<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa? | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa?

un po' di chiarezza.
Il 3 + 2 è nato con i seguenti obiettivi:
- consentire ai fuori corsi di avere un piccolo pezzo di carta in caso di abbandono
- avvicinare l'università al mondo del lavoro che riteneva i laureati "troppo" preparati
- allineare il nostro sistema a quello del resto del mondo dove il Bachelor Degree e il Master of Science sono ormai consolidati.

La moltiplicazione delle cattedre ( e delle sedi) non è figlia del 3+2 quanto di scelte clientelari discutibili anni '80.
Grazie di tutte le risposte..però se all'estero queste strutture di studio sono ben consolidate, in Italia, diventAno.una "cazzata". Non.capisco perché. È il nostro Paese a essere sbagliato?
 
un po' di chiarezza.
Il 3 + 2 è nato con i seguenti obiettivi:
- consentire ai fuori corsi di avere un piccolo pezzo di carta in caso di abbandono
- avvicinare l'università al mondo del lavoro che riteneva i laureati "troppo" preparati
- allineare il nostro sistema a quello del resto del mondo dove il Bachelor Degree e il Master of Science sono ormai consolidati

La moltiplicazione delle cattedre ( e delle sedi) non è figlia del 3+2 quanto di scelte clientelari discutibili anni '80.


In soldoni....
E questo era il punto:
la triennale ha portato lavoro*
??

* che era il quesito posto
 
In soldoni....
E questo era il punto:
la triennale ha portato lavoro
??
In quello che erai il mio settore (amministrativo), triennalisti in scienze giuridiche ed economia facevano gli impiegati (contabilità, ufficio contenzioso, ecc) cose che poteva fare anche un diplomato. Ma anche un sacco di laureati magistrali fanno lavori non in linea col loro titolo di studio.

Resto dell'idea che un'azienda, tra.un ragioniere 25enne con 6 anni di esperienza in contabilità, e un neolaureato in economia (triennale o magistrale)25 enne senza esperienza, per fare l'impiegato contabile, sceglierà sempre il ragioniere. Se invece si parla di controllo.di gestione, risk management, ecc, solo allora per forza di cose ci vuole l'economista
 
In quello che erai il mio settore (amministrativo), triennalisti in scienze giuridiche ed economia facevano gli impiegati (contabilità, ufficio contenzioso, ecc) cose che poteva fare anche un diplomato. Ma anche in sacco di laureati magistrali fanno lavori non in linea col loro titolo di studio

Quindi non sono servite, piu' di tanto
??
 
Mettetevi nei panni di un ragazzo che darà la maturità quest’anno. Oggi ha 18 anni, e, con l’aria che tira, dovrà lavorare fino a 70 anni per potersi ritirare con una pensione decente. E qui nasce il problema: studiare tanto, al giorno d’oggi, serve a qualcosa?

Penso che tutti siano d’accordo su un fatto: convivere per più di 50 anni con una attività che non si ama è una tortura, e la scappatoia “lavoro solo per lo stipendio, la mia vita è altrove” è difficile da sostenere. Chi lavora solo per lo stipendio odiando il lavoro che fa difficilmente farà carriera e sarà sempre sottoposto agli ordini (o al mobbing) di un capetto qualsiasi. E lo stipendio difficilmente potrà permettere la vera vita alternativa che si desidera.

Ma non è ancora finita. Nel secolo scorso esistevano tanti lavori condotti senza infamia o lode che permettevano una vita decente con la Lambretta o la Seicento, le ferie al bagno Mare e Pineta… Bene, vi do una notizia: questi lavori non esistono più, l’impiegato di banca è stato ucciso dall’home banking, la segretaria licenziata da Word e PC, l’operaio alla Fiat dai robot. Un televisore una volta veniva riparto, ora viene cambiato.

Ed ora vi rivelo un segreto: uno vi paga perché ha un problema, e cerca qualcuno che lo risolva. In genere, il lavoro non specializzato, anche se esiste, è una garanzia di precarietà. Se i compiti lavorativi possono essere imparati con una settimana od un mese di esperienza, la Ditta non ha nessun problema a sostituirvi con uno nuovo meno rompiscatole e meno pagato. E poi un altro segreto: troverete sempre chi vi dice cosa fare, ma non troverete nessuno che vi dica come farlo. Quello lo dovete sapere voi. Se continuate a chiedere sarete classificati nella categoria “rompiscatole da sostituire”.

A questo punto facciamo un viaggio nel tempo. Portiamo il nostro studente indeciso nel 1970. Si scriveva con la Lettera 22, niente Word. I conti si facevano con la calcolatrice a manovella, oppure con l’inavvicinabile CDC 6600 del centro calcolo alimentato dalle schede perforate. Stava per nascere il PDP-11, mini per pochi eletti. Niente rete, niente mail, niente Google, niente Twitter… Qualcuno prevedeva l’impiego di una nuova macchina fantascientifica… il Fax. Pensate quello che ha perso il nostro studente indeciso che ha preferito fare l’impiegato alle poste invece di faticare per una preparazione scientifica e partecipare in prima persona allo sviluppo dell’informatica.

Ed ora Fast Forward… Cosa avrà perso lo studente dubbioso del 2020 che ha preferito non studiare - ora che siamo nel 2070 ?
 
E questa e' roba da ridere....

L' offerta di lavoro
( oltre le crisi ricorrenti, e di quelli che gia' ora nessuno vuol fare )
continuera' a calare, specie in quei settori in cui sempre piu' prepotentemente possono entrare computer e robot.
Ergo, si dovra', alla luce della aumentato produttivita', passare alla riduzione degli orari di lavoro, ovviamente a parita' di stipendio
( a prevenire rivolte sociali ).

Una sfida infernale per le generazioni prossime.
 
Ai miei tempi si diceva che chi intraprendeva la laurea poi aveva porte aperte potendo contare su McDonalds, Wendy, Burger King
Adesso forse pure quelli scarseggiano come posti di lavoro e da diversi anni i laureati tendono ad andare all'estero per poter scegliere se friggere le patatine o fare i camerieri, non tutti certo ma una buona percentuale di chi conosco pensava di andare via a fare chissà cosa dicendo che lo stipendio era più alto, peccato che poi sono sempre tornati più poveri di prima.
 
In soldoni....
E questo era il punto:
la triennale ha portato lavoro*
??

* che era il quesito posto
La triennale ha portato posti di lavoro in alcuni settori.
Un ing informatico smanettone con la triennale va a programmare. Un meccanico diventa caddista il giorno dopo. Chi si laurea in economia va a fare il cassiere in banca.

Di altre facoltà, non ho contezza, quindi non so.
 
In linea col.discorso lauree forti e lauree deboli..un triennalista in.ingegneria o informatica il lavoro lo trova, un magistrale in storia e conservazione dei beni.culturali.con master in beni rinascimentali o in beni archeologici.no.
spero tu non ti stupisca di questo.
Il tema è che per trovare lavoro da programmatore puoi essere bravino, per fare l'archeologo devi essere eccezionale. Altrimenti non trovi nulla.
 
Mettetevi nei panni di un ragazzo che darà la maturità quest’anno. Oggi ha 18 anni, e, con l’aria che tira, dovrà lavorare fino a 70 anni per potersi ritirare con una pensione decente. E qui nasce il problema: studiare tanto, al giorno d’oggi, serve a qualcosa?

Penso che tutti siano d’accordo su un fatto: convivere per più di 50 anni con una attività che non si ama è una tortura, e la scappatoia “lavoro solo per lo stipendio, la mia vita è altrove” è difficile da sostenere. Chi lavora solo per lo stipendio odiando il lavoro che fa difficilmente farà carriera e sarà sempre sottoposto agli ordini (o al mobbing) di un capetto qualsiasi. E lo stipendio difficilmente potrà permettere la vera vita alternativa che si desidera.

Ma non è ancora finita. Nel secolo scorso esistevano tanti lavori condotti senza infamia o lode che permettevano una vita decente con la Lambretta o la Seicento, le ferie al bagno Mare e Pineta… Bene, vi do una notizia: questi lavori non esistono più, l’impiegato di banca è stato ucciso dall’home banking, la segretaria licenziata da Word e PC, l’operaio alla Fiat dai robot. Un televisore una volta veniva riparto, ora viene cambiato.

Ed ora vi rivelo un segreto: uno vi paga perché ha un problema, e cerca qualcuno che lo risolva. In genere, il lavoro non specializzato, anche se esiste, è una garanzia di precarietà. Se i compiti lavorativi possono essere imparati con una settimana od un mese di esperienza, la Ditta non ha nessun problema a sostituirvi con uno nuovo meno rompiscatole e meno pagato. E poi un altro segreto: troverete sempre chi vi dice cosa fare, ma non troverete nessuno che vi dica come farlo. Quello lo dovete sapere voi. Se continuate a chiedere sarete classificati nella categoria “rompiscatole da sostituire”.

A questo punto facciamo un viaggio nel tempo. Portiamo il nostro studente indeciso nel 1970. Si scriveva con la Lettera 22, niente Word. I conti si facevano con la calcolatrice a manovella, oppure con l’inavvicinabile CDC 6600 del centro calcolo alimentato dalle schede perforate. Stava per nascere il PDP-11, mini per pochi eletti. Niente rete, niente mail, niente Google, niente Twitter… Qualcuno prevedeva l’impiego di una nuova macchina fantascientifica… il Fax. Pensate quello che ha perso il nostro studente indeciso che ha preferito fare l’impiegato alle poste invece di faticare per una preparazione scientifica e partecipare in prima persona allo sviluppo dell’informatica.

Ed ora Fast Forward… Cosa avrà perso lo studente dubbioso del 2020 che ha preferito non studiare - ora che siamo nel 2070 ?
Ma in che mondo vivi?!?! Il mondo va a 2000 all'ora. Lo scenario che dipingi è fantozziano. Mobbing, capetto? Allora il liberismo sfrenato ha fatto danni su danni sotto certi punti di vista, sfilacciando molte sicurezze. Il tema però è che se tu vali qualcosa e riesci a dare un valore aggiunto, il capetto male non ti tratta.
La questione della passione la rimando al mittente. Tutti vorremmo fare il lavoro dei sogni. Pochi ce la fanno. Occorre trovare un equilibrio e una pace con se stessi. Ci può essere il collega più simpatico con cui prendere il caffè, qualche gratificazione da un cliente. Magari non sono cose che fanno battere il cuore. Ma è la vita. Parlare di passione oltre un certo limite rischia di apparire anche infantile. Quindi no, io non sono d'accordo sullo strazio dei 40 anni di lavoro.
I tuoi segreti sono ovvietà. Il tema della specializzazione del lavoro è la grande sfida dei prossimi decenni. Ma è politica. E vedremo come sarà trattata.
 
un po' di chiarezza.
Il 3 + 2 è nato con i seguenti obiettivi:
- consentire ai fuori corsi di avere un piccolo pezzo di carta in caso di abbandono
- avvicinare l'università al mondo del lavoro che riteneva i laureati "troppo" preparati
- allineare il nostro sistema a quello del resto del mondo dove il Bachelor Degree e il Master of Science sono ormai consolidati.

La moltiplicazione delle cattedre ( e delle sedi) non è figlia del 3+2 quanto di scelte clientelari discutibili anni '80.

Applausi! Aggiungo un obiettivo alla base del 3+2: dato che all'epoca il tasso di disoccupazione giovanile (anche dei laureati) era altino, con il 3+2 tante lauree che erano di 4 anni (economia, giurisprudenza) furono allungate di 1 (ed i relativi contenuti diluiti su un +20% di anni), migliorando così le statistiche
 
spero tu non ti stupisca di questo.
Il tema è che per trovare lavoro da programmatore puoi essere bravino, per fare l'archeologo devi essere eccezionale. Altrimenti non trovi nulla.

Non.mi.stupisco affatto. Sulla figura dei programmatori, tuttavia, ci sarebbe da aprire un discorso a parte.
Ho visto gente che lo fa con laurea in ingegneria informatica magistrale e con informatica magistrale, ho visto persone che lo.fanno con i rispettivi titoli di studio triennali, ho visto persone che lo fanno col diploma di perito informatico, ho visto persone che lo fanno con un diploma qualsiasi e che hanno frequentato qualche corso di formazione con esamino finale e rilascio di qualifica professionale regionale, NON ho visto ma so di qualcuno che lo fa anche con un diploma qualsiasi, e ha imparato da autodidatta.

Una cosi vasta eterogeneità delle risorse umane la riscontro solo nel settore commerciale/vendite/sales, dove mi trovo da anni (diciamo dove ho ripiegato, pur non piacendomi). C'è il laureato in economia o in legge come me, piu tecnico sul "risk management" o sui.criteri da applicare per una cessione del quinto,e poi ho un.collega con la terza media (non scherzo), che a malapena sa accendere il pc, ma nei rapporti.umani e nell'imbambolare.il.cliente è un drago. Vendere è un'arte, come saper dipingere, o essere "forti al pallone".non alla portata di tutti.
La programmazione non credo lo sia. Ma non.mi pronuncio, non essendo del ramo. Piuttosto chiedo.
 
Ultima modifica:
ingegneria no ma gli consiglierei di cercare una platea, un pubblico, a chi "vendere" la sua competenza in un determinato settore, insomma di monetizzare questa sua attitudine alle scienze umanistiche e di non aspettare la graduatoria delle supplenze. Voi direte come? Ci si può inventare una scuola di filosofia per studenti del liceo che come lui hanno questa passione e dopo l'orario scolastico vogliono approfondire e imparare nozioni nuove. potrebbe essere un idea, no?
L' invezione é maestra, prima o poi una una strada la trovi!
 
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