoro, potente componente finanziaria, così come da ricetta liberista, la mia personale sintesi è che Marchionne in un certo senso non è certo l'anticristo e non inventa nuovi crimini. E' solo un player che asseconda questo genere di mercato, che trova ancora molti sponsor ideologici anche autorevoli, giocando secondo le regole del gioco più in auge che questo mercato detta.
A mio avviso però resta fermo che la sua visione del gioco è quella più sfrenatamente finanziaria e spregiudicata, ma non l'unica possibile, nè tantomeno quella automaticamente vincente. Mi risulta evidente al più tardi quando si arriva al nodo industriale.
Ci sono player che giocano allo stesso gioco, sullo stesso mercato, quindi si danno da fare anche con la finanza, le azioni ecc... ma poi spendono ancora 85 preziosissimi miliardi di euri per progettare e costruire antiquati pezzi di ferraglia con sotto quattro ruote di gomma.
Sono bizzarri amatori di strani giocattoli per adulti viziati? Più probabilmente non hanno rovesciato la frittata, e non hanno invertito le cause con gli effetti.
Ovvero: per quanto la componente finanziaria in questo mercato sia potente - forse troppo - rimangono ancora ancorati al concetto che la componente finanziaria è una *conseguenza* di quella industriale, che non è autosufficiente e, secondo il concetto di "bolla", da sola non starebbe in piedi a lungo.
Possono sembrare retrogradi e un po' matti. Fatto è che loro sul mercato vincono e stravincono in maniera quasi irritante, FAAD, con la sua concezione moderna sta con le pezze al culo, anche finanziariamente.
Da cui il sospetto ( un po' generalizzato ) che la visione del gioco di Marchionne sia un po' troppo rapace e moderna, un po' da "bolla del credito". Facciamo questo, facciamo quello e facciamo quell'altro, ma poi metterci i soldi ed il prodotto sono dettagli ormai superati che non contano. Fino ad arrivare a trucchetti da furbetti del quartierino, dove la società A acquista la società B ed i soldi ce li mette la società B.
Propongo un esperimento. Domani vado a farmi preventivare una Ghibli. Al dunque sento se i soldi ( questi dettagli da veterokomunisti ) ce li mette il conce. Vediamo che dice. Se mi butta fuori, mi sa che anche Marchionne ha un problema concettuale. La mia professoressa di filosofia lo chiamava il "problema dell'uovo e della gallina", e ce l'ha menata per cinque anni.