io non faccio il ricercatore
Io sì, e ho anche a che fare direttamente con fenomeni non identici, ma perfettamente assimilabili a quello di cui stiamo parlando, ossia l'inquinamento per dispersione nell'ambiente di prodotti fitosanitari usati in agricoltura. Mi scuso per la lunghezza di quanto vado a scrivere, ma cerco di motivare qualche affermazione che ho fatto in questa discussione, quindi vi chiedo un po' di pazienza.
La dispersione di fitofarmaci in atmosfera, definita "deriva", è dovuta all'emissione in aria di minuscole gocce di miscela costituita da acqua e fitofarmaco che, se non vengono intercettate dalle piante da trattare vengono trasportate dal vento e vanno - appunto - a inquinare l'ambiente esterno al campo. Il fenomeno è assimilabile a quello della dispersione di particolato perchè le dimensioni delle gocce responsabili sono abbastanza simili, in quanto nella nube prodotta da una macchina irroratrice sono presenti gocce di dimensioni tra 5 e 100 micron (lo spettro dimensionale delle gocce prodotte da un ugello per applicazioni agricole va da pochi micron a quasi un millimetro, a seconda del tipo di ugello e della pressione, con dimensioni medie dell'ordine dei 200-500 micron). Teniamo anche presente che le polveri ultrafini di solito non vanno in giro da sole, ma le ritroviamo assorbite o adsorbite (attaccate alla superficie) di goccioline di acqua sospese in aria.
Quando le gocce vengono rilasciate nell'aria sono soggette alla forza di gravità, che le attrae verso il suolo, e a forze di galleggiamento e resistenza aerodinamica che tendono invece a mantenerle in sospensione. Intuitivamente, più la goccia è grossa (e pesante), più la gravità prevale. Quella che vedete qui sotto è una tabella che mostra il tempo di caduta da un'altezza di 3 metri (10 piedi) e la distanza che la goccia percorre lateralmente per azione del vento a 4,8 km/h (1,3 m/s, praticamente una brezza):
Come mostra la tabella, una goccia di 5 micron (compresa quindi nelle dimensioni del particolato) resta in aria per oltre un'ora e in questo periodo si sposta lateralmente di quasi 5 km. Attenzione: da un'altezza di tre metri, molto meno di una ciminiera o di un camino.
Quindi, è senz'altro verissimo che la concentrazione di inquinanti diminuisce rapidamente all'allontanarsi dal punto di emissione, ma se un territorio è costellato di sorgenti di emissione (fabbriche, autostrade....), non credo di sbagliare sostenendo che il trasporto di inquinanti a distanza è senz'altro molto meno impattante rispetto alla produzione in loco, ma non lo definirei trascurabile.
Al riguardo, e concludo, una ventina di anni fa qui dalle mie parti ci fu un contenzioso sollevato dai bachicoltori che accusavano un insetticida (il fenoxycarb) largamente impiegato in frutticoltura di provocare il mancato incrisalidamento delle larve di quinta età dei bachi. Abbiamo allora organizzato una sperimentazione, effettuando un trattamento in un frutteto e raccogliendo a distanze crescenti campioni di aria e di teli stesi a terra. Il risultato fu che trovammo concentrazioni attive di fenoxycarb a cinque km dal frutteto trattato.
Di qui (anche) la mia convinzione che provvedimenti di contenimento delle emissioni di polveri sottili limitati ai centri cittadini siano doverosi ed efficaci, ma non sufficienti.
Scusate per la lunga e noiosa trattazione.