<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ma se il PIL nessuno prova a farlo salire... | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Ma se il PIL nessuno prova a farlo salire...

No, torniamo a un rapporto tra transazioni reali e transazioni finanziarie corretto, tipo la banca mi presta i soldi, faccio il mio investimento e rendo i soldi col giusto interesse. Non che gente compra e vende miliardi di carta straccia e i casini che combina li devono pagare quelli che producono...


Non mi risulta che le regole le scrivano i diversamente benestanti o gli ultimi del mondo
Non puoi aspettari altro
 
No, torniamo a un rapporto tra transazioni reali e transazioni finanziarie corretto, tipo la banca mi presta i soldi, faccio il mio investimento e rendo i soldi col giusto interesse. Non che gente compra e vende miliardi di carta straccia e i casini che combina li devono pagare quelli che producono...

ha un'idea totalmente sbagliata e semplicista della finanza
 
... ma non risponde alla domanda: due anni fa eravamo presi come adesso, se non peggio; chi guidava il carretto allora proponeva le stesse "ricette" (deficit, ecc...): tutti zitti. Perché?

veramente pure il fiorentino aveva cercato (e trovato) lo scontro con la Commissione UE chiedendo maggiore flessibilità.

Va poi ricordato anche che il governo precedente si era impegnato a portare il rapporto deficit/pil allo 0,8% nel 2019 e al pareggio di bilancio nel 2010, gli impegni, per come la vedo io, vanno rispettati e se proprio devi disattenderli lo fai bene, con una prospettiva di crescita e sviluppo insomma cosa che non si vede in questa manovra.

Last but not least il 2,4 è a preventivo non a consuntivo, facile quindi che si arrivi vicino al 3% (se non lo si supera)

Ancora convinto del complottone? magari orchestrato dal grande puparo Soros?
 
Ancora convinto del complottone? magari orchestrato dal grande puparo Soros?

Io non ho mai parlato di complotti, ma che a suo tempo ci sia stato un colpo di stato mi pare abbastanza evidente, come mi pare evidente che le politiche finora attuate in ossequio al volere di lassù abbiano solo fatto danni (almeno, così mi dice l'andamento del mio potere d'acquisto, le elucubrazioni finanziarie non sono mia competenza). Però mi sa che bisogna fermarsi qui.
 
Sperando che non si prenda una deriva politica, dico la mia da "economista". Male che vada chiuderemo il topic.

Innanzitutto crescere quando si ha un'enorme "palla al piede" come il nostro debito pubblico è comunque molto difficile. Se il debito fosse basso, basterebbe andare, con le operazioni "giuste", al 3% del PIL e automaticamente si crescerebbe, senza aumentare il rapporto debito-PIL, anzi, facendolo tendenzialmente diminuire.

Quali sarebbero le operazioni "giuste"?
1) In primis un miglioramento della "curva" IRPEF (senza necessariamente bisogno della flat tax), basterebbe una rimodulazione, con riduzione del numero, delle aliquote, in modo tale da favorire soprattutto i ceti medi, che sono quelli che spendono subito i soldi in più che si mettono a loro disposizione. La gente compra, le aziende vendono di più e devono ingrandirsi. Insomma si crea PIL.
2) Investimenti veri nel settore pubblico, che implichino mano d'opera elevata, quindi assunzioni di personale, con immediata incidenza sul PIL, dato che il PIL non è altro che la sommatoria di tutti i redditi (e una parte ovviamente tornerebbe di fatto allo stato e all'INPS sotto forma di IRPEF e trattenute previdenziali).
3) Una riduzione dell'IRES, tassa sulle imprese, tale da consentire un aumento delle somme reinvestite nelle società, al fine di svilupparle, ingrandirle e determinare assunzione di nuovo personale.

Questi 3 interventi basterebbero a mettere in moto un "moltiplicatore" che aumenterebbe sensibilmente il PIL e quindi migliorerebbe il rapporto debito-PIL, cosa che non succede da anni, ovvero anche con i precedenti governi, quando c'è stata crescita (circa 1% all'anno), ma non tale da far calare quel rapporto.

Ma tutto questo se il debito NON fosse quello che è. Con un debito così alto chiaramente non viene accettata dalle compagini europee una tale linea di condotta, la quale viene anche bocciata dai mercati finanziari, con aumento del famoso spread e degli interessi sul debito che ne aumentano di fatto l'entità, inoltre determina un impoverimento di chi detiene i titoli perchè i tassi elevati ne abbassano il "corso", ossia il valore del capitale. Questo, per fortuna, dovrebbe configurare anche un deterrente alla vendita, perchè chi me lo fa fare a vendere un titolo a meno di quanto l'ho pagato?

E allora? Allora diventa una cane che si morde la coda, diventa un'impresa titanica riuscire ad ottenere contemporaneamente a) crescita, b) fiducia dei mercati e c) basso deficit, un deficit che peraltro, non creato come ho detto nei punti 1-2-3, diventa derivante soprattutto da spesa corrente e "assistenzialista".

Sempre per me inoltre, e parlo in generale, senza critica alle decisioni di governo, ma appunto solo "da economista", abbassare l'età pensionabile, oltre ad essere in controtendenza europea e in contrapposizione alle aspettative di vita, è comunque economicamente dannoso per tutti, perchè si crea altro debito indotto (INPS) oppure, inevitabilmente, un aumento delle aliquote previdenziali, che oggi sono sul 10%, ma sicuramente saliranno quanto meno all'11%, anche se per ora nessuno ha il coraggio di dirlo. E questo fa diminuire il reddito disponibile.

E mi fermo qui. Come vedete, nessuna delle cose che ho detto è pro o contro qualcuno, perchè ci sono cose pro, cose contro, cose nè pro nè contro. Solo "valutazioni" di chi, tra studi e lavoro, per circa 40 anni ha avuto a che fare con problematiche di natura economica e ancora si appassiona ad esse.

cito solo questo ma cercherò di rispondere un po a tutti i tuoi interventi che ho letto con piacere.

in primis mi preme dire che il livello di dbt.pubblico NON è un freno alla crescita. ne in termini assoluti ne in % sul pil. Quello che conta è il "sustainability index" del debito. ad esempio il "fiscal sustainability report" della commissione europea del 2012 diceva che il dbt. pubblico italiano era il più sostenibile dell'€z (http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf).

Non ci sono studi accademici che dimostrino una causazione tra alto dbt e bassa crescita. Anzi ne esisteva uno, il famigerato studio di Reinhard e Rogoff (di Harward), che però si scoprì contenere errori di calcolo. Una volta corretti non dimostrava più nulla.
Esiste invece una correlazione : nel mondo occidentale i paesi a più alto dbt sono anche quelli più sviluppati, le cosiddette "economie mature". Faccio un esempio pratico: il Giappone non potrà mai avere tassi di crescita come India o Brasile, non perchè ha il 250% di dbt/pil ma perchè è una economia matura vicino all'apice del suo sviluppo. E' così come vale per il Giappone vale per tutti i paesi industrializzati, Italia inclusa.

Non mi soffermo molto sulle riforme che potrebbero aumentare il pil perchè sono relativamente semplici: un qualunque piano di interventi pubblici labour intensive accompagnato all'abolizione di qualche tassa andrebbe bene, non scendo nello specifico.

la cosa che mi perplime è il come finanziare un qualunque tipo di manovra anti-ciclica nel contesto italiano. Credo che sia questo il nocciolo della questione.

Il metodo che preferisco è ovviamente quello giapponese: manovre anti-cicliche ogni volta siano necessarie, conseguente monetizzazione del dbt grazie alla sovranità monetaria, bassi tassi imposti dalla BoJ con conseguente annullamento del potere dei "mercati". Il modello Jap è anche il modello che usano Usa, Uk, Canada, Svezia, australia, sud corea ed altri: paesi industrializzati come noi con monetizzazioni piccole ma costanti tutti con disoccupazione bassa.

ma noi abbiamo l'€: il modo di aumentare il pil c'è, non è impossibile, ma bisognerebbe mettere d'accordo le principali economie: ita-fra-ger-spa.... e se non si sono messi d'accordo per dividersi 100persone dubito possano farlo per distribuire miliardi.
ma supponendo fosse possibile bisognerebbe:
1. conditio sine qua non cambiare statuto Bce: l'obbiettivo del 2% di inflazione core è inutile, impossibile da raggiunge (e infatti non è stato MAI raggiunto)ed utopistico. L'obiettivo della Bce deve esser quello di esser prestatore di ultima istanza e garante dei dbt di tutti i membri. questo determinerebbe anche ratings più alti per i paesi membri*.
2. cambiare il QE perchè così è altresì inutile: il QE non deve esser fatto in base alle quote di partecipazione alla Bce ma in base allo spread: più spread ha un paese più QE bisogna riservagli! in tal modo lo spread dei paesi membri tenderebbe a zero.
3. finanziare i deficit in condizioni di crisi.

PS.
*visto che si parla molto di rating ultimamente vediamo anche come migliorarlo.
I rating dei paesi industrializzati "con sovranità monetaria" sono mediamente più alti rispetto a quelli dei paesi che si indebitano in valuta estera. il motivo lo spiega Standard&Poor's sul proprio sito a pag.5 punto16 di questo documento, "metodologie di calcolo": https://bit.ly/2PmDeUX

We determine a sovereign local-currency rating by applying up to usually no more than one notch of uplift over the foreign-currency rating. Sovereign local-currency ratings can be higher than sovereign foreign-currency ratings because local-currency creditworthiness may be supported by the unique powers that sovereigns possess within their own borders, including issuance of the local currency and regulatory control of the domestic financial system. When a sovereign is a member of a monetary union, and thus cedes monetary and exchange-rate policy to a common central bank, or when it uses the currency of another sovereign, the local-currency rating is, under our criteria, equal to the foreign-currency rating.

scusate lo sproloquio ma spero di aver fornito un qualche contributo alla discussione, buona serata.
 
cito solo questo ma cercherò di rispondere un po a tutti i tuoi interventi che ho letto con piacere.

in primis mi preme dire che il livello di dbt.pubblico NON è un freno alla crescita. ne in termini assoluti ne in % sul pil. Quello che conta è il "sustainability index" del debito. ad esempio il "fiscal sustainability report" della commissione europea del 2012 diceva che il dbt. pubblico italiano era il più sostenibile dell'€z (http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf).

Non ci sono studi accademici che dimostrino una causazione tra alto dbt e bassa crescita. Anzi ne esisteva uno, il famigerato studio di Reinhard e Rogoff (di Harward), che però si scoprì contenere errori di calcolo. Una volta corretti non dimostrava più nulla.
Esiste invece una correlazione : nel mondo occidentale i paesi a più alto dbt sono anche quelli più sviluppati, le cosiddette "economie mature". Faccio un esempio pratico: il Giappone non potrà mai avere tassi di crescita come India o Brasile, non perchè ha il 250% di dbt/pil ma perchè è una economia matura vicino all'apice del suo sviluppo. E' così come vale per il Giappone vale per tutti i paesi industrializzati, Italia inclusa.

Non mi soffermo molto sulle riforme che potrebbero aumentare il pil perchè sono relativamente semplici: un qualunque piano di interventi pubblici labour intensive accompagnato all'abolizione di qualche tassa andrebbe bene, non scendo nello specifico.

la cosa che mi perplime è il come finanziare un qualunque tipo di manovra anti-ciclica nel contesto italiano. Credo che sia questo il nocciolo della questione.

Il metodo che preferisco è ovviamente quello giapponese: manovre anti-cicliche ogni volta siano necessarie, conseguente monetizzazione del dbt grazie alla sovranità monetaria, bassi tassi imposti dalla BoJ con conseguente annullamento del potere dei "mercati". Il modello Jap è anche il modello che usano Usa, Uk, Canada, Svezia, australia, sud corea ed altri: paesi industrializzati come noi con monetizzazioni piccole ma costanti tutti con disoccupazione bassa.

ma noi abbiamo l'€: il modo di aumentare il pil c'è, non è impossibile, ma bisognerebbe mettere d'accordo le principali economie: ita-fra-ger-spa.... e se non si sono messi d'accordo per dividersi 100persone dubito possano farlo per distribuire miliardi.
ma supponendo fosse possibile bisognerebbe:
1. conditio sine qua non cambiare statuto Bce: l'obbiettivo del 2% di inflazione core è inutile, impossibile da raggiunge (e infatti non è stato MAI raggiunto)ed utopistico. L'obiettivo della Bce deve esser quello di esser prestatore di ultima istanza e garante dei dbt di tutti i membri. questo determinerebbe anche ratings più alti per i paesi membri*.
2. cambiare il QE perchè così è altresì inutile: il QE non deve esser fatto in base alle quote di partecipazione alla Bce ma in base allo spread: più spread ha un paese più QE bisogna riservagli! in tal modo lo spread dei paesi membri tenderebbe a zero.
3. finanziare i deficit in condizioni di crisi.

PS.
*visto che si parla molto di rating ultimamente vediamo anche come migliorarlo.
I rating dei paesi industrializzati "con sovranità monetaria" sono mediamente più alti rispetto a quelli dei paesi che si indebitano in valuta estera. il motivo lo spiega Standard&Poor's sul proprio sito a pag.5 punto16 di questo documento, "metodologie di calcolo": https://bit.ly/2PmDeUX

We determine a sovereign local-currency rating by applying up to usually no more than one notch of uplift over the foreign-currency rating. Sovereign local-currency ratings can be higher than sovereign foreign-currency ratings because local-currency creditworthiness may be supported by the unique powers that sovereigns possess within their own borders, including issuance of the local currency and regulatory control of the domestic financial system. When a sovereign is a member of a monetary union, and thus cedes monetary and exchange-rate policy to a common central bank, or when it uses the currency of another sovereign, the local-currency rating is, under our criteria, equal to the foreign-currency rating.

scusate lo sproloquio ma spero di aver fornito un qualche contributo alla discussione, buona serata.

Fare diventare la BCE garante di ultima istanza, non sarebbe molto diverso dal condividere il debito.
Io credo che nessuno degli altri governi, anche se fosse realmente funzionale ad un migliore funzionamento del sistema, riuscirebbe a fare passare in casa propria una sostanziale condivisione del debito italiano.
Sarebbe immediatamente sbranato dai sovranisti di casa propria.
Basta vedere le reazioni di Kurz o AfD alla manovra italiana.
 
cito solo questo ma cercherò di rispondere un po a tutti i tuoi interventi che ho letto con piacere.

in primis mi preme dire che il livello di dbt.pubblico NON è un freno alla crescita. ne in termini assoluti ne in % sul pil. Quello che conta è il "sustainability index" del debito. ad esempio il "fiscal sustainability report" della commissione europea del 2012 diceva che il dbt. pubblico italiano era il più sostenibile dell'€z (http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf).

Non ci sono studi accademici che dimostrino una causazione tra alto dbt e bassa crescita. Anzi ne esisteva uno, il famigerato studio di Reinhard e Rogoff (di Harward), che però si scoprì contenere errori di calcolo. Una volta corretti non dimostrava più nulla.
Esiste invece una correlazione : nel mondo occidentale i paesi a più alto dbt sono anche quelli più sviluppati, le cosiddette "economie mature". Faccio un esempio pratico: il Giappone non potrà mai avere tassi di crescita come India o Brasile, non perchè ha il 250% di dbt/pil ma perchè è una economia matura vicino all'apice del suo sviluppo. E' così come vale per il Giappone vale per tutti i paesi industrializzati, Italia inclusa.

Non mi soffermo molto sulle riforme che potrebbero aumentare il pil perchè sono relativamente semplici: un qualunque piano di interventi pubblici labour intensive accompagnato all'abolizione di qualche tassa andrebbe bene, non scendo nello specifico.

la cosa che mi perplime è il come finanziare un qualunque tipo di manovra anti-ciclica nel contesto italiano. Credo che sia questo il nocciolo della questione.

Il metodo che preferisco è ovviamente quello giapponese: manovre anti-cicliche ogni volta siano necessarie, conseguente monetizzazione del dbt grazie alla sovranità monetaria, bassi tassi imposti dalla BoJ con conseguente annullamento del potere dei "mercati". Il modello Jap è anche il modello che usano Usa, Uk, Canada, Svezia, australia, sud corea ed altri: paesi industrializzati come noi con monetizzazioni piccole ma costanti tutti con disoccupazione bassa.

ma noi abbiamo l'€: il modo di aumentare il pil c'è, non è impossibile, ma bisognerebbe mettere d'accordo le principali economie: ita-fra-ger-spa.... e se non si sono messi d'accordo per dividersi 100persone dubito possano farlo per distribuire miliardi.
ma supponendo fosse possibile bisognerebbe:
1. conditio sine qua non cambiare statuto Bce: l'obbiettivo del 2% di inflazione core è inutile, impossibile da raggiunge (e infatti non è stato MAI raggiunto)ed utopistico. L'obiettivo della Bce deve esser quello di esser prestatore di ultima istanza e garante dei dbt di tutti i membri. questo determinerebbe anche ratings più alti per i paesi membri*.
2. cambiare il QE perchè così è altresì inutile: il QE non deve esser fatto in base alle quote di partecipazione alla Bce ma in base allo spread: più spread ha un paese più QE bisogna riservagli! in tal modo lo spread dei paesi membri tenderebbe a zero.
3. finanziare i deficit in condizioni di crisi.

PS.
*visto che si parla molto di rating ultimamente vediamo anche come migliorarlo.
I rating dei paesi industrializzati "con sovranità monetaria" sono mediamente più alti rispetto a quelli dei paesi che si indebitano in valuta estera. il motivo lo spiega Standard&Poor's sul proprio sito a pag.5 punto16 di questo documento, "metodologie di calcolo": https://bit.ly/2PmDeUX

We determine a sovereign local-currency rating by applying up to usually no more than one notch of uplift over the foreign-currency rating. Sovereign local-currency ratings can be higher than sovereign foreign-currency ratings because local-currency creditworthiness may be supported by the unique powers that sovereigns possess within their own borders, including issuance of the local currency and regulatory control of the domestic financial system. When a sovereign is a member of a monetary union, and thus cedes monetary and exchange-rate policy to a common central bank, or when it uses the currency of another sovereign, the local-currency rating is, under our criteria, equal to the foreign-currency rating.

scusate lo sproloquio ma spero di aver fornito un qualche contributo alla discussione, buona serata.

Ho letto il tuo dotto intervento e concordo su molte cose ma non su tutto, tra l'altro tra "economisti" è sempre così, difficile essere tutti d'accordo su tutto, perchè a volte ci sono ricette diverse per ottenere lo stesso risultato, oppure perchè le linee "tradizionali" a volte vanno bene, altre no, e ci sono magari linee più al passo con i tempi che vanno meglio, o che comunque inquadrano meglio i problemi, che sono molto diversi da quelli di 50 o 80 anni fa. A volte bisogna modulare le azioni per adeguarle al contesto in cui verranno a incunearsi.

Quando dici "la cosa che mi perplime è il come finanziare un qualunque tipo di manovra anti-ciclica nel contesto italiano. Credo che sia questo il nocciolo della questione" concordo, ma allargo il discorso perchè direi che finanziare una manovra anti-ciclica è ancora più difficile nel contesto europeo. La situazione europea è ancora più importante di quella delle singole nazioni che compongono l'Europa, Italia compresa ovviamente.

Oggi ci muoviamo in un sistema europeo troppo rigido, che non tiene conto delle differenze (notevoli) tra Paese e Paese. Se la rigidià dei parametri è giusta nelle intenzioni, poi però va a cozzare con alcune caratteristiche delle singole Nazioni. Voglio dire che, per esempio, se si fa la manovra X, subentra tutta una catena di conseguenze che ne può stravolgere l'effetto immaginato da chi la formula. Per esempio tutti ora parlano di giudizio negativo dei mercati, di spread che sale, di deficit troppo alto ecc, che sono conseguenze quasi "naturali", ma pochissimi parlano di un effetto devastante determinato non solo dalla manovra stessa (che potenzialmente non è così malvagia), ma anche dal fatto che di essa parlano con un approccio a mio parere errato anche coloro che non ne capiscono quasi nulla che che non rappresentano "ufficialmente" la Nazione.

Tale effetto è costituito dal deprezzamento dei titoli "in pancia" alle banche e soprattutto dalla svalutazione delle azioni di quasi tutte le banche quotate in borsa, con perdite sul valore del capitale netto anche del 30%. Le banche stanno già alzando i tassi per cercare di compensare un po' la cosa, ma ciò determinerà, proseguendo questo trend, la necessità quanto meno di di una ricapitalizzazione, cioè di veri e propri aumenti di capitale. E chi li sottoscriverà questi aumenti? Il mercato? Difficile in un momento come questo. Quindi potrà essere necessario un intervento STATALE. Con altri esborsi, altro deficit, ecc., uno scenario che non farebbe che peggiorare ulteriormente le cose e vanificare qualsiasi manovra espansiva.............

La cosa su cui non sono poi d'accordo è la tua critica alle operazioni di Q.E. fatte da Mario Draghi soprattutto per immettere liquidità nel Sistema e alzare l'inflazione da un sostanziale 0 e circa il 2% (credo un po' meno). Draghi ha operato così perchè la deflazione è molto peggio di una minima inflazione. Il perchè è lungo da spiegare, ma è così. Quindi per me ha fatto bene, perchè il rischio di deflazione c'era. Inoltre il suo operato è stato un toccasana per il nostro spread e i tassi sui titolo pubblici (i cui effetti per fortuna andranno oltre il 2019). .
 
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Fare diventare la BCE garante di ultima istanza, non sarebbe molto diverso dal condividere il debito.
Io credo che nessuno degli altri governi, anche se fosse realmente funzionale ad un migliore funzionamento del sistema, riuscirebbe a fare passare in casa propria una sostanziale condivisione del debito italiano.
Sarebbe immediatamente sbranato dai sovranisti di casa propria.
Basta vedere le reazioni di Kurz o AfD alla manovra italiana.


Mi sembra il minimo....
Presente la formichina e la cicala?
 
Un asino sta trainando un pesante carro lungo una strada. Il suo conduttore è bravo e gli dà da mangiare,stando attento che durante il viaggio il carico non si sbilanci e non venga appesantito per vari motivi.
A un certo punto la strada inizia a salire e a farsi tortuosa. Il conduttore, invece di aumentare la razione di fieno dell'asino, ne vende una parte e intasca i soldi; nel frattempo, il carico inizia a sbandare a causa delle buche e ad appesantirsi per la neve che ha iniziato a cadere. Il carro rallenta, e il povero asino, denutrito perchè il conduttore continua a vendere il suo fieno, non ce la fa a tenere il passo, finchè il carro si ferma. A questo punto, il conduttore viene cacciato a pedate nel didietro; il nuovo conduttore, volenteroso ma inesperto, deve decidere cosa fare col poco fieno rimasto (provare a tirare con tutte le forze, o staccare il carro e provare a dare dei colpetti per farlo muovere....), ma nel frattempo il carro si è piantato nel fango fino al pianale e per di più il fornitore del fieno, che avanza ancora i soldi, ha messo le pastoie alle zampe dell'asino. Ora, hai voglia a far ripartire il carro.....
 
Io credo che a suo tempo (2001) non si doveva entrare nella moneta unica europea. Troppe le differenze economiche tra gli Stati che componevano l'Europa, tra economie che si muovevano a velocità diverse.
Occorrevano una maggiore cooperazione, la libera circolazione delle merci, fratellanza tra i popoli, accordi internazionali, ma non una moneta unica, rivelatasi una gabbia, soprattutto per alcuni Stati nei confronti di altri. Facile dirlo ora? Certamente, però (e voi ovviamente non potete saperlo) lo dissi già a suo tempo che per me era una mossa sbagliata, la moneta comune mi sembrava un'assurdità nel contesto finanziario dell'epoca. Stentavo a crederci che si volesse imporla.

Ora magari ci ritroveremmo con una valuta molto svalutata, ma questo non è detto che sarebbe un grande svantaggio, perchè anche il debito sarebbe molto svalutato e la svalutaziobne di una moneta favorisce le esportazioni, che se superano le importazioni accrescono il PIL. In ogni caso avremmo ancora una vera Banca Centrale e piena autonomia sulla finanza italiana, senza vincolanti ingerenze esterne, senza "spread" che quando salgono mettono in ginocchio le banche e ingessano l'economia.

Sia chiaro, non è affatto un discorso di carattere politico, ma esclusivamente economico.
Il problema comunque è che OGGI non è pensabile uscire dall'attuale situazione. Le conseguenze probabilmente sarebbero catastrofiche. Oggi viene servita a tutti la stessa minestra, e devi mangiarla, non puoi dire che ne vuoi una diversa. Per gli inglesi è stato abbastanza facile fare la Brexit (anche se ora c'è meno convinzione) perchè avevano già una moneta diversa dall'euro. Anzi, per me potevano anche restarci in Europa, proprio per questo. Ora tra loro c'è chi prevede che a uno a uno gli Stati usciranno da questa "prigione", ma non è detto che sia così.

Cosa c'entra col PIL? C'entra perchè molte cose potevano essere diverse da come sono ora se non fossimo entrati nella moneta unica, compreso, quasi sicuramente, il rapporto debito-PIL. Ma ovviamente, come qualcuno potrebbe obiettare, non c'è la controprova.
 
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