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Potrebbe nascondersi nella zona di Trieste l'inconveniente che sta provocando a Torino un'ondata di ricoveri per intossicazione alimentare da cozze. Il pm Guariniello ha scoperto un provvedimento dell'Asl di Trieste legato a problemi di salubrità dei molluschi. I casi di intossicazione sono una sessantina; ne risultano anche in Liguria e in Valle d'Aosta. Le miticolture del golfo di Trieste sono state chiuse per la presenza della biotossina Dsp.
I primi ricoveri a Torino erano avvenuti sabato sera, ma domenica, sono diventati un'ondata, in vari ospedali della città e dintorni. Dolori intestinali, nausea, denutrizione, ecco i sintomi più comuni che hanno allarmato la gente.
A Trieste, lo scorso 16 settembre, è stato adottato un provvedimento di sospensione della raccolta, della conservazione e della messa in commercio dei molluschi estratti dalle acque costiere. L'Arpa del Friuli-Venezia Giulia, infatti, ha accertato, in alcuni esemplari, la presenza di una biotossina algale chiamata Dsp. Tutte le miticolture del golfo di Trieste sono state 'chiuse' per decisione dell'Unità operativa veterinaria igiene degli alimenti di origine animale dell'Azienda sanitaria del capoluogo giuliano. Lo si è appreso in serata dal responsabile dell'unità Maurizio Cocevari.
Gli esami sulle acque, eseguiti in vari punti del golfo - ha spiegato Cocevari - hanno accertato la presenza della biotossina. ''In questi casi - ha spiegato Cocevari - scatta un sistema d'allerta e tutti i produttori sono invitati a ritirare le cozze dal commercio. L'ordinanza viene trasmessa alle regioni vicine''. ''I mitili - ha aggiunto Cocevari - hanno vita breve e dunque, finchè si instaura il ritiro, le cozze riescono a raggiungere il consumatore. Se si riesce a ritirare il 70% della merce è già un buon successo''. Il responsabile dell'unità ha riferito che una quota delle cozze infette è arrivata nei mercati della Sardegna e dell'Emilia Romagna.
Nella giornata di lunedì sono stati eseguiti esami in metà della zona costiera di Trieste. I risultati di tali esami, previsti per i prossimi giorni, consentiranno di stabilire se la situazione degli allevamenti di mitili è cambiata, anche grazie al maltempo degli ultimi giorni.
I primi ricoveri a Torino erano avvenuti sabato sera, ma domenica, sono diventati un'ondata, in vari ospedali della città e dintorni. Dolori intestinali, nausea, denutrizione, ecco i sintomi più comuni che hanno allarmato la gente.
A Trieste, lo scorso 16 settembre, è stato adottato un provvedimento di sospensione della raccolta, della conservazione e della messa in commercio dei molluschi estratti dalle acque costiere. L'Arpa del Friuli-Venezia Giulia, infatti, ha accertato, in alcuni esemplari, la presenza di una biotossina algale chiamata Dsp. Tutte le miticolture del golfo di Trieste sono state 'chiuse' per decisione dell'Unità operativa veterinaria igiene degli alimenti di origine animale dell'Azienda sanitaria del capoluogo giuliano. Lo si è appreso in serata dal responsabile dell'unità Maurizio Cocevari.
Gli esami sulle acque, eseguiti in vari punti del golfo - ha spiegato Cocevari - hanno accertato la presenza della biotossina. ''In questi casi - ha spiegato Cocevari - scatta un sistema d'allerta e tutti i produttori sono invitati a ritirare le cozze dal commercio. L'ordinanza viene trasmessa alle regioni vicine''. ''I mitili - ha aggiunto Cocevari - hanno vita breve e dunque, finchè si instaura il ritiro, le cozze riescono a raggiungere il consumatore. Se si riesce a ritirare il 70% della merce è già un buon successo''. Il responsabile dell'unità ha riferito che una quota delle cozze infette è arrivata nei mercati della Sardegna e dell'Emilia Romagna.
Nella giornata di lunedì sono stati eseguiti esami in metà della zona costiera di Trieste. I risultati di tali esami, previsti per i prossimi giorni, consentiranno di stabilire se la situazione degli allevamenti di mitili è cambiata, anche grazie al maltempo degli ultimi giorni.