Ma e' mai possibile???
:shock: :shock: :shock: :?: :?: :?:
Ma porca di quella.....
ma perchè non li ammazzano questi bastardi maledetti????
:twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
All'ospedale «Papardo»
Lite tra medici, neonato in coma
Ancora un caso a Messina
Diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo. Il padre del piccolo ha aggredito il ginecologo
MESSINA - Un neonato è ricoverato in coma farmacalogico nel reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, dove è nato, il 13 settembre, dopo una lite tra due medici nella Ginecologia dell'ospedale «Papardo». Il diverbio - come quello avvenuto lo scorso 28 agosto per il caso del piccolo Antonio Molonia al Policlinico - è legato a diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo per la puerpera 24enne, Ivana Rigano, già in avanzata fase di travaglio. Due giorni fa la donna e il marito 34 anni, Nicola Mangraviti, hanno deciso di presentare una denuncia-querela ai carabinieri e il sostituto della procura, Anna Maria Arena, ha aperto un'inchiesta, al momento, contro ignoti. Già acquisite dai carabinieri le cartelle cliniche.
IL PARTO - Il neonato - nato di oltre 4 chili - è intubato e tenuto in coma farmacologico, nella Terapia intensiva neonatale del Policlinico dov'è stato trasferito d'urgenza subito dopo il parto naturale al Papardo. Proprio per le sue dimensioni il piccolo sarebbe rimasto incastrato, al momento di venire al mondo, e quei secondi di mancanza di ossigenazione avrebbe creato lesioni cerebrali, ma anche agli arti. Il parto è avvenuto dopo molte ore di travaglio della 24enne. La puerpera, alla sua prima gravidanza, era in attesa del taglio cesareo deciso dal ginecolgo Rosario Pino quando sarebbe intervenuto il primario Francesco Abate ed il suo aiuto Saverio Eposito che avrebbero addirittura strappato i moduli del consenso già firmato dai genitori ordinando che si procedesse invece col parto naturale. I familiari di Ivana Rigano hanno reagito aggredendo il primario. La donna ha poi potuto partorire soltanto 4 ore dopo. Quando i familiari si sono resi conto delle sue gravi condizioni si sarebbero scagliati contro il ginecologo Rosario Pino accusandolo di aver ritardato il parto.
LE CONDIZIONI DEL BIMBO - Il bambino ha avuto una sofferenza post ischemica. Abbiamo proceduto con la ventilazione e l'abbiamo sedato e intubato ed è in coma farmacologico». A dirlo è il professor Ignazio Barberi, direttore dell'unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina. «Il bambino - spiega Barberi - ha sofferto perché gli è mancato l'ossigeno ed è andato in asfissia. Al momento le condizioni sono serie ma in netto miglioramento, qualcosa di più preciso si potra dire tra una settimana».
IL PADRE DI ANTONIO - «È un dolore che si rinnova, un'esperienza che si ripete e sulla quale occorre che l'informazione resti con i riflettori accesi», Matteo Molonia, padre del bambino nato in sala parto al Policlinico di Messina mentre due medici litigavano, ha commentato il nuovo caso avvenuto all'ospedale Papardo. «È come vivere nuovamente quella drammatica esperienza - aggiunte Molonia - e come se quello che è accaduto fosse stato già dimenticato. Per questo continuo la mia battaglia per ottenere giustizia e affinchè il mondo dell'informazione continui a fare luce su quello che accade: non è per me o mia moglie, ma per le madri e i bambini di Messina».
MARINO - «In un mese due liti tra medici, due vite compromesse e due madri traumatizzate e sofferenti nella stessa città. Le notizie che arrivano dall'ospedale «Papardo»di Messina mi lasciano allibito e scioccato: ho avviato un'ulteriore istruttoria attraverso i carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale» dice in una nota, Ignazio Marino senatore del Pd e Presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. Poi aggiunge: «I documenti che ne deriveranno andranno ad aggiungersi agli atti acquisiti dopo le tragiche vicende del Policlinico di Messina e di Policoro, Piove di Sacco e Reggio Emilia. Chi parla di errori umani e minimizza dovrebbe - aggiunge - cambiare idea definitivamente. È una emergenza, una falla del sistema che sta diventando letale per il nostro Paese. C'è bisogno di azioni concrete: la regolazione dell'intramoenia (già disciplinata con la legge 120 del 2007, di cui questo Governo ha ritardato l'applicazione fino all'inizio del 2013) e il mancato rispetto dei protocolli hanno fatto già abbastanza vittime, attendere ancora potrebbe soltanto lasciare spazio a nuove tragedie».
Redazione online
20 settembre 2010
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Ma porca di quella.....
ma perchè non li ammazzano questi bastardi maledetti????
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All'ospedale «Papardo»
Lite tra medici, neonato in coma
Ancora un caso a Messina
Diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo. Il padre del piccolo ha aggredito il ginecologo
MESSINA - Un neonato è ricoverato in coma farmacalogico nel reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, dove è nato, il 13 settembre, dopo una lite tra due medici nella Ginecologia dell'ospedale «Papardo». Il diverbio - come quello avvenuto lo scorso 28 agosto per il caso del piccolo Antonio Molonia al Policlinico - è legato a diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo per la puerpera 24enne, Ivana Rigano, già in avanzata fase di travaglio. Due giorni fa la donna e il marito 34 anni, Nicola Mangraviti, hanno deciso di presentare una denuncia-querela ai carabinieri e il sostituto della procura, Anna Maria Arena, ha aperto un'inchiesta, al momento, contro ignoti. Già acquisite dai carabinieri le cartelle cliniche.
IL PARTO - Il neonato - nato di oltre 4 chili - è intubato e tenuto in coma farmacologico, nella Terapia intensiva neonatale del Policlinico dov'è stato trasferito d'urgenza subito dopo il parto naturale al Papardo. Proprio per le sue dimensioni il piccolo sarebbe rimasto incastrato, al momento di venire al mondo, e quei secondi di mancanza di ossigenazione avrebbe creato lesioni cerebrali, ma anche agli arti. Il parto è avvenuto dopo molte ore di travaglio della 24enne. La puerpera, alla sua prima gravidanza, era in attesa del taglio cesareo deciso dal ginecolgo Rosario Pino quando sarebbe intervenuto il primario Francesco Abate ed il suo aiuto Saverio Eposito che avrebbero addirittura strappato i moduli del consenso già firmato dai genitori ordinando che si procedesse invece col parto naturale. I familiari di Ivana Rigano hanno reagito aggredendo il primario. La donna ha poi potuto partorire soltanto 4 ore dopo. Quando i familiari si sono resi conto delle sue gravi condizioni si sarebbero scagliati contro il ginecologo Rosario Pino accusandolo di aver ritardato il parto.
LE CONDIZIONI DEL BIMBO - Il bambino ha avuto una sofferenza post ischemica. Abbiamo proceduto con la ventilazione e l'abbiamo sedato e intubato ed è in coma farmacologico». A dirlo è il professor Ignazio Barberi, direttore dell'unità operativa di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina. «Il bambino - spiega Barberi - ha sofferto perché gli è mancato l'ossigeno ed è andato in asfissia. Al momento le condizioni sono serie ma in netto miglioramento, qualcosa di più preciso si potra dire tra una settimana».
IL PADRE DI ANTONIO - «È un dolore che si rinnova, un'esperienza che si ripete e sulla quale occorre che l'informazione resti con i riflettori accesi», Matteo Molonia, padre del bambino nato in sala parto al Policlinico di Messina mentre due medici litigavano, ha commentato il nuovo caso avvenuto all'ospedale Papardo. «È come vivere nuovamente quella drammatica esperienza - aggiunte Molonia - e come se quello che è accaduto fosse stato già dimenticato. Per questo continuo la mia battaglia per ottenere giustizia e affinchè il mondo dell'informazione continui a fare luce su quello che accade: non è per me o mia moglie, ma per le madri e i bambini di Messina».
MARINO - «In un mese due liti tra medici, due vite compromesse e due madri traumatizzate e sofferenti nella stessa città. Le notizie che arrivano dall'ospedale «Papardo»di Messina mi lasciano allibito e scioccato: ho avviato un'ulteriore istruttoria attraverso i carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale» dice in una nota, Ignazio Marino senatore del Pd e Presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. Poi aggiunge: «I documenti che ne deriveranno andranno ad aggiungersi agli atti acquisiti dopo le tragiche vicende del Policlinico di Messina e di Policoro, Piove di Sacco e Reggio Emilia. Chi parla di errori umani e minimizza dovrebbe - aggiunge - cambiare idea definitivamente. È una emergenza, una falla del sistema che sta diventando letale per il nostro Paese. C'è bisogno di azioni concrete: la regolazione dell'intramoenia (già disciplinata con la legge 120 del 2007, di cui questo Governo ha ritardato l'applicazione fino all'inizio del 2013) e il mancato rispetto dei protocolli hanno fatto già abbastanza vittime, attendere ancora potrebbe soltanto lasciare spazio a nuove tragedie».
Redazione online
20 settembre 2010