<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa? | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa?

capisco lo scoramento e l'amarezza.
Del resto avere un ministro degli esteri che non spiccica una parola di inglese, non aiuta.
Detto questo, io insegno a ingegneria. E i miei studenti problemi di lavoro non ne hanno.
 
capisco lo scoramento e l'amarezza.
Del resto avere un ministro degli esteri che non spiccica una parola di inglese, non aiuta.
Detto questo, io insegno a ingegneria. E i miei studenti problemi di lavoro non ne hanno.


Non sapere le lingue, non abbassa le doti generali
( morale, etica, saggezza, onesta', disponibilita', sacrificio, capacita' )
qualora ci fossero;
diciamo che saperle, potrebbe essere la ciliegina sulla torta....
 
capisco lo scoramento e l'amarezza.
Del resto avere un ministro degli esteri che non spiccica una parola di inglese, non aiuta.
Detto questo, io insegno a ingegneria. E i miei studenti problemi di lavoro non ne hanno.

Mi piacerebbe chiederti alcune cose,sempre se ti va: io conosco soprattutto docenti donne di matematica e fisica , pochissimi uomini. Nella tua esperienza universitaria noti una netta predominanza maschile ? Ritieni che la facoltà di ingegneria possa fornire le competenze necessarie per insegnare matematica e fisica al triennio del liceo scientifico ? ( se non erro gli ingegneri Non possono accedere al triennio dei licei scientifici ) . Ti è mai capitato di esaminare studenti davvero davvero bravi, geniali, tali che potrebbero tra qualche anno soffiarti la cattedra ;-) ? Quale ramo di ingegneria ritieni offra maggiori opportunità al momento ?
 
capisco lo scoramento e l'amarezza.
Del resto avere un ministro degli esteri che non spiccica una parola di inglese, non aiuta.
Detto questo, io insegno a ingegneria. E i miei studenti problemi di lavoro non ne hanno.
Che ingegneria, tra tutte le lauree STEM (che gia sono di loro gettonate come richiesta dal mondo del lavoro), sia forse la piu gettonata, è un dato di fatto da almeno 20 anni. Forse tranne gli ingegneri edili negli ultimi tempi.

Tuttavia, torno a ripetere, se già lo studio universitario non è alla portata di tutti (a dire il vero., per alcuni nemmeno quello della scuola superiore) uno studio scientifico impegnativo, come ingegneria è alla portata di meno persone ancora.

Ho un grande rispetto per chi esce da una facoltà del genere, perché dimostra di aver avuto un.connubio tra intelligenza e impegno nello studio ben al di sopra della media. Se si ha L'una (intelligenza superiore alla media) senza l'altro (impegno superiore alla media) in una facoltà del genere non si va lontano. Ti lascio con alcune domande:

1)Ti sei mai chiesto come mai, ancora oggi, ingegneria rappresenti forse la facoltà con un maggior tasso di abbandoni?

2)Un minimo di fuori corso è fisiologico, ora non so col 3+2, ma con la quinquennale vecchio ordinamento, era raro vedere ingegneri laureati al di sotto dei 27 anni. Ma un ingegnere che si laurea a 30 e oltre, con 80, ha ancora una buona possibilità di lavorare?

3) ci sono buoni sbocchi anche per chi si ferma alla triennale in ingegneria, o la magistrale è quasi l'"obbligo" per lavorare?

Buon pranzo a tutti!
 
Un minimo di fuori corso è fisiologico, ora non so col 3+2, ma con la quinquennale vecchio ordinamento, era raro vedere ingegneri laureati al di sotto dei 27 anni. Ma un ingegnere che si laurea a 30 e oltre, con 80, ha ancora una buona possibilità di lavorare?
In ingegnere lavora se sa lavorare, indipendentemente dall'età anagrafica.
 
ci sono buoni sbocchi anche per chi si ferma alla triennale in ingegneria, o la magistrale è quasi l'"obbligo" per lavorare?
La triennale in Italia non ha sbocchi, tranne per quei casi, come quelli sanitari in cui sostituisce la scuola per infermieri o tecnici etc che prima si frequentava con il solo biennio e poi con la maturità ma senza una laurea (anche diploma, anche breve) universitaria. Ogni ospedale si formava i suoi. Le lauree brevi in Italia per me potrebbero pure abolirle e tornare alle magistrali e basta.
 
IMHO, il 3+2 è stata una delle più colossali boiate che siano mai state concepite in materia di istruzione universitaria.


Gli scopi potevano essere accettabili.
-Fare studiare un po' tutti, un po' di piu'
-dare lavoro a qualche professore precario
-aprire nuove succursali di Universita' gia' esistenti con tutte le ricadute economiche del caso
Il problema sono stati i corsi di laurea.
Con lauree incredibili....
Molte infatti vennero rapidamente chiusi per
CARENZA di MATERIA prima
 
Che ingegneria, tra tutte le lauree STEM (che gia sono di loro gettonate come richiesta dal mondo del lavoro), sia forse la piu gettonata, è un dato di fatto da almeno 20 anni. Forse tranne gli ingegneri edili negli ultimi tempi.

Tuttavia, torno a ripetere, se già lo studio universitario non è alla portata di tutti (a dire il vero., per alcuni nemmeno quello della scuola superiore) uno studio scientifico impegnativo, come ingegneria è alla portata di meno persone ancora.

Ho un grande rispetto per chi esce da una facoltà del genere, perché dimostra di aver avuto un.connubio tra intelligenza e impegno nello studio ben al di sopra della media. Se si ha L'una (intelligenza superiore alla media) senza l'altro (impegno superiore alla media) in una facoltà del genere non si va lontano. Ti lascio con alcune domande:

1)Ti sei mai chiesto come mai, ancora oggi, ingegneria rappresenti forse la facoltà con un maggior tasso di abbandoni?

2)Un minimo di fuori corso è fisiologico, ora non so col 3+2, ma con la quinquennale vecchio ordinamento, era raro vedere ingegneri laureati al di sotto dei 27 anni. Ma un ingegnere che si laurea a 30 e oltre, con 80, ha ancora una buona possibilità di lavorare?

3) ci sono buoni sbocchi anche per chi si ferma alla triennale in ingegneria, o la magistrale è quasi l'"obbligo" per lavorare?

Buon pranzo a tutti!
Questa cosa che non sia alla portata di tutti fa un po' sorridere. Basta volerlo. Davvero. E faticare. Non è facile per nessuno. Chi intraprende questo percorso deve bagnarsi nell'umiltà. Siamo gli unici con i quali non fioccano i 30 e la gente stappa magnum con i 22.

Rispondo per punti:
1) il tasso di abbandono di ingegneria è legato al fatto che è una facoltà a numero chiuso. Chi vuole iscriversi può farlo. Fine. E questo determina tassi di abbandono. non è un corso di studio che richiede maggiore intelligenza come scrivi. Ma tanto sacrifici. Ci sono più ore di lezione in aula, laboratori, lavori di gruppo...che tolgono tempo allo studio. Quindi poche feste, uscite we etc etc. E pochi reggono. Da qui il tasso di abbandono. Che è connaturato al corso di laurea. Se così non fosse si abbasserebbe troppo l'asticelladella preparazione. E visto che molti ambiscono a coprire ruoli chiave, è giusto selezionare.
2) i fuori corsi non sono così tanti come potresti pensare. Detto questo il mercato del lavoro è in grado di assorbire i nostri studenti. Gli unici che faticano un po' di più sono i civili e gli edili.
3) con la triennale si può già lavorare, ma si devono mettere da parte ambizioni di carriera. Spesso si sarà superati da colleghi con il secondo livello in tasca
 
Gli scopi potevano essere accettabili.
-Fare studiare un po' tutti, un po' di piu'
-dare lavoro a qualche professore precario
-aprire nuove succursali di Universita' gia' esistenti con tutte le ricadute economiche del caso
Il problema sono stati i corsi di laurea.
Con lauree incredibili....
Molte infatti vennero rapidamente chiusi per
CARENZA di MATERIA prima
un po' di chiarezza.
Il 3 + 2 è nato con i seguenti obiettivi:
- consentire ai fuori corsi di avere un piccolo pezzo di carta in caso di abbandono
- avvicinare l'università al mondo del lavoro che riteneva i laureati "troppo" preparati
- allineare il nostro sistema a quello del resto del mondo dove il Bachelor Degree e il Master of Science sono ormai consolidati.

La moltiplicazione delle cattedre ( e delle sedi) non è figlia del 3+2 quanto di scelte clientelari discutibili anni '80.
 
Perchè i primi esami sono impegnativi e basilari, non si va al politecnico iniziando dalle materie che ti appassionano. Si passa da analisi, fisica, geometria, disegno etcetc
quoto. Questa cosa della passione non ha proprio senso. E infatti sono pochissimi gli studenti che si iscrivono da noi e si appassionano a tutti i corsi.
Io se penso a Fisica II ho ancora gli incubi. Per non parlare di Informatica. E sono passati anni e anni. Ma uno guarda l'obiettivo. E la passione la si mette serenamente da parte.
 
La triennale in Italia non ha sbocchi, tranne per quei casi, come quelli sanitari in cui sostituisce la scuola per infermieri o tecnici etc che prima si frequentava con il solo biennio e poi con la maturità ma senza una laurea (anche diploma, anche breve) universitaria. Ogni ospedale si formava i suoi. Le lauree brevi in Italia per me potrebbero pure abolirle e tornare alle magistrali e basta.

Non.ha sbocchi perché secondo te? Perché un triennalista non ha le competenze per lavorare nel settore, o perche non ci sono sbocchi professionali per un triennalista? Cioe, il perito fa il perito, l'ingegnere magistrale fa l'ingegnere, e il triennalista non è né carne né pesce, ovvero non potrebbe, in termini di competenze, svolgere un lavoro di un magistrale, ma al massimo strappare il lavoro a un perito? È questo che vuoi dire?

A onor del vero, in questo calderone ora sono entrati anche gli ITS, ISTITUTI TECNICI SUPERIORI, di durata biennale, e (dicono) ben agganciati col mondo del lavoro...su due anni un anno è di stage, il placement, nei settori tecnici è superiore al 90% a un anno dalla fine del.corso.

In tutto questo non.ho.ben capito la figura uscente che ruoli andrebbe a ricoprire. Sui siti pubblicitari parlano di "figure altamente qualificate".Mezzo ingegnere? Super operaio? Resto volutamente ironico, ma altrettanto scettico
 
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