Una Fiat dinamica, che avesse immediata percezione di quello che sta accadendo ( peraltro da anni oramai ), e che qui si descrive con lunghe chiacchierate, si metterebbe a sfruttare debitamente i tanti marchi diversi che ha, producendo in ogni fascia di mercato prodotti dedicati a quella clientela che nei vari momenti si dimostra più vitale. E' proprio questo il vantaggio di vendere i propri prodotti con più d'un marchio.
Adesso, come già qualcuno ha detto, essendo in difficoltà il cosiddetto ceto medio, si vendono di più oggetti economici ed oggetti di lusso. Fiat quindi potrebbe vendere i primi a marchio Fiat, ed investire in prodotti di lusso con Alfa e Lancia.
Lo sta facendo?
Ni. I prezzi di Fiat, il marchio più "umile" del gruppo, che ora potrebbe avvantaggiarsi con prodotti "low cost", di cui ha fatto buona esperienza con le vendite nei mercati emergenti, non sono affatto i più economici del mercato, come forse dovrebbero. In più mancano all'appello molti modelli che potrebbero coprire meglio di ora le esigenze tipicamente familiari del ceto medio, attualmente indebolito.
Alfa e Lancia invece dovrebbe occuparsi dell'estremo opposto: prodotti di lusso, di fattura esclusiva e pregiata, e dai costi ( e margine operativo ) a livelli BMW, per vendere agli stessi clienti, con le stesse soddisfazioni. Invece manca la gamma, la tecnica necessaria, l'esclusività, il prestigio.
Di fatto Fiat sta facendo una marmellata omogenea in cui tutto si sovrappone e tutto si confonde: Fiat utilitarie un po' troppo costose per sbaragliare il mercato, Alfa un po' troppo generaliste, derivate dalle Fiat, Lancia copiate di peso da medie generaliste americane con gli interni fatti di carta pesta.