Credo che ognuno, potendo scegliere, la preferirebbe.Thegirin ha scritto:...Io preferisco la copertura totale e pubblica...
Così come probabilmente non pochi di noi, potendo scegliere, preferirebbero ad esempio ricevere uno stipendio mensile senza dover svolgere una quotidiana attività lavorativa.
Fatto sta che la copertura sanitaria pubblica e totale non esiste, tanto è vero che per fare delle analisi o visite o cure di vario genere si deve pagare (ticket o altro). Per non parlare dei casi in cui, ricovero d'urgenza a parte, si ha una certa fretta e ci si trova quindi a dover "scegliere", dovendo ad es. fare una importante visita di controllo dal cui esito si potrebbe scoprire per tempo una malattia anche seria, tra pagare X e aspettare magari 6 mesi oppure pagare 3X ed avere un appuntamento in settimana.
Ripeto, credo si tratti di una questione (etica ma anche, crudamente, economica) tutt'altro che facile da risolvere, sempre che la si voglia affrontare senza atteggiamenti estremistici o più o meno teorici.
Di fronte ad una persona che rifiuta di fare i tagliandi all'auto e si ritrova a 80mila km con il motore da rifare tutti, credo, concorderemmo sul fatto che debba pagare i danni senza alcun tipo di aiuto economico da parte nostra. Il suo motore non si scassato per "sfortuna": lo ha sistematicamente scassato lui con il suo reiterato e consapevole comportamento.
Nel caso della salute ci sono innegabilmente delle analogie.
Se io, pur sapendo del pericolo, mi metto a fare acrobazie domestiche o maldestri interventi su impianti elettrici o idraulici e a causa di ciò mi faccio male, faccio un po' fatica a dire che si tratta di una disgrazia che "mi è capitata" per sfortuna e in maniera imprevedibile, no? Ancora più esemplare è il caso in cui io, pur essendo pienamente informato circa i pericoli, coltivo imperterrito per anni abitudini ad alto rischio (per non dire a certezza) di gravi conseguenze e poi queste gravi conseguenze arrivano. A quel punto è ancora più difficile, per non dire impossibile, sostenere che si tratti di sfortuna, di malanni che non dipendono in alcun modo da me.
Ovviamente sarebbe tanto facile quanto sbagliato (anche se presumo e temo che proprio questa sia la tendenza che gradualmente si sta facendo strada) scivolare nell'estremismo e arrivare a sostenere che chiunque è responsabile di qualunque cosa gli capiti e che quindi deve sempre arrangiarsi, "risolvendo" in tal modo come per magia non solo l'intero problema della sanità ma anche quello della sovrappopolazione del pianeta. Però non mi sembra pienamente condivisibile, in linea di principio, nemmeno l'atteggiamento esattamente opposto, che vede sempre e comunque l'infortunato o l'ammalato come povera vittima immacolata degna di totale solidarietà e piena copertura assistenziale. Ciò sarebbe possibile se la nostra società grondasse quattrini anziché debiti, ma per il momento si tratta di fantascienza. Si devono quindi fare delle scelte che possono apparire facili soltanto a chi finora, in vita sua, non ha avuto modo di assaporare di persona (o attraverso una persona cara) la meravigliosa esperienza di un infortunio o di un malanno di una certa entità.