<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1865 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 26,7%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,0%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 13,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 14 46,7%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 9 30,0%

  • Total voters
    30

Cito questo messaggio per affrontare un argomento più generale, teso a cercare di rendere il forum più fruibile
Le argomentazioni sono riferite a tutti

Il regolamento prevede che le discussioni aperte con argomentazioni ritenute non sufficienti, come ad esempio il copiaincolla di un link senza commento, possano essere chiuse senza preavviso

Questo per permettere a chi legge, prima di aprire il link, di farsi una idea se l'argomento è o meno di suo interesse

Per analoghi motivi, anche nel prosieguo delle discussioni, può essere utile scrivere, in aggiunta al link che riporta la notizia, una breve introduzione per anticipare il contenuto del link stesso

:emoji_thumbsup:
 
Per analoghi motivi, anche nel prosieguo delle discussioni, può essere utile scrivere, in aggiunta al link che riporta la notizia, una breve introduzione per anticipare il contenuto del link stesso

:emoji_thumbsup:
Ah, ok, ma è sufficiente riportare una breve didascalia dell'articolo o deve commentare proprio chi inserisce il link, con una sua opinione? Cmq poco sopra si parlava di velox, magari ho pure sbagliato thread.
 
Ultima modifica:
Ah, ok, ma è sufficiente riportare una breve didascalia dell'articolo o deve commentare proprio chi inserisce il link, con una sua opinione? Cmq poco sopra si parlava di velox, magari ho pure sbagliato thread.

E' una considerazione che ho fatto come utente del forum; mi capita a volte di aprire dei link senza capire di cosa parlino

Magari anche due parole sull'argomento o anche il solo titolo se esplicativo e non fuorviante possono essere utili per decidere se aprire o no il link
 
Oggi mi spiace per il maltempo....sennò magari sarei potuto andare a Torino....

Laddove avrei potuto constatare coi miei occhi come ci siamo "persi" l'automobile.....ma non perchè sono stati bravi gli altri perchè, e volenti o nolenti è stato così da tee lustri, abbiamo semplicemente smesso di crederci (o di investirci secondo i punti di vista....).
 
Nella transizione ci rientra tutto, questa discussione ad avere la costanza (ed il tempo) di rileggerla tutta, ha affrontato i temi più diversi

A mio parere quello che hai postato ci rientra in pieno

:emoji_thumbsup:


A me succede....

-Quando ho risposto di ìncentivi
/
quando ho risposto di STLA
/
-quando delle supersuperibride....

....Viste le diverse opzioni assai simili....

--------------------------------------Dove vado a cercarmi evetuali risposte'?--------------------------------------------

Cosi' approfitto per:
ultimamente spesso non mi arrivano piu' i quoto....
 
Ah....
Mi sembrava una bella comodita'....

Tu comunque sei gia' " diverso "....
Mentre sugli altri forumisti posso, nel dubbio, andare a cercarmi i loro messaggi....
Tu ....
" Oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooops "

Net

:emoji_stuck_out_tongue: :emoji_stuck_out_tongue_winking_eye: :emoji_stuck_out_tongue:

Ancora da errore ?

Pensavo che questi problemini fossero sorpassati sulla piattaforma
 
Se avete LinkedIn, vi segnalo il post dell’ex direttore della rivista che da vita a questo forum:

Un sabato mattina, in un centro commerciale di Torino che dispone di migliaia di parcheggi vuoti, un automobilista sceglie deliberatamente di occupare non uno, ma due stalli di ricarica HPC con una vettura a motore termico.

Qualche giorno dopo, in centro a Milano, torno alla colonnina per riprendere l’auto e la trovo mutilata: lo sportellino che copre la prese di ricarica della Volvo EX 90 è stato strappato via, giace a terra, staccato con violenza dalla carrozzeria.

Entrambi sono gesti, e come tutti i gesti si fanno segno; o, se si preferisce, messaggio.

Da tempo, la transizione ecologica è diventata terreno di identità, appartenenza, sfida simbolica. Come in ogni conflitto che si colora di tratti religiosi, l’atto individuale si carica di un valore di affermazione e di negazione: occupa uno spazio fisico per sottrarlo a un avversario, mette in scena una dimostrazione di forza, ricerca nello sguardo altrui il riconoscimento di una provocazione.

La polarizzazione, in questo senso, non è un effetto collaterale della transizione: ne è ormai il linguaggio dominante. L’elettrico e il termico non vengono percepiti come soluzioni tecniche diverse, rispondenti a esigenze differenti, ma come bandiere opposte. Lo scontro si alimenta di simboli e di atti rituali, come in ogni guerra di religione: il parcheggiare di traverso per impedire la ricarica, il vandalismo vigliacco, il disprezzo ostentato verso chi fa una scelta diversa. Sono gesti minimi, quotidiani, e proprio per questo rivelatori. Ogni stallo di ricarica diventa un altare profanato o difeso. Così, come accade nei conflitti religiosi, si smarrisce il senso del fine per concentrarsi esclusivamente sui segni del contendere.

Quell’auto parcheggiata a impedire l’utilizzo di due colonnine e quello sportellino divelto non sono, in sé, il problema. Sono il sintomo. Il sintomo di un tempo in cui le scelte tecnologiche vengono piegate a strumenti di provocazione, e in cui il bisogno di appartenere prevale sul bisogno di capire
 
mah,,,
semmai e' la risposta insoddifatta di chi non si sente tutelato.
Nel mucchio poi trovi pure quello che fa questo.
Per spiegare un fenomeno ,mi pare si facciano tanti troppi giri larghi e pure arzigogolati.
 
mah,,,
semmai e' la risposta insoddifatta di chi non si sente tutelato.
Nel mucchio poi trovi pure quello che fa questo.
Per spiegare un fenomeno ,mi pare si facciano tanti troppi giri larghi e pure arzigogolati.
Non sono d'accordo.

Sono atti irrispettosi, lontani dal benché minimo senso civico che diventano soprusi ai danni di incolpevoli persone.

Sono atti ignoranti e stupidi, non possono e non devono avere alcuna ombra di giustificazione.

Quanto ai giri arzigogolati posso anche concordare, analisti, giornalisti e addetti ai lavori devono in ogni caso aiutarci a comprendere la situazione, ciascuno con la propria chiave di lettura, però ripeto che un atto deprecabile (e insensato) non può essere una risposta, in nessun caso.

Organizzassero una manifestazione a Bruxelles, a Roma, dove la commissione trasporti EU si riunisce e così via, ma occupare apposta delle colonnine o danneggiare deliberatamente una proprietà altrui non cambiano il sistema, non sono un grido di aiuto, nulla, sono scemate.
 
Se avete LinkedIn, vi segnalo il post dell’ex direttore della rivista che da vita a questo forum:

Un sabato mattina, in un centro commerciale di Torino che dispone di migliaia di parcheggi vuoti, un automobilista sceglie deliberatamente di occupare non uno, ma due stalli di ricarica HPC con una vettura a motore termico.

Qualche giorno dopo, in centro a Milano, torno alla colonnina per riprendere l’auto e la trovo mutilata: lo sportellino che copre la prese di ricarica della Volvo EX 90 è stato strappato via, giace a terra, staccato con violenza dalla carrozzeria.

Entrambi sono gesti, e come tutti i gesti si fanno segno; o, se si preferisce, messaggio.

Da tempo, la transizione ecologica è diventata terreno di identità, appartenenza, sfida simbolica. Come in ogni conflitto che si colora di tratti religiosi, l’atto individuale si carica di un valore di affermazione e di negazione: occupa uno spazio fisico per sottrarlo a un avversario, mette in scena una dimostrazione di forza, ricerca nello sguardo altrui il riconoscimento di una provocazione.

La polarizzazione, in questo senso, non è un effetto collaterale della transizione: ne è ormai il linguaggio dominante. L’elettrico e il termico non vengono percepiti come soluzioni tecniche diverse, rispondenti a esigenze differenti, ma come bandiere opposte. Lo scontro si alimenta di simboli e di atti rituali, come in ogni guerra di religione: il parcheggiare di traverso per impedire la ricarica, il vandalismo vigliacco, il disprezzo ostentato verso chi fa una scelta diversa. Sono gesti minimi, quotidiani, e proprio per questo rivelatori. Ogni stallo di ricarica diventa un altare profanato o difeso. Così, come accade nei conflitti religiosi, si smarrisce il senso del fine per concentrarsi esclusivamente sui segni del contendere.

Quell’auto parcheggiata a impedire l’utilizzo di due colonnine e quello sportellino divelto non sono, in sé, il problema. Sono il sintomo. Il sintomo di un tempo in cui le scelte tecnologiche vengono piegate a strumenti di provocazione, e in cui il bisogno di appartenere prevale sul bisogno di capire
Purtroppo ha ragione, è una guerra di religione che dà poi spazio a fenomeni di inciviltà, come quelli descritti
 
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